PEC Posta Elettronica Certificata

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Vale
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#46 Messaggio da Vale »


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belnudo
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PEC Posta Elettronica Certificata

#47 Messaggio da belnudo »

Dalla denuncia Adiconsum per infrazione comunitaria dell'Italia:

Con riferimento alla posta elettronica certificata, si rileva come lo Stato Italiano sia l’unico al
mondo
ad aver istituito (con D.P.R. 68/2005) questo sistema di comunicazione.
La posta elettronica certificata (P.E.C.) necessita ex lege della firma elettronica avanzata che attualmente
non esiste nel sistema normativo italiano, perché abrogata dal Codice dell’Amministrazione Digitale (C.A.D.).
Pertanto, la stessa viene fatta funzionare con la firma elettronica qualificata; già soltanto questo aspetto risulta essere assolutamente illegittimo!
Ma vi è di più: la P.E.C. non è interoperabile a livello internazionale sia europeo sia mondiale.
Pertanto, le comunicazioni mediante P.E.C. tra le Amministrazioni Pubbliche degli Stati saranno certamente impossibili.
Del resto, si noti che lo stesso processo civile telematico (D.P.R. 123/2001) funzionerà attraverso la CPECPT (casella di posta elettronica certificata del processo telematico) che in termini spiccioli è molto simile se non identica alla P.E.C.
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tullio
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#48 Messaggio da tullio »

Sono iscritto ad un ordine dei giornalisti: l'Ordine ha obbligato gli iscritti a iscriversi ad una posta certificata, _pagando_ 3 euro l'anno. Ora, a parte il costo, a parte i dubbi sulla legittimità della posta certificta espressi anche qui... uno dei problemi è: a chi scrivo con la posta certificata? A parte qualche collega non conosco nessuno, privato o pubblico, che possieda una posta certificata... a che serve poi in pratica? AAAARRRRGGGGGHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :motosega:

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belnudo
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#49 Messaggio da belnudo »

tullio ha scritto:Sono iscritto ad un ordine dei giornalisti: l'Ordine ha obbligato gli iscritti a iscriversi ad una posta certificata, _pagando_ 3 euro l'anno. Ora, a parte il costo, a parte i dubbi sulla legittimità della posta certificta espressi anche qui... uno dei problemi è: a chi scrivo con la posta certificata? A parte qualche collega non conosco nessuno, privato o pubblico, che possieda una posta certificata... a che serve poi in pratica? AAAARRRRGGGGGHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :motosega:
serve a gonfiare il BUSINESS dei provider, è di oggi l'accordo tra SEAT PAGINE GIALLE e POSTE ITALIANE
http://www.milanofinanza.it/news/dettag ... nzie=PMFNW
I primi due progetti di cui si prevede la realizzazione e la conseguente disponibilita' per i clienti Seat P.G. entro la fine di maggio 2010 sono i servizi di Posta elettronica certificata (PEC) e di Comunicazione Elettronica Postale e Bollettini Postali Online.

infatti oggi SEAT PAGINE GIALLE è stato il miglior titolo della borsa italiana +3.02
La PEC è una TANGENTE pagata agli operatori IT in crisi.
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wolf.55
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#50 Messaggio da wolf.55 »

Domanda elementare:
mi sono registrato al sito PostaCertificat@, mi è stato assegnato di default un indirizzo del tipo:
nome.cognome@postacertificata.gov.it
al posto di "nome" il mio nome di battesimo, al posto di "cognome" il mio cognome, senza sigle e senza numeri progressivi, ci siamo?
Bene! In pagine bianche esistono 75 miei omonimi, se anche loro si registrano, che username avranno? nome cognome1, nome.cognome2, ecc.? Non sarebbe stato più logico adottare come username il codice fiscale? Anche perché i miei omonimi quanti saranno?

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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#51 Messaggio da belnudo »

wolf.55 ha scritto:Domanda elementare:
mi sono registrato al sito PostaCertificat@, mi è stato assegnato di default un indirizzo del tipo:
nome.cognome@postacertificata.gov.it
al posto di "nome" il mio nome di battesimo, al posto di "cognome" il mio cognome, senza sigle e senza numeri progressivi, ci siamo?
Bene! In pagine bianche esistono 75 miei omonimi, se anche loro si registrano, che username avranno? nome cognome1, nome.cognome2, ecc.? Non sarebbe stato più logico adottare come username il codice fiscale? Anche perché i miei omonimi quanti saranno?
come saprai il codice fiscale è soggetto alla normativa sulla privacy :lol:
ripeto:
NON USATE LA PEC
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#52 Messaggio da belnudo »

aggiornamento, non lo dice solo belnudo:

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplr ... zione=News

della serie "E IO PAGO"
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Vale
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#53 Messaggio da Vale »

:(

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#54 Messaggio da belnudo »

rincaro la dose, problema firma digitale

"Secondo diversi osservatori, il semplice utilizzo della PEC verrebbe equiparato alla sottoscrizione di una comunicazione con firma digitale: è questo un problema perché la "PEC italiana" non fornisce garanzie sul contenuto del messaggio (il fulcro della questione è individuabile nella disposizione contenuta nel decreto legislativo n.82 del 7 marzo 2005 agli articoli 1 - con particolare riferimento al comma "c-bis" - e 2).
"Il funzionamento della PEC è quello di una raccomandata: viene infatti timbrata tramite firma digitale una busta denominata <<busta di trasporto>> e non il documento contenuto nella stessa.
L'operazione è, né più né meno, la stessa che effettua l'ufficio postale con la busta di una raccomandata.
Nessuno" - continua Penco - "non potendo “aprire” la busta nel suo percorso elettronico, pena l’invalidazione della stessa busta+contenuto può sostenere cosa ci sia dentro che è conosciuto dal mittente al momento “dell’imbustamento elettronico” e dal ricevente al momento dell’apertura.
Mi pare quindi evidente che si tratta di un gioco a scatola chiusa dove da una parte si potrà sostenere di aver inviato una cosa e dall’altra di averne ricevuta un'altra.
Questo è il motivo principale per cui non può avere significato quanto viene detto od interpretato nella circolare. Vedremo purtroppo cosa succederà quando verranno fuori le prime contestazioni e le prime sentenze".
Penco insiste nel sottolineare che la soluzione ci sarebbe e consiste nell'impiego del protocollo S/MIME, riconosciuto a livello internazionale ed interoperabile in tutto il mondo.
...........la detenzione, da parte del gestore, non solo del log dei messaggi ma anche del cosiddetto "fascicolo elettronico" (la casella PEC con tutto il contenuto di documenti e messaggi).

http://www.ilsoftware.it/articoli.asp?id=6201
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#55 Messaggio da belnudo »

e questo per mettere in guardia tutti

''La Pec di Brunetta? Sì, può essere una trappola''
Giorgio De Rita, direttore di DigitPa, non nasconde l'altra faccia di uno "strumento potente".
Michela Rossetti
“Un oggetto delicato e uno strumento potente, che bisogna saper usare”: così Giorgio De Rita, direttore generale di DigitPA, l’ente che si occupa di informatica nella Pubblica amministrazione (ex Cnipa) e che ha contribuito al varo della posta certificata, descrive la novità lanciata lunedì scorso dal ministro Renato Brunetta.
Sì, perché se la Cec-Pac ha il grande merito di introdurre uno strumento utile nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione - risparmiando file e code con l’invio di una mail che ha lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno - può rivelarsi un boomerang per chi non ne conosce l’esatto funzionamento.
Non tutti, infatti, sanno che una volta inviata la Pec a una pubblica amministrazione, questa manderà tutte le comunicazioni che ci riguardano solo ed esclusivamente attraverso il nostro indirizzo elettronico, dimenticandosi per sempre il domicilio fisico.

De Rita, questo sembra uno degli aspetti più “critici”. Se invio una mail certificata ad Equitalia, per fare un esempio, l’ente di riscossione manderà poi tutte le comunicazioni che mi riguardano alla mia casella di posta e non più al mio domicilio “fisico”, via Pincopallo a Roma, mettiamo.
Ma che succede se mi si rompe il computer, o dimentico per qualche mese di consultare il mio indirizzo certificato?

Se l’utente non apre e consulta la sua casella di Posta certificata, non potrà mai dire di non aver ricevuto la comunicazione. Perché fa fede la ricezione del messaggio nella casella, non la sua lettura.
Facciamo un esempio: con la posta tradizionale, quella cartacea, se il postino non mi trova a casa deposita la mia raccomandata all’ufficio postale, dopo di che ho 30 giorni di tempo per andarla a ritirare. Con la Pec è un po’ la stessa cosa: se entro 30 giorni non apro il messaggio è una mia responsabilità. Per la pubblica amministrazione che l’ha inviata la comunicazione risulta ricevuta.

Non crede possa essere un boomerang considerevole per l’utente?
La Pec non poteva essere diversa da così. È il suo punto di forza: eliminare la comunicazione cartacea tra cittadino e pubblica amministrazione, risparmiando tempo e denaro. Poi, certo, l’utente deve sapere che si tratta di un oggetto delicato e molto potente. Che può comportare vantaggi ma anche svantaggi.
Se non si consulta quotidianamente la casella, possono esserci conseguenze evidentemente negative, con multe o cartelle esattoriali non viste. E non escludiamo che alcuni cittadini possano disattivare in seguito la Pec, una decisione che può essere presa in qualunque momento.

Ma non si poteva studiare un sistema diverso? Magari mettendo il cittadino in condizione di scegliere esplicitamente se accettare o meno ogni futura comunicazione solo tramite Pec?
Tecnologicamente era possibile. Ma abbiamo fatto una scelta di campo radicale. Sarebbe stato troppo complesso indicare all’utente tutte le diverse possibilità. Non potevamo consentire di scegliere: a questo indirizzo mi mandi le multe, a quest’altro il certificato elettorale e di nascita. Le possibilità erano troppe.
D’altronde, un cittadino può avere un indirizzo di domicilio e uno di residenza. E anche in questo caso deve scegliere un unico recapito.
Bisogna precisare, poi, che è diponibile la notifica multicanale, cioè la segnalazione tramite Sms dei messaggi ricevuti nella casella di posta.

Sì. Ma a pagamento, come del resto la firma digitale. Non crede che la comunicazione verso i cittadini sia stata carente nell’evidenziare quest’aspetto? Sulla Pec sono state investite diverse energie in interviste, interventi televisivi. Possibile che non si sia trovato il tempo di dire chiaramente che la Pec sotituiva completamente l'indirizzo "fisico" di riferimento?
Posso dire che è fondamentale illustrare tutti i "diritti e doveri" che comporta la Pec. Sulla comunicazione fatta finora, non sono io a poter dare un giudizio.

Un’altra delle critiche alla “Pec di Brunetta” è che - in realtà - non è una vera Pec ma una Cec-Pac, ossia una casella che permette la comunicazione esclusivamente tra cittadino e pubblica amministrazione. E non ad altre caselle certificate come quella del mio avvocato, o la banca. Con il paradosso che per una “comunicazione a tutto campo” dovrò attivare due Pec.
È così. Ma anche in questo caso non potevamo fare diversamente, è stata una scelta voluta.
Non potevamo ignorare che la Pec “nel privato” è uno strumento che esiste da 5 anni. Con 27 fornitori nel mercato. Fornire uno strumento equivalente a titolo gratuito sarebbe stata una scelta non corretta.

Sta dicendo che è un problema di mercato, e che avreste “annullato” i 27 fornitori che forniscono Pec a pagamento?
Avremmo evidentemente avuto una posizione di assoluto dominio. Ma non escludiamo che in futuro si possa uniformare il sistema.

Nel decreto dell’anno scorso che istituisce la Pec nella pubblica amministrazione si legge che è rivolta solo a “cittadini maggiorenni italiani”, escludendo gli stranieri che lavorano e pagano regolarmente le tasse in Italia. Non si poteva studiare una formula diversa?
No. Perché la legge del 2005 che istituisce la Pec dice così. Né noi né Brunetta abbiamo inventato nulla, abbiamo semplicemente dato forza e rivitalizzato uno strumento che già esisteva ma era “abbandonato”.
Stiamo comunque valutando modifiche in questo senso per estendere la Pec anche agli stranieri che soggiornano in Italia.

Un’ultima domanda. Formez-Pa, il centro studi per la pubblica amministrazione, ha evidenziato ad aprile che praticamente tutte le camere di commercio e Regioni hanno attivato la Pec, contro solo il 50 e il 60% di caselle attive nelle Asl e le università, e il 22% dei Comuni.
Quando si prevede di arrivare “a regime” e “coprire” tutte le pubbliche amministrazioni?

Le cose stanno rapidamente cambiando. Il problema è che molte pubbliche amministrazioni la Pec l’hanno attivata, e lo stanno comunicando in questi giorni per poi essere inserite nell’elenco delle caselle postali certificate disponibili.
Questa prima fase si concluderà presto. Poi si aprirà la seconda, ossia una fase di assestamento per usarla correttamente.

Come farà, ad esempio, l’impiegato che riceve la Pec a “girarla” all’ufficio di competenza?
Questo è proprio uno degli aspetti legati all’utilizzo. Le pubbliche amministrazioni dovranno completamente ripensare la propria attività e il rapporto con il cittadino. Anche perché probabilmente aumenterà la mole di lavoro. Si riceveranno mail che denunciano la buca sotto casa, il semaforo rotto, e nessuna di queste richieste potrà essere ignorata o evasa. Perché ha lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Ci vorrà del tempo per rendere possibile tutto questo.
L’importante è partire. E dotare i cittadini di uno strumento importante. Se non si inizia non si arriverà mai a regime: bisogna costringere a cambiare, per migliorare il servizio.
Poi, con il tempo, tutto può essere perfezionabile.

Sì, ad esempio inserire quello che fanno tanti cittadini e quasi tutti gli uffici privati quando inviano un messaggio, la richiesta, cioè, che il messaggio sia stato “effettivamente letto”. Troppo difficile per pensarci in tempo?
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#56 Messaggio da Vale »

:(

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#57 Messaggio da belnudo »

Aggiornamento sulla PEC a spese del contribuente.

Pec senza la copertura finanziaria: Tremonti stoppa Brunetta.
Il provvedimento bloccato alla Camera, assieme alla legge sulla semplificazione.
Il disegno di legge sulla semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese (in cui rientra anche la Posta elettronica certificata) viene rinviato in commissione Bilancio alla Camera.
Lavori bloccati in commissione.
L’esame del provvedimento presentato da Brunetta e Calderoli doveva iniziare martedì in Aula, ma a causa di una lunga nota del ministero dell’Economia i lavori si sono fermati.
Si tratta di “8 pagine e 14 punti”, scrive il Sole24Ore, con cui da via XX Settembre si smonta, articolo per articolo, le novità introdotte.
“Critiche tradotte - prosegue il quotidiano di Confindustria - nel parere positivo, ma condizionato della commissione Bilancio sotto il cappello dei ‘problemi di copertura finanziaria’”.
Detto in altre parole: i provvedimenti sono buoni, ma mancano i soldi per realizzarli.
Quali sono le novità bocciate?
Ma quali sono le novità “bocciate”? Tra le altre spicca anche la pubblicizzatissima Pec.
Le osservazioni di Tremonti sul disegno di legge includono infatti anche alcune misure relative all'accelerazione dell'introduzione della posta elettronica certificata, con la richiesta di sopprimere o rivedere le norme introdotte per problemi di copertura.
Dal ministero della Pubblica amministrazione minimizzano e parlano solo di "rilievi tecnici", che tanto tecnici, però, non sono, visto che si è bloccato tutto.
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#58 Messaggio da belnudo »

aggiornamento sul fattaccio PEC

Il progetto legato alla "posta elettronica certificata" (PEC) ha subìto una battuta d'arresto.
Non vi sarebbe la copertura economica necessaria per un'operazione del genere.
Come sottolinea Il Sole 24ORE, il Ministero dell'Economia ha stilato una nota composta da otto pagine e quattordici punti dove vengono analizzate nel dettaglio le novità introdotte in commissione Affari costituzionali della Camera al DDL sulla semplificazione burocratica.
In particolare, vengono bocciate le disposizioni relative alla posta elettronica certificata che apporterebbe rischi "di oneri eccessivi su imprese e professionisti".
Nelle scorse ore la PEC era stato al centro del dibattito, in Rete, a proposito dei dati statistici forniti dal Ministro Brunetta.
Secondo il portale "PostaCertificat@", attraverso il quale i cittadini italiani maggiorenni possono inoltrare la domanda di attivazione dell'account PEC, gli indirizzi e-mail realmente attivati sarebbero al momento (aggiornamento delle ore 9,40 del 22/05/2010) poco più di 76.000.
Quasi 214.000 le richieste pervenute al sito, molte delle quali però che non si sono tradotte, almeno per adesso, in un'effettiva attivazione.
Un cittadino su tre, insomma, non si è recato presso un ufficio postale per attivare, nella pratica, la casella PEC che aveva richiesto oppure qualcosa è andato storto.
La "PEC italiana" mira a sostituire la raccomandata con ricevuta di ritorno e la consegna delle documentazioni agli sportelli preposti della Pubblica Amministrazione.
Sebbene l'idea di base sia valida (la "dematerializzazione" va vista come un aspetto senza dubbio molto positivo), sulla PEC sono piovute diverse critiche.
Così come attuato, si tratta di uno standard prettamente italiano che non trova corrispettivi all'estero.
Con la PEC viene definito un particolare "protocollo" che si prefigge di regolare lo scambio delle informazioni tra le "figure" che prendono parte alla comunicazione. Il flusso di informazioni transita, attraverso la cosiddetta "busta di trasporto", tra il provider cui si appoggia il mittente ed il provider al quale fa riferimento il destinatario. Il provider del mittente prende in carico l'e-mail del mittende notificandogli l'evento; lo stesso provider provvede quindi a spedire la comunicazione al provider del destinatario che verifica l'integrità della busta di trasporto. Il provider del destinatario, quindi, invia un'e-mail di notifica al provider mittente informando circa l'avvenuta consegna della "busta" nell'account PEC del destinatario. Il provider del mittente, a questo punto, inoltra tale comunicazione all'account PEC del mittente informandolo circa l'avvenuta consegna dell'e-mail. La ricevuta di ritorno così ottenuta, che reca anche la data e l'ora si consegna dell'e-mail sull'account destinatario, ha valore legale.
Una delle principali contestazioni che vengono rivolte alla "PEC italiana" è la mancata certificazione del contenuto della busta di trasporto.
Universalmente riconosciuto, S/MIME è ad esempio capace di garantire l'integrità di un messaggio grazie semplicemente all'utilizzo della firma digitale.
Qualunque utente in possesso di un proprio certificato digitale può, con S/MIME, firmare digitalmente - in autonomia - qualsiasi messaggio di posta elettronica.
Primo tra tutti a sostenere l'opportunità di valutare l'adozione di S/MIME è Massimo Penco, presidente dell'associazione "Cittadini di Internet" che spiega come si tratti di un protocollo riconosciuto a livello internazionale ed interoperabile in tutto il mondo.
A proposito del contatore esposto sul sito web di "PostaCertificat@", l'Ing. Penco non usa mezzi termini: "se ci fosse un vero contatore e non quello che è stato messo nel sito - che è pur sempre, se veritiero, un dato informativo - si avrebbe la situazione speculare ed esatta di quanti sono pro e contro la PEC".
Il presidente dell'associazione "Cittadini di Internet" considera i dati pubblicati su "PostaCertificata@" come una sorta di "referendum online" che ben riflette la posizione della maggior parte degli Italiani in merito all'argomento PEC ed insiste parlando di "cifre da flop": "di quelle 76.251 attivate (dato aggiornato alle ore 9.40 del 22/05/2010, n.d.r.), il costo di ogni singola casella PEC - che non si sa se sia utilizzata o disdetta - è di 50 milioni di Euro con un costo per casella - che tutti gli Italiani contrari pagano - di 656 Euro per casella", ha dichiarato.
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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#59 Messaggio da alex1jd1 »

come libero professionista sono stato obbligato ad attivarla, dopo 5 mesi non l'ho ancora usata... posso mandare email solo verso altri account di posta certificata, praticamente è inutile

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Re: PEC Posta Elettronica Certificata

#60 Messaggio da Vale »

alex1jd1 ha scritto:come libero professionista sono stato obbligato ad attivarla, dopo 5 mesi non l'ho ancora usata... posso mandare email solo verso altri account di posta certificata, praticamente è inutile
Sì, serve solo per comunicazioni "interne": PEC verso PEC.
Verso e-mail non-PEC non funziona.

Durerà?

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