[O.T.] ISLAM

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Re: [O.T.] ISLAM

#1276 Messaggio da mimo »

Si, è purtroppo vero! Confermo per averlo ricevuto da amici che colà risiedettero (!) Ma il contraddittorio potrebbe essere positivo purchè gli serva per cercare e trovare la loro strada......che non deve necessariamente essere tappezzata di pubblicità della coca cola, of course!

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] ISLAM

#1277 Messaggio da Capitanvideo »

Milano, nasce il partito islamico
Parteciperà alle prossime comunali


E' nato in viale Jenner, si chiamerà "Milano Nuova" e correrà per le amministrative del capoluogo lombardo. Si tratta di una lista "laica e aperta anche agli italiani" ma è stata promossa dal leader del centro islamico al centro delle polemiche, quello di viale Jenner, appunto. L'annuncio è arrivato dal promotore, Abdel Hamid Shaari, che da anni è a capo del centro culturale islamico.
Abdel Hamid Shaari

"La religione non c'entra nulla", spiega Shaari nell'articolo di "Cronaca qui". Ma ci sono molti, a destra a sinistra, che non riescono a credere al responsabile di viale Jenner, soprattutto dopo tutti i problemi che quel centro ha creato alla città. Sono storia recente le prediche estremiste e i "tentativi" per convincere giovani aspiranti martiri, e poi le preghiere del venerdì sui marciapiedi.

Sul programma non ci si sbilancia. Si sapeva comunque da tempo che il libico aveva in programma di creare una lista civica pro stranieri. Ma, alla notizia che quell'idea potrebbe davvero diventare realtà, tutto il centrodestra ha dato il via alle sue critiche, arrivate però anche dal centrosinistra e dal comitato di viale Jenner. Che ha diffuso un comunicato in cui si legge: "La scelta di organizzare una lista civica non contribuirà a trovare una soluzione alla questione Jenner, anzi concorrerà ad esasperare ancora di più i toni perché da oggi il responsabile del centro islamico assume un ruolo prettamente politico".

Soltanto il candidato sindaco per il centrosinistra Giuliano Pisapia appoggia l'iniziativa, dicendo che quella lista sarebbe "utile alla costruzione di una Milano più accogliente e più democratica, sicuramente meno discriminatoria". Roberto Caputo (Pd) mette invece l'accendo sul pericolo di mettere in campo "una lista che abbia connotazioni unicamente religiose. Questo non serve all'integrazione, anzi a crea steccati profondi e risulterebbe quindi controproducente".
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”

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Re: [O.T.] ISLAM

#1278 Messaggio da JoaoTinto »

Victor ha scritto:
scb ha scritto:I giovani che protestano sono l'espressione delle classi più civilizzate e filooccidentali della società iraniana.
Il dittatore è invece appoggiato dagli strati più arcaici e retrogradi della popolazione, molto ma molto fedeli alla rivoluzione khomeinista e molto integralisti.
Ahmadinejad, viene sostenuto anche da giovani progressisti di buona estrazione sociale che in occidente magari hanno studiato, però non ci vivrebbero mai. Lo confermano sia le testimonianze date dagli stessi iraniani che vivono all'estero, sia i giornalisti che hanno sondato gli umori dell'elettorato intellettuale e benestante, votato ai cambiamenti.
Ma siamo noi occidentali che siamo convinti che dalla ricchezza e dalla cultura debbano per forza derivare il relativismo e la tolleranza.
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
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Re: [O.T.] ISLAM

#1279 Messaggio da JoaoTinto »

Capitanvideo ha scritto:Milano, nasce il partito islamico
Parteciperà alle prossime comunali


E' nato in viale Jenner, si chiamerà "Milano Nuova" e correrà per le amministrative del capoluogo lombardo. Si tratta di una lista "laica e aperta anche agli italiani" ma è stata promossa dal leader del centro islamico al centro delle polemiche, quello di viale Jenner, appunto. L'annuncio è arrivato dal promotore, Abdel Hamid Shaari, che da anni è a capo del centro culturale islamico.
Abdel Hamid Shaari

"La religione non c'entra nulla", spiega Shaari nell'articolo di "Cronaca qui". Ma ci sono molti, a destra a sinistra, che non riescono a credere al responsabile di viale Jenner, soprattutto dopo tutti i problemi che quel centro ha creato alla città. Sono storia recente le prediche estremiste e i "tentativi" per convincere giovani aspiranti martiri, e poi le preghiere del venerdì sui marciapiedi.

Sul programma non ci si sbilancia. Si sapeva comunque da tempo che il libico aveva in programma di creare una lista civica pro stranieri. Ma, alla notizia che quell'idea potrebbe davvero diventare realtà, tutto il centrodestra ha dato il via alle sue critiche, arrivate però anche dal centrosinistra e dal comitato di viale Jenner. Che ha diffuso un comunicato in cui si legge: "La scelta di organizzare una lista civica non contribuirà a trovare una soluzione alla questione Jenner, anzi concorrerà ad esasperare ancora di più i toni perché da oggi il responsabile del centro islamico assume un ruolo prettamente politico".

Soltanto il candidato sindaco per il centrosinistra Giuliano Pisapia appoggia l'iniziativa, dicendo che quella lista sarebbe "utile alla costruzione di una Milano più accogliente e più democratica, sicuramente meno discriminatoria". Roberto Caputo (Pd) mette invece l'accendo sul pericolo di mettere in campo "una lista che abbia connotazioni unicamente religiose. Questo non serve all'integrazione, anzi a crea steccati profondi e risulterebbe quindi controproducente".
La Costituzione:

Parte I - Diritti e doveri dei cittadini - Titolo IV - Rapporti politici
Articolo 49
«Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale»

Parte I - Diritti e doveri dei cittadini Titolo I - Rapporti civili
Articolo 18
«I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.»

Disposizioni transitorie e finali:
XII
«E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.»

Ovviamente all'epoca tutte le preoccupazioni erano rivolte ad impedire la rinascita del P.N.F. e della MVSN, nessuno pensava o immaginava di dover fronteggiare un' eventuale partito islamico magari anche fiancheggiato da organizzazioni di stampo più o meno jihadista.
Anche se poi, almeno in teoria, il II Comma dell'Art. 18 dovrebbe impedire la nascita in Italia di un'organizzazione come Hamas.
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Re: [O.T.] ISLAM

#1280 Messaggio da Barabino »

Il fatto e' che ci sono delle questioni che sono propriamente musulmane, quindi e' difficile dire che non serve un partito a tema...

-non in tutte le citta' ci sono delle moschee fatte per bene (non garage). I comuni boicottano.

-in tutta italia non c'e' un cimitero musulmano

-non c'e' un concordato (con la scusa che non esiste una "chiesa" musulmana con cui trattare), e quindi neanche l'otto per mille

-un ragazzino, mettiamo, francese puo' andare alla scuola francese; ma quando qualcuno ha provato ad aprire una scuola egiziana, e' successo un casino della madonna, il provveditorato gli ha fatto la guerra in tutti i modi

Lungi da me simpatizzare, io sono d'accordo sul vietare di coprirsi il viso, ma queste sono ingiustizie evidenti, non si puo' nascondere la testa come lo struzzo...

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Re: [O.T.] ISLAM

#1281 Messaggio da Capitanvideo »

Barabino ha scritto:Il fatto e' che ci sono delle questioni che sono propriamente musulmane, quindi e' difficile dire che non serve un partito a tema...

-non in tutte le citta' ci sono delle moschee fatte per bene (non garage). I comuni boicottano.

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Già, ma qui vige la regola molto democratica che siccome in casa loro sono stronzi, dobbiamo esserlo anche noi.
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Re: [O.T.] ISLAM

#1282 Messaggio da cinico »

Capitanvideo ha scritto:
Barabino ha scritto:Il fatto e' che ci sono delle questioni che sono propriamente musulmane, quindi e' difficile dire che non serve un partito a tema...

-non in tutte le citta' ci sono delle moschee fatte per bene (non garage). I comuni boicottano.

-in tutta italia non c'e' un cimitero musulmano

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-un ragazzino, mettiamo, francese puo' andare alla scuola francese; ma quando qualcuno ha provato ad aprire una scuola egiziana, e' successo un casino della madonna, il provveditorato gli ha fatto la guerra in tutti i modi

Lungi da me simpatizzare, io sono d'accordo sul vietare di coprirsi il viso, ma queste sono ingiustizie evidenti, non si puo' nascondere la testa come lo struzzo...
Già, ma qui vige la regola molto democratica che siccome in casa loro sono stronzi, dobbiamo esserlo anche noi.
3/4 (e rimango basso) di quelli che affermano ciò, in casa loro non ci sono mai stati. E poi in casa di chi? I paesi islamici sono diversissimi fra loro.
Comunque, ben venga la legge del taglione. Sarà contento il primo di quei 3/4 che si ritroverà una mano tagliata o cose simili.

P.S. Chiaramente non sto dicendo a te, Capitano
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Re: [O.T.] ISLAM

#1283 Messaggio da Barabino »

Secondo me e' piu' grave che i musulmani non facciano un partito, i motivi sono:

-sono frammentatissimi (peggio per loro)

-non gli interessa interagire con lo stato italiano (e questo non promette per niente bene)
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

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Re: [O.T.] ISLAM

#1284 Messaggio da Fred Connelly »

cinico ha scritto:3/4 (e rimango basso) di quelli che affermano ciò, in casa loro non ci sono mai stati. E poi in casa di chi?
Generalmente citano i paesi teocratici e le dittature assolute ignorando astutamente (o per ignoranza) i casi dove forti presenze islamiche non hanno portato agli estremismi a cui quelli si riferiscono.

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Re: [O.T.] ISLAM

#1285 Messaggio da JoaoTinto »

-non in tutte le citta' ci sono delle moschee fatte per bene (non garage). I comuni boicottano.

NOTE SULLA MOSCHEA
di Khalil Samir S.I.
(da "La Civiltà Cattolica" del 17 marzo 2001, pagine 599-603)

Che cos'è una moschea

Ultimamente si è parlato di moschee in Italia; ma sull'argomento continua a permanere una cappa di genericità e approssimazione. Quando si discute sull'opportunità di costruire una moschea o di concedere terreni a questo scopo, è necessario anzitutto non dare per scontata la conoscenza dell'oggetto della discussione. La moschea non è una "chiesa" musulmana, ma un luogo che ha nell'islàm la sua funzione e le sue norme. Perciò si deve guardare all'islàm per capire che cosa essa è.

Nella tradizione araba esistono due termini per indicare la moschea: masgid (passato in spagnolo sotto la voce "mezquita" e di là nelle lingue europee) e giâmi'. Quest'ultimo vocabolo è il più diffuso nel mondo arabo-islamico. La prima parola deriva dalla radice sgd che significa "prostrarsi", la seconda dalla radice gm' che significa "radunare". La moschea (giâmi') è il luogo dove la comunità si raduna, per esaminare tutto ciò che la riguarda: questioni sociali, culturali, politiche, come anche per pregare; tutte le decisioni della comunità si prendono nella moschea. Voler limitare la moschea a "un luogo di preghiera" è fare violenza alla tradizione musulmana.

Il venerdì (yawm al-giumu'ah) è il giorno in cui la comunità si raduna (come indica il nome giumu'ah). Si raduna a mezzogiorno per la preghiera pubblica, seguita dalla khutbah, cioè il discorso, che non è una predica. Nella khutbah vengono approfondite la questioni dell'ora presente: politiche, sociali, morali ecc. Il venerdì non è il giorno in cui non si lavora, come il sabato degli ebrei o la domenica dei cristiani, ma il giorno in cui i musulmani si ritrovano insieme come comunità. Ancora oggi, in Arabia Saudita, il venerdì è un giorno lavorativo; si chiudono i negozi soltanto all'ora del raduno in moschea a mezzogiorno.

In molti Paesi musulmani, per esempio in Egitto, che è oggi il più popoloso Paese musulmano arabo, tutte le moschee sono sorvegliate il venerdì e le più importanti sono circondate dalla polizia speciale. Il motivo è semplice: le decisioni politiche partono dalla moschea, durante la khutbah del venerdì. Nella storia musulmana, quasi tutte le rivoluzioni e i sollevamenti popolari sono partiti dalle moschee. Lo jihâd, cioè "la guerra sul cammino di Dio" (fî sabîl Allâh) che obbliga ogni musulmano a difendere la comunità, è proclamata sempre nella moschea, alla khutbah del venerdì. In alcuni Paesi musulmani, il testo della khutbah dev'essere presentato prima alle autorità civili visto che gli imâm (che presiedono le riunioni della comunità) sono funzionari statali1.

È dunque scorretto, parlando della moschea, parlare unicamente di "luogo di culto". Com'è scorretto, parlando della libertà di costruire moschee, farlo in nome della libertà religiosa, visto che non è semplicemente un luogo religioso, ma una realtà multivalente (religiosa, culturale, sociale, politica ecc.). Non si deve poi dimenticare che il luogo dedicato alla preghiera del venerdì è considerato dai musulmani spazio sacro e rimane per sempre appannaggio della comunità, la quale decide chi ha facoltà di esservi ammesso e chi invece lo profanerebbe. Per questo motivo non si può prestare un terreno per 50 anni, per esempio, per edificarvi una moschea; questo terreno non potrà mai più essere reso.

Esistono spesso, nelle città dei Paesi musulmani, piccoli "luoghi di preghiera", chiamati di solito musallâ (preghiera), da salât. Sono come "cappelle" che possono contenere circa una cinquantina di persone e che si trovano spesso al pian terreno di una casa, al posto di un appartamento. Questi luoghi, più discreti, sono generalmente utilizzati quasi unicamente per la preghiera del mezzogiorno, permettendo alla gente della strada o degli edifici vicini di pregare in pace.

Le moschee hanno normalmente un minareto (manârah), da dove il muezzin (mu'abhdhin) lancia l'appello alla preghiera (adhân). I minareti hanno una funzione pratica e sono leggermente più alti delle case che li circondano. Hanno assunto spesso nella storia una funzione simbolica, di affermazione della presenza musulmana, e talvolta una funzione politica di affermazione della superiorità dell'islàm sulle altre religioni. Il loro scopo essenziale è di permettere alla voce umana di giungere a chi abita vicino.

In questo secolo, si sono spesso posti altoparlanti sui minareti (soprattutto se c'è una chiesa vicina o un quartiere cristiano), e i muezzin hanno aggiunto altre cose all'appello alla preghiera (adhân), prolungandolo. Queste innovazioni sono contrarie alla tradizione musulmana (la sunnah) e i Paesi musulmani rigorosi le condannano, come per esempio l'Arabia Saudita, anche se la condanna non cambia le abitudini. In altri Stati, come per esempio l'Egitto, l'uso degli altoparlanti (a tutto volume) è limitato unicamente all'appello (che dura circa 2 minuti) ed è vietato per la preghiera dell'alba (salât alfagr), divieto di fatto non osservato. L'uso dei registratori per l'appello, che si diffonde in molti luoghi, è considerato contrario alla Tradizione.

Infine è necessario chiedersi chi finanzi le moschee e i centri islamici. È risaputo che gran parte delle moschee e dei centri islamici in Europa sono finanziati da Governi musulmani, in particolare da quello dell'Arabia Saudita, che perciò ha il diritto di imporre i suoi imâm. Ora, è ben noto che nel mondo islamico sunnita l'Arabia Saudita rappresenta la tendenza più rigida, detta wahhabita (da 'Abd al-Wahhâb, 1703-92). Non sono quindi questi imâm che potranno aiutare gli emigrati a inserirsi nella società occidentale, né ad assimilare la modernità, condizioni necessarie per una convivenza serena con gli autoctoni.

Alcuni elementi di giudizio

Non è possibile né giusto impedire ai musulmani di avere luoghi di preghiera in Occidente. Sarebbe probabilmente più adatto al contesto sociologico degli emigrati (che rappresentano la stragrande maggioranza dei musulmani in Italia) avere musallâ, ossia "cappelle", dove potrebbero ritrovarsi più comodamente per pregare. Sarebbero anche meno costose per loro. Rimane un rischio: la moltiplicazione dei piccoli luoghi di preghiera rende più difficile il controllo su quanto vi si svolge.

La moschea, in quanto centro socio-politico-culturale musulmano, non può entrare nella categoria dei "luoghi di culto", non essendo esclusivamente un luogo di preghiera. Alla pubblica amministrazione spetta studiare come esercitare un certo controllo su tali centri, vista la loro funzione politica tradizionale.

L'opposizione che si vede un po' dappertutto in Europa riguardo all'edificazione di moschee può provenire dalla xenofobia, ma è anche probabile che derivi dal timore che essa sia un atto politico di affermazione di un'identità diversa sotto tutti gli aspetti, troppo estranea alla cultura e alla civiltà occidentale.

Se un tale centro musulmano potesse aiutare gli emigrati a integrarsi nella società italiana locale e nazionale, con corsi adatti e altri servizi, sarebbe da incoraggiare, poiché lo scopo è di costituire insieme, emigrati e autoctoni, una società comune e solidale. Potrebbe essere incoraggiata (anche materialmente) la formazione di gruppi o associazioni misti, composti da emigrati (musulmani e non musulmani) e autoctoni, per rinforzare l'integrazione dei primi nella società italiana e l'apertura dei secondi agli emigrati. Ma, tenendo conto della tradizione musulmana multisecolare di non distinguere religione, tradizioni, cultura, vita sociale e politica, sembra importante che i responsabili si informino bene per operare queste distinzioni e siano molto attenti a non incoraggiare la politicizzazione (sotto qualunque forma) dei gruppi di emigrati (musulmani e non musulmani).

Infine è utile notare un piccolo particolare: secondo i dati ufficiali, gli emigrati musulmani rappresentano circa un terzo di tutti gli immigrati in Italia. Eppure, fanno parlare di sé molto più degli altri emigrati, che sono la maggioranza (i due terzi). Ci sembra che il motivo sia proprio la tendenza dei musulmani a politicizzare la loro presenza, a renderla visibile (sia per tendenza naturale, sia perché esistono potenti lobbies di musulmani italiani o stranieri). Sono questa politicizzazione e questa tendenza ad affermare la propria identità come diversa dagli altri che suscitano le reazioni di rigetto o di rifiuto. Non sarebbe più conforme agli interessi dei musulmani stessi cercare di vivere la loro vita (e la loro fede) in maniera discreta e integrata?

Conclusione

Da ciò che abbiamo detto si possono trarre alcune conclusioni.

Tenuto conto della natura polivalente (e spesso politica) della moschea nella tradizione musulmana, la costruzione di moschee, contrariamente a quella delle chiese, può essere un atto politicamente ambivalente. Potrebbe favorire il contrasto tra la popolazione musulmana (spesso costituita da immigrati) e quella non musulmana (generalmente costituita da italiani autoctoni), oppure favorire l'integrazione della popolazione musulmana nel tessuto della società italiana. Perciò tocca alle autorità civili discernere, caso per caso, le possibilità di successo di questa seconda ipotesi, ed enunciare le condizioni che favoriscano il raggiungimento di tale scopo, che cioè la moschea serva ad aiutare i musulmani a integrarsi nella loro nuova società.

Questo si potrebbe ottenere con diverse misure concrete: proponendo corsi di lingua italiana (anziché solo di lingua araba); assicurando servizi sociali per aiutare gli emigrati ad avere una vita più dignitosa e più integrata; offrendo servizi particolari alle donne, visto che spesso non partecipano agli incontri misti, ma nello stesso tempo incoraggiando la loro integrazione in una società mista; esigendo la distinzione tra centro culturale e luogo di preghiera; controllando la khutbah (spesso tradotta erroneamente con "predica") fatta nel quadro della preghiera di mezzogiorno del venerdì; assicurandosi che la distinzione, fondamentale in Italia, tra religione e politica sia chiara, e aiutando la comunità musulmana a mantenerla.

Nell'autorizzare la costruzione di una moschea è ragionevole tener conto dei cittadini musulmani della zona in questione, per decidere della sua dimensione. Non sembra invece ragionevole tener conto dei non residenti, cioè di chi non ha fatto l'opzione di vivere in questo Paese e di impegnarsi ad assumere tutti gli obblighi che ne derivano, poiché lo scopo ultimo è creare una comunità solidale tra gli italiani e chi è emigrato in Italia.

(Fonte:www.%20chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7360)

-in tutta italia non c'e' un cimitero musulmano

Non sono molti i cimiteri islamici in Italia, ma molti Comuni mettono a disposizione delle proprie Comunità islamiche una area dedicata, e altre stanno prendendo nuovi accordi, adesso hanno cimiteri o spazi dedicati agli islamici Bologna, Reggio Emilia, Genova, Milano Torino e da ultimo Gioia del Colle.
(Fonte:www.oltremagazine.com)


-un ragazzino, mettiamo, francese puo' andare alla scuola francese; ma quando qualcuno ha provato ad aprire una scuola egiziana, e' successo un casino della madonna, il provveditorato gli ha fatto la guerra in tutti i modi

Sicuri che tutte le madrase rispettano le linee guida per l'insegnamento e la formazione fissate dallo stato?
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Re: [O.T.] ISLAM

#1286 Messaggio da JoaoTinto »

Tolto perchè ripetizione del precedente.
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
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#1287 Messaggio da Barabino »

-un ragazzino, mettiamo, francese puo' andare alla scuola francese; ma quando qualcuno ha provato ad aprire una scuola egiziana, e' successo un casino della madonna, il provveditorato gli ha fatto la guerra in tutti i modi

Sicuri che tutte le madrase rispettano le linee guida per l'insegnamento e la formazione fissate dallo stato?
Non era una madrasa: era una scuola superiore, tale e quale la scuola francese chateaubriand a Roma.

Dal discorso in rosso capisco che una moschea grossa serve quando c'e' una societa' civile musulmana, altrimenti basta una "cappella"... e io condivido anche... ma qualche elettore musulmano magari no
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

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Re: [O.T.] ISLAM

#1288 Messaggio da dostum »

Islamic Psycho

ultimi episodi che hanno scosso il nostro Paese sono state riferite dall'agenzia Fides, l'Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie: due bambine, rispettivamente di 12 e 13 anni, sono state vittime indifese della brutalità di alcuni musulmani. Lubna, 12 anni, è stata violentata e uccisa da un gruppo di musulmani a Rawalpindi, caricata di forza in un'auto e condotta in posto isolato dove, un gruppo di ragazzi l'ha selvaggiamente suprata e poi uccisa e buttata via come spazzatura.

La polizia, quasi sempre assente di fronte a queste violenze, giunta dopo una segnalazione del ritrovamente del cadavere della piccola, si è limitata ad accertarne la morte. L'altra vittima di uno stupro è una ragazzina di 13 anni, Kiran, adesso è incinta e sotto la tutela della comunità cristiana del luogo. I responsabili della “Christian Lawyers Foundation”, offrono il loro aiuto concreto alle famiglie vittime di queste violenze ma, la paura di ripercussioni è troppo forte e spesso, il dolore viene soffocato nel silenzio della paura.
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Re: [O.T.] ISLAM

#1289 Messaggio da dostum »

Ci sono storie di ordinaria ingiustizia contro le donne che avvengono ogni giorno in Iraq, ma quella riportata oggi dal quotidiano panarabo edito a Londra, al Sharq al Awsat, merita di essere raccontata. Una detenuta 'rimane incinta nel carcere di stato' nella città di Tikrit, che ha dato i natali a Saddam Hussein. La ragazza chiama il fratello per chiedere aiuto. Il tizio arriva in cella e appena vede la pancia, perde la testa; prima ancora di ascoltare la sorella, estrae una pistola e le spara alla testa uccidendola sul colpo. I carcerieri sembrano sollevati. Ma all'obitorio, un impiegato "scrupoloso e desideroso di sperimentare le moderne attrezzature del nuovo laboratorio" arrivato dall'Europa decide di fare l'analisi del Dna al feto e a quelli che lavorano nel struttura carceraria. Emerge così che a stuprare la donna è stato il direttore del carcere. Arrestato assieme ad altri due agenti del carcere, l'uomo, un maggiore della polizia giudiziaria, ottiene però la libertà perchè "appiana" il tutto pagando una somma alla tribù della vittima.


Storia di ordinaria tragedia, che racconta come vengono tutelate le donne in Iraq, dove "decapitare la moglie costa meno che divorziare", come denuncia Ibtisam Hammoudi al Azzawi, direttrice di una piccola Ong per la difesa dei diritti delle donne. "Spesso, - afferma Ibtisam - ricevo donne che sono scappate di casa che mi raccontano della 'scomparsa improvvisa' di loro amiche in difficoltà nei rapporti con i mariti; se hanno fatto denuncia alle autorità capita che scompaiano, magari morte in un attentato". A sentire un funzionario dell'obitorio che ha parlato in condizioni di anonimato, il dramma raccontato non è che la punta di un iceberg: "Le denunce di stupri nelle carceri sono di gran lunga inferiore rispetto ai casi che conosciamo"; e aggiunge che "in media, la polizia in tutto il paese è oggetto da 5 a 10 denunce di stupro al mese". (Fonte: http://www.osservatorioiraq.it/)
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Re: [O.T.] ISLAM

#1290 Messaggio da JoaoTinto »

Le autorità di Riad negano di avere contatti con gli istituti
"Per i gay lapidazione o rogo?".
Libri di testo choc in scuole saudite a Londra


Londra, 22 nov. - (Adnkronos/Aki) - Schemi su come amputare correttamente la mani o i piedi ai ladri, lezioni sulla pena che spetta agli 'infedeli' dopo la morte o sul tipo di esecuzione capitale da riservare agli omosessuali. Sono i contenuti di alcuni libri di testo in uso in una quarantina di scuole saudite attive a Londra, svelati da un servizio della Bbc. Contenuti che hanno scatenato un polverone di polemiche, fino a richiedere l'intervento del governo britannico e dell'ambasciata saudita.

Le scuole, in gran parte istituti part-time con un programma extra-scolastico, hanno circa cinquemila studenti in tutto. In uno dei loro libri di testo, uno schema dettagliato spiega come vada eseguita l'amputazione degli arti ai ladri. Un esercizio invita gli studenti a elencare tutte le caratteristiche "riprovevoli" degli ebrei e un altro chiede che fine facciano i non musulmani dopo la morte. La risposta suggerita e' che bruceranno "nelle fiamme dell'inferno".

Non mancano infine letture sull'omosessualita', 'reato' da perseguire con la pena capitale. In questo caso i testi invitano gli studenti a riflettere sull'esecuzione piu' indicata, tra la lapidazione, il rogo e il lancio da una rupe. "Non mi sembra affatto che questo sia il tipo di materiale da usare nelle scuole inglesi", ha commentato il ministro dell'Istruzione, Michael Gove, spiegando che si sta studiando il modo per sottoporre anche questi istituti al controllo dell'ispettorato scolastico nazionale.

Interpellata sul servizio della Bbc, l'ambasciata saudita a Londra ha emesso un commento scritto, in cui si spiega che il materiale in questione e' stato esaminato fuori dal suo contesto e che spesso si tratta di semplici ricostruzioni storiche. Da Riad, le autorita' saudite hanno negato di avere il controllo sulle scuole in questione.

Ma la Bbc ha replicato che una delle scuole in cui e' girato il servizio si trova in un edifico di proprieta' del governo saudita. Le scuole finite sotto la lente della Bbc fanno tutte parte di una rete chiamata 'Saudi Students' Schools and Clubs', sotto il controllo dell'Ufficio di Cultura saudita, che e' parte dell'ambasciata.

La Bbc ha documentato contenuti discutibili anche sui siti web di alcune scuole private full-time legate al regno saudita. "I nostri studenti sono esposti a una cultura in contrasto con quasi tutti i principi dell'Islam - si legge in uno di questi siti - Dobbiamo difendere i nostri ragazzi da queste forze del male".

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ester ... 10330.html

GB: Bambini Musulmani A Scuola Di Sharia E Antisemitismo

LONDRA - Un'inchiesta della Bbc ha rivelato che in oltre 40 istituti scolastici sauditi sul territorio britannico, frequentati da circa 5.000 bambini nel doposcuola, viene insegnata la Sharia, la legge islamica, e vengono elencate le qualità «biasimevoli» degli ebrei. Un libro per i 14enni spiega ai ragazzini che la punizione giusta per un ladro è il taglio delle mani e dei piedi e mostra come eseguire l'amputazione.

Un altro testo afferma che la punizione per gli omosessuali è la morte e discute come la pena debba essere inflitta, dalla lapidazione fino a gettare la persona da un dirupo. Le scuole a quanto pare seguono il curriculum ufficiale del governo saudita, il quale ha però dichiarato di non avere alcun legame nè di sostenere finanziariamente gli istituti. Una scuola nell'ovest di Londra, dove la Bbc ha ottenuto i libri di testo, è tuttavia di proprietà del governo saudita.

Pronta è stata la reazione del governo britannico, il cui ministro dell'Istruzione Michael Gove ha affermato che in Gran Bretagna non ci dovrebbe essere spazio per questo tipo di insegnamento. Alla luce delle rivelazioni contenute nell'inchiesta, l'ispettorato dell'Istruzione ora esaminerà la possibilità di introdurre un nuovo regime di regolamentazione e di ispezione degli istituti per i doposcuola e le scuole part-time.
(fonte: ANSA).


GB, inchiesta BBC su fondamentalismo nelle scuole islamiche

Un’inchiesta del programma della BBC Panorama sulle scuole islamiche in Gran Bretagna riapre il dibattito sulle faith schools e rischia persino di diventare un caso diplomatico. Secondo l’inchiesta, dal titolo British Schools, Islamic Rule che andrà in onda stasera, almeno 40 scuole part-time e club insegnano a circa 5000 ragazzi il programma in vigore in Arabia Saudita.
Nei testi scolastici in questione, usati da bambini e ragazzi, è forte l’influenza del fondamentalismo: si insegna la sharia e vi sono riferimenti antisemiti e omofobici. Ad esempio, si illustra l’amputazione di piedi e mani, punizione per il furto secondo la legge islamica. Si parla di un complotto sionista per la conquista del mondo e si riportano passi coranici in cui gli ebrei vengono trasformati da Allah in scimmie o maiali. Si dice con chiarezza che chi muore da non islamico finisce nelle “fiamme dell’inferno”. Come punizione contro la pratica omosessuale è indicata la morte.
L’ambasciata saudita, che nega coinvolgimenti diretti con queste scuole, ha risposto che nell’inchiesta vengono prese parti di questi testi “fuori contesto” e che spesso sono delle semplici descrizioni con valenza storica.

http://www.uaar.it/news/2010/11/22/gb-i ... islamiche/

Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]

I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]

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