Drogato_ di_porno ha scritto:Questo è un dilemma interessante: se vi capitasse di vincere al super-enalotto, continuereste a lavorare?.
certo!
ovvio , libero completamente dal bisogno, lavorerei a cuor leggero.
lavoro da quando ho 20 anni, i primi 6\7 ho pensato solo a monetizzare ed amicizie,passioni e libido erano esclusivamente staccate dal lavoro. poi, una volta stabilizzato il portafogli, ho reimpostato un po' tutto.
ovvio il lato economico è quello preponderante ma se non cifosse piacere nel lavoro impazzirei. lavoro troppe ore per non provar piacere in quello che faccio. certo , ci sono dei gironi che vorrei starmene a casa, giorni che non sopporto chi lavora con me e i clienti, spesso ho lo stomaco che mi uccide e il bisogno di staccare è fortissimo ma già, dopo 5\6 giorn iche non lavoro ho voglia di fare e di tornare nel mio mondo.
scb ha scritto:
Scusandomi anticipatamente per lo svacco, Ciano è figura storica e umana che necessita molti, moltissimi approfondimenti. Letture semplicistiche sono impossibili su quel personaggio.
vabbè....figura di spicco del regime. sposo della figlia del dittatore.
x il resto leggete ScB.
Diciamo che mi ha sempre affascinato, ho letto sia i suoi diari che la splendida biografia di giordano bruno guerri
L'unica cosa certa, che tutti gli riconoscono. è che era un fine puttaniere.
Comunque tra lui e Edda non si sa chi metteva piu' corna all'altro.
Nel fascismo la meritocrazia non esisteva, Mussolini amava circondarsi di adulatori preferibilmente dall'intelligenza limitata. Un esempio per tutti? il ridicolo Starace, per tanti anni segretario del partito da lui scelto proprio per questo.
Drogato_ di_porno ha scritto:Questo è un dilemma interessante: se vi capitasse di vincere al super-enalotto, continuereste a lavorare?.
certo!
ovvio , libero completamente dal bisogno, lavorerei a cuor leggero.
lavoro da quando ho 20 anni, i primi 6\7 ho pensato solo a monetizzare ed amicizie,passioni e libido erano esclusivamente staccate dal lavoro. poi, una volta stabilizzato il portafogli, ho reimpostato un po' tutto.
ovvio il lato economico è quello preponderante ma se non cifosse piacere nel lavoro impazzirei. lavoro troppe ore per non provar piacere in quello che faccio. certo , ci sono dei gironi che vorrei starmene a casa, giorni che non sopporto chi lavora con me e i clienti, spesso ho lo stomaco che mi uccide e il bisogno di staccare è fortissimo ma già, dopo 5\6 giorn iche non lavoro ho voglia di fare e di tornare nel mio mondo.
ormai Sono anche quello che faccio
in una intervista Daniel Barenboin rispose qualcosa come "non lavoro troppo, mi manca il tempo per fare le altre cose che mi piacciono"
Però dipende da quanto riesci a mettere del tuo nel lavoro. Per 8 ore di ufficio standard forse vado a lavorare come guardia parco volontario in Abruzzo
Super Zeta ha scritto:
Il lavoro rende schiavi: schiavi di un posto, dei costi della sua vita ciclica per la quale non ci si può permettere di mandare tutto a fanculo e ricominciare altrove (bollette, mutuo, figli ecc.ecc.)
Io mi realizzo nelle cose che faccio nel mio tempo libero, nei miei viaggi, nelle amicizie, negli amori.
Il lavoro è solo un mezzo per tutto il resto e prima potrò vivere senza lavorare dedicandomi solo alle cose che mi piacciono davvero e meglio sarà per me.
Credo che la stragrande maggioranza della popolazione viva la propria condizione lavorativa come una sorta di schiavitù. E’ curioso, o per meglio dire, tragico, specie in questo periodo storico, come le persone siano costrette ed obbligate a elemosinare (perché di fatto si tratta di questo) l’ingresso in una prigione.
L’idea di questa condizione psicologica, che tanta gente subisce, mi ha sempre fatto incazzare molto.
Ho sempre odiato il concetto di “lavoro” (indipendentemente dal ruolo e dalla retribuzione) e, più in generale sono fermamente convinto che il tempo perso sia il bello della vita.
Drogato_ di_porno ha scritto:Questo è un dilemma interessante: se vi capitasse di vincere al super-enalotto, continuereste a lavorare?
Provo a dare la mia risposta all’interessante quesito proposto da Drogato: dedicherei la mia intera esistenza alle cose che mi danno più soddisfazione: viaggi, studi, esplorazioni alla disperata ricerca del Gape perfetto.
Beneficenza? Certamente si, in punto di morte, donerei tutti i miei averi ad un’orfanotrofio.
Ma chi è che non è andato a puttane nella sua vita? ( M.Mosca )
nik978 ha scritto:IL LAVORO RENDE LIBERI... sempre...l'essere umano nel lavoro si realizza. costruisce qualcosa. trova se stesso e le sue soddisfazioni.
Non potrei essere più in disaccordo
Il lavoro rende schiavi: schiavi di un posto, dei costi della sua vita ciclica per la quale non ci si può permettere di mandare tutto a fanculo e ricominciare altrove (bollette, mutuo, figli ecc.ecc.)
Io mi realizzo nelle cose che faccio nel mio tempo libero, nei miei viaggi, nelle amicizie, negli amori.
Il lavoro è solo un mezzo per tutto il resto e prima potrò vivere senza lavorare dedicandomi solo alle cose che mi piacciono davvero e meglio sarà per me.
avete entrambi torto. il lavoro può essere bello, nessun lavoro (anche che so, fare il calciatore, l'attore o il musicista) è bello se è l'unica dimensione della tua vita....
mai detto che il lavoro non può essere bello, prima di dire che ho torto, magari leggi senza interpretare quello che scrivo
francamente penso di aver fatto un lavoro decisamente più divertente e leggero di tutti voi, ma ciò non toglie che era un lavoro e che, per mia fortuna e merito, ho una fila di cose molto più belle e interessanti da fare che lavorare
Super Zeta ha scritto:
mai detto che il lavoro non può essere bello, prima di dire che ho torto, magari leggi senza interpretare quello che scrivo
francamente penso di aver fatto un lavoro decisamente più divertente e leggero di tutti voi, ma ciò non toglie che era un lavoro e che, per mia fortuna e merito, ho una fila di cose molto più belle e interessanti da fare che lavorare
ecco, questa del lavoro come unico orizzonte di vita ha saturato la mia vita fino ai 40 anni, facendomi perdere tutta l'infanzia di mia figlia. ho ottenuto anche dei bei risultati. ma devo dire che adesso è un rimpianto non aver voluto dedicare il giusto tempo al lavoro.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Particolarmente in questa bellissima zona della Sardegna,
il lavoro più che un diritto,è un MIRAGGIO.Come del resto in tutta l'isola.
Ogni volta che ritorno a Bugerru
mi chiedo: Ma questa gente come cazzo fà a campare durante l'anno,cioè dopo
l'impazzimento estivo,cosa resta? Le miniere..mò gli tolgono anche quelle..
Poi ovvio,il ragionamento di SZ non fà una piega,al patto però di emigrare,andare via dalla propria terra.Ormai scappare sembra sia rimasta l'ultima chance in questo paese
maledetto.
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.
beh non a caso la sardegna era uno dei posti preferiti dell'eccellentissimo Mussolini.
senza di lui i sardi non avrebbero fatto molto.
arborea,se ricordo bene,è stato solo l'inizio.
Concordo con Helmut sul gasdotto,lo devono fare davvero,il mio ex lavorava per la eni.
Super Zeta ha scritto:Ho evidenziato prima che ci sono un sacco di lavori che non hanno ancoraggio e localizzazione
Ma vedo che il concetto non passa...
Mah...guarda: io mi sto attrezzando e faccio un mestiere che è uguale dal Polo Nord alla terra del fuoco.
Non è poi così facile, se vuoi anche per ragioni emotive. Io maledico quasi ogni giorno questo Paese ma, in fondo, come cantava Woody Guthrie " Questa terra è la mia terra"
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
duplice premessa:
a) conosco a menadito il sud ovest sardo e la sardegna in generale.
b) sono un convinto sostenitore del libero mercato.
la risposta alla domanda di SZ è, ovviamente, no.
nel caso di specie poi si è all'assurdo. riporto il milgior articolo uscito sul tema: Carbosulcis, il teatro dell’assurdo – di GB Zorzoli
Non fosse per il dramma di 463 lavoratori (e delle loro famiglie) che vedono a rischio il posto di lavoro, la vicenda della Carbosulcis potrebbe essere assimilata a una piéce del teatro dell’assurdo o, per quanto riguarda la mia esperienza professionale, anche a un remake di un film di successo, “Ritorno al futuro”.
[mia nota: il "dramma" di qesti lavoratori è che sono fuori dal mercato e nessuno glielo ha mai detto prima.]
Infatti, è come se fossi stato proiettato indietro agli anni ’80, quando fui coinvolto in discussioni sulla crisi della miniera sarda, dove per tenerla in vita venivano avanzate proposte che, salvo qualche aggiornamento, sono le stesse sul tappeto in questi giorni. E il paradossale, oggi come allora, nasce dal fatto che nei progetti per mantenere aperta la miniera si continua a sorvolare su un dato inoppugnabile: il carbone del Sulcis non è assimilabile a quello normalmente utilizzato come combustibile. Quest’ultimo ha infatti un contenuto sia di zolfo, sia di ceneri compreso nell’antracite all’incirca fra 0,5% e 2%, con il limite superiore che sale intorno al 4% nel litantrace, mentre dalle miniere del Sulcis esce un prodotto, non a caso definito “carbone sub-bituminoso a lunga fiamma”, che ha più del 6% di zolfo e circa il 20% di ceneri. Per avere un’idea di cosa ciò significhi in termini di inquinamento ambientale, una legge del 1966, quando la sensibilità in materia era assai inferiore all’attuale, prescriveva un limite dell’1% al contenuto di zolfo nel carbone da utilizzare nelle centrali termoelettriche.
Rispetto al 1966, disponiamo oggi di desolforatori efficienti, che consentono di bruciare carboni con un tenore di zolfo superiore all’1%, ma quelli esistenti sono stati progettati tenendo conto di tassi di impurità comunque simili a quelli sopra indicati. Non sono quindi in grado di depurare in modo efficiente fumi con un contenuto di anidride solforosa così elevato come quelli in uscita da una caldaia in cui si bruciasse soltanto carbone del Sulcis. Non a caso Enel può utilizzarne solo una frazione, miscelata con carboni di normale qualità. Del teatro dell’assurdo fa anche parte l’accusa a Enel di preferire carbone cinese, perché meno costoso. Non so dove faccia i suoi acquisti Enel, ma, poiché per il maggiore contenuto di impurità il prodotto del Sulcis ha un potere calorifico pari al 75%-80% di quello estratto di norma da altre miniere, anche se il costo di estrazione in euro, dollari o yuan per tonnellata fosse lo stesso, come valore energetico il carbone del Sulcis costerebbe pur sempre fra un quarto e un terzo in più.
Già negli anni ‘80 questi incontrovertibili dati di fatto indussero i più realistici sostenitori della Carbosulcis a proporre la gassificazione del carbone, un processo che consente di separare agevolmente le impurità e mette a disposizione una miscela di ossido di carbonio, anidride carbonica, idrogeno, metano. Anche per i gassificatori si ripresenta però, aggravato, un problema analogo a quello dei desolforatori: gli impianti in commercio non sono in grado di gestire una materia prima che ha un contenuto di ceneri dieci-venti volte superiore a quello dei normali carboni. Bisognerebbe sviluppare ex-novo un gassificatore ad hoc che, a parte le spese per il suo sviluppo, sarebbe certamente molto più costoso di uno tradizionale. Infatti non se ne fece nulla trent’anni fa e si continua a non farne nulla anche oggi.
Per dare un tocco di modernità a questo assurdo, si è aggiunta la proposta di realizzare in situ il sequestro dell’anidride carbonica presente nel gas in uscita dal gassificatore e il suo successivo stoccaggio nella miniera. In realtà si tratta di una soluzione di ripiego, perché inizialmente il progetto prevedeva che l’anidride carbonica fosse iniettata nel carbone per estrarne il cosiddetto metano “embedded”; solo che in misura significativa il metano finora non è stato trovato. Sul progetto CCS in sé, non si può che sottoscrivere la dichiarazione del sottosegretario De Vincenti (v. Staffetta 30/08): “non sta in piedi”, costerebbe 200.000 euro l’anno per otto anni e per ogni minatore.
Morale della favola: da decenni si illudono i minatori della Carbosulcis, sostenendo che esistono soluzioni sostenibili per mantenere in esercizio la miniera. Con meno di quanto nel frattempo si è speso per tenere in piedi questo teatro dell’assurdo, sarebbe stato possibile avviare e consolidare attività alternative, certamente in grado di assorbirne le risorse umane, probabilmente di creare altre opportunità di lavoro. Di essere stati presi in giro, i minatori se ne rendono conto, e questo spiega la durezza delle loro iniziative e la minaccia di metterne in atto altre, più radicali. Purtroppo i responsabili della situazione in cui si trovano non sono quelli, Enel in testa, da loro individuati.
A questo aggiungo che il porto di Buggerru, nel 2008, quando l'ho visitato si era riempito di sabbia per il gioco delle correnti.
mi pare di aver capito, dunque, che non sia stato progettato e costruito benissimo. invece, dato lo splendore della costa sarda in questione che include 15 KM di falesia a picco sul mare tra cui di apre la spendida spiaggia di cala domestica dovrebbe fare del porto e della costa la sua principale fonte di attrazione.
INVECE cosa succede? i sardi se ne fottono della fortuna che hanno avuto e mantengono malissimo la loro terra. Questo vale anche in acqua.
Primo: ripulite la terra, ripulite il mare, TENETE le spiagge pulite, chiedete una area marina protetta o smettano di pesccare a strascico perché il mare di quella costa è poverissimo di pesce a causa di questa. Costruite case belle e non a metà mettete su dei bed and breakfast.
d'inverno paradiso per rocciatori e d'estate per chi ama il mare.
insomma fate quello che ha fatto il sud-ovest della corsica (almeno) e rimboccatevi le maniche.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
CanellaBruneri ha scritto:Io non posso che solidalizzare con i lavoratori di Alcoa e con i minatori, soprattutto all'interno di un più amplio contesto su come in Sardegna i posti di lavoro sono stati creati e distrutti a piacimento, come se la Sardegna fosse una colonia.
Detto questo, in assenza di un serio piano Industriale ed in presenza massiccia di capitalisti straccioni in Italia, non vedo per quale motivo i lavoratori non dovrebbero protestare per eventi che sfuggono alla loro reponsabilità, ma che li vedono come uniche vittime.
Si può eccepire sulla spettacolarizzazione di questi gesti? Naturalmente sì, anche se personalmente trovo che un minatore con il tritolo in mano abbia un minimo di potere contrattuale in più, piuttosto che se dovesse protestare in maniera più "beneducata".
La domanda è: Quali sono le alternative occupazionali in Sardegna? Ad occhio pochine.
Sul discorso del reinventarsi : beh, sarebbe bello, ma se hai la terza media, le banche ti spernacchiano per una linea di credito e sei l'unica fonte di sostentamento per la famiglia, più che reinventarsi ti trovi sull'orlo di un burrone.
Ultimissima notazione: dispiace osservare come il clima polliticamente o tecnicamente orientato, metta contro lavoratori autonomi e dipendenti, padri e figli, impresa e lavoro, come se fossero variabili indipendenti, quando non è così
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) -fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) -...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)