[O.T.] Farsi un Coccodrillo.
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Grande ragazzo quel danny, ricordo ancora quando gli diedi un voto negli awards di non so quale anno.
Sempre simpatico, leggero, si lasciava andare solo nel salotto...
..mi ricordo anche di come scherzavamo quel giorno sui suoi valori, chi si sarebbe mai immaginato che sarebbe finita davvero così.
Danny, pensaci ora dovunque tu sia, stai affrontando il tuo viaggio piu' bello, mandaci una foto dall'aldilà e facci sapere se gli angeli hanno le tette o tengono la sorpresa in mezzo alle gambe.
RIP
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Danny, pensaci ora dovunque tu sia, stai affrontando il tuo viaggio piu' bello, mandaci una foto dall'aldilà e facci sapere se gli angeli hanno le tette o tengono la sorpresa in mezzo alle gambe.
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- bigtitslover
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gli angeli son tutti bisex si sa, e fanno del gran sesso.
il problema sono i bambini.
i bambini quando muoiono diventano tutti angeli.
anche quelli rompicoglioni.
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"Questa è l'Italia del futuro: un paese di musichette...mentre fuori c'è la Morte!" - Boris 3 -
Gastronomia operaia, cannibalizzazione, coltello, forchetta, magnammoce o' padrone - Daniele Sepe -
Blog rhum e cocaina per battere il sistema - Manuel Agnelli -
Quanti troppi anni ri e riciclando il peggio, tutte queste bestie a raschiare il fondo - Mau Mau -
Abbasso le fiche depilate, viva i cespuglioni anni '80 - scritta sul muro -
Senza rabbia non essere felice - scritta sul muro -
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- CanellaBruneri
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Io credo che queste siano cose serie.danny ha scritto:ho ritirato i risultati delle analisi del sangue è ho un valore sballatissimo.
sento che moriró nelle prossime 6 ore.
canella perchè non sei a roma?![]()
cmq vi saluto tutti con affetto.
Io credo che delle cose serie si debba parlare.
Io credo che si parli molto bene,quando, a far compagnia ci sono un prosciutto (non delle fette, uno intero),ciccioli, una damigiana di Lambrusco, bicchieri di vetro spesso e molti pacchetti di sigarette vere (non quelle robe da fighette blu,bianche,triplofiltro, alla passiflora).
Fuori,la nebbia e, magari, il Po che scorre pigramente a pochi chilometri.
Ricordando le donne che furono e le bandiere che sventolammo.
Così, poi, passa tutto
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
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Teo, Pan, Danny, Bigtits.... Mmmm.... Li conti non tornano...
http://www.youtube.com/watch?v=rAMdOlOWdqI
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"Sapeva molte cose, ma tutte male"
io ho le ricette da inizio dicembre.....danny ha scritto:AlexSmith ha scritto:Tasso alcolemico?danny ha scritto:ho ritirato i risultati delle analisi del sangue è ho un valore sballatissimo.
no, magari.
è uno di quei valori vitali, che puoi sperare solo che abbiano sbagliato in laboratorio.
domani (se ci arrivo) smetto di fumare.
anzi, facciamo lunedì.
oggi me le ha strappate di mano mia moglie per prenotare le analisi.
spero solo che ci siano file di attesa lunghe....
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Bene grazie, capo. Sempre a disposizione!
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
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danny lo puoi togliereanxxur ha scritto:Teo, Pan, Danny, Bigtits.... Mmmm.... Li conti non tornano...
http://www.youtube.com/watch?v=rAMdOlOWdqI

ma questo e' il topic delle gufate..!:D
non bisognerebbe farselo da soli?

io me lo faro' da solo...(appena mi viene l'ispirazione..)
non bisognerebbe farselo da soli?

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E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re:
Toh, pare che io sia ancora vivo, e dico pareCanellaBruneri ha scritto:Avresti mica qualche dettaglio in più?WARDOG ha scritto:Ho sognato che tre forumisti nel 2009 moriranno.
Due di incidente stradale, di cui uno con lunga agonia,
E il terzo di cause naturali, ma non so dire quali.
Spero di sbagliarmi, ma di solito ci prendo in queste cose.
Anche in MP, perchè , nel caso, avrei delle cosette da sistemare,prima.
Grazie, per la gentilezza
Un saluto ad HB e WARDOG
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Re: [O.T.] Farsi un Coccodrillo.
Freddo Parco
Clara si travava al parco cittadino, un tipico luogo per famiglie, almeno a quell'ora del giorno. Le tre e mezza, un sole pallido ma tuttosommato utile a non sentirsi in totale balia dell'inverno. Si stava bene, e le urla di divertimento dei bambini lo testimoniavano meglio di qualsiasi descrizione minuziosa, a parte, appunto, quella di bambinesche urla di divertimento, che di minuzioso ha ben poco.
C'erano molti bambini, quasi troppi se si volesse essere un po' caustici. Fin troppo pochi, se si volesse essere retorici e melensi, o cattolici. Le mamme sedevano su panchine soleggiate, le poche all'ombra erano, chissà da quanto tempo, presidiate da eroinomani con qualche affanno. Qualcuno più del solito.
Clara osservava pensierosa un grande albero, dove ogni tanto un colpo d'ala od un atterraggio spericolato segnalava la presenza di qualche inquilino. Era un albero di grosse dimensioni ma non certo imponente. Era difficile ci fossero alberi del genere in una cittadina periferica come quella. L'atteggiamento di Clara sembrava incompatibile con l'atmosfera giocosa dei bambini, o con quella pettegola e rilassata delle mamme. Anche con l'atmosfera lugubre dei tre eroinomani aveva poco a che fare. Chissà se si sarebbero mai spostati da quelle panchine ombreggiate, chissà che freddo.
L'atmosfera mite e pensierosa era tutta per Clara, unica nel suo genere, in quel frequentato parco. Era seduta con le gambe raccolte, sul nudo prato, nuda. Una sbavatura di sangue le ornava la bocca, ed un piccolo rigagnolo ne recintava il giaciglio. Sembrava non soffrire il freddo, e seppur al sole, a differenza dei tossici una cinquantina di metri più in la, dubito non accusasse un certo freddo. Ma non lo dava a vedere. Com'è possibile che una ragazza nuda, in un luogo pubblico molto frequentato, non attiri l'attenzione? Anche in estate lo avrebbe fatto, figuriamoci in un inverno dove le teste delle persone affioravano da pesanti cappotti guarniti di signore sciarpe. Aggiungerei infine che le persone nude, in quei contesti, alla lunga muoiono. Quindi un po' di allarmismo sarebbe apparso addirittura comprensibile.
Un padre giunse in auto nei pressi del parco cittadino. Spense il motore tremila di cilindrata, dopo un parcheggio impeccabile, e si diresse verso la panchina più gremita di donne e sole dell'intero parco. Nel farlo, con una discreta classe, essendo notoriamente il marito della mamma più invidiata della cittadina, passò a circa tre metri da Clara. Ella giaceva alla sinistra del galant'uomo, ed in modo incredibilmente naturale ed armonioso si abbassò quanto bastasse per non essere notata. C'era un avvallamento del terreno molto utile al suo inspiegabile ma determinatissimo atteggiamento.
Alle sei ben poche mamme rimasero, la maggior parte di esse era già intenta a raccontare al marito quanto l'Antonella, la Federica o la Giovanna di turno fosse ingrassata. Anche che il piccolo Claudio, la piccola Silvia o Giacomino fossero più disobbedienti e cretini del solito, con quella madre degenera che si ritrovava, era molto gettonato.
Qualche persona, di difficile catalogazione o salace etichettatura, appariva e scompariva col proprio cane. Questi solitamente, dopo qualche sniffatina di rito, per convincersi di essere in mezzo alla natura grazie alla disinteressata generosità dell'amato padrone, cagavano. Il padrone finalmente poteva così rendersi ridicolo nel raccogliere, con un sottilissimo sacchetto di plastica, il prodotto di tale escursione benefica. E si tornava tutti al calduccio di casa.
Clara verso le otto sembrava distratta, ogni tanto qualche cane si avvicinava addirittura, annusando curioso quel corpo nudo, e non accennava la benché minima mossa mimetica, una delle sue. Ogni volta il padone chiamava insistentemente l'animale, che dall'oscurità riappariva più scatenato che mai. Che avesse cagato o meno, si tornava insieme al tepore casalingo. Il telegiornale e gli show in prima serata non aspettavano certo loro due.
Ecco che dalle panchine all'ombra, ormai indistinguibili dalle altre, risorse a vita terrena uno dei tossici. Sembrava avere una buona cera, nonostante quel modo non convenzionale di recuperare le forze. Prima di tornare alla propria dimora, a dire il vero non eccessivamente calda in quanto le bolette non erano la priorità del momento, era intenzionato a cercare qualche buon rifiuto da mangiare. Non aveva troppe pretese, e iniziava a corteggiare anche l'idea di dare una controllatina alle tasche dei suoi compari di riposo, ancora nel mondo di orfeo o già in quello eterno.
Anzi, la seconda idea aveva decisamente sorpassato la prima, almeno temporaneamente. Se avesse trovato un bel gruzzoletto, dopo una dose ci faceva uscire un bel panino col salame, magari salame al cioccolato. Doveva ancora decidere, ma ci volle meno di un minuto per realizzare che i suoi compari erano dei disperati come lui, squattrinati fino al midollo. E che uno era bello che morto.
Con l'umore già rovinato di primo mattino (si era appena svegliato e non era propenso a cogliere ogni minimo dettaglio), ripiombò sulla prima idea, che per fortuna non gli era ancora passata di mente. Nei soliti quattro cestini nulla di nulla, conosceva quel parco a memoria. Rischiava per lui di diventare una mattina da record della sfiga. L'albero grande era l'ultima sua speranza, di solito a qualche sfortunato moccioso cadeva lì la merendina, o qualche sfortunata merendina finiva lì di proposito. Era il momento della verità: nulla, solo una ragazza morta, senza una misera tasca da controllare.
Era come se un dio salutista e vendicativo ce l'avesse con lui. Ne aveva abbastanza di quel parco, per quella mattina. Era l'ora di sloggiare.
Con la partenza di quello sfortunato avventore, oltre a gente priva di vita o conoscenza non rimaneva più nessuno. Anche quella rigida giornata era giunta ad un termine. Apparve con evidenza che le ragazze, in quei contesti, alla lunga muoiono.
Clara si travava al parco cittadino, un tipico luogo per famiglie, almeno a quell'ora del giorno. Le tre e mezza, un sole pallido ma tuttosommato utile a non sentirsi in totale balia dell'inverno. Si stava bene, e le urla di divertimento dei bambini lo testimoniavano meglio di qualsiasi descrizione minuziosa, a parte, appunto, quella di bambinesche urla di divertimento, che di minuzioso ha ben poco.
C'erano molti bambini, quasi troppi se si volesse essere un po' caustici. Fin troppo pochi, se si volesse essere retorici e melensi, o cattolici. Le mamme sedevano su panchine soleggiate, le poche all'ombra erano, chissà da quanto tempo, presidiate da eroinomani con qualche affanno. Qualcuno più del solito.
Clara osservava pensierosa un grande albero, dove ogni tanto un colpo d'ala od un atterraggio spericolato segnalava la presenza di qualche inquilino. Era un albero di grosse dimensioni ma non certo imponente. Era difficile ci fossero alberi del genere in una cittadina periferica come quella. L'atteggiamento di Clara sembrava incompatibile con l'atmosfera giocosa dei bambini, o con quella pettegola e rilassata delle mamme. Anche con l'atmosfera lugubre dei tre eroinomani aveva poco a che fare. Chissà se si sarebbero mai spostati da quelle panchine ombreggiate, chissà che freddo.
L'atmosfera mite e pensierosa era tutta per Clara, unica nel suo genere, in quel frequentato parco. Era seduta con le gambe raccolte, sul nudo prato, nuda. Una sbavatura di sangue le ornava la bocca, ed un piccolo rigagnolo ne recintava il giaciglio. Sembrava non soffrire il freddo, e seppur al sole, a differenza dei tossici una cinquantina di metri più in la, dubito non accusasse un certo freddo. Ma non lo dava a vedere. Com'è possibile che una ragazza nuda, in un luogo pubblico molto frequentato, non attiri l'attenzione? Anche in estate lo avrebbe fatto, figuriamoci in un inverno dove le teste delle persone affioravano da pesanti cappotti guarniti di signore sciarpe. Aggiungerei infine che le persone nude, in quei contesti, alla lunga muoiono. Quindi un po' di allarmismo sarebbe apparso addirittura comprensibile.
Un padre giunse in auto nei pressi del parco cittadino. Spense il motore tremila di cilindrata, dopo un parcheggio impeccabile, e si diresse verso la panchina più gremita di donne e sole dell'intero parco. Nel farlo, con una discreta classe, essendo notoriamente il marito della mamma più invidiata della cittadina, passò a circa tre metri da Clara. Ella giaceva alla sinistra del galant'uomo, ed in modo incredibilmente naturale ed armonioso si abbassò quanto bastasse per non essere notata. C'era un avvallamento del terreno molto utile al suo inspiegabile ma determinatissimo atteggiamento.
Alle sei ben poche mamme rimasero, la maggior parte di esse era già intenta a raccontare al marito quanto l'Antonella, la Federica o la Giovanna di turno fosse ingrassata. Anche che il piccolo Claudio, la piccola Silvia o Giacomino fossero più disobbedienti e cretini del solito, con quella madre degenera che si ritrovava, era molto gettonato.
Qualche persona, di difficile catalogazione o salace etichettatura, appariva e scompariva col proprio cane. Questi solitamente, dopo qualche sniffatina di rito, per convincersi di essere in mezzo alla natura grazie alla disinteressata generosità dell'amato padrone, cagavano. Il padrone finalmente poteva così rendersi ridicolo nel raccogliere, con un sottilissimo sacchetto di plastica, il prodotto di tale escursione benefica. E si tornava tutti al calduccio di casa.
Clara verso le otto sembrava distratta, ogni tanto qualche cane si avvicinava addirittura, annusando curioso quel corpo nudo, e non accennava la benché minima mossa mimetica, una delle sue. Ogni volta il padone chiamava insistentemente l'animale, che dall'oscurità riappariva più scatenato che mai. Che avesse cagato o meno, si tornava insieme al tepore casalingo. Il telegiornale e gli show in prima serata non aspettavano certo loro due.
Ecco che dalle panchine all'ombra, ormai indistinguibili dalle altre, risorse a vita terrena uno dei tossici. Sembrava avere una buona cera, nonostante quel modo non convenzionale di recuperare le forze. Prima di tornare alla propria dimora, a dire il vero non eccessivamente calda in quanto le bolette non erano la priorità del momento, era intenzionato a cercare qualche buon rifiuto da mangiare. Non aveva troppe pretese, e iniziava a corteggiare anche l'idea di dare una controllatina alle tasche dei suoi compari di riposo, ancora nel mondo di orfeo o già in quello eterno.
Anzi, la seconda idea aveva decisamente sorpassato la prima, almeno temporaneamente. Se avesse trovato un bel gruzzoletto, dopo una dose ci faceva uscire un bel panino col salame, magari salame al cioccolato. Doveva ancora decidere, ma ci volle meno di un minuto per realizzare che i suoi compari erano dei disperati come lui, squattrinati fino al midollo. E che uno era bello che morto.
Con l'umore già rovinato di primo mattino (si era appena svegliato e non era propenso a cogliere ogni minimo dettaglio), ripiombò sulla prima idea, che per fortuna non gli era ancora passata di mente. Nei soliti quattro cestini nulla di nulla, conosceva quel parco a memoria. Rischiava per lui di diventare una mattina da record della sfiga. L'albero grande era l'ultima sua speranza, di solito a qualche sfortunato moccioso cadeva lì la merendina, o qualche sfortunata merendina finiva lì di proposito. Era il momento della verità: nulla, solo una ragazza morta, senza una misera tasca da controllare.
Era come se un dio salutista e vendicativo ce l'avesse con lui. Ne aveva abbastanza di quel parco, per quella mattina. Era l'ora di sloggiare.
Con la partenza di quello sfortunato avventore, oltre a gente priva di vita o conoscenza non rimaneva più nessuno. Anche quella rigida giornata era giunta ad un termine. Apparve con evidenza che le ragazze, in quei contesti, alla lunga muoiono.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
- gi.kappa.
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Re:
Ma è vero quello che c'è scritto in questo post?bigtitslover ha scritto:Signori, questo è l'ultimo messaggio che lascio qui.
Mi hanno diagnosticato una malattia incurabile, senza possibilità di sbagli. Non scendo nei dettagli, ma saró nel pieno delle mie facoltà solo per i prossimi 2, massimo 3 mesi. Ovvio che tra i miei programmi futuri quello di passare del tempo davanti al computer non è tra i principali. Quello che mi attende nelle prossime settimane è tremendo. Ho già sistemato tutti i miei affetti sotto ogni punto di vista, liquidato proprietà , chiuso i conti e via. Dal punto di vista finanziario sono tranquillo, ho riservato per questi miei ultimi giorni una piccola provvista. Gli amici li ho salutati con una monumentale nottata di bevute nel mio pub preferito. Ho organizzato una cena pantagruelica con tutto quello che più mi piace, anche se è agosto adesso: pasta con le melanzane, parmigiana di melanzane, cotechino e lenticchie, agnello arrosto, agnello al limone e agnello al sugo, mallorreddus e culigiones al sugo di agnello, porcetto arrosto, pecora bollita, interiora di pecora arrosto, ecc... ecc... Dopo aver salutato ogni parente che ho in vita parto, per non tornare mai più. Vado a Las Vegas, suite al Bellagio. Ava Devine mi ha fatto uno sconto sul rate, l'ho affittata per quindici giorni. O fino alla mia morte. Pagamento anticipato ovviamente.

Sogna una carne sinteticanuovi attributi eunmicrochipemozionale
Sogna di un bisturi amico che faccia dileiqualcosafuoridalnormale
Sogna di un bisturi amico che faccia dileiqualcosafuoridalnormale
Re: [O.T.] Farsi un Coccodrillo.
In morte di Ciann
— Ebbene, non ci dite se tornerete in Italia?
— Barda, credo proprio che non sarà possibile.
— Mavco, Blif, Dada, Lilith hanno più fortuna. Siete stato con loro a Bologna. Mi hanno detto che con voi si vedono cose che non si vedrebbero altrimenti, di cui nessuno ha mai parlato, che gli avete mostrato cose inaudite, e che, anche in quelle sconosciute, sono riusciti a rendersi conto di certi particolari davanti ai quali, senza di voi, sarebbero potuti passare venti volte senza mai notarli. Decisamente sono stati più favoriti di me.
Ciann scoppiò a ridere.
— Vorrei comunque sapere, gli domandò Barda, come, con dieci mesi d’anticipo, possiate sapere che sarà impossibile.
— Caro Barda, se ci tenete a saperlo ve lo dirò, ma intanto potete vedere che sto molto male.
— Si, mio caro Ciann, trovo che non abbiate affatto una buona cera, il vostro colorito non mi piace, e scrivete quei cazzo di post lunghissimi, ma non vi chiedo di partire tra una settimana, ma tra dieci mesi. In dieci mesi si ha il tempo di curarsi, no?
— Ebbene, in una parola, la ragione che vi impedirà di tornare in Italia?, chiese Barda alzandosi.
— Ma, caro amico, è che sarò morto da parecchi mesi. Secondo i medici che ho consultato alla fine dell’anno, il male di cui soffro, e che del resto può portarmi via anche subito, non mi lascerà in ogni caso più di tre o quattro mesi di vita, ed è già molto, rispose Ciann sorridendo.
— Ma che cosa dite?, esclamò Barda interrompendo un istante il suo cammino verso la carrozza e alzando i suoi begli occhi castani e malinconici, ma pieni d’incertezza. Posto per la prima volta nella sua vita tra due doveri così diversi come salire in carrozza per andare a cena fuori, e testimoniare pietà a un uomo che sta per morire, nel codice delle convenienze non trovava nulla che indicasse la procedura da seguire e, non sapendo a quale dare la preferenza, ritenne di dovere far finta di non credere che la seconda alternativa potesse darsi, in modo da obbedire alla prima che in quel momento richiedeva meno sforzo, e pensò che il miglior modo per risolvere il conflitto era negarlo.
— Volete scherzare? disse a Ciann.
— Sarebbe uno scherzo di ottimo gusto, rispose ironicamente Ciann. Non so perché vi dico questo, finora non vi avevo mai parlato della mia malattia. Ma dal momento che me l’avete chiesto e che ora posso morire da un giorno all’altro... Ma soprattutto non voglio che ritardiate, siete a cena fuori.
Barda si avviò risolutamente alla carrozza e rivolse un ultimo addio a Ciann.
— Ne riparleremo, non credo a una parola di quello che dite, ma bisogna parlarne insieme. Vi hanno stupidamente terrorizzato, venite a colazione, il giorno che vorrete, sceglierete voi il giorno e l’ora, ma ora devo proprio andare, poi vi confesso francamente che muoio di fame. Non ho fatto colazione stamattina e a pranzo ho mangiato solo un panino, inoltre ho già bevuto molto. Le otto meno cinque! Ah! Finirà che starò male di stomaco.
Barda non era affatto imbarazzato di parlare dei malesseri suoi a un moribondo, poiché i primi lo interessavano di più, gli sembravano più importanti. Così, fu soltanto per buona educazione e per salacità che, prima di scomparire, gridò con voce stentorea a Ciann:
— E voi, non lasciatevi impressionare da quelle sciocchezze dei medici, diavolo! Sono degli asini. Siete sano come il Sydney Harbour Bridge. Ci seppellirete tutti!
— Ebbene, non ci dite se tornerete in Italia?
— Barda, credo proprio che non sarà possibile.
— Mavco, Blif, Dada, Lilith hanno più fortuna. Siete stato con loro a Bologna. Mi hanno detto che con voi si vedono cose che non si vedrebbero altrimenti, di cui nessuno ha mai parlato, che gli avete mostrato cose inaudite, e che, anche in quelle sconosciute, sono riusciti a rendersi conto di certi particolari davanti ai quali, senza di voi, sarebbero potuti passare venti volte senza mai notarli. Decisamente sono stati più favoriti di me.
Ciann scoppiò a ridere.
— Vorrei comunque sapere, gli domandò Barda, come, con dieci mesi d’anticipo, possiate sapere che sarà impossibile.
— Caro Barda, se ci tenete a saperlo ve lo dirò, ma intanto potete vedere che sto molto male.
— Si, mio caro Ciann, trovo che non abbiate affatto una buona cera, il vostro colorito non mi piace, e scrivete quei cazzo di post lunghissimi, ma non vi chiedo di partire tra una settimana, ma tra dieci mesi. In dieci mesi si ha il tempo di curarsi, no?
— Ebbene, in una parola, la ragione che vi impedirà di tornare in Italia?, chiese Barda alzandosi.
— Ma, caro amico, è che sarò morto da parecchi mesi. Secondo i medici che ho consultato alla fine dell’anno, il male di cui soffro, e che del resto può portarmi via anche subito, non mi lascerà in ogni caso più di tre o quattro mesi di vita, ed è già molto, rispose Ciann sorridendo.
— Ma che cosa dite?, esclamò Barda interrompendo un istante il suo cammino verso la carrozza e alzando i suoi begli occhi castani e malinconici, ma pieni d’incertezza. Posto per la prima volta nella sua vita tra due doveri così diversi come salire in carrozza per andare a cena fuori, e testimoniare pietà a un uomo che sta per morire, nel codice delle convenienze non trovava nulla che indicasse la procedura da seguire e, non sapendo a quale dare la preferenza, ritenne di dovere far finta di non credere che la seconda alternativa potesse darsi, in modo da obbedire alla prima che in quel momento richiedeva meno sforzo, e pensò che il miglior modo per risolvere il conflitto era negarlo.
— Volete scherzare? disse a Ciann.
— Sarebbe uno scherzo di ottimo gusto, rispose ironicamente Ciann. Non so perché vi dico questo, finora non vi avevo mai parlato della mia malattia. Ma dal momento che me l’avete chiesto e che ora posso morire da un giorno all’altro... Ma soprattutto non voglio che ritardiate, siete a cena fuori.
Barda si avviò risolutamente alla carrozza e rivolse un ultimo addio a Ciann.
— Ne riparleremo, non credo a una parola di quello che dite, ma bisogna parlarne insieme. Vi hanno stupidamente terrorizzato, venite a colazione, il giorno che vorrete, sceglierete voi il giorno e l’ora, ma ora devo proprio andare, poi vi confesso francamente che muoio di fame. Non ho fatto colazione stamattina e a pranzo ho mangiato solo un panino, inoltre ho già bevuto molto. Le otto meno cinque! Ah! Finirà che starò male di stomaco.
Barda non era affatto imbarazzato di parlare dei malesseri suoi a un moribondo, poiché i primi lo interessavano di più, gli sembravano più importanti. Così, fu soltanto per buona educazione e per salacità che, prima di scomparire, gridò con voce stentorea a Ciann:
— E voi, non lasciatevi impressionare da quelle sciocchezze dei medici, diavolo! Sono degli asini. Siete sano come il Sydney Harbour Bridge. Ci seppellirete tutti!
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Re: [O.T.] Farsi un Coccodrillo.
Che stralcio barda.
E' o non è un'opera imprescindibile?
Ah quando scriverò il post "recherche", per tutti voi.
Sarà piuttosto lunghetto, e sarà per tutti voi.
p.s. grazie duca di Bardantes.
E' o non è un'opera imprescindibile?
Ah quando scriverò il post "recherche", per tutti voi.
Sarà piuttosto lunghetto, e sarà per tutti voi.
p.s. grazie duca di Bardantes.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Re: [O.T.] Farsi un Coccodrillo.
No Proust no, pietà
An idle mind is the devil's playground/Si, ma la NATO?
"Nel lungo periodo saremo tutti morti" John Maynard Keynes
Membro dell'ala intelligente del forum dal 07/02/22
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