nik978 ha scritto:
siamo finito su un interessante discorso sul "dirigismo"..(e a ritroso sulle tirannie illuminate).
in questo campo (scarsezza di risorse e politiche energetiche) un dirgismo di stato, è ammesso?
mattei c'ha provato e si e' visto che fine ha fatto.
di mio non credo al dirigismo, credo piuttosto alla consapevolezza delle persone, all'educazione alle priorita' e all'applicazione su larga scala della tecnologia.
Cosi' come e' adesso tutto il settore dell'energia a livello mondiale e' in mano ad un gruppo di dirigisti, gli stessi che ci hanno portato all'attuale situazione insostenibile e che han da tempo imbavagliato scienza e tecnologia sotto forma di brevetti acquisiti e mai utilizzati (vedi ad esempio quelli della montedison di ferruzzi che potevano affrancare l'italia da gran parte dell'uso del petrolio gia negli anni 80).
Il risultato e' che il profitto fine a se stesso riesce ad intaccare il benessere dell'intera popolazione, perche' si interferisce con dei beni primari non cedibili ed ascrivibili a logiche di mercato.
Ci sono settori strategici per la vita dei paesi che sono e devono restare in mano pubblica, perche' essa e' l'unica forma di garanzia di qualita' e di finalita' a beneficio di tutti: sanita', acqua, energia e telecomunicazioni per me sono settori che devono essere tutelati e regolamentati dallo stato, anche per la corretta crescita dei mercati e dei servizi a cui privati possono accedere ed operare: diversamente crei dei monopoli privati che danneggiano la crescita del paese (vedi ad esempio caso telecom).
lo so...in italia il "dirgismo" sarebbe imporre il nucleare con ampio uso del reparto mobile e dei battaglioni dei cc.......
con implicazioni di foraggiare ad ampie mani il nostro brigatismo latente.
peró, che soluzioni??
cominciare ad usare la tecnologia che c'e' gia' ed il buon senso (che manca agli italiani). Razionalizzando i consumi e investendo seriamente in rinnovabili e in tecnologie alla portata di tutti possiamo cambiare parecchie cose nel belpaese.
ti faccio esempi banali ma ottimi per l'italia: usando una parte dell'idroelettrico nelle citta' medio-piccole dove scorre un fiume di media portata, recuperando i vecchi impianti di produzione di energia elettrica che si usavano nella prima meta' del 900, sarebbe ad esempio possibile garantire a regime energia elettrica per l'illuminazione pubblica serale e notturna di intere cittadine se non gruppi di piccoli comuni, oltre che contribuire alla produzione giornaliera di parte dell'energia ad uso di uffici o strutture pubbliche o comuni.
Ancora: anziche' introdurre i termovalorizzatori si potrebbero cominciare a costruire centrali a biomassa che possono servire bacini di utenza medio piccoli ma a quel punto energicamente autosufficenti come sul modello austriaco di Gà¼ssing: se ci pensi gran parte degli italiani vive in cittadine medio piccole, non in grandi citta': a quel punto piu' comunita' piccole si rendono energicamente autosufficenti, maggiore e' il risparmio per il sistema paese (e alla faccia di produttori come eni ed enel che ti vendono a peso d'oro l'energia che producono).
e poi hai il fotovoltaico e l'ottimizzazione energetica della casa: tanto per darti una testimonianza diretta ho parenti molto stretti che han messo su casa ad alta efficenza energetica in zona premontana e a tutt'oggi non han MAI usato condizionatori ne' il riscaldamento con la caldaia a condensazione a metano: hanno i pannelli per l'acqua calda (anche nei giorni piu' sfigati producono acqua almeno a 40 gradi) ed usano il gas solo per cucinare: prevedono forse di usare il riscaldamento tra gennaio e febbraio e forse neanche quello perche' meditano di mettere una stufa a pallets per riscaldare la zona giorno. ti posso assicurare che freddo non ne senti in quella casa.
e poi cominciamo a sfatare qualche mito.
1) il nucleare non e' economico: se lo fosse ci sarebbero un botto di aziende private che costruirebbero impianti in tutta europa: mi risulta tra l'altro che l'unica centrale in completamento sia in nord europa ed autorizzata tipo un 20 anni e passa fa.
i costi diretti ed indiretti di manutenzione e di smaltimento dei rifiuti sono talmente alti sia a medio che lungo termine che son fuori mercato rispetto al altre fonti come carbone, petrolio e rinnovabili.
La costruzione di un impianto infine richiede almeno dai 5 agli 10 anni contro 1 / 3 anni di un impianto tradizionale o che si basa su rinnovabili (ovviamente non si prendono in considerazione opere maxi, ma impianti tipo di media dimensione).
2) Gli stabilimenti nucleari ora in funzione sono redditivi perche' di fatto costruiti, pagati ed ammortati dai singoli stati in periodi ed epoche in cui il nucleare serviva soprattutto per produrre materiale per il settore bellico (vedi ad esempio la francia ma anche il giappone l'india o il pakistan non scherzano) ma piu' l'impianto invecchia piu' e' potenzialmente soggetto a guasti piu' o meno critici, non tanto sulla parte reattore ma ad esempio sulle tubature degli impianti di raffreddamento: giusto per ricordare, il superphoenix francese, al confine tra francia ed italia e costruito in parte con know how italiano, non e' mai andato a regime per una perdita all'impianto di raffreddamento a sodio liquido che negli anni non sono riusciti a trovare.
La differenza sostanziale in questi casi e' che se ti esplode la centrale di porto tolle le conseguenze per l'ambiente nel raggio di qualche chilometro possono essere affrontate e risolte nel giro di 10/20 anni, se salta un reattore nucleare ti sputtaneresti meta' del paese per qualche millennio e piu': basta vedere in ucraina gli effetti a tutt'oggi di chernobyil e ti rendi conto che hai compromesso una superfice enorme.
3) la politica energetica di un paese civile ha generalmente una durata ciclica di 40/50 anni: la francia a suo tempo per ragioni militari si butto' in gran parte sul nucleare, mentre in altri paesi si opto' per un sistema ibrido con piu' fonti: in italia dove si poteva decidere da anni di dare uno sviluppo serio alle rinnovabili, all'idroelettrico e al fotovoltaico grazie all'incapacita' della classe dirigente si e' restati al palo lasciando decidere all'eni e all'enel di buttarsi su gas e petrolio.
4) il modello di rete di distribuzione europeo diversamente da quello americano fatto ad isole, e' di tipo integrato per cui e' facilmente possibile trasferire grosse quantita' di energia di surplus da una produzione a qualsiasi punto di distribuzione della rete stessa: ad esempio gia' ora possiamo tranquillamente importare l'idroelettrico in eccedenza dell'austria che puo' coprire una buona parte dei bisogni della zona italiana.
5) in caso di necessita' prova a ridurre ai minimi o spegnere una centrale nucleare rispetto ad una qualsiasi di altra natura: il fatto per cui noialtri si importa la notte sottocosto l'energia nucleare francese e' perche' gli impianti producono in ogni caso a tutte le ore una quantita' di energia tale che andrebbe cmq dispersa in quanto non assorbita in quella fascia temporale dalle necessita' dei francesi: a quel punto i produttori piuttosto che disperderla ne ricavano un introito minimo, che pero' fa costare troppo l'energia che normalmente produrremmo noi con le fonti tradizionali in quella stessa fascia oraria: ecco perche' da noi la sera e la notte le centrali elettriche producono il minimo: Per una banale una questione di dumping commerciale nata dalla necessita' di disfarsi di energia in eccedenza che si sarebbe comunque prodotta
il discorso andrebbe per le lunghe: e' una questiome piu' che ampia e tutt'altro che banale.
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
"Sono venuto qui per disgustarmi! oh! Voglio vomitare! oh! siete un cess.... cessi! cessi, diceva toto'! cessi! la banda! cessi!" Carmelo Bene, 1995