un "outing" autorevole
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un "outing" autorevole
Segnalo un eccellente libro da pochissimo uscito nelle Edizioni Marsilio, "Cronaca della fine" di Antonio Franchini. Si tratta in realtà di una inchiesta su una stranissima vicenda editoriale degli anni Settanta, quindi il libro di per sè puó interessare soprattutto chi ama approfondire il "dietro le quinte" delle grandi case editrici e i meccanismi attraverso i quali un libro arriva o non arriva ad essere pubblicato. Ma a renderlo pertinente con questo forum sono le poche pagine introduttive intitolate "Antefatto pornografico": in esse l'autore svolge alcune interessanti considerazioni appunto sulla pornografia e, soprattutto, ammette - nero su bianco - di visionarne abitualmente. Sembrerebbe una notizia di poco conto, se non fosse che Franchini è un editor di primo piano della Mondadori: credo siano rari degli "outing" così espliciti, almeno da parte di persone "in vista" e con una posizione di un certo riguardo, su di un argomento ancora vissuto da molti come qualcosa di cui provare vergogna. Onore, quindi, al coraggio e alla sincerità di Franchini: se diventerà quella di molti (sono il primo ad ammettere che non è facile), allora la pornografia potrà davvero e definitivamente uscire dal suo ghetto.
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Io credo che sia la pornografia in prima persona e chi la pratica a non voler uscire dal ghetto fatto di segretezza su vere identità dei 'praticanti' e via discorrendo. In una vecchia intervista alla Schubert la donna diceva che, trovandosi a fare un film con Luca Damiano regista, lo stesso Damiano l'avesse pregata di non far circolare al di fuori dell'ambiente il suo vero nome e l'alias 'compromettente', pena figuracce di fronte ad alcune frequentazioni 'alto- borghesi' del regista (una volta toltisi panni e nomi 'sporchi', naturalmente).
Questo per dire che l'attività filmica, specifico filmica, di carattere pornografico è fatta 'per cause di forza maggiore' dagli stessi addetti ai lavori, che non sono per lo piu' interessati ad un'evoluzione dell'ambiente di cui si parla. O vi sono interessati solo a voce ma non fattivamente, che è ancora peggio.
Questo per dire che l'attività filmica, specifico filmica, di carattere pornografico è fatta 'per cause di forza maggiore' dagli stessi addetti ai lavori, che non sono per lo piu' interessati ad un'evoluzione dell'ambiente di cui si parla. O vi sono interessati solo a voce ma non fattivamente, che è ancora peggio.
Non parlo con le pedine (Kyrie Irving)
Io mi limito a giocare a basket e lascio che Dio faccia il resto (Michael Beasley)
In rete c’è troppo di tutto ed è meglio “spegnere” ogni tanto (Fabban)
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Che l'utente medio di pornografia possa provare pudore o vergogna puó essere comprensibile, ma che a comportarsi così sia un noto regista dell'ambiente è veramente ridicolo - e avvilente.Alec Empire ha scritto:o. In una vecchia intervista alla Schubert la donna diceva che, trovandosi a fare un film con Luca Damiano regista, lo stesso Damiano l'avesse pregata di non far circolare al di fuori dell'ambiente il suo vero nome e l'alias 'compromettente', pena figuracce di fronte ad alcune frequentazioni 'alto- borghesi' del regista (una volta toltisi panni e nomi 'sporchi', naturalmente).
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Concordo: la cosa è presente in diverse interviste rilasciate dalla Schubert all'epoca di 'Le avventure erotiX di Cappuccetto Rosso', 1993 dunque. Uno stralcio di queste dichiarazioni è presente anche in 'Moana e le altre': ció fa capire, a mio avviso, che l'imperativo di tutto l'apparato lavorativo dedito alla realizzazione di prodotti filmici hard NON E' 'facciamolo bene', bensi' 'facciamolo presto e poi tutti a casa'. Questo chiaramente la dice lunga su quanto stia a cuore l'ambiente a chi vi lavora dentro per primo...ma se ci guardiamo intorno non è poi cosi' difficile constatare quanto sostengo, anche senza andare a cercare esempi eclatanti.
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Antonio Franchini è uno dei più autorevoli editor italiani, oltre che uno dei più importanti scrittori e questo suo coming out non è stata una sorpresa per chi è nell'ambiente. Anzi. E' arcinota ormai la sdoganatura della pornografia nella letteratura italiana, dai primi libri che la Stampa Alternativa di Marcello Baraghini ha licenziato, sino alle confessioni hard dello scrittore italiano più promettente: Aldo Nove. Proprio Nove nei suoi libri racconta per filo e per segno trame e personaggi di alcuni dei film porno amati da lui e confessa tranquillamente di vederne spesso. Addirittura in un suo racconto spiega le sole che gli diede un edicolante di Corso Buones Aires che gli rifiló invece del Porno Catalogo (una vhs di 3 ore) un video vuoto.
Un libro chiamato Il Mostro di Vigevano uscito nel 1999 di un altro bravo autore italiano chiamato Pallavicini e attualmente sotto contratto alla Feltrinelli, inizia e finisce con due cataloghi pornografici, si tratta di tutte le videocassette possedute dal soggetto del libro, l'autore non ha mai negato che quel catalogo fosse legato a un'esperienza diretta.
Insomma dal cinema (Van Trier, Gallo, Borowicz), alla letteratura il porno è sempre stato guardato in maniera postmoderna, come una necessaria contaminazione. Mi scuso se sono stato troppo tecnico.
Un libro chiamato Il Mostro di Vigevano uscito nel 1999 di un altro bravo autore italiano chiamato Pallavicini e attualmente sotto contratto alla Feltrinelli, inizia e finisce con due cataloghi pornografici, si tratta di tutte le videocassette possedute dal soggetto del libro, l'autore non ha mai negato che quel catalogo fosse legato a un'esperienza diretta.
Insomma dal cinema (Van Trier, Gallo, Borowicz), alla letteratura il porno è sempre stato guardato in maniera postmoderna, come una necessaria contaminazione. Mi scuso se sono stato troppo tecnico.
Se la mia professoressa di fisica fosse uscita con me a 17 anni e me l'avesse data, non sarei il pervertito che oggi sono diventato.
Ti ringrazio per le precisazioni e, anzi, aggiungo qualcosa: non solo Aldo Nove ha affrontato il tema nelle vesti, appunto, del narratore Aldo Nove, ma con il suo vero nome di Antonello Satta Centanin - con il quale esordì un quindicennio fa come poeta - ha scritto e pubblicato, sul medesimo argomento, anche delle poesie molto ironiche e "nostalgiche" (la prima copia de "Le Ore", Gabriel Pontello, ifix tcen tcen e via dicendo...). Se le ritrovo, in mezzo ai quintali di carta che affollano casa mia, ne ricopio una e la posto.
E a proposito di letteratura, poesia e pornografia... anche il grande Umberto Saba - che era Saba, mica Gabriele d'Annunzio - si concesse un poemetto in ottave, ovviamente rimasto inedito finchè era in vita (ma pubblicato oggi nell'edizione di tutte le poesie, nei Meridiani Mondadori), sul tema del cunnilinguo. Molto divertente ma, chissà perchè, a scuola nessuno me ne aveva mai parlato.
Il cinema hard era di là da venire ma l'immaginazione, insomma, non mancava...
E a proposito di letteratura, poesia e pornografia... anche il grande Umberto Saba - che era Saba, mica Gabriele d'Annunzio - si concesse un poemetto in ottave, ovviamente rimasto inedito finchè era in vita (ma pubblicato oggi nell'edizione di tutte le poesie, nei Meridiani Mondadori), sul tema del cunnilinguo. Molto divertente ma, chissà perchè, a scuola nessuno me ne aveva mai parlato.
Il cinema hard era di là da venire ma l'immaginazione, insomma, non mancava...
Ma Saba non era omosessuale?nightplay ha scritto:E a proposito di letteratura, poesia e pornografia... anche il grande Umberto Saba - che era Saba, mica Gabriele d'Annunzio - si concesse un poemetto in ottave, ovviamente rimasto inedito finchè era in vita (ma pubblicato oggi nell'edizione di tutte le poesie, nei Meridiani Mondadori), sul tema del cunnilinguo. Molto divertente ma, chissà perchè, a scuola nessuno me ne aveva mai parlato.
PS A scuola manco "il cul fatto a trombetta" del Dante passa la censura......figuriamoci un autore come Saba che difficilmente è trattato (del liceo classico non parlo visto che non ho esperienza).
Il mio corso superiore terminó con qualche accenno ai futuristi quindi immagino che Saba la maggior parte della gente non sa neanche chi è.
Per SuSEr (sperando di non essere troppo OT con questa divagazione letteraria):
Saba, se era omosessuale, lo era a livello subliminale e psicanalitico, come in effetti i critici vogliono ipotizzare - certo non del tutto a torto - sulla base del romanzo incompiuto "Ernesto".
In realtà si è sposato, ha avuto una figlia e alcune delle sue poesie più belle le ha dedicate propria alla moglie Lina: non tanto la celeberrima "A mia moglie", una delle poche liriche sabiane che puó capitare di studiare anche a scuola, quanto la raccolta "Trieste e una donna". Che di tutta l'opera di Saba è forse il libro migliore, oltre che insolito per l'argomento: la moglie, infatti, l'aveva tradito con un altro uomo, e la raccolta narra della sofferenza vissuta da Saba e del successivo riavvicinamento. In ogni caso il matrimonio, tra i normali alti e bassi, duró tutta la loro vita.
Restando in tema di scuola e di letteratura "castrata"... ricordo lo sgomento divertito che provai a diciannove anni quando, uscito dal liceo, andai a leggermi da me le poesie di Catullo, tutte e non solo quelle "selezionate" ad uso scolastico. Il poeta di Lesbia, dei mille baci e poi ancora mille, dell'"odi et amo" si rivelava, così, per quello che è stato: un poeta grandissimo, ma completamente pornografico in buona parte dei testi che il tempo ci ha tramandato. Per verificare, leggere una qualsiasi traduzione integrale (ottima, per fedeltà , quella di Mario Ramous per Garzanti; evitare invece le traduzioni quasimodiane, "purgate" ad uso dell'epoca in cui furono fatte).
Insomma, tutti tranquilli: le cose che ci piace così tanto veder fare nei film hard si facevano anche duemila anni fa. E se avessero avuto la tecnologia necessaria, sicuramente anche a quell'epoca le avrebbero filmate...
Saba, se era omosessuale, lo era a livello subliminale e psicanalitico, come in effetti i critici vogliono ipotizzare - certo non del tutto a torto - sulla base del romanzo incompiuto "Ernesto".
In realtà si è sposato, ha avuto una figlia e alcune delle sue poesie più belle le ha dedicate propria alla moglie Lina: non tanto la celeberrima "A mia moglie", una delle poche liriche sabiane che puó capitare di studiare anche a scuola, quanto la raccolta "Trieste e una donna". Che di tutta l'opera di Saba è forse il libro migliore, oltre che insolito per l'argomento: la moglie, infatti, l'aveva tradito con un altro uomo, e la raccolta narra della sofferenza vissuta da Saba e del successivo riavvicinamento. In ogni caso il matrimonio, tra i normali alti e bassi, duró tutta la loro vita.
Restando in tema di scuola e di letteratura "castrata"... ricordo lo sgomento divertito che provai a diciannove anni quando, uscito dal liceo, andai a leggermi da me le poesie di Catullo, tutte e non solo quelle "selezionate" ad uso scolastico. Il poeta di Lesbia, dei mille baci e poi ancora mille, dell'"odi et amo" si rivelava, così, per quello che è stato: un poeta grandissimo, ma completamente pornografico in buona parte dei testi che il tempo ci ha tramandato. Per verificare, leggere una qualsiasi traduzione integrale (ottima, per fedeltà , quella di Mario Ramous per Garzanti; evitare invece le traduzioni quasimodiane, "purgate" ad uso dell'epoca in cui furono fatte).
Insomma, tutti tranquilli: le cose che ci piace così tanto veder fare nei film hard si facevano anche duemila anni fa. E se avessero avuto la tecnologia necessaria, sicuramente anche a quell'epoca le avrebbero filmate...
Aggiungo a proposito di D'Annunzio (l'articolo è di7 anni fa e non so se riesco a reperirlo) che lui giró addirittura un filmino a luci rosse con i rudimentali strumenti dell'epoca. Lui era un monaco che faceva visita a due suore non proprio devote. L'articolo, autorevolmente firmato (mi pare Scaraffia, lo stesso del saggio sulla zoofilia nella letteratura) uscì nel paginone culturale estivo del Corsera.
Se la mia professoressa di fisica fosse uscita con me a 17 anni e me l'avesse data, non sarei il pervertito che oggi sono diventato.
Segnalo a proposito di letteratura e pornografia il romanzo "Amor tavor" di Carlo D'Amicis appena uscito per un piccolo editore che narrativa italiana (pequod), a pagine 116 entrano in scena Dragixha e Valentina Demy in uno spettacolo mozzafiato che dura tutto un capitolo.
Se la mia professoressa di fisica fosse uscita con me a 17 anni e me l'avesse data, non sarei il pervertito che oggi sono diventato.