[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
razor datti una regolata
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
allora mi sembra in topic postare questa bella intervista del patron del covo di nord est..fa molto STORIA ITALIANA..e per me ci pouo stare qui.
la postero' nche nella discussione di grillo (cosa che credo sia doverosa...grillo sputtana tutti con ointernet..)
http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/201 ... covo.shtml
Per essere stato il Grande Gatsby di Santa Margherita e del Tigullio per trent’anni, ha pagato più del tycoon di Francis Scott Fitzgerald. Lello Liguori, 76 anni, patron del Covo di Nord Est dove erano di casa Sinatra e Ray Charles, James Brown e Ornella Vanoni, Julio Iglesias e Walter Chiari, venerdì apre un altro Covo. Questa volta a Capo Ceraso, Olbia. A due passi dal Billionaire di Flavio Briatore. Liguori è un personaggio scomodo. E parecchio odiato.
«Ho pagato cara l’amicizia con Bettino Craxi - racconta - ho avuto undici processi, ma mi hanno assolto». Le accuse, «tutte fasulle» secondo lui, sono state elencate minuziosamente quasi trent’anni fa da Angelo Epaminonda, detto il Tebano: «Sì, ci ha messo dentro tutto: omicidio, spaccio internazionale di droga, associazione per delinquere. Ha provato pure a farmi ammazzare. Ma il killer, arrestato in tempo, è stato quello che mi ha scagionato».
Ora riparte da duemila metri quadrati sul mare e dal ricordo della contessa Agusta: «Craxi mi mandò in Sudafrica per trovare un accordo fra lei e Rocky Agusta. Lei voleva 40 miliardi, ne ho portati indietro sedici. Su quella sera sono state dette tante falsità. Lei beveva solo champagne, ma nella bottiglia le hanno messo dei sonniferi. Non l’ha uccisa nessuno».
Flavio Briatore
Liguori riapre il Covo?
«Sì, la gente mi chiamava per sapere dove sono finito. Sino all’anno scorso mi davano per morto, scomparso, emigrato. Qui invece si può fare molto, ci metterò pure le massaggiatrici thailandesi che vanno di moda. E lo chiamerò Covo perché il marchio l’ho registrato nel ’69 con Peppo Vanini».
E poi che farà?
«Si ballerà in spiaggia e sull’acqua, poi concerti: i Supertramp e Cristiano De André per cominciare. Ci sarà anche Smaila: dopo un’operazione all’anca ha una voce che ricorda Frank Sinatra o Bing Crosby».
Quando ha smesso a Santa?
«Nel 2003. Non avevo più il contratto d’affitto con la famiglia Ciurlo. Sono passato per un fallimento, ma mi sono ripreso».
Dov’è stato negli ultimi otto anni?
«In Venezuela dove ho gestito un piccolo albergo a Las Rocas dopo l’isola Margherita. Ci veniva il presidente Chavez, gli piaceva la musica napoletana e io andavo a prendergli i chitarristi a Capri».
Altri posti?
«Tanti. Kenya. Las Vegas. Los Angeles: sono andato a trovare Quincy Jones per portare giovani popstar. Poi Lampedusa. Quando volevano far passare l’alta velocità a Tortona, ho preso un albergo con un grande spazio per fare spettacoli e un ristorante da 500 posti. Poi è saltato tutto e mi sono ritrovato migliaia di operai romeni e albanesi senza lavoro».
E che c’entrava lei?
«Dopo un po’ hanno cominciato a lavorare e ogni fine settimana cinquemila di loro mi riempivano il locale. Li ripagavo con cibo dell’Est e orchestre di Timisoara. Mi sono sempre mosso tanto».
Da Santa Margherita ai Carpazi?
«Vero, me lo dicevo da solo: da un milione di lire per un tavolo dove ascoltare Sinatra sono passato alla cena da quindici euro».
Sarà stata dura. Pensava a chi le sta più antipatico?
«No, però uno c’è. Detesto Beppe Grillo perché va in giro a fare il politico, a sputtanare tutti quanti, ma quando veniva da me, carte alla mano, si faceva dare 70 milioni: dieci in assegno e 60 in nero. Tranquillo, ho i testimoni».
Ha visto il film “Vallanzasca”?
«No, quelle storie le ho vissute in prima persona. C’era la guerra fra Vallanzasca e Francis Turatello. Tutte le notti si cercavano nei locali di Milano. Io tentavo di evitarlo e ci sono riuscito perché poi sono diventati compari d’anello al matrimonio di Renato». . Di nuovo, perché si mischiava?
«Perché molti dei locali erano i miei. Ne avevo dieci. E loro non scherzavano. Ogni sera non farli incontrare era una tombola».
Al massimo del potere craxiano lei era una specie di Grande Gatsby...
«E l’ho pagata cara. A cominciare dalla storia di Sanremo....».
Vuol dire l’infiltrazione mafiosa negli spettacoli del Casinò?
«Sono tutte storie. Mi hanno massacrato per due anni per sapere cosa c’era dietro, ma era solo un modo per far guerra a Craxi. Sono stato interrogato da undici magistrati, coinvolto in 11 processi e assolto 11 volte».
Ma le accuse non erano leggere, no?
«No. Epamindonda il Tebano aveva messo dentro tutto: omicidio, associazione a delinquere, spaccio internazionale di droga. Tutto inventato e sa chi mi ha salvato?».
Sì, un altro pentito.
«Già, il killer arrestato con una mia foto in tasca. Salvatore Parisi, detto Taurinella. Lo mandava Epaminonda. Il giorno dopo sarebbe toccato a me. Però Turinella è venuto in processo a Chiavari e ha testimoniato dicendo che ero una persona rispettata, non mi ero mai interessato a cose di malavita».
Il Tebano era suo amico perché voleva farla ammazzare?
«Non era mio amico, questo è il problema. Voleva entrare nel Casinò di Sanremo ma mi ero speso la parola con quelli di Montecarlo e Beaulieu per ripulire quel sottobosco . Dovevo solo gestire la ristorazione e la sala della feste per il conte Borletti. In più spostare il Festival dall’Ariston al Casinò».
Le sarebbe costato la vita?
«Non stavo al gioco di Epaminonda , non volevo aver a che fare con quei balordi e tanto bastava, mi creda. È tutto negli atti».
Cosa si prova a dover mollare il lavoro di una vita, il Covo di Nord Est, ed essere considerato un avventuriero?
«A me è sempre piaciuto andare in giro a fare consulenze. Sono un avventuriero? In Costarica ho trovato persino Antonio Di Pietro quando è dovuto fuggire per minacce. Sono stato anche a Capetown».
Dove c’era Rocky Agusta.
«Sì. Craxi mi chiamò in Tunisia per chiedermi di seguire la transazione fra Rocky e la contessa Francesca, vedova di suo padre. Lui voleva darle quattro miliardi dell’eredità, lei ne pretendeva quaranta. Ci siamo messi d’accordo per sedici».
Ed è finita lì?
«Per nulla, due giorni dopo sono arrivati quattro miliardi di lire in banca e Maurizio Raggio è passato a prenderli di corsa. Tanto è vero che lei gli ha sfregiato la Porsche. Io non le ho chiesto nulla, è venuta qualche volta da me sino a quella maledetta sera, tutta fasulla».
Perché fasulla?
«Lei aveva un vizio, lo sanno tutti, e beveva solo champagne. Secondo me le hanno messo dei sonniferi e un po’ di whisky nella bottiglia. Lei si è affacciata da quel parapetto e ha perso l’equilibrio. Non penso che l’abbia buttata giù nessuno. L’hanno narcotizzata, erano tutti in casa, pioveva, potevano fermarla e non l’hanno fatto».
Cosa dice Flavio Briatore che gli apre un locale a nemmeno otto chilometri?
«Non lo so, non ci parliamo da un anno. Avevo fatto una cordata per riprendermi il Covo di Nord Est con i più grandi industriali italiani, C’era quasi l’accordo con i Ciurlo ma Briatore si è buttato in un’altra cordata. Sono andato a Londra e lui ha lasciato perdere. Qui non credo che sia molto benvisto».
Sarete avversari?
«Abbiamo due clientele diverse, lui molto alta, con tavoli da cinquemila euro. Mandava Sara Tommasi sulle barche degli arabi. Io volo medio alto. Già a Santa quando facevo pagare 400 mila lire per una cena, mentre cantava Iglesias, si sentiva già la crisi».
Cosa pensa di Lele Mora?
«L’anno scorso dovevamo aprire un locale in Salento. Poi mi ha confessato di avere due istanze di fallimento. È finita lì»
Ma il bunga bunga e le stelline?
«Lo conosco, certe cose gli piacciono».
Esistono ancora tavoli da 5000 euro?
«Potrei risponderle o no, ma quel prezzo comprende la bottiglia sopra e molto altro sotto. Faccia lei».
Chi rimpiange un po’?
«Quando ho visto Cristiano De André ho ripensato a suo padre e a quello che mi costò portarlo al Covo».
Cosa le manca?
«Mancano gli anni, anche se sto benissimo. A quasi 76 anni salto ancora i muretti».
renato tortarolo
tortarolo@ilsecoloxix.it
riproduzione riservata
la postero' nche nella discussione di grillo (cosa che credo sia doverosa...grillo sputtana tutti con ointernet..)
http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/201 ... covo.shtml
Per essere stato il Grande Gatsby di Santa Margherita e del Tigullio per trent’anni, ha pagato più del tycoon di Francis Scott Fitzgerald. Lello Liguori, 76 anni, patron del Covo di Nord Est dove erano di casa Sinatra e Ray Charles, James Brown e Ornella Vanoni, Julio Iglesias e Walter Chiari, venerdì apre un altro Covo. Questa volta a Capo Ceraso, Olbia. A due passi dal Billionaire di Flavio Briatore. Liguori è un personaggio scomodo. E parecchio odiato.
«Ho pagato cara l’amicizia con Bettino Craxi - racconta - ho avuto undici processi, ma mi hanno assolto». Le accuse, «tutte fasulle» secondo lui, sono state elencate minuziosamente quasi trent’anni fa da Angelo Epaminonda, detto il Tebano: «Sì, ci ha messo dentro tutto: omicidio, spaccio internazionale di droga, associazione per delinquere. Ha provato pure a farmi ammazzare. Ma il killer, arrestato in tempo, è stato quello che mi ha scagionato».
Ora riparte da duemila metri quadrati sul mare e dal ricordo della contessa Agusta: «Craxi mi mandò in Sudafrica per trovare un accordo fra lei e Rocky Agusta. Lei voleva 40 miliardi, ne ho portati indietro sedici. Su quella sera sono state dette tante falsità. Lei beveva solo champagne, ma nella bottiglia le hanno messo dei sonniferi. Non l’ha uccisa nessuno».
Flavio Briatore
Liguori riapre il Covo?
«Sì, la gente mi chiamava per sapere dove sono finito. Sino all’anno scorso mi davano per morto, scomparso, emigrato. Qui invece si può fare molto, ci metterò pure le massaggiatrici thailandesi che vanno di moda. E lo chiamerò Covo perché il marchio l’ho registrato nel ’69 con Peppo Vanini».
E poi che farà?
«Si ballerà in spiaggia e sull’acqua, poi concerti: i Supertramp e Cristiano De André per cominciare. Ci sarà anche Smaila: dopo un’operazione all’anca ha una voce che ricorda Frank Sinatra o Bing Crosby».
Quando ha smesso a Santa?
«Nel 2003. Non avevo più il contratto d’affitto con la famiglia Ciurlo. Sono passato per un fallimento, ma mi sono ripreso».
Dov’è stato negli ultimi otto anni?
«In Venezuela dove ho gestito un piccolo albergo a Las Rocas dopo l’isola Margherita. Ci veniva il presidente Chavez, gli piaceva la musica napoletana e io andavo a prendergli i chitarristi a Capri».
Altri posti?
«Tanti. Kenya. Las Vegas. Los Angeles: sono andato a trovare Quincy Jones per portare giovani popstar. Poi Lampedusa. Quando volevano far passare l’alta velocità a Tortona, ho preso un albergo con un grande spazio per fare spettacoli e un ristorante da 500 posti. Poi è saltato tutto e mi sono ritrovato migliaia di operai romeni e albanesi senza lavoro».
E che c’entrava lei?
«Dopo un po’ hanno cominciato a lavorare e ogni fine settimana cinquemila di loro mi riempivano il locale. Li ripagavo con cibo dell’Est e orchestre di Timisoara. Mi sono sempre mosso tanto».
Da Santa Margherita ai Carpazi?
«Vero, me lo dicevo da solo: da un milione di lire per un tavolo dove ascoltare Sinatra sono passato alla cena da quindici euro».
Sarà stata dura. Pensava a chi le sta più antipatico?
«No, però uno c’è. Detesto Beppe Grillo perché va in giro a fare il politico, a sputtanare tutti quanti, ma quando veniva da me, carte alla mano, si faceva dare 70 milioni: dieci in assegno e 60 in nero. Tranquillo, ho i testimoni».
Ha visto il film “Vallanzasca”?
«No, quelle storie le ho vissute in prima persona. C’era la guerra fra Vallanzasca e Francis Turatello. Tutte le notti si cercavano nei locali di Milano. Io tentavo di evitarlo e ci sono riuscito perché poi sono diventati compari d’anello al matrimonio di Renato». . Di nuovo, perché si mischiava?
«Perché molti dei locali erano i miei. Ne avevo dieci. E loro non scherzavano. Ogni sera non farli incontrare era una tombola».
Al massimo del potere craxiano lei era una specie di Grande Gatsby...
«E l’ho pagata cara. A cominciare dalla storia di Sanremo....».
Vuol dire l’infiltrazione mafiosa negli spettacoli del Casinò?
«Sono tutte storie. Mi hanno massacrato per due anni per sapere cosa c’era dietro, ma era solo un modo per far guerra a Craxi. Sono stato interrogato da undici magistrati, coinvolto in 11 processi e assolto 11 volte».
Ma le accuse non erano leggere, no?
«No. Epamindonda il Tebano aveva messo dentro tutto: omicidio, associazione a delinquere, spaccio internazionale di droga. Tutto inventato e sa chi mi ha salvato?».
Sì, un altro pentito.
«Già, il killer arrestato con una mia foto in tasca. Salvatore Parisi, detto Taurinella. Lo mandava Epaminonda. Il giorno dopo sarebbe toccato a me. Però Turinella è venuto in processo a Chiavari e ha testimoniato dicendo che ero una persona rispettata, non mi ero mai interessato a cose di malavita».
Il Tebano era suo amico perché voleva farla ammazzare?
«Non era mio amico, questo è il problema. Voleva entrare nel Casinò di Sanremo ma mi ero speso la parola con quelli di Montecarlo e Beaulieu per ripulire quel sottobosco . Dovevo solo gestire la ristorazione e la sala della feste per il conte Borletti. In più spostare il Festival dall’Ariston al Casinò».
Le sarebbe costato la vita?
«Non stavo al gioco di Epaminonda , non volevo aver a che fare con quei balordi e tanto bastava, mi creda. È tutto negli atti».
Cosa si prova a dover mollare il lavoro di una vita, il Covo di Nord Est, ed essere considerato un avventuriero?
«A me è sempre piaciuto andare in giro a fare consulenze. Sono un avventuriero? In Costarica ho trovato persino Antonio Di Pietro quando è dovuto fuggire per minacce. Sono stato anche a Capetown».
Dove c’era Rocky Agusta.
«Sì. Craxi mi chiamò in Tunisia per chiedermi di seguire la transazione fra Rocky e la contessa Francesca, vedova di suo padre. Lui voleva darle quattro miliardi dell’eredità, lei ne pretendeva quaranta. Ci siamo messi d’accordo per sedici».
Ed è finita lì?
«Per nulla, due giorni dopo sono arrivati quattro miliardi di lire in banca e Maurizio Raggio è passato a prenderli di corsa. Tanto è vero che lei gli ha sfregiato la Porsche. Io non le ho chiesto nulla, è venuta qualche volta da me sino a quella maledetta sera, tutta fasulla».
Perché fasulla?
«Lei aveva un vizio, lo sanno tutti, e beveva solo champagne. Secondo me le hanno messo dei sonniferi e un po’ di whisky nella bottiglia. Lei si è affacciata da quel parapetto e ha perso l’equilibrio. Non penso che l’abbia buttata giù nessuno. L’hanno narcotizzata, erano tutti in casa, pioveva, potevano fermarla e non l’hanno fatto».
Cosa dice Flavio Briatore che gli apre un locale a nemmeno otto chilometri?
«Non lo so, non ci parliamo da un anno. Avevo fatto una cordata per riprendermi il Covo di Nord Est con i più grandi industriali italiani, C’era quasi l’accordo con i Ciurlo ma Briatore si è buttato in un’altra cordata. Sono andato a Londra e lui ha lasciato perdere. Qui non credo che sia molto benvisto».
Sarete avversari?
«Abbiamo due clientele diverse, lui molto alta, con tavoli da cinquemila euro. Mandava Sara Tommasi sulle barche degli arabi. Io volo medio alto. Già a Santa quando facevo pagare 400 mila lire per una cena, mentre cantava Iglesias, si sentiva già la crisi».
Cosa pensa di Lele Mora?
«L’anno scorso dovevamo aprire un locale in Salento. Poi mi ha confessato di avere due istanze di fallimento. È finita lì»
Ma il bunga bunga e le stelline?
«Lo conosco, certe cose gli piacciono».
Esistono ancora tavoli da 5000 euro?
«Potrei risponderle o no, ma quel prezzo comprende la bottiglia sopra e molto altro sotto. Faccia lei».
Chi rimpiange un po’?
«Quando ho visto Cristiano De André ho ripensato a suo padre e a quello che mi costò portarlo al Covo».
Cosa le manca?
«Mancano gli anni, anche se sto benissimo. A quasi 76 anni salto ancora i muretti».
renato tortarolo
tortarolo@ilsecoloxix.it
riproduzione riservata
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
LA BATCAVERNA
Eccola, la Bat-caverna. Altro che laboratorio. Altro che showroom. Il superloft di Gabriele Moratti in via Airaghi 30 a Milano non è più un immobile industriale (come imporrebbe la destinazione d’uso), né è mai stato uno spazio commerciale (come ha tentato di far credere il figlio del sindaco). È l’abitazione ultra-tecnologica del Morattino, con zone soggiorno, cucina, area party, camere padronali, camere per gli ospiti, servizi, giardino, piscina, palestra, poligono di tiro, parcheggio auto e ponte levatoio. Lo dimostra il video-documento che presentiamo: un “rendering”, come dicono gli architetti, cioè una presentazione di Casa Moratti a fine lavori.
Un abuso edilizio è sempre un abuso. Ma se a commetterlo è il figlio del sindaco, allora diventa anche un problema politico. Soprattutto se il primo cittadino prima nega, poi minimizza, infine scarica tutto sul figlio, come se non ne sapesse niente. “Sono stata a casa di mio figlio solo un paio di volte”: così è sfuggito a Letizia Moratti, che si è subito corretta: “Nell’immobile di mio figlio”. In realtà c’è andata più volte. Non solo: l’ha frequentata anche durante i lavori di ristrutturazione. A fine 2009, andava nella casa del figlio a fare il bagno in piscina, perché l’acqua della Bat-caverna è salina e dunque faceva molto bene a un suo polso dolorante. Allora la palazzina era ancora un cantiere ma, quando arrivava l’auto blu del sindaco, i 15 operai uscivano e, per un paio d’ore, lasciavano tranquilla Lady Letizia. A mollo nella Bat-piscina.
L’abuso edilizio, naturalmente, avrebbe dovuto rimanere segreto. Invece è emerso perché l’azienda che ha realizzato una parte dei lavori, la Hilite, ha avviato una causa civile nei confronti di Gabriele Moratti il quale, insoddisfatto dei lavori, si era rifiutato di pagare il conto. È poi seguita un’indagine penale sugli eventuali reati urbanistici, avviata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che in questa vicenda si è assunto il ruolo del Joker e ha chiesto l’azzeramento delle opere ritenute abusive, fino a ripristinare la situazione iniziale del capannone di via Airaghi.
Il titolare della Hilite, Matteo Pavanello, aveva ricevuto da Gabriele Moratti due incarichi: per 380 mila euro attraverso la società Brera 30 e per 250 mila euro attraverso Hilite. Ha ricevuto solo una parte dei pagamenti, attraverso due assegni firmati da Gianmarco Moratti, padre di Gabriele e marito di Letizia. Il valore totale dei lavori della Bat-caverna, dalle opere in muratura agli interventi tecnologici fino agli arredi, si aggira attorno ai 4 milioni di euro.
Eccola, la Bat-caverna. Altro che laboratorio. Altro che showroom. Il superloft di Gabriele Moratti in via Airaghi 30 a Milano non è più un immobile industriale (come imporrebbe la destinazione d’uso), né è mai stato uno spazio commerciale (come ha tentato di far credere il figlio del sindaco). È l’abitazione ultra-tecnologica del Morattino, con zone soggiorno, cucina, area party, camere padronali, camere per gli ospiti, servizi, giardino, piscina, palestra, poligono di tiro, parcheggio auto e ponte levatoio. Lo dimostra il video-documento che presentiamo: un “rendering”, come dicono gli architetti, cioè una presentazione di Casa Moratti a fine lavori.
Un abuso edilizio è sempre un abuso. Ma se a commetterlo è il figlio del sindaco, allora diventa anche un problema politico. Soprattutto se il primo cittadino prima nega, poi minimizza, infine scarica tutto sul figlio, come se non ne sapesse niente. “Sono stata a casa di mio figlio solo un paio di volte”: così è sfuggito a Letizia Moratti, che si è subito corretta: “Nell’immobile di mio figlio”. In realtà c’è andata più volte. Non solo: l’ha frequentata anche durante i lavori di ristrutturazione. A fine 2009, andava nella casa del figlio a fare il bagno in piscina, perché l’acqua della Bat-caverna è salina e dunque faceva molto bene a un suo polso dolorante. Allora la palazzina era ancora un cantiere ma, quando arrivava l’auto blu del sindaco, i 15 operai uscivano e, per un paio d’ore, lasciavano tranquilla Lady Letizia. A mollo nella Bat-piscina.
L’abuso edilizio, naturalmente, avrebbe dovuto rimanere segreto. Invece è emerso perché l’azienda che ha realizzato una parte dei lavori, la Hilite, ha avviato una causa civile nei confronti di Gabriele Moratti il quale, insoddisfatto dei lavori, si era rifiutato di pagare il conto. È poi seguita un’indagine penale sugli eventuali reati urbanistici, avviata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che in questa vicenda si è assunto il ruolo del Joker e ha chiesto l’azzeramento delle opere ritenute abusive, fino a ripristinare la situazione iniziale del capannone di via Airaghi.
Il titolare della Hilite, Matteo Pavanello, aveva ricevuto da Gabriele Moratti due incarichi: per 380 mila euro attraverso la società Brera 30 e per 250 mila euro attraverso Hilite. Ha ricevuto solo una parte dei pagamenti, attraverso due assegni firmati da Gianmarco Moratti, padre di Gabriele e marito di Letizia. Il valore totale dei lavori della Bat-caverna, dalle opere in muratura agli interventi tecnologici fino agli arredi, si aggira attorno ai 4 milioni di euro.
Ma a che parlo, quando nessuno ha i miei orecchi (Friedrich Wilhelm Nietzsche)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Anch'io voglio denunciare il Moratti...ha copiato una mia idea
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
"Sa quante volte mi sono travestita e con mio figlio Gabriele, travestito pure lui, ce ne siamo andati di notte in giro per la vie a rischio di Milano, dove c'è droga prostituzione, delinquenza, per capire che cosa succede veramente e poi prendere provvedimenti?"
(Letizia Moratti)
(Letizia Moratti)
Ma a che parlo, quando nessuno ha i miei orecchi (Friedrich Wilhelm Nietzsche)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
aimiar ha scritto:"Sa quante volte mi sono travestita e con mio figlio Gabriele, travestito pure lui, ce ne siamo andati di notte in giro per la vie a rischio di Milano, dove c'è droga prostituzione, delinquenza, per capire che cosa succede veramente e poi prendere provvedimenti?"
(Letizia Moratti)

E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
aimiar ha scritto:"Sa quante volte mi sono travestita e con mio figlio Gabriele, travestito pure lui, ce ne siamo andati di notte in giro per la vie a rischio di Milano, dove c'è droga prostituzione, delinquenza, per capire che cosa succede veramente e poi prendere provvedimenti?"
(Letizia Moratti)
Una cosa vera?.....
Se vera siamo alla più bassa cretineria!
« Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.
- Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
mmmhhh....io preferivo Alicia Silverstone nei panni della bat-girl...
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"

Nell'ordine da sx: Madame Lety, Monsieur Gianma, Petit Gilda, Ludique Gabry.
Ma a che parlo, quando nessuno ha i miei orecchi (Friedrich Wilhelm Nietzsche)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Non pensavo si potesse arrivare a tanto:
http://www.funize.com/Libero/2011/4/17
http://www.funize.com/Libero/2011/4/17
Nella guerra tra te ed il mondo, stai con il mondo (Franz Kafka)
- Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Si è poi scoperto (oltre a Lassini) chi aveva organizzato le claque che applaudivano Ghedini in Procura a Milano e facevano gazzarra davanti al palazzo. Pure i palloncini giganti con scritto "Silvio resisti!" sono opera sua. Si tratta del coordinatore regionale del pdl Mario Mantovani. Ma chi è recluatto per la claque (di solito vecchietti) ricevono un gettone di presenza? Perchè se mi pagano quasi quasi
cmq è sto tizio qua:


cmq è sto tizio qua:


“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
ti avevo avvisato,fightclub ha scritto:Pimpipessa ha scritto:5 interventi tutti qui dentro,fightclub ha scritto:Notiziona....e adesso chi dorme HAHAHAAAAAAAAAAAAAAAAAA
questo è un forum principalmente di porno e sesso se ti sei iscirtto solo per un off topic ti metto alla porta all'istante.
Un tuo altro post qui e sarai escluso da SZ
Ma scusa Pimpipessa, sono iscritto da 2 giorni per forza ho solo 5 interventi e li ho fatti qui perche' mi diverte molto questo topic, col tempo interverro' anche in altri promesso.
Una cosa sola,visto che io non ho offeso nessuno....puoi riferire ad un certo razor77 (anche se non e' colpa sua se e' cosi') che offendere seduti davanti ad un monitor con l'uccello in mano e' veramente penoso e da vigliacchi, se mi dice dove abita magari me lo puo' dire di persona. Grazie 1000
fuori 1 settimana
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Silvio si avvale dei più qualificati esperti di lavaggio del cervello. bombardamento 24 ore su 24 di messaggi martellanti ai semafori, così quando è rosso sei costretto a leggere. Poi ti svegli sudato nel cuore della notte con le parole "Silvio salva la democrazia!" che rimbombano nel cervello.
Alla lunga, qualcosa rimane.



Alla lunga, qualcosa rimane.



“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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