da FISICA/MENTE
L'altro giorno, a Via del Corso, ho incontrato Rutelli che passeggiava specchiandosi nelle vetrine. Ad un tratto un giovane ammiratore gli si è buttato addosso e lo ha baciato ripetutamente sul viso. Rutelli non era infastidito dalla cosa e quando le guardie del corpo stavano per allontanarlo, Rutelli preferiva allontanare le guardie del corpo. Dopo un lungo tira e molla, alla fine, hanno vinto le guardie ... Allontanato il giovane, Rutelli si è piazzato davanti ad una vetrina, si è ricomposto i capelli ed ha sorriso verso di essa in modo molto evidente. Ad un certo punto si è avvicinato di più alla vetrina specchio e si è baciato appoggiando le labbra alla vetrina.....
Allora ho capito che il poveraccio è malato e come tale va trattato con cura. Mi hanno detto poi alcuni amici che, quando non lo prendono sul serio in Parlamento, ha delle violente crisi di pianto ed una volta è stato addirittura trattenuto mentre tentava di lanciarsi da una finestra dell'edificio della Camera. E' stato Marini che (di nascosto) lo ha salvato, perchè usa servirsi delle scenate del personaggio per suoi fini reconditi. Il quadro clinico del Rutelli è allora chiaro: si tratta di una forma acuta di narcisismo con interferenze non ancora ben chiare.
Il narcisismo, dal punto di vista etimologico, trova la sua origine nella mitologia greca, nel mito di Narciso: il giovane Narciso è talmente bello che, specchiandosi nell'acqua di un torrente, si innamora a tal punto della propria immagine da perdere la testa e cadere nell'acqua, annegando. E fin qui Rutelli rientra bene, se solo si riuscisse a chiarire con qualche testimone attendibile che, quando tentava di buttarsi dalla finestra, in realtà tentava di abbracciare fortemente la sua immagine riflessa nei vetri.
Nell'origine mitologica del temine è chiaro come vi sia implicita una connotazione negativa: la morale del mito di Narciso è che colui che ama troppo se stesso va incontro alla morte. Da Sempre una profonda, quasi perversa, negatività accompagna l'eccessivo amore di se stessi adombrato nel concetto di narcisismo. Dal punto di vista teorico questo concetto trova il proprio sviluppo nell'ambito della psicoanalisi; Freud cercherà di dare una prima sistemazione completa del narcisismo all'interno della sua teoria: egli designerà come narcisismo ció che più contraddistingue le psicosi schizofreniche, l'introversione della libido sul proprio io??? e la rottura dei rapporti col mondo esterno (vedi: FREUD, S. Introduzione al narcisismo, Torino, Boringhieri e KOHUT, H. Narcisismo e analisi del Sogno??? Torino, Boringheri). Ed è proprio quest'ultimo aspetto che non rientra completamente nel quadro clinico del paziente Rutelli. Secondo Freud, infatti, l'adulto cerca di riconquistare quello stato di narcisismo primario, tipico della prima infanzia, come stato di assoluta felicità . L'evoluzione normale della persona, peró, dovrà portare all'amore oggettuale, cioè alla capacità di relazionarsi, di stabilire rapporti d'amore con gli oggetti esterni. Ed anche qui ci siamo, infatti Rutelli è noto per soffermarsi ad abbracciare sedie e poltrone, con una spiccata predilezione per i divani. Ma cosa c'entra il suo prendere a calci le persone, quando non lo applaudono?
Sarà soprattutto con un altro grande psicoanalista contemporaneo, Kohut, che si capiranno le istanze narcisistiche per l'equilibrio psicologico dell'uomo maturo: vi sono infatti soggetti "borderline" (che significa caso "al limite" o "al confine" tra nevrosi e psicosi) che possono presentare aggressività verso chi non si associa all'autostima. Un equilibrio, questo (tra il piacersi e l'aggredire), che, come le due facce della stessa medaglia, accanto ad una giusta autostima postula una violenza repressa che si esplicita spesso in un atteggiamento di rottura di scatole verso tutti. Egli deve contraddire sempre, deve, anche qui, essere al centro della scena con istanze isteriche che ben si accompagnano al narcisismo primario. Probabilmente al paziente è mancata molto la fase orale e neanche a dire che la sua signora lo aiuti in questo, essendo sempre oralmente impegnata altrove. In questo senso si puó parlare anche di valenza sociale del narcisismo.
Anche per Kernberg il caso Rutelli è da studiare tra l'oscillazione dell'autostima e una sensazione di grandiosità (la quale sappiamo, in senso psicodinamico, che puó essere concepita come la negazione difensiva di un senso di inferiorità o impotenza), inoltre di conseguenza una eccessiva facilità ad essere feriti da eventuali commenti o giudizi critici, e una difficoltà ad empatizzare con i bisogni degli altri. In accordo con i criteri diagnostici del DSM-III-R del 1987 dell'American Psychiatric Association occorre fare molta attenzione con individui in queste condizioni. Non sono essenzialmente affidabili, mai.
In particolare, il DSM-III-R propone per Rutelli nove criteri diagnostici da relazionare alla sua personalità narcisistica: 1) reazione alle critiche con rabbia, vergogna o umiliazione; 2) tendenza a sfruttare gli altri per i propri interessi; 3) grandiosità , cioè sensazione di essere importanti, anche in modo immeritato; 4) il sentirsi unici o speciali, e compresi solo da certe persone (qui la moglie gioca un ruolo nefasto); 5) fantasie di illimitato successo, potere, amore, bellezza (qui anche è fregato dalla moglie), ecc.; 6) sentirsi in diritto di meritare privilegi più degli altri (eh ...); 7) eccessive richieste di attenzione o ammirazione;

Io non conoscevo tutte queste cose, di fronte alle quali ed al fatto che molti amici mi ripetono che Rutelli è un caso grave ma non il peggiore, mi ripeto in modo sempre più angosciato: ma da chi siamo governati ? Più confidenzialmente: Ah Palombè, risorveglie i problemi sessuali così ce lo levamo de torno!
Roberto Renzetti
