(OT) Vita da single

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dboon
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Re: (OT) Vita da single

#661 Messaggio da dboon »

E per fortuna che non è mai a casa :-) domenica provo la pizzadeluxe
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Vinz Clortho
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Re: (OT) Vita da single

#662 Messaggio da Vinz Clortho »

scusate ragazzi, ma quanto costa la pizza surgelata? Dico per quella volta che la si mangia, non conviene passare al volo dalla pizzaria di fiducia per un asporto? Alcune la portano pure a casa senza costi aggiuntivi (oltre a un certo importo)
Quando non si ha uno stile, si puó avere qualsiasi stile.
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marziano
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Re: (OT) Vita da single

#663 Messaggio da marziano »

Wradog sembri in servizio militare permanente effettivo. Vedo la scena della vestizione in commando.
Sembri aver preso alla lettera la bibbia: militia est vita hominis super terram.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.

crackpot
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Re: (OT) Vita da single

#664 Messaggio da crackpot »

dboon ha scritto:domenica provo la pizzadeluxe
vai a colpo sicuro

Immagine

http://www.lidl.it/cps/rde/xchg/lidl_it ... _23048.htm

pure dalla confezione si vede che stanno una spanna sopra le altre :lol:

Immagine
Tu lo sai che sei su SZ vero? [Parakarro]

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dboon
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Re: (OT) Vita da single

#665 Messaggio da dboon »

Vinz Clortho ha scritto:scusate ragazzi, ma quanto costa la pizza surgelata? Dico per quella volta che la si mangia, non conviene passare al volo dalla pizzaria di fiducia per un asporto? Alcune la portano pure a casa senza costi aggiuntivi (oltre a un certo importo)
quella che compro di solito è precotta non surgelata e costa due euro
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Termopiliano
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Re: (OT) Vita da single

#666 Messaggio da Termopiliano »

Io in quanto a pizze surgelate sono un habituè di quelle di Eurospin (o al massimo di Penny Market). Prendo la margherita e poi la condisco a mio piacimento (wurstel, patate e/o quant'altro).

Sarà che oltre ad essere "single" sono anche uno che va al risparmio (per quanto poi, in realtà, non mi dispiaccia comunque la qualità).

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Vinz Clortho
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Re: (OT) Vita da single

#667 Messaggio da Vinz Clortho »

Ripeto, uno chiama in pizzeria si fa preparare quello che vuole e la prende da asporto. A fronte dei costi del forno, del condimento aggiuntivo cazzi e mazzi, a me non sembra questo gran risparmio. Ma forse voi ne avete un uso intenso io se vado a mangiare la pizza una volta al mese è tanto e quindi andrei per la qualità.
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Re: (OT) Vita da single

#668 Messaggio da diepa »

Vinz Clortho ha scritto:Ripeto, uno chiama in pizzeria si fa preparare quello che vuole e la prende da asporto. A fronte dei costi del forno, del condimento aggiuntivo cazzi e mazzi, a me non sembra questo gran risparmio. Ma forse voi ne avete un uso intenso io se vado a mangiare la pizza una volta al mese è tanto e quindi andrei per la qualità.
Quella da asporto quando arriva a casa è generalmente fredda....
Quella che ti cuoci tu nel forno la mangi calda e croccante.....

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Vinz Clortho
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Re: (OT) Vita da single

#669 Messaggio da Vinz Clortho »

con tutta la buona volontà il forno di casa non sarà mai come un forno a legna. E no, non siamo a Roma, la pizza non deve essere croccante. ;)
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Re: (OT) Vita da single

#670 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Il mio pizzaiolo napoletano di fiducia me la porta come voglio al prezzo di 5-7 euro (a seconda degli ingredienti). Siamo amici da una vita, mi fa questo prezzo di favore. Consegna a domicilio, mi arriva bollente dentro la borsa termica. Se voglio mi ci infila un cartoccio di patatine. Meccanismo collaudato. All'esselunga vendono le pizze preparate al momento, te la mettono nel domopak. Ottima anche quella surgelata. Ho addirittura il forno a legna ma è troppo sbattimento accenderlo, preferisco ordinare :lol:

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Re: (OT) Vita da single

#671 Messaggio da John Smith »

che bel thread, che bei "problemi", mi piacerebbe poter dare il mio contributo, purtroppo non sono single,lo sono stato "solo" per due anni negli ultimi ventisei, due anni dove ho scopato (male) solo una volta...ma due anni senza trapanamenti di coglioni continui, due anni senza sentirsi dire "non parli...sei strano...mi ami ancora ?"
due anni senza dover spiegare a nessuno perchè non parlo..perchè sono strano e più che altro perchè non ti amo.

Ho fatto appena in tempo ad apprezzare l'avvento delle mono-porzioni.

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Re: (OT) Vita da single

#672 Messaggio da tiro74 »

John Smith ha scritto: due anni senza sentirsi dire "non parli...sei strano...mi ami ancora ?"
Son proprio tutte uguali!!! :lol:
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a sentire Frank e Omar Galanti, la Dea se ti fa un pompino, ti tira su il lenzuolo dal buco del culo...Credo che possa bastare.

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Barabino
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Re: (OT) Vita da single

#673 Messaggio da Barabino »

Drogato_ di_porno ha scritto:Il mio pizzaiolo napoletano di fiducia me la porta come voglio al prezzo di 5-7 euro (a seconda degli ingredienti). Siamo amici da una vita, mi fa questo prezzo di favore. Consegna a domicilio, mi arriva bollente dentro la borsa termica. Se voglio mi ci infila un cartoccio di patatine. Meccanismo collaudato. All'esselunga vendono le pizze preparate al momento, te la mettono nel domopak. Ottima anche quella surgelata. Ho addirittura il forno a legna ma è troppo sbattimento accenderlo, preferisco ordinare :lol:
non voglio passare da grillino maniaco delle chemtrails MA

ho sentito dire che i cartoni delle pizze hanno dentro una sostanza che fa male

Dipb (diisobutiliftalato)

http://www.disinformazione.it/cartone_pizza.htm

Allarme sui contenitori per pizze da asporto
Tratto da http://www.prontoconsumatore.it/detail.asp?idn=4508

I cartoni da asporto delle pizze conterrebbero sostanze non autorizzate e quindi potenzialmente pericolose per la salute. L’annuncio viene dalla Lega Consumatori Acli Toscana che ha scovato su Internet i risultati di uno studio...

I cartoni da asporto delle pizze conterrebbero sostanze non autorizzate e quindi potenzialmente pericolose per la salute. L’annuncio viene dalla Lega Consumatori Acli Toscana che ha scovato su Internet i risultati di uno studio - condotto dai Laboratori di Ricerche Analitiche (Alimenti ed Ambiente) dell’Università degli Studi di Milano - volto all’identificazione di ftalati in alcuni materiali destinati al contatto con alimenti. I ricercatori di Milano, analizzando diversi contenitori di materiale cellulosico destinati al trasporto di pizza comunemente utilizzati su tutto il territorio nazionale, avrebbero identificato la presenta di una sostanza (il di-isobutilftalato) “in quantità altamente preponderante rispetto a tutti gli altri componenti della frazione volatile evidenziabile (…) già alla temperatura di 60°C (…) simulante la condizione meno drastica di stoccaggio della pizza in fase di ‘home delivery’.” Un fatto molto grave: la direttiva 2004/14/CE, infatti, non contempla questa sostanza tra quelle ammesse per la fabbricazione di contenitori di cartone destinati a venire a contatto con gli alimenti. “Il sospetto - spiegano alla Lega Consumatori Toscana Acli Toscana - è che i cartoni analizzati dai ricercatori di Milano siano stati fabbricati con cellulosa riciclata: una pratica illegale, in quanto la normativa italiana vieta categoricamente l’utilizzo di carta di recupero per i prodotti ‘umidi’ ed impone ai fabbricanti di utilizzare, almeno nello strato di carta che deve venire a contatto con l’alimento, l’uso di pasta di carta vergine.”

Il senso di questi divieti è chiaro: impedire la migrazione di composti, potenzialmente pericolosi per la salute umana, dai contenitori di cartone riciclato agli alimenti. Di certo non giova pensare che una pizza fumante, appena uscita dal forno, venga chiusa in una scatola di cartone riciclato per poi finire sulle nostre tavole. Non solo. Ad aggravare le cose c’è anche l’abitudine di consumare la pizza direttamente nel cartone, previo ulteriore riscaldamento nel forno di casa, dopo aver asportato il coperchio della scatola. Prosegue Lega Consumatori Acli Toscana: “Il rito della pizza a domicilio è un’abitudine orami consueta per moltissime famiglie italiane: si calcola infatti che siano circa 1.300.000 le pizze da asporto che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole. Tavole alle quali siedono anche numerosi bambini. Il problema è quindi valutare con urgenza l’entità del fenomeno sul territorio ed il grado di pericolosità del di-isobutilftalato, nonché di altre sostanze che potrebbero essere presenti in modo analogo nei cartoni da asporto delle pizze confezionati con materiale riciclato.”

Le brutte sorprese, infatti, non finiscono qui. I risultati di un’inchiesta condotta dal settimanale ‘Il Salvagente’ oggi in edicola, mette in luce conferme inquietanti: un laboratorio di Pavia, incaricato di svolgere dei controlli sui cartoni destinati al trasporto di pizza, avrebbe infatti rilevato la presenza di altri pericolosi composti: fenoli, naftaleni e addirittura benzeni. “Quello che più ci sconcerta – conclude Lega Consumatori Acli Toscana – è che l’indagine dei ricercatori di Milano è online dal 22 febbraio 2006. Possibile che in tutto questo tempo nessuno si sia preso la briga di fare dei controlli o di avvisare i consumatori? Evidentemente la vicenda della contaminazione dei cartoni di latte artificiale con l’ITX non ci ha insegnato nulla. Ad ogni modo, lo scorso lunedì abbiamo inviato un fax urgente al Ministero della Salute, allo scopo di chiedere delucidazioni sui controlli. Ancora attendiamo la sua risposta.”

Dal cartone alla pizza passa un carico di veleni
Tratto da “Il Salvagente”
http://www.ilsalvagente.it/modules.php? ... cle&sid=67

Un milione e trecentomila pizze al giorno escono dal forno, entrano in un astuccio di cartone, pronte per essere portate a casa. Vi restano per molti minuti, il tempo di essere trasportate a destinazione, e, una volta giunte, di essere mangiate nello stesso contenitore. Sempre che non finiscano nei forni di casa per essere riscaldate, sempre negli stessi cartoni, prima di finire in tavola. Un rito, un piacere collettivo per molte famiglie italiane ma, secondo quanto ha scoperto Il Salvagente, anche una fonte di pericolo alimentare non sottovalutabile.
Il rischio, in questo caso, è legato proprio alle scatole non a norma che circolano nel nostro paese e rilasciano una quantità enorme di sostanze che non dovrebbero esserci, che alterano innanzitutto l’odore e il sapore dell’alimento. Un elenco di molecole i cui nomi fanno rabbrividire ed evocano timori fortissimi per la salute dei consumatori: benzene, ftalati, fenoli, naftalene. Solo il nome di queste sostanze dovrebbe essere sufficiente per allertare le autorità sanitarie e spingerle ad approfondire la questione. Tanto più che si tratta di composti non ammessi nella carta destinata a venire a contatto con i cibi.

Il primo segnale
Che molti di questi contenitori siano fuori legge lo dimostra un test di laboratorio di cui siamo entrati in possesso, effettuato qualche mese fa dal laboratorio LabAnalysis di Pavia su campioni prelevati da cartone per pizza, provenienti da quattro fabbriche diverse, una delle quali è tra le leader di mercato del settore. Scopo di queste analisi, compiute seguendo le procedure standard europee, era individuare le cause di quelle che vengono chiamate in linguaggio tecnico “molestia olfattiva” e “molestia gustativa”. Il laboratorio, in parole povere, cercava di stabilire le cause del pungente odore che a volte si avverte aprendo una scatola di pizza, e lo sgradevole, benché leggero, retrogusto che a volte accompagna la degustazione. Gli analisti hanno dunque testato i ritagli dei contenitori nella loro parte interna, quella che viene a contatto con l’alimento, non è stampata e deve essere per legge, almeno nello strato che viene a contatto con l’alimento, di pura cellulosa vergine. I campioni sono stati sottoposti a una corrente di vapore, simulando le condizioni in cui si trova la scatola quando viene a contatto con la pizza appena sfornata, dopo di ché hanno realizzato le prove di migrazione. E i risultati sono stati sorprendenti. Sottoposti alla gascromatografia (ossia a una macchina in grado di leggere i diversi componenti “rilasciati” all’alimento), tutti i cartoni hanno mostrato chiaramente di essere in grado di contaminare il cibo con composti fenolici (almeno sei tipi diversi), individuati nei test di migrazione sia olfattiva che gustativa. A questi si aggiungono diversi benzeni e naftaleni, tutte sostanze il cui utilizzo nell’industria è regolamentato da rigide regole, e che non devono assolutamente venire a contatto con gli alimenti. Le sorprese non sono però finite. Il cromatogramma evidenzia anche la presenza di dietilesilftalato, una sostanza che l’Unione europea ha bandito da tutti gli oggetti di largo consumo, ultimi i cosmetici, per la sua possibile tossicità. Pure se le analisi non riportano in quale quantità questa molecola è passata all’alimento, e dunque non è possibile valutare l’importanza della sua presenza, il solo fatto di trovarla nella pizza è un chiaro segnale di allarme. Tanto più che è proprio il laboratorio a concludere come esistano tutte le evidenze per dichiarare che gli imballaggi analizzati non sono conformi alla normativa vigente.

La conferma
Passano i mesi e altri esperti arrivano a una conclusione simile, altrettanto sconcertante. Questa volta a fare la preoccupante scoperta sono gli uomini del laboratorio di Ricerche analitiche alimenti e ambiente dell’Università di Milano diretto dal professor Fernando Tateo. Nella ricerca di ftalati nei contenitori per alimenti l’équipe finisce per analizzare 8 cartoni per la pizza comunemente utilizzati su tutto il territorio nazionale. E trova il di-isobutilftalato “in quantità altamente preponderante rispetto a tutti gli altri componenti della frazione volatile (...) già alla temperatura di 60°”. Così scrivono nella relazione che pubblicano sul sito dell’università il 22 febbraio scorso. Lo ftalato, scrivono i ricercatori, non rientra tra le sostanze autorizzate per la fabbricazione di pellicole di cellulosa. Dunque, ancora una volta, siamo di fronte a contenitori fuori legge. Il laboratorio milanese, interpellato dal Salvagente, non ha voluto rivelare ulteriori particolari sugli esiti delle proprie analisi, ma i risultati confermano l’allarme lanciato diversi mesi prima dalle analisi condotte a Pavia. Ma da dove vengono questi contaminanti? Alcuni tra quelli individuati derivano presumibilmente dalla carta riciclata, usata contrariamente a quanto prevede la legge italiana. Si tratta di collantie sbiancanti (questi ultimi utilizzati per dare al materiale riciclato le caratteristiche della carta vergine) perfettamente in grado di migrare sull’alimento alterandone odore e sapore. Per verificare se la sola presenza di queste sostanze possa essere potenzialmente dannosa per la salute umana, bisogna studiare attentamente le quantità rintracciate, e confrontarle con i limiti fissati dall’Unione europea. Ma nessuno, nonostante almeno una delle due ricerche (quella del laboratorio milanese) sia di dominio pubblico, ha ritenuto opportuno verificare l’innocuità dei contenitori.

Nessuna risposta
Il ministero della Salute, interpellato da “Il Salvagente”, non ha ancora fornito una risposta in merito. E ne è preoccupata Linda Grilli, della Legaconsumatori Acli Toscana, che ha segnalato il caso della ricerca dell’Università di Milano sia a Il Salvagente che al ministero: “Stupisce che nessuno si sia ancora preoccupato di approfondidere questa vicenda. I risultati della ricerca milanese sono sul sito del laboratorio da più di un mese, ed evidenziano che i contenitori sono quantomeno fuori legge”, dice la Grilli , che continua: “Non vorrei che, come per il caso Itx, si scopra che le autorità sanitarie, nonostante le allerte, non si siano preoccupate di tutelare la salute del consumatore”. Come fa notare la Grilli , infatti, il timore è che i contenitori contaminati siano molti, visto che i campioni presi in esame dai due laboratori sono piuttosto rappresentativi. Prende atto dell’allarme, invece, Giorgio Bianchini, presidente del Gruppo italiano fabbricanti cartone ondulato. “È evidente che se nei contenitori analizzati è stata rintracciata questa enorme quantità di sostanze”, dice, “questi prodotti sono fabbricati con materiale di riciclo e non sono conformi. La legislazione italiana è, da questo punto di vista, molto rigida. Il nostro è l’unico paese, assieme alla Finlandia, ad avere in questo settore una legislazione molto vincolante. È possibile che qualcuna delle scatole analizzate fosse destinata al mercato estero, dove non ci sono vincoli di questo tipo. Va ricordato, infatti, che l’Italia è uno dei massimi esportatori di cartoni per pizza”. “Mi meraviglierebbe comunque sapere che molte aziende fabbricano contenitori non a norma, perché l’Italia, già diversi anni fa, affrontò un problema del genere, e in seguito agli accertamenti dell’Istituto superiore di sanità, furono chiuse almeno due grandi aziende. Possibile che oggi altre industrie corrano questo stesso rischio?”. Al momento l’unica cosa chiara è che a correre il rischio sono certamente gli amanti della “pizza da asporto”, poco tutelati da una legislazione che sarà pure all’avanguardia ma che, come si scopre in questa inchiesta, non prevede controlli.

Inchiesta completa nel numero 14/2006 de "Il Salvagente" in edicola dal 6 al 13 aprile


a dire il vero, la pagina di wikipedia non parla di pericoli per la salute:

http://en.wikipedia.org/wiki/Diisobutyl_phthalate

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Mr. Viz
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Re: (OT) Vita da single

#674 Messaggio da Mr. Viz »

i cartoni bianchi delle pizze sono pericolosi, in quanto la sostanza sbiancante si scoglie nell'olio caldo. Meglio i cartoni rivestiti di alluminio.

o almeno meglio non consumare la pizza nel cartone.

cmq sentirvi parlare di pizze surgelate mi fa accapponare la pelle. :DDD

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Drogato_ di_porno
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Re: (OT) Vita da single

#675 Messaggio da Drogato_ di_porno »

sì, questa cosa del cartone gira da un pezzo. ma se stiamo ad indagare sui contenitori per alimenti non ne trovate uno che non sia oggetto di sospetti e critiche (fate una breve ricerca su google). ad ogni modo la pizza la consumo nel piatto perchè non è raro che il cartone sia "unto" e non mi va di sporcare. appena arriva butto il cartone e me la magno sul mio piattone col disegno di pulcinella :)

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