duck65 ha scritto:
...ribaltando le argomentazioni uitilizzate si potrebbe provocatoriamente dire: il camionista che muore in autostrada lo sa' che ogni anno muoiono piu' di 5'000 persone in incidenti stradali, quindi in fondo lo mette in conto...oppure, il muratore che va sull'impalcatura a 40 metri da terra lo sa' che se si cade da lassu' si muore...
...dov'e' la differenza...?!?
...onestamente credo solo nel fatto che, per molti, il soldato e', in fondo, un mestiere indegno e che i volontari che vanno in Afghanistan, o in Libano o in Iraq vanno la' per assecondare consapevolmente un progetto imperialista, di conquista...eh certo, la NATO mira a prendere il controllo del mercato mondiale dell'oppio...
...allora un po' di onesta' e invece di tirare fuori paragoni fuori luogo perche' non dire: soldato di merda, ti sta bene...!!!
Non sono d'accordo. Non puoi paragonare la probabilita' di restarci secco in una zona di guerra con la probabilita' di cadere da 40 metri mentre costruisci una casa. E' ovvio che la probabilita' nel primo caso e' piu' alta.
Quando decidi cosa fare non puoi non tenerne conto (anche implicitamente).
Sulla questione imperialismo ci sarebbe da dibattere parecchio.
Dell'afganistan agli americani non importa quasi nulla. Pero' la spesa militare in USA e' grande, e' spesa pubblica finanziata con debito, per cui va a favorire l'economia americana attraverso il moltiplicatore fiscale.
In maniera minore lo e' anche per UK.
Per paesi come l'italia, la danimarca etc. etc., l'essere in zona di guerra e' solo una questione di rappresentanza, di relazioni internazionali (la spesa militare italiana ha poca incidenza sul PIL), il vantaggio economico praticamente non esiste, esiste un vantaggio a livello di negoziazioni future con i partners internazionali.
Avresti potuto fare la guerra all'Angola se volevi, ma e' ovvio che in quel caso la spesa militare avrebbe avuto un impatto relativo, perche' probabilmente la guerra la vincevi in un paio di settimane.