Kirth_Gersen ha scritto:
NB: Il racconto che segue è pura opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a persone esistenti, realmente esistite o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
In questo racconto sono descritte dettagliatamente scene violente e di sesso.
Se siete minorenni o particolarmente sensibili siete pregati di non proseguire nella lettura.
Chiunque prosegua dichiara implicitamente di essere maggiorenne, consapevole e consenziente.
Mi auguro che quei bastardi alla fine faranno davvero una fine immonda.
LO STUPRO
"Tienila ferma Maurizio!". La voce di Alex era alterata a causa dello sforzo necessario per immobilizzare la ragazza. "Te lo avevo detto di non cambiare il piano, stupido figlio di puttana!... Ma tu non mi stai mai a sentire... Un giorno o l'altro una di queste troie ci scapperà e saremo fottuti tutti quanti..., tu, io e pure Francesco...
Maurizio non badó all'offesa e si avventó sulla sedicenne sdraiata sul sedile posteriore della Mondeo, colpendola allo stomaco con un pugno. La ragazza gridó per il dolore, ma nonostante ció continuó a scalciare contro il corpo di Alex, che non riusciva ad afferrarla per il collo. Poi un secondo colpo, molto più forte del precedente la raggiunse al fianco destro, immobilizzandola.
Alex non aspettava altro, e le saltó addosso, legandole i polsi e le caviglie con uno spago. Quella era la parte che a Maurizio piaceva di meno; ogni volta che rapivano delle ragazze e riuscivano ad immobilizzarle, Alex le terrorizzava con il suo coltello a serramanico e si faceva implorare a lungo dalle giovani, che piangendo e singhiozzando lo scongiuravano di non far loro del male, che non lo avrebbero mai denunciato. Maurizio trovava tutto ció una perdita di tempo. Non c'era motivo di illudere quelle troie, perchè non potevano assolutamente permettersi di lasciarle vive o di scappare.
Una settimana prima aveva domandato ad Alex il motivo del suo comportamento. "Quelle puttanelle amano prenderci per il culo e ridere di noi; prima ti provocano e poi ti mandano a fare in culo non appena tenti di scambiare una parola con loro. Vedi Maurizio, la notte io mi prendo la rivincita su quelle troie e godo nel sentirle implorare e piangere! Prima di morire devono pregarmi di risparmiare loro la vita...capisci... Tutto questo mi dà un senso di... ONNIPOTENZA!"
Quella era stata la risposta di Alex, e d'altro canto Maurizio aveva fatto una domanda inutile. Lo aveva sempre intuito. Era pazzo, oltre che misogino. Qualche anno prima Alex lo aveva sfidato ad una gara con i coltelli e lo aveva quasi ucciso nella foga della competizione. Maurizio se l'era cavata con dieci punti al braccio sinistro e con una falsa denuncia ad ignoti alla polizia. Alex, dal canto suo, lo aveva quasi ucciso e si era preso un grande spavento quando il sangue dell'amico gli era finito sulla maglietta.
Maurizio fu distolto dai suoi pensieri dalla voce di Alex che lo chiamava: "Tocca a te fratello..." disse porgendogli il coltello, "falle vedere cosa sei capace di fare ad una povera troietta come lei!"
Maurizio guardó la ragazza legata ed imbavagliata; aveva gli occhi stravolti e piangeva in silenzio. Non provava nessuna pietà per lei, anzi, moriva dalla voglia di violentarla e di schiaffeggiarla fino a farla svenire. Siccome dopo avrebbe dovuto faticare a lungo per sbarazzarsi del corpo, voleva che almeno ne valesse la pena.
Mentre Alex si allontanava ridacchiando e si accendeva una sigaretta, scrutó il corpo della ragazza per controllare se l'amico le avesse lasciato dei segni di coltello sulla pelle. Fu felice di verificare che Alex non aveva esagerato. Sorridendo, si chinó sulla giovane, accarezzandole lentamente le cosce ed il seno. Non notando alcuna reazione, la liberó dallo spago che la immobilizzava. Poi le parló sottovoce:
"Ti diverti Laura, non è vero? Lo so che ti piace farti scopare dai ragazzi più grandi di te. Adesso vedrai, ti faró godere come non hai mai goduto prima, e poi Alex ti ammazzerà con il suo coltello..."
Laura lo guardó senza capire; Alex l'aveva talmente spaventata che ora si trovava in stato di shock e si guardava intorno confusa.
Maurizio si sbottonó lentamente i jeans e le sfiló le Nike ed i pantaloncini aderenti, poggiandoli sul sedile anteriore dell'auto. Poi incominció a giocherellare con le mutandine della ragazza, accarezzandole i peli pubici ed insinuandole le dita nella vagina. Laura sussultó, come colpita da una scossa, e tentó di ritrarsi contro la portiera della Mondeo, ma Maurizio l'afferró per le gambe e la tiró fino a sè. La ragazza gridó spaventata e, con le poche forze che le rimanevano, tentó di colpirlo al volto, mirando agli occhi, ma riuscì solamente a graffiargli una guancia e ad aumentare la sua collera. Maurizio infatti le sferró un pugno allo stomaco, facendole mancare il respiro, dopodichè le strappó di dosso le mutandine e le fece divaricare le gambe con la forza. Nonostante la resistenza della ragazza, la penetró con foga, stringendole nel contempo i seni tra le mani. Laura singhiozzava e si dibatteva, mentre Maurizio le premeva il viso contro la guancia e la violentava.
Lo stupro duró circa venti minuti, durante i quali Laura Marino continuó a sperare che qualcuno udisse i suoi lamenti, magari proprio i suoi genitori che ormai dovevano aver sospettato che il suo ritardo non fosse dovuto ad un contrattempo, ma ad un problema molto più serio. Sperava che suo padre fosse già in giro a cercarla assieme a Ralph, il suo cane, e che in qualche modo potesse trovarsi nei paraggi e udire le sue urla. Sentiva il peso del corpo di Maurizio sopra di lei ed il suo membro che la penetrava con forza, mentre il ragazzo la apostrofava con i termini più sconci che avesse mai sentito, per eccitarsi maggiormente.
Dopo averla violentata in quella posizione, la obbligó ad alzarsi e, minacciandola con il coltello di Alex, la costrinse a prendergli il pene in bocca. Laura obbedì disgustata ed aprì le labbra per accontentare Maurizio. Sperava ancora che se avesse assecondato le sue richieste sarebbe riuscita a convincerlo a non ucciderla e sarebbe potuta scappare lontano da quell'incubo e da quei mostri che l'avevano rapita. Ma purtroppo per lei, i due amici avevano già deciso che dopo averla violentata e picchiata l'avrebbero strangolata come avevano fatto anche con le altre ragazze e avrebbero sepolto il cadavere nel bosco. Ignara dell'inevitabilità della propria sorte, Laura Marino succhió il pene di Maurizio, che le stringeva i capelli con la mano sinistra, mentre con la destra impugnava il coltello con il quale la minacciava.
"Brava troia, vedo che ti piace fare i pompini... Potresti fare la puttana... Aspetta adesso... ora girati che ti voglio prendere da dietro..." Maurizio fece piegare la ragazza sul sedile posteriore dell'auto e, dopo essersi succhiato l'indice glielo introdusse nell'ano. Laura sussultó nel sentirsi esplorare dal dito di Maurizio e, piangendo, lo imploró:
"Ti prego... ti scongiuro, mi fai male, lasciami andare per favore... non lo diró a nessuno...te lo giuro... Non ce la faccio più... ti...prego!".
Maurizio le guardó le gambe: erano zuppe di sangue e di umori vaginali. L'aveva penetrata con tale violenza da farle sanguinare la vagina. La vista del sangue della ragazza lo impressionó e lo eccitó nello stesso tempo, aumentandogli la turgidità dell'erezione. Incurante delle suppliche di Laura, le introdusse il pene tra i glutei e la sodomizzó da dietro stringendole i capezzoli tra le dita, muovendosi ritmicamente su e giù, senza mai estrarre il membro dalla ragazza. Quando si rese conto che stava per venire le tolse le mani dal seno e le allargó con forza le natiche, facendola gemere dal dolore. Quindi spinse il pene quanto più in fondo poteva e le venne dentro, ansimando dal piacere.
Laura piangeva ormai a dirotto e singhiozzava come una bambina; le sembrava di avere il fuoco tra le gambe. Si portó con cautela le mani alla vagina e le ritrasse sporche di sangue. Colta dalla disperazione si avventó con le poche forze che le rimanevano su Maurizio, gridando tra le lacrime:
"Maledetto bastardo, porco schifoso, ma non ti vergogni di quello che hai fatto? Brutto stronzo... dovresti subire tu quello che mi hai fatto provare... Non sei degno di chiamarti uomo, sei solo...un vigliacco di merda!...Mi fate schifo, tu e quello squilibrato del tuo amico!".
Maurizio le bloccó le braccia e le sferró un colpo sulla fronte col manico del coltello. Laura cadde accasciandosi sul sedile, sentendosi mancare le forze. Le si annebbió la vista e l'ultima cosa che sentì prima di svenire fu la voce del suo stupratore che chiamava Alex.
NOTA: Ho scritto questo breve racconto a 16 anni e solo recentemente ho deciso di pubblicarlo sul web. Doveva essere l'inizio di un romanzo thriller-horror, ma alla fine ne è uscito solo questo modesto testo... Ah, nel romanzo che avevo in mente, i ragazzi facevano una brutta fine...
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http://win.smeraldo.cc/public/forum/viewtopic.php?t=27