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WASHINGTON - Dopo avere trascorso 35 anni in prigione per avere rubato un televisore, Junior Allen è tornato in libertà . L'uomo, che oggi ha 65 anni, era stato condannato al carcere a vita per essere penetrato nella abitazione di una donna di 87 anni, in Nord Carolina, rubando un televisore a 19 pollici, in bianco e nero, del valore di 140 dollari. Allen, un afro-americano, era stato condannato nel 1970 al carcere a vita. Da allora, la pena massima per il suo reato è stata portata a tre anni di carcere. Nel frattempo Allen ha visto uscire dalla prigione assassini e violentatori finiti in carcere dopo di lui.
giustizia americana.
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- bellavista
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Non succede solo ai poveri.
bobby fischer, considerato da tutti il più grande scacchista di sempre è in galera per aver giocato a scacchi turante un embargo americano.
questa è la motivazione ufficiale, quella realte è che ha fatto dichiarazione "anti americane" durante l'11/9 ma ovviamente nella terra della libertà nessuno viene arrestato per ció che dice... si trova una scusa e lo si arresta per altro.
fischer in prigione nell'assordante silenzio mediatico
bobby fischer, considerato da tutti il più grande scacchista di sempre è in galera per aver giocato a scacchi turante un embargo americano.
questa è la motivazione ufficiale, quella realte è che ha fatto dichiarazione "anti americane" durante l'11/9 ma ovviamente nella terra della libertà nessuno viene arrestato per ció che dice... si trova una scusa e lo si arresta per altro.

fischer in prigione nell'assordante silenzio mediatico
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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10 agosto 2004
Signor Presidente,
nel 1972 Bobby Fischer divenne un eroe nazionale. Mi sconfisse nel match per il campionato del mondo a Reykjavik, sbaragliando l'armata dei grandi scacchisti sovietici. Un solo uomo sconfisse un'intera armata. Poco dopo, Fischer smise di giocare. In questo, rievocó la triste storia di Paul Morphy che, a 21 anni, creó intorno a sè un'aura di leggenda sconfiggendo tutti i principali maestri europei e aggiudicandosi ufficiosamente la palma di campione del mondo. Poi smise di giocare e la sua esistenza si concluse tragicamente a New Orleans nel 1884, quando aveva solo 47 anni.
Nel 1992, vent'anni dopo Reykjavik, avvenne il miracolo. Bobby ricomparve e disputammo un match in Jugoslavia. Tuttavia, in quel periodo, era in vigore contro la Jugoslavia un regime di sanzioni che impediva ai cittadini americani di intraprendere qualunque tipo di attività nel territorio di quel paese. Bobby violó le disposizioni del Dipartimento di Stato e il 15 dicembre 1992 la corte distrettuale degli USA emise contro di lui un mandato di arresto. Io invece sono cittadino francese dal 1998 e il governo non ha intrapreso alcuna misura contro di me.
Dal 13 luglio 2004, Bobby è detenuto nel carcere dell'aeroporto di Narita per violazione delle leggi sull'immigrazione. Gli eventi sono stati riportati dai media. La legge è legge, non lo metto in dubbio, ma quello di Fischer non è un caso comune. Bobby ed io siamo amici dal 1960, quando vincemmo ex aequo al torneo di Mar-del-Plata. Bobby ha una personalità tormentata, me ne accorsi subito: è onesto e altruista, ma assolutamente asociale. Non si adegua al modo di vita di tutti, ha un elevatissimo senso della giustizia e non è disposto a compromessi nè con sè stesso nè con il prossimo. E' una persona che agisce quasi sempre a proprio svantaggio.
Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, corregga l'errore che ha commesso Franà§ois Mitterand(1) nel 1992. Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera.
Boris Spassky, decimo campione del mondo di scacchi

Signor Presidente,
nel 1972 Bobby Fischer divenne un eroe nazionale. Mi sconfisse nel match per il campionato del mondo a Reykjavik, sbaragliando l'armata dei grandi scacchisti sovietici. Un solo uomo sconfisse un'intera armata. Poco dopo, Fischer smise di giocare. In questo, rievocó la triste storia di Paul Morphy che, a 21 anni, creó intorno a sè un'aura di leggenda sconfiggendo tutti i principali maestri europei e aggiudicandosi ufficiosamente la palma di campione del mondo. Poi smise di giocare e la sua esistenza si concluse tragicamente a New Orleans nel 1884, quando aveva solo 47 anni.
Nel 1992, vent'anni dopo Reykjavik, avvenne il miracolo. Bobby ricomparve e disputammo un match in Jugoslavia. Tuttavia, in quel periodo, era in vigore contro la Jugoslavia un regime di sanzioni che impediva ai cittadini americani di intraprendere qualunque tipo di attività nel territorio di quel paese. Bobby violó le disposizioni del Dipartimento di Stato e il 15 dicembre 1992 la corte distrettuale degli USA emise contro di lui un mandato di arresto. Io invece sono cittadino francese dal 1998 e il governo non ha intrapreso alcuna misura contro di me.
Dal 13 luglio 2004, Bobby è detenuto nel carcere dell'aeroporto di Narita per violazione delle leggi sull'immigrazione. Gli eventi sono stati riportati dai media. La legge è legge, non lo metto in dubbio, ma quello di Fischer non è un caso comune. Bobby ed io siamo amici dal 1960, quando vincemmo ex aequo al torneo di Mar-del-Plata. Bobby ha una personalità tormentata, me ne accorsi subito: è onesto e altruista, ma assolutamente asociale. Non si adegua al modo di vita di tutti, ha un elevatissimo senso della giustizia e non è disposto a compromessi nè con sè stesso nè con il prossimo. E' una persona che agisce quasi sempre a proprio svantaggio.
Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, corregga l'errore che ha commesso Franà§ois Mitterand(1) nel 1992. Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera.
Boris Spassky, decimo campione del mondo di scacchi

Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi