La mossa di Bersani:
ai deputati mille euro in meno
Pierluigi Bersani, segretario del Pd
Oggi depositata la proposta di legge, sforbiciata anche alla diaria
Non c’è da sorprendersi se proprio oggi il Pd depositerà questa significativa proposta di legge: sforbiciare di mille euro netti le indennità dei deputati, portarle a 4 mila e rotti sul livello dei sindaci di città come Firenze e tagliare altri 3.500 euro di diaria facendo rimborsare le spese solo «ai non romani» che portino le ricevute.
Il segretario ci pensa da tempo, ma dopo gli ultimi scandali il livello di allarme è così alto da superare forse quello del Pdl, «perché anche se i nostri comportamenti sono diversi, queste vicende fanno più male a noi», ammette un bersaniano di ferro. Che racconta come è il clima di sospetto a bruciare di più, «cosa gli puoi rispondere quando ti dicono: ma se stavate lì anche voi, come mai ve ne siete accorti solo ora?».
Ecco perché a sessanta giorni dalle primarie e a sei mesi dalle urne vere, in un paese dove lo stipendio medio di un consigliere regionale è 7.300 euro a fronte dei 5.900 della Germania, il Pd prova a sedare la voglia di forbici che viene dalle fasce più deboli proponendo un punto e capo. Per dimezzare i fondi ai gruppi consiliari e ridurre le paghe a tutti i livelli, comprese quelle dei consiglieri regionali. E va da sè che Bersani vada in pressing su Monti insieme a Casini per fargli porre la fiducia sulla legge anti-corruzione ormai improrogabile.
Tra i colonnelli, ci sono diversi approcci, «una cosa sono i reati e le responsabilità individuali, altra cosa sono i costi che vanno ridotti», fa notare Franceschini. Ma tutti concordano che bisogna far qualcosa anche se questo «scatto», in piena campagna per le primarie, deve fare i conti con l’attivismo sfrenato di Renzi che da settimane è in competition con Bersani anche sui costi della politica. E Vendola non vuole esser da meno, rivendica come la Puglia sia ultima in classifica per le spese dei gruppi e si taglia il suo stipendio, «già portato al di sotto la retribuzione dei parlamentari», di altri 50 mila euro.
Da giorni poi Renzi va ripetendo che gli stipendi dei deputati devono essere gli stessi dei sindaci, idea annunciata da Bersani alla festa del Pd. E che oggi sarà tradotta in un testo di legge, «Disposizioni in materia di indennità e di diaria spettante ai membri del Parlamento» che come prima firma porta quella del questore della Camera Albonetti e di altri 8 colleghi; non quella del segretario, ma la sua benedizione a questa mossa, che sforbicia di netto anche le paghe dei consiglieri regionali, è arrivata con un «visto, si stampi» due giorni or sono. Quando nel 2010 questa intenzione fu abbozzata in una riunione di parlamentari del Pd, la reazione fu talmente poco calorosa che Bersani dovette tirare il freno.
Ma ora è tutto un altro clima. E una legge per cambiare la storica norma del 1965 che equipara le indennità dei deputati a quelle dei giudici di Cassazione ormai è matura. Un solo articolo, 4 commi: il primo che fissa le indennità a quelle dei sindaci di capoluoghi sopra i 250 mila abitanti e l’ultimo che obbliga le regioni ad adeguarsi entro 4 mesi.
Una legge che troverà ora d’accordo tutti i maggiorenti. «Bisogna giocare d’anticipo e non essere minimamente acquiescenti. Il Pd deve essere promotore di una linea di rigore ed essere in prima linea», sostiene la Bindi. «Così come diminuiscono le risorse per il paese, devono diminuire per la politica. Tanto più che ora la gente è propensa a trattare i politici come si fa con i bambini: siccome non sei stato all’altezza della paghetta, devi abituarti a vivere con meno soldi e così va fatto a tutti i livelli. Bisogna dire cosa si può rimborsare e le cene non possono rientrarci. Bisogna imporre alle regioni di tagliare una fonte enorme di spreco come i gruppi monoconsiliari. E ai deputati lasciare solo le indennità, togliendo i forfait, le spese giustificate si rimborsano e i collaboratori li paga la Camera».
..........non sarà un po troppo ???









