Tasman ha scritto:Mi ripropongo sempre di non intervenire più in questo Topic,invece..tac..ci ricado sempre come un pirla.
In 2147 pagine,è stato fottutamente già detto molto più del necessario,che anche un lobotizzato ha capito benissimo chi è Berlusconi.
Gli unici che ancora non lo hanno capito,e cazzi loro ,non lo capiranno mai,sono Zio,Oscar, e Bocha.
E il bello co'sè? che con i loro discorsi a "voli pindarici",ti vogliono pure far passare da Idiota che non ha capito..ultimo esempio chi era Enzo Biagi.
Quindi,a questi tre Moschettieri di stò cazzo,senza se e senza ma, non posso dire altro che:
Andate a fanculo.
Sono abbastanza Politically correct?
finalmente uno che parla col cuore!
ci vado volentieri. mi piace la gazzarra di piazza.
p.s. la mia sensazione è che di Berlusconi e del berlusconismo in generale tu ci abbia capito poco. ma forse hai capito quel che ti volevano far capire.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
zio ha scritto:
questo è smentito dai fatti. berlusconi è sceso in politica per il disgregarsi sociale di due grandi partiti di riferimento popolare: la DC e il PSI. è stata una mossa decisa dalla responsabilità reale di un imprenditore. in quel periodo molti imprenditori e uomini di cultura sono stati sollecitati ad entrare in campo, poiché i leader della prima repubblica erano irrimediabilmente compromessi.
occorre anche dire che proprio craxi contribuì in maniera decisiva (ma canella se ha cuore di leggere sarà più preciso di me) a fare entrare la quercia (ex PCI) nell'internazionale socialista, cosa per la quale dovette lamentarsi con Ochetto per le coltellate che d'alema e veltroni gli han rifilato dopo che lui si era speso per gli ex comunisti per affrancarli dal disastro culturale post muro di berlino.
certamente Berlusconi si è collocato nell'area di centro del pensiero politico perché appartiene a quel pensiero politico tant'è che ha sempre cercato nel partito popolare europeo il riferimento ideale.
Confermo tutto con una piccola rettifica: nel '90 o '91, a Rimini, durante la Conferenza programmatica del PSI, Il fantastico duo Veltroni D'alema si appartò con Craxi con una supplica , una richiesta ed una promessa
-la supplica: aiutarli a spazzare via Ochetto
-la richiesta: portarli nel PSE, cosa che per i due flaccidi imbroglioni avrebbe spalancato le porte dell'egemonia del pds
la Promessa: nel 1992 il pieno sostegno alla elezione di Andreotti al Quirinale, come garanzia di un gabinetto Craxi che portasse in maggioranza il PDS
grazie. anche solo perché hai letto.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
bocha ha scritto:mancavano anche gli scajoliani, maroni e..udite udite tremonti (sul rendiconto dello stato)
mi sembra scoccata l'ora....
E la cosa politicamente significativa è che non cadrà sulle troie (roba da buco della serratura) ma sul bilancio dello Stato, una roba un po' più seria
berlusconi deve decidere se racimolare maggioranze in giro andando avanti giorno per giorno o mollare e lasciare ad un governo tecnico che riesca a preparare qualche misura per sopportare questa crisi.
E' comprensibile la voglia di rilancio, ma ormai sono scadute le possibilità e sopratutto i numeri.
e poi diciamocelo....la riforma delle pensioni è necessaria. ma nessuno la vuol fare.
per cui ben venga un governo tecnico.
io direi Monti.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Il dovere di dimettersi
di MASSIMO GIANNINI
Berlusconi lascia l'aula dopo il voto negativo sull'articolo 1 del rendiconto (ansa)
LE ANIME candide, fuori dal Palazzo, potranno anche prendere per buona l'ultima menzogna spacciata a microfoni unificati da Berlusconi e Bossi. "È un problema tecnico risolvibile", hanno detto i due fantasmatici rais dell'ormai ex maggioranza forzaleghista. Ma la sorprendente sconfitta numerica subita alla Camera sull'assestamento al bilancio è una sconfitta politica devastante, e forse definitiva, per quel che rimane del centrodestra.
Intanto, non è affatto detto che sia risolvibile dal punto di vista tecnico. Un governo che va avanti come se nulla fosse, dopo aver incassato il no del Parlamento non su una legge qualsiasi, ma su un atto normativo di rilevanza costituzionale come il rendiconto di finanza pubblica, non si era mai visto. Ci sono solo un paio di precedenti, nella storia repubblicana, il più simile dei quali risale al governo Goria del 1988, che non a caso cadde subito dopo esser finito più volte in minoranza nel voto sulla Legge Finanziaria.
Ma è evidente a tutti, al di là della valenza tecnica e formale del caso, che quella che si è prodotta nell'assemblea di Montecitorio è una rottura politica e sostanziale. Probabilmente irreparabile, a dispetto della penose e consolatorie assicurazioni fornite dal Cavaliere e dal Senatur. C'è un momento, anche nell'anomalia assoluta del berlusconismo, nel quale le leggi della politica ritrovano una coerenza irriducibile. Nel quale le tensioni e i conflitti precipitano e convergono, tutti insieme, verso una conclusione inevitabile.
Questo è quel momento.
Si percepiva da mesi, ormai, il drammatico divorzio umano (prima ancora che politico) tra il presidente del Consiglio e il suo ministro del Tesoro, trasfigurato nell'odioso Ghino di Tacco di una coalizione affamata dai tagli lineari e assetata di denaro pubblico da spendere. Si vedeva da settimane, ormai, il lento ma inequivoco sfilacciamento di un Pdl ridotto a un ectoplasma, sotto la guida incerta e inconsistente di un Alfano che nasce come segretario del capo e non certo del partito, e che non può e non sa fronteggiare le correnti, coordinare le fazioni, dominare i cacicchi.
Si temeva da giorni, ormai, il fatidico "incidente di percorso", in Parlamento e fuori, che faceva tremare il "cerchio magico" del premier, disperato e assediato nel suo bunker. Palazzo Grazioli come il Palazzo d'Inverno. Alla Camera, a far mancare i voti che servivano, tra gli altri sono stati proprio Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Claudio Scajola.
Tutto questo non può essere solo un caso. Non può essere un caso, se il vecchio Senatur ritarda l'ingresso in aula, confuso per la lesa maestà padana e stordito dall'inedita e inaudita vandea leghista che lo vede per la prima volta contestato dalla sua base. Non può essere un caso, se il superministro dell'Economia diserta un appuntamento in cui si discute e si vota un provvedimento-chiave di cui lui stesso è titolare. E non può essere un caso, se l'ex ministro dello Sviluppo si eclissa poche ore dopo un "pranzo tra amici", come lui stesso ha definito quello che ha da poco consumato insieme al Cavaliere. Forse non c'è complotto. Non ancora, almeno.
Ma nel disastrato esercito berlusconiano risuona forte e chiaro il "rompete le righe". Quello che succede è la dimostrazione pratica di ciò che era evidente già da più di un anno: un governo non sta in piedi, con la sola forza inerziale dell'aritmetica. Se non c'è la spinta della politica, con la quale far muovere la "macchina", un governo prima o poi cade. E questa spinta, ammesso che ci sia mai stata, manca palesemente. Almeno dal 14 dicembre 2010.
Si può senz'altro dire che Gianfranco Fini ha sbagliato i suoi calcoli. Che allora la spallata futurista non è riuscita. Che il Cavaliere ha resistito e oggi il presidente della Camera esprime un potenziale elettorale modesto, intorno al 3-4%. È tutto vero. Ma è altrettanto vero che da quel giorno, dalla scissione degli ex di An dal Pdl, la maggioranza è "clinicamente" morta.
Da allora nulla è stato più prodotto, nella residua ridotta verde-azzurra di B&B, Berlusconi & Bossi. Non una riforma strutturale, non una legge qualificante. La stessa maxi-manovra estiva nasce dalla "gestione commissariale" del Colle e di Via Nazionale (cioè dalle pressioni di Napolitano e Draghi) e non certo dall'azione materiale di Arcore o di Via XX Settembre.
Si è ironizzato a lungo, sulle "self-fulfilling prophecies" di quelli che annunciano da mesi e mesi la caduta imminente del re nudo, e sulle speculari doti di resistenza del medesimo. Ma alla fine, anche nel Paese di Berluscolandia, la realtà si impone sulla propaganda.
La realtà, oggi, dice che il presidente del Consiglio deve recarsi al Quirinale, e rassegnare le sue dimissioni: sarebbe impensabile derubricare quello che è accaduto come un banale inciampo procedurale, mentre è un vulnus politico di gravità eccezionale. La realtà, oggi, dice che non sono ammissibili trucchi da illusionista o bizantinismi da leguleio, tipo Consiglio dei ministri che riapprova l'aggiornamento al bilancio pubblico e lo fa rivotare dal Senato: sarebbe uno strappo inaccettabile alle regole e uno schiaffo intollerabile al Parlamento.
La realtà, oggi, dice che il presidente della Repubblica, se com'è giusto non interverrà proditoriamente per interrompere questa nefasta avventura di governo, com'è altrettanto giusto non interverrà artificiosamente per prolungarla. Berlusconi e Bossi, dopo quello che è accaduto, non esistono più. Sono "anime morte", come quelle di Gogol.
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
BARNEY ha scritto:
Tra molti anni, quando la presente fase politic sarà conclusa, qualche storiografo dovrà interrogarsi sulle ragioni per cui un semi-analfabeta (Bossi) ed un uomo palesemente interessato soltanto ai propri personali interessi (Berlusconi) possano avere riscosso così tanto successo e così tanta compiacenza dei "poteri forti" (Confindustria e Corriere della Sera in primis) da avere in mano le sorti della 5° potenza industriale del mondo.
Mutatis mutandis, è la stessa sitazuone per cui ancora oggi gli storiografi indagano le ragioni per cui molti cittadini tedeschi chiusero gli occhi di fronte al noto e risaputo genocidio del popolo ebraico.
La prima frase sopra riportata testimonia, se mai ce ne fosse bisogno, l'idea che si ha della politica in Italia.
Per analizzare la parabola di uno che è diventato presidente del consiglio non si nomina nemmeno il termine elezioni , tanto si sa che non contano niente, ci si chiede direttamente il perchè una associazione di categoria e un giornale gli abbiano dato tanta condiscendenza.
La seconda frase , se ho ben capito , traccia una specie di parallelo fra l'ascesa di Hitler e quella di Berlusconi . E chi farebbe la parte degli ebrei , non si capisce bene.
Scusa ma oltre a scorgervi un retroterra culturale agghiacciante si vedono nettamente i precipitati ideologici residuati della ubriacatura marxista dei decenni scorsi conditi da considerazioni grottesche.
Premetto i ringraziamenti all'amico scb, che ha intelligentemente - come al solito - colto il senso del mio post.
Il "mutatis mutandis" (cambiate le cose che devono essere cambiate) è una sintesi che sta a significare: tenuto conto del diverso contesto storico e politico e della oggettiva maggiore gravità degli atti e delle decisioni di Hitler rispetto a quelle di Berlusconi (chi mai potrebbe negarlo??) , mi ponevo e pongo il quesito di come un intero popolo (quello tedesco ieri: quello italiano oggi) possano essere vittime di una così clamorosa e perniciosa ubriacatura ideologica collettiva, così forte da impedirgli di distinguere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto.
Votare Berlusconi non ha alcuna giustificazione: chi non vuole la sinistra al governo (ed è legittimo, ci mancherebbe!!) oggi può votare il Terzo Polo, che, con tutti i limiti e le critiche che gli si possono rivolgere, è comunque di gran lunga più presentabile e pulito del PdL.
Preciso un aspetto che mi sta a cuore e che gli amici della destra NON hanno compreso: per me Berlusconi non è nemmeno di destra, ma è soltanto un affarista, privo di qualunque scrupolo e valore morale, guidato da un'unica bussola, la tutela dei suoi interessi (giudiziari ed imprenditoriali), con ogni e qualsiasi mezzo, lecito o illecito che sia.
Occupa uno spazio politico che corrisponde al centro-destra, soltanto in quanto, all'esito delle prime inchieste di Mani Pulite, la dissoluzione della DC (e, in parte, del PSI, che raccoglieva consensi anti -PCI) lasciava spazi politici nel campo moderato e cattolico privi di adeguata rappresentanza parlamentare: di qui la sua decisione di occupare quello spazio vuoto corrispondente al centro destra italiano (sezione locale del Partito Popolare Europeo) dopo avere flirtato, per decenni, con PSI di Craxi, derivazione italiana del Partito Socialista Europeo .
Per assurdo, se fosse stato necessario e se occorresse, Berlusconi, per tutelare i suoi interessi (giudiziari ed imprenditoriali) avrebbe stretto allenanze anche con Bertinotti e Cossutta ieri e stringerebbe alleanze, oggi, anche con Vendola o Marco Rizzo: ciò in quanto della politca, dei suoi valori e degli stessi SUOI ELETTORI (tra cui alcuni dei nostri forumisti) non gli importa nulla, essendo la "causa" della sua discesa in capo la tutela dei suoi interessi.
Quanto all'argomento elezioni, per me non ha grande rilevanza.
Sia in quanto, di per sè l'essere eletto non garantisce del tasso di democratività del leader (anche Hitler venne regolarmente eletto in base ad elezioni democraticamente svoltesi) sia in quanto, come è noto, Berlusconi ha avuto per tanti anni il monopolio della intera televisione privata ( e con ottime rappresentanze anche nella Rai: da Vespa a Minzolini, da Socci a Ferrara) e dispone tuttora di quotidiani, riviste, magazines con cui influenza l'opinione pubblica, deforma la verità dei fatti e conduce campagne di violenta aggrassione ad personam, come solo il nazista Goebbels sapeva fare (i casi Boffo, Fini, Veronica Lario, letteralmente messi alla berlina, insultati e vilipesi coram populo da "Il Giornale" ne sono testimonianza diretta).
Questi forumisti della "destra liberale" con la puzza sotto il naso (zio e Oscar Venezia) dovrebbero porsi una domanda semplice semplice e darsi una risposta altrettanto lineare:
- in quale democrazia liberale (al netto delle altre criticità, orami note in tutto il mondo), il proprietario di mezzi di comunicazione di massa avrebbe potuto concorrere alla carica di primi ministro???
Se sono onesti intellettualemnte, dopo essersi dati l'UNICA RISPOSTA POSSIBILE, comprenderanno come Berlusconi è stato davvero molto fortunato a nascere e a vivere nella nostra Italietta ...
Altrove, probabilmente, non solo non sarebbe mai stato premier, ma non sarebbe neppure un cittadino libero da ormai molti anni.
Concordo con Barney su tutto tranne che su un punto: l'a-politicità di Berlusconi. Il mafio-nano è un affarista ma anche un uomo della Conservazione e della Reazione. Non credo che Silvio abbia una coscienza/cultura politica sviluppata...almeno di Mussolini si dice che avesse letto "La Repubblica" di Platone e che la sua politica islamica fosse ispirata da alcuni scritti di Nietzsche (lo sostiene Franco Cardini). Credo semplicemente che Berlusconi sia un fervente sostenitore dell'autaritarismo, in questo senso può aver ammirato Hitler e Mussolini. Uno potrebbe dire: e Stalin? Sì, non a caso i nazisti copiarono le tecniche di propaganda dai bolscevichi (Goebbels era un grande ammiratore della propaganda dei rossi). Nella biografia di Speer lo stesso Hitler si dichiarava entusiasta dei metodi di Stalin, a prescindere dall'ideologia. L'attuale ordine mondiale (a egemonia anglosassone, il mondo anglosassone è l'unica entità politica ed economica ad aver vinto tutte le guerre mondiali dall'inizio dell'età moderna ad oggi) impedisce le forme di autoritarismo degli anni '30. Così Silvio ha scelto un'altra via:
«Troppi sono oggi i fattori ansiogeni. La mia sarà una tv ottimista». Lo dichiarava Silvio Berlusconi a Camilla Cederna, in un'intervista per L'Espresso. Era il 1977.
Dal dominio dei corpi al dominio delle menti. Silvio è stato sostenuto dal Vaticano, dalla P2, dalla Mafia e forse da forze conservatrici internazionali. Tutte istituzioni che con la democrazia hanno poco a che fare. Non sto parlando di un Grande Complotto, nessuno ha la sfera di cristallo. Silvio e chi lo sostiene non potevano aver previsto esattamente tempi e modi della discesa in campo del Paternalista Taumaturgo. Ma resto arciconvinto che Silvio si sia preparato a questo passo molto prima del 1994, e che non sia stato un fatto "casuale", dovuto alle contingenze storiche. Silvio come Hitler è stato scelto per alcune indubbie capacità, di cui quella imprenditoriale è una delle tante. L'acquisto del Milan è emblematico:
Dopo un iniziale interessamento di Berlusconi all'acquisto dell'Inter[54], che secondo l'opinione di Sandro Mazzola, del direttore sportivo Giancarlo Beltrami e dell'avvocato Prisco si concretizzò nel tentativo di comprare la società prima da Fraizzoli nel 1978 e poi da Pellegrini nel 1986,[55] dal 20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi è proprietario dell'Associazione Calcio Milan, club calcistico del quale resse la presidenza dal giorno dell'acquisto fino al 21 dicembre 2004, quando lasciò la carica a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse.
Molti sostengono che Berlusconi sia in realtà tifoso interista. Quindi da un lato c'è l'elemento affaristico (l'acquisto di una squadra), dall'altro la conquista del consenso, in vista del quale Milan o Inter è indifferente, una squadra vale l'altra.
Peraltro le sue sparate "revisioniste" sono note, ne cito una per tutte:
«Mussolini non ha mai ammazzato nessuno. Il Duce mandava la gente in vacanza al confino» (Silvio Berlusconi)
Sul fatto che sia il vero e grande erede di Craxi, ne ho già parlato in passato.
Chiaramente le mie sono congetture, non ho le prove per suffragare tali ipotesi. Quando Berlusconi è "sceso in campo" (espressione orribile) nel 1993/1994 avevo 14-15 anni. A quel tempo non m'interessavo di politica, eppure un birivido sinistro mi corse lungo la schiena e immediato fu il parallelismo col fascismo. Ebbene, sono passati 20 anni, e quella sensazione confusa si è rafforzata. L'unico elemento Silviesco che non avevo colto era quella della figa, ne ho preso piena coscienza negli ultimi anni.
Infine una chiosa su Tangentopoli: a tutti quelli che dicono "fu un complotto dei comunisti" rispondo che dovete baciare il culo a Mani Pulite; perchè Silvio è un FIGLIO DI TANGENTOPOLI. Con l'assetto istituzionale della Prima Repubblica Berlusconi non avrebbe mai potuto essere eletto. MAI. L'unico vero approfittatore del vuoto di potere creatosi è stato Berlusconi, tanto che verrebbe da chiedersi se Borrelli e Di Pietro non fossero sul libro paga del Cav. Palpeggioni Bananoni.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
interessantissimo articolo su La Stampa di oggi a firma di Federico Geremicca.
volete che vi dica come mai nel PDL non ci sono voci di dissenso?
vi faccio un esempio? perchè c'è un blocco ai livelli rappresentativi che si autosostiene.
ecco l'ho detto.
quindi: primarie!
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
zio ha scritto:interessantissimo articolo su La Stampa di oggi a firma di Federico Geremicca.
volete che vi dica come mai nel PDL non ci sono voci di dissenso?
vi faccio un esempio? perchè c'è un blocco ai livelli rappresentativi che si autosostiene.
ecco l'ho detto.
quindi: primarie!
La risposta al "primarie" di Formigoni l'ha già data la Santanchè: "Ma voi credete che ci sia qualcuno che possa sconfiggere Silvio Berlusconi alle primarie?"
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”