Conto da 241 mila dollari, manager querela A Manhattan la guerra della lap dance Inchiesta sullo «Scores», nightclub esclusivo. Ma il «New York Times»: logico pagare più di quello che si beve
NEW YORK - All’apparenza sembra la classica truffa a Manhattan: il dirigente di una multinazionale va a festeggiare un affare milionario in un locale strip e quando alla fine arriva l’astronomico conto - 241 mila dollari, il prezzo di una villa o di una Ferrari - l’uomo querela il nightclub , già al centro di un’indagine del Procuratore distrettuale di New York per il sospetto di «gonfiare» le fatture. Ma in realtà la storia è più complicata. Come si spiega, altrimenti, che il vip al centro dello scandalo, Robert McCormick, Ceo da un milione di dollari annui del colosso informatico del Missouri Savvis - che tra i clienti annovera anche la Borsa di New York - è stato sospeso senza stipendio dal proprio cda? Che ha lanciato un’investigazione interna e chiede la sua testa? Il fatto risale all’ottobre del 2003, quando il 40enne McCormick, sposato e padre di tre figlie, si reca insieme a tre soci da «Scores», il locale di striptease frequentato da star hollywoodiane e broker di Wall Street. Alla fine di una notte brava trascorsa al President’s Club - la sala più esclusiva, con 10 ballerine da 4 mila dollari l’ora - il dirigente si rifiuta di pagare i 241 mila dollari del conto, che viene comunque addebitato alla sua American Express aziendale. «Sono vittima di una truffa» accusa McCormick che querela «Scores», sostenendo di aver speso «soltanto 27 mila dollari».
A complicare le cose è la controquerela dell’American Express che lo cita per riavere i suoi soldi. Il motivo? Le ricevute ufficiali di «Scores», firmate dallo stesso McCornick, che dimostrano come quest’ultimo abbia autorizzato passo per passo il pagamento dell’astronomica parcella finale. Fin qui il fatto, che ha provocato accese reazioni. Sul New York Times , per esempio: che ha chiesto a Elisabeth Eaves, ex ballerina e autrice del libro « Bare : la nuda verità sullo striptease» di dire la sua in un editoriale che ha fatto molto discutere. La ragazza non è una sconosciuta: il suo libro è un successo. Ha raccontato la sua esperienza di spogliarellista a Seattle arricchendola dei ritratti delle persone con le quali ha lavorato: lo studente gay che deve pagarsi l’università , la mamma che deve mantenere i figli, la donna disinibita che lo considera un lavoro come un altro. Oltre alla fenomenologia dello spettatore pagante. «Nessuno accusa Christian Dior di frode quando vende una borsetta a 13.000 dollari - punta il dito l’ex stripper dalle colonne del prestigioso quotidiano - il prezzo per accedere nei club più esclusivi del lusso non è mai troppo alto. In cambio dei loro milioni i ricchi avventori ricevono un dono senza prezzo: il poter entrare in una fantasia adolescenziale e di prodezza sessuale, trasformandosi per un po’ in James Bond, Han Solo e Hugh Hefner messi insieme». Per questo motivo, «i tremila euro che si pagano per per una bottiglia di champagne, non sono solo per la bevanda, ma per tutta l’atmosfera». Ma lo scandalo ha finito per toccare una corda profonda in un’America reduce dagli affari Enron, Tyco e Worldcom.
«Tra 27 mila e 241 mila dollari non c’è differenza - accusa James Fisher, direttore del Centro di Etica negli affari alla John Cook School of Business della St. Louis University -. Il suo comportamento è identico a quello di Dennis Kozlowski, il capo di Tyco International finito in prigione per aver sperperato milioni di dollari aziendali per sovvenzionare uno stile di vita opulento e sfrenato». Anche gli altri uomini d’affari che hanno querelato il nightclub «Scores» avevano usato le carte aziendali per il proprio sollazzo personale, in barba agli azionisti. Mitchell Blaser, il 53enne Ceo della compagnia di assicurazioni Swiss Re. Tauhidul Chaudury, marito di una diplomatica Onu del Bangladesh, che per colpa sua ha perso il posto ed è stata rimpatriata. E James Webb, un venditore della Florida, che subito dopo aver trovato un accordo extragiudiziario con «Scores» ha telefonato al locale per organizzare un grande party esclusivo tra amici.
Alessandra Farkas
New York New York non fare tanto il pork...................
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
- Scorpio
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 8603
- Iscritto il: 30/04/2001, 2:00
- Località: Piemunt liber
- Contatta:
i soliti pirla a stelle e strisce! con quella cifra ai volgia a puttane e champagna!
un'altra assurdità del cosiddetto mercato... mezzo miliardo delle vecchie lire buttate vie per due bagasce che fanno la lap-dance a New York invece che a Roccaraso..
un'altra assurdità del cosiddetto mercato... mezzo miliardo delle vecchie lire buttate vie per due bagasce che fanno la lap-dance a New York invece che a Roccaraso..
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
io taccio........certe cose sono al di fuori della mia comprensione..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.