Cannes

Scatta il fluido erotico...

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nightplay
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#1 Messaggio da nightplay »

Avrete letto di quel film francese presentato al Festival di Cannes nel quale i due protagonisti si abbandonano, nel finale, ad una dettagliata fellatio che va avanti per cinque minuti.
Se non è una falsa notizia pubblicitaria (anni fa si disse altrettanto per "Il diavolo in corpo" e per "La donna lupo", ma in entrambi le fellatio erano più che altro degli accenni girati nella semioscurità ), significa che il cinema "mainstream" sta decisamente avviandosi ad intersecare le strade del cinema hard.
Finirà  che un giorno qualcuno, di noi appassionati del genere, dirà  che siamo stati degli anticipatori e degli avanguardisti... :lol:

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Alec Empire
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#2 Messaggio da Alec Empire »

si tratta di 'The brown Bunny' di Vincent Gallo. Il blow- job finale è di Chloe Sevigny, la pellicola è un road- movie per il resto.
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#3 Messaggio da Alec Empire »

dimentichi 'Le pornographe' di Bonello, film di pochissimi anni fa con J. P. Leaud. Anche qui si vede chiaramente una masturbazione, mi pare.
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#4 Messaggio da Alec Empire »

ancora: nella versione uncut di 'Idioti' del Maestro Lars Von Trier c'è una penetrazione ripresa come Dio comanda.
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nightplay
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#5 Messaggio da nightplay »

In effetti dimenticavo il film "Il pornografo", anche se una masturbazione fa tutto sommato meno effetto di una fellatio praticata da un'attrice non specializzata nell'hard (per questo non ho menzionato "Baise Moi - Scopami", il cui cast femminile è di fatto quello di un hard tout court).
Quanto a Lars von Trier, per il quale concordo con il tuo definirlo un maestro, sarà  in parte anche merito suo se l'hard uscirà  dal ghetto: il suo manifesto "Dogma" per un nuovo cinema tiene in appropriata considerazione anche il cinema hard, e alcuni dei primi titoli che ne seguono le idee - mi vengono in mente "Costance" e "Pink Prison" - sono reperibili su dvd anche in Italia. Tuttavia, pur avendo presente la penetrazione nel film "Gli idioti", probabilmente ho assistito ad una versione "cut" perchè quel che si vedeva non durava più di uno o due secondi al massimo.

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#6 Messaggio da Alec Empire »

'Costance- il diario segreto' è prodotto da Von Trier e diretto da T. Versteskold, è un video noiosetto e troppo leccato secondo me.
'Pink Prison' è un discreto hard con trama...anche in questo caso Von Trier non è che un distratto supervisore, comunque.
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#7 Messaggio da nightplay »

Sì sì, lo so che von Trier c'entra poco o nulla (nonostante gli strilli di copertina) con quei due film, al massimo ne è il produttore e certamente non ha messo le mani nè nella regia nè nella sceneggiatura. Dicevo solo che i rispettivi registi si richiamano alle idee di von Trier e del suo "Dogma", come attualmente stanno facendo anche altri al di fuori del cinema hard (con risultati altalenanti: non tutti sono geni come von Trier). Concordo con te, inoltre, che "Pink Prison" è assai meglio di "Constance", che di per sè è effettivamente noioso e ha un suo valore solo se inquadrato nel contesto del discorso che stiamo facendo: non lo consiglierei, in se stesso, a nessun appassionato di porno.

kaos
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#8 Messaggio da kaos »

Purtroppo riguardo "Idioti" la versione uncut dell'orgia è comunque corta e la penetrazione dura 2/4 secondi.
Sto cercando la versione integrale ma sembra sia praticamente impossibile.
Se avete notizie a riguardo (sono pronto a pagare bene) vi sarei grato se mi deste notizie.

Ciao

KaOs

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#9 Messaggio da Alec Empire »

si c'è un richiamo al Von trier- pensiero quanto allo stile di ripresa, ma molto debole rispetto alla concezione radicale che ne ha lo stesso Lars.
Il film di Gallo credo cambierà  poco o niente, anche perchè rientra in un estremismo visivo che il mainstream saprà  masticare e riassorbire in forma piu' borghese ed inoffensiva: è successo con le scene di violenza del resto, con quelle relative ai droga- movies, succederà  anche per l'hard. Un esempio per tutti: 'Il cattivo tenente' di A. Ferrara è un film di una blasfemia e di una violenza inaudite, mai è successo sullo schermo di vedere un dettaglio del braccio di una star hollywoodiana (Harvey Keitel) trapassato da una siringa, o l'oltraggio della masturbazione (fuori campo ma cmq ardita per il contesto) dello stesso Keitel davanti alle ragazze fermate in macchina, o la sfilza di ingiurie davanti alle immagini sacre: eppure questo film è rimasto un caso, tanto per lo stesso autore che col passare degli anni si ripete stancamente (e pensare i magnifici esordi...) che per il cinema tutto.

p.s. un autore non- hard ma altamente erotico è stato anche Godard in 'Je vous salue, Marie', ovvero la storia della nascita del Cristo riveduta e corretta ai giorni nostri: una pellicola eccessiva e altamente discutibile, eppure accolta con quell'indifferenza mirata a seppellirne il potenziale (visivamente) rivoluzionario.
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#10 Messaggio da nightplay »

Mah... forse il senso del mio topic è stato frainteso, si trattava infatti più che altro di una battuta - relativa al fatto che gli appassionati di cinema hard possano un domani fare la figura degli anticipatori - e non di un particolare entusiasmo per il film di Gallo, che certamente mira alla pubblicità  assai più che all'innovazione o ibridazione dei generi.

Non ho alcun dubbio infatti che, come dici tu, questo tipo di estremismo visivo verrà  facilmente riassorbito: quel che mi chiedo è se questo riassorbimento sarà  sinonimo di emarginazione e accantonamento (come per le pellicole che citi di Ferrara e Godard) o, come io penso probabile, di progressiva appropriazione dell'estetica hard. Non ne sarei stupito (e, sul versante della pubblicità , alcuni autorevoli creativi hanno già  espresso una precisa opinione sull'imminente crollo delle barriere del mostrabile): fino agli anni venti era inconcepibile in un film far vedere un seno, poi vennero (questo in realtà  già  prima) Intolerance di Griffith e, in Italia, Clara Calamai, quindi i nudi integrali, poi i rapporti simulati alla maniera sexy-boccaccesca, poi quelli simil-realistici... lo stesso in tv: ricordo (avevo dieci o dodici anni) quando una sera degli anni Settanta tenne banco il nudo integrale - niente sesso, solo una posa da modella per un pittore - della giovanissima Enrica Bonaccorti in un film trasmesso dalla tv svizzera (che nel nord Italia si poteva captare e vedere), la tv italiana non aveva mai osato nulla del genere e ancora era perplessa per le gambe delle ballerine. Si parla di venticinque anni fa, non dell'Ottocento; poco dopo arrivarono le trasmissioni di Enzo Trapani - mi chiedo quale santo avesse in paradiso per godere della libertà  che gli fu concessa - e, al cinema, i primi film hard italiani, con nascita delle sale a luci rosse e le relative campagne repressive di alcuni agguerriti questori. E l'anno scorso, in tv, un balletto di Paola Barale in una trasmissione di Raffaella Carrà  su RaiUno replicava fedelmente (anche come atmosfere) la scenografia di un'orgia sadomaso; si sarebbe potuto trasferirlo di peso in un film hard, e non credo che i coreografi ne fossero inconsapevoli...

Voglio dire, il film (insignificante) di Gallo probabilmente non rappresenta una rottura, ma il segnale che i tempi sono quasi maturi per l'ultimo passo in avanti. Non si tratta di superare un tabù peggiore dei precedenti, dopotutto: per i perbenisti degli anni Sessanta le gambe delle Kessler erano altrettanto sconvolgenti (se non di più) di una penetrazione esplicita per i perbenisti di oggi. Il che non vuol dire che tutti i film diventeranno hard, proprio come non tutti i film contengono obbligatoriamente sesso soft: significa che i registi si potranno ritenere liberi di mostrare tutto, senza l'attuale ipocrisia del mostrare ugualmente tutto ma con l'avvertenza che un gomito o un qualsiasi oggetto "impalli" i genitali davanti all'inquadratura (si veda il recente "Lucia y el sexo", anche se lo cito per sentito dire e non per visione diretta). La realtà  è che già  oggi noi vediamo cose, ovunque e non solo al cinema, che era inconcepibile si vedessero quand'eravamo adolescenti: l'ingresso dell'hard nel cinema mainstream non sarebbe che l'ultimo gradino di una scala già  largamente salita (o discesa, direbbero i soliti perbenisti).

Tutto questo sembrerebbe un discorso abbastanza scontato da parte mia, se non fosse che a mio parere non si farebbe altro che chiudere un cerchio (e così mi ricollego alla battuta con cui ho iniziato). Perchè il giorno che il cinema "vero" dovesse includere nei propri confini anche le peculiarità  proprie del cinema hard, quest'ultimo avrebbe buon gioco nel tornare alle sue origini e dire che, dopotutto, la famosa "Golden Age of Porn" non era altro che cinema: sicuramente realizzato con povertà  di mezzi, sicuramente rientrante nel campo del B-movies, ma fornito di registi e di sceneggiature, di trame e di interpreti, di ambientazioni e di fotografi e dove il sesso era in funzione della storia e delle situazioni, al punto che a scene ampie e prolungate se ne affiancavano altre talmente fugaci da non poter neppure provocare una vera eccitazione fisica nello spettatore. Del resto, è giusto chiederselo (anche alla faccia di chi pensa che un film hard abbia obbligatoriamente solo motivazioni masturbatorie): sono migliori, negli anni Settanta così come oggi, molti dei filmucoli girati con l'unica velleità  di un passaggio televisivo in orario di basso ascolto o le migliori produzioni del settore hard? Sono migliori i molti Ed Wood della storia del cinema (di serie B, ma sempre riconosciuto come cinema) o i pochi Joe D'Amato, fuoriclasse dell'hard?

E la domanda finale, comunque, sarebbe un'altra. Se l'estetica hard verrà  un giorno inglobata nel cinema mainstream, che cosa ne sarà  allora del cinema hard? Secondo me, si intensificherà  una polarizzazione che in effetti sta già  mostrandosi: da una parte un piccolo gruppo di autori e di case produttrici disposti a prendersi qualitativamente sul serio (e quindi ad accettare di mettersi in gioco anche nei confronti e secondo i canoni del cinema tout court), dall'altro - purtroppo - un rifugio nell'estremo abbandonando non solo ogni velleità  cinematografica e qualitativa ma anche ogni equilibrio in termini di contenuti.

Chiedo scusa per il messaggio troppo lungo. Comunque mi fa piacere vedere che ti intendi di cinema in genere (e i tuoi giudizi di valore sono molto vicini ai miei), è proprio quello che un appassionato di cinema hard dovrebbe fare - avere una conoscenza e consapevolezza estetica e critica - per poter dare giudizi anche nel nostro settore.

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#11 Messaggio da Alec Empire »

io credo che se l'hard si fosse fermato ad un livello 'fusionista' come del resto era praticato negli anni '70 dai vari Metzger, Damiano ecc. la risposta al nostro quesito l'avremmo già  avuta: l'inserimento di scene hard all'interno di un ritmo narrativo pressochè tradizionale, solo un pó piu' scevro di approfondimento psicologico, colmato da 'scene madri' a luci rosse. Il fatto che quella metodologia di lavoro si sia estinta mi fa pensare che l'hard sia inseribile nel cinema tradizionale solo come 'citazione estemporanea' e strumentalizzabile a seconda del macrotesto del film, dunque come un corpo che perde la sua identità  primaria per acquisirne un'altra, non naturale ma imposta.
Per dire, il cinema tradizionale ha dimostrato di voler essere solo 'porno- metariflessivo', eliminando l'hard anche quando si occupa di esso (in 'Boogie Nights' non ci sono scene porno, il progetto biografico dedicato alla Lovelace con A. Jolie come suo alter- ego è rimasto una nuvola sopra Hollywood): dunque possiamo parlare di hard- coniugato se fai caso sempre con l'idea di morte, Eros e Thanatos ('Guardami') - ma non possiamo mostrarlo, pena la perdita dell'identità  del film come, appunto, prodotto cinematografico.
La scena pornografica per il cinema 'normale' resta a mio avviso un tempo morto sia dal punto di vista del minutaggio che da quello piu' discutibile del giudizio morale.

p.s. Wood è stato reinserito nel cinema normale solo in virtu' dei tempi moderni, che restaurano e rivalutano tutto: in realtà , il suo punto d'incontro con D'Amato c'è, si chiama 'Necromania' (hard che Wood giró nel '74 mi pare). E' anche vero peró che Massaccesi non è stato un regista pornografico, in quanto la sua testa era lontana dall'idea di 'pornografia', utilizzata piu' per fini pratici che per scopi artistici.
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#12 Messaggio da Alec Empire »

Voglio dire, Massaccesi fece porno, e lo fece bene per i primissimi anni, ma se avesse potuto ne avrebbe fatto molto volentieri a meno. Purtroppo questa è la verità  italiana: chi lo ha fatto ad eccezione di pochissimi lo ha fatto per ego frustrato- vittimismo artistico e altre storie. Scappandone, se e appena possibile.
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