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Rex_Sinner
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#16 Messaggio da Rex_Sinner »

Ortheus ha scritto:.....i soliti itagliani pressapochisti..... :DDD
Maledetti bastardi con la grammatica sempre in mano!!! :evil: :DDD

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Lord Zork
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#17 Messaggio da Lord Zork »

ma non dovresti essere tu quello che sciacqua i panni in Arno?...

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Ortheus
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#18 Messaggio da Ortheus »

Rex_Sinner ha scritto:
Ortheus ha scritto:.....i soliti itagliani pressapochisti..... :DDD
Maledetti bastardi con la grammatica sempre in mano!!! :evil: :DDD


:008

:DDD
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.

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Rex_Sinner
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#19 Messaggio da Rex_Sinner »

Lord Zork ha scritto:ma non dovresti essere tu quello che sciacqua i panni in Arno?...
Se sciacquo qlcs in Arno me lo mangia la nutria di passaggio...

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fiatAGRI
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#20 Messaggio da fiatAGRI »

Cerco le note di apprendistato di Boulez, si trovano in pdf?
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#21 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Cerco il secondo libro della Poetica di Aristotele, ucciderei per averlo. Qualcuno puó linkarlo in pdf su rapidshare?
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”

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Lord Zork
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#22 Messaggio da Lord Zork »

fiatAGRI ha scritto:Cerco le note di apprendistato di Boulez, si trovano in pdf?
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Là¡szlà³ Polgà¡r, (sacerdote)
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#23 Messaggio da Squirto »

Drogato_ di_porno ha scritto:Cerco il secondo libro della Poetica di Aristotele, ucciderei per averlo. Qualcuno puó linkarlo in pdf su rapidshare?
la Poetica (un libro; si discute ancora sull'esistenza in antico di un ‘secondo libro' dedicato alla commedia e al comico)
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uccidi, uccidi :)
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#24 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Squirto ha scritto: la Poetica (un libro; si discute ancora sull'esistenza in antico di un ‘secondo libro' dedicato alla commedia e al comico)
http://www.einaudiscuola.it/enciclopedi ... otele.html

:)
Immagine

[Emissario del Vaticano, a destra]: "Non lo troverai mai Squirto"

[Squirto, a sinistra]: "Vedremo".
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#25 Messaggio da Squirto »

:DDD
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fiatAGRI
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#26 Messaggio da fiatAGRI »

BELLISSIMA!
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#27 Messaggio da fiatAGRI »

Lord Zork ha scritto:
fiatAGRI ha scritto:Cerco le note di apprendistato di Boulez, si trovano in pdf?
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Oggi ho scoperto che le note di apprendistato sono fuori catalogo e per adesso non verrano ristampate :(

Moses un Aron.
2 fratelli, uno sà  parlare ma non ha cose da dire,
l'altro ha molte cose da dire ma balbetta.

Schoenberg cede davanti ai suoi limiti dopo la rivoluzione dodecafonica?

Bello.

Grazie zork!
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Barabino
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#28 Messaggio da Barabino »

Questi esempi permisero a un bibliotecario di genio di scoprire la legge fondamentale della Biblioteca. Questo pensatore osservó che tutti i libri, per diversi che fossero, constavano di elementi eguali: lo spazio il punto, la virgola, le ventidue lettere dell'alfabeto. Stabilà­ inoltre, un fatto che tutti i viaggiatori hanno confermato non vi sono, nella vasta Biblioteca, due soli libri identici. Da queste premesse incontrovertibili dedusse che la Biblioteca è totale, e che i suoi scaffali registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici (numero anche se vastissimo, non infinito) cioè tutto ció che è dato esprimere, in tutte le lingue. Tutto: la storia minuziosa dell'avvenire, le autobiografie degli arcangeli, il catalogo fede della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità  di questi cataloghi, la dimostrazione della falsità  del catalogo autentico, l'evangelo gnostico di Basilide, il commento di questo evangelo, il commento del commento di questo evangelo, il resoconto veridico della tua morte, la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri. Quando si proclamó che la Biblioteca comprendeva tutti i libri, la prima impressione fu di straordinaria felicità . Tutti gli uomini si sentirono padroni di un tesoro intatto e segreto. Non v'era problema personale o mondiale la cui eloquente soluzione non esistesse: in un qualche esagono. L'universo era giustificato, l'universo attingeva bruscamente le dimensioni illimitate della speranza.


La biblioteca di Babele
Da "Finzioni" di Jorge Luis Borges

L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente. La distribuzione degli oggetti nelle gallerie è invariabile. Venticinque vasti scaffali, in ragione di cinque per lato', coprono tutti i lati meno uno; la loro altezza, che è quella stessa di ciascun piano, non supera di molto quella d'una biblioteca normale. Il lato libero dà  su un angusto corridoio che porta a un'altra galleria, identica alla prima e a tutte. A destra e a sinistra del corridoio vi sono due gabinetti minuscola. Uno permette di dormire in piedi; l'altro di soddisfare le necessità  fecali. Di qui passa la scala spirale, che s'inabissa e s'innalza nel remoto. Nel corridoio è uno specchio, che fedelmente duplica le apparenze. Gli uomini sogliono inferire da questo specchio che la Biblioteca non è infinita (se realmente fosse tale, perchè questa duplicazione illusoria?), io preferisco sognare che queste superfici argentate figurino e promettano l'infinito... La luce procede da frutti sferici che hanno il nome d lampade. Ve ne sono due per esagono, su una traversa. L luce che emettono è insufficiente, incessante. Come tutti gli uomini della Biblioteca, in gioventຠio ho viaggiato; ho peregrinato in cerca di un libro, forse del catalogo dei cataloghi; ora che i miei occhi quasi non posso decifrare ció che scrivo, mi preparo a morire a poche leghe dall'esagono in cui nacqui. Morto, non mancheranno pietose che mi gettino fuori della ringhiera; mia sepoltura sarà  l'aria insondabile; il mio corpo affonderà  lungamente e si corromperà  e dissolverà  nel vento generato dalla caduta, che è infinita. Io affermo che la Biblioteca è interminabile. Gli idealisti argomentano che le sale esagonali sono una forma necessaria dello spazio assoluto o' per lo meno della nostra intuizione dello spazio. Ragionano che è inconcepibile una sala triangolare o pentagonale. (1 mistici tendono di avere, nell'estasi, la rivelazione d'una camera circolare con un gran libro circolare dalla costola continua che fa il giro completo delle pareti; ma la loro testimonianza è sospetta; le loro parole, oscure. Questo libro ciclico è Dio). Mi basti, per ora, ripetere la sentenza classica: " La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono, e la cui circonferenza è inaccessibile". A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali; ciascuno scaffale contiene trentadue libri di formato uniforme; ciascun libro è di quattrocentodieci pagine; ciascuna pagina, di quaranta righe; ciascuna riga, quaranta lettere di colore nero. Vi sono anche delle lettere sulla costola di ciascun libro; non, peró, che indichino o prefigurino ció che diranno le pagine. So che questa incoerenza, un tempo, parve misteriosa. Prima d'accennare soluzione (la cui scoperta, a prescindere dalle sue tragiche proiezioni, è forse il fatto capitale della storia) voglio rammentare alcuni assiomi. Primo: La Biblioteca esiste ab aeterno. Di questa verità , il cui corollario immediato è l'eternità  futura del mondo, nessuna mente ragionevole puo' dubitare. L'uomo, questo imperfetto bibliotecario, puó essere opera del caso o di demiurghi malevoli; l'universo, con la sua elegante dotazione di scaffali, di tomi enigmatici, di infaticabili scale per il viaggiatore e di latrine per il bibliotecario seduto, non puó essere che l'opera di un dio. Per avvertire la distanza che c'è tra il divino e l'umano, basta paragonare questi rozzi, tremuli simboli che la mia fallibile mano sgorbia sulla copertina d'un libro, con le lettere organiche dell'interno: puntuali, delicate, nerissime, inimitabilmente simmetriche. Secondo: Il numero dei simboli ortografici è di venticinque. Questa constatazione permise, or sono tre secoli, di formulare una teoria generale della Biblioteca e di risolvere soddisfacentemente il problema che nessuna congettura aveva permesso di decifrare: la natura informe e caotica di quasi tutti i libri. Uno di questi, che mio padre vide in esagono del circuito quindici novantaquattro, constava le lettere M C V, perversamente ripetute dalla prima all'ultima riga. Un altro (molto consultato in questa zona) è mero labirinto di lettere, ma l'ultima pagina dice Oh tempo le tue piramidi. E' ormai risaputo: per una riga ragionevole, per una notizia corretta, vi sono leghe di insensate cacofonie, di farragini verbali e di incoerenze. (So d'una regione barbarica i cui bibliotecari ripudiano la superstiziosa e vana abitudine di cercare un senso nei libri, e la paragonano a quella di cercare un senso nei sogni o nelle linee caotiche della mano... Ammettono che gli inventori della scrittura imitarono i venticinque simboli naturali, ma sostengono che questa applicazione è casuale, e che i libri non significano nulla di per sè. Questa affermazione, lo vedremo, non è del tutto erronea). Per molto tempo si credette che questi libri impenetrabili corrispondessero a lingue preterite o remote. 0ra è vero che gli uomini piຠantichi, i primi bibliotecari, parlavano una lingua molto diversa da quella che noi parliamo oggi: è vero che poche miglia a destra la lingua è già  dialettale, e novanta piani piຠsopra è incomprensibile. Tutto questo, lo ripeto, è vero, ma quattrocentodieci pagine di inalterabili M C V non possono corrispondere ad alcun idioma, per dialettale o rudimentale che sia. Altri insinuarono che ogni lettera poteva influire sulla seguente, e che il valore di MCV nella terza riga della pagina 71 non era lo stesso di quello che la medesima serie poteva avere in altra riga di altra pagina; ma questa vaga tesi non prosperó. Altri pensarono ad una crittografia; quest'ipotesi è stata universalmente accettata, ma non nel senso in cui la formularono i suoi inventori. Cinquecento anni fa, il capo d'un esagono superiore trovó un libro tanto confuso come gli altri, ma in no quasi due pagine di scrittura omogenea, verosimilmente leggibile. Mostró la sua scoperta a un decifratone ambulante, e questo gli disse che erano scritte in portoghese; altri dissero che erano scritte in yiddish. Potè infine dopo ricerche che durarono quasi un secolo, che si trattava d'un dialetto samoiedo-lituano del guaranà­, con inflessioni di arabo classico. Si decifró anche il contenuto; nozioni di analisi combinatoria, illustrate con esempi di permutazioni a ripetizione illimitata. Questi esempi permisero a un bibliotecario di genio di scoprire la legge fondamentale della Biblioteca. Questo pensatore osservó che tutti i libri, per diversi che fossero, constavano di elementi eguali: lo spazio il punto, la virgola, le ventidue lettere dell'alfabeto. Stabilà­ inoltre, un fatto che tutti i viaggiatori hanno confermato non vi sono, nella vasta Biblioteca, due soli libri identici. Da queste premesse incontrovertibili dedusse che la Biblioteca è totale, e che i suoi scaffali registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici (numero anche se vastissimo, non infinito) cioè tutto ció che è dato esprimere, in tutte le lingue. Tutto: la storia minuziosa dell'avvenire, le autobiografie degli arcangeli, il catalogo fede della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità  di questi cataloghi, la dimostrazione della falsità  del catalogo autentico, l'evangelo gnostico di Basilide, il commento di questo evangelo, il commento del commento di questo evangelo, il resoconto veridico della tua morte, la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri. Quando si proclamó che la Biblioteca comprendeva tutti i libri, la prima impressione fu di straordinaria felicità . Tutti gli uomini si sentirono padroni di un tesoro intatto e segreto. Non v'era problema personale o mondiale la cui eloquente soluzione non esistesse: in un qualche esagono. L'universo era giustificato, l'universo attingeva bruscamente le dimensioni illimitate della speranza. A quel tempo si parló molto delle Vendicazioni: libri di apologia e di profezia che giustificavano per sempre gli atti di ciascun uomo dell'universo e serbavano arcani prodigiosi per il suo futuro. Migliaia di ambiziosi abbandonarono il dolce esagono natale e si lanciarono su per le scale, spinti dal vano proposito di trovare la propria Vendicazione. Questi pellegrini s'accapigliavano negli stretti corridoi, proferivano oscure minacce, si strangolavano per le scale divine, scagliavano i libri ingannevoli nei pozzi senza fondo, vi morivano essi stessi, precipitativi dagli uomini di regioni remote. Molti impazzirono... Le Vendicazioni esistono (io ne ho viste due, che si riferiscono a persone da venire, e forse non immaginarie), ma quei ricercatori dimenticavano che la possibilità  che un uomo trovi la sua, o qualche perfida variante della sua, è sostanzialmente zero. Anche si speró, a quel tempo, nella spiegazione dei misteri fondamentali dell'umanità : l'origine della Biblioteca e del tempo. àˆ verosimile che di questi gravi misteri possa darsi una spiegazione in parole: se il linguaggio dei filosofi non basta, la multiforme Biblioteca avrà  prodotto essa stessa l'inaudito idioma necessario, e i vocabolari e la grammatica di questa lingua. Già  da quattro secoli gli uomini affaticano gli esagoni... Vi sono cercatori ufficiali, inquisitori. Li ho visti nell'esercizio della loro funzione: arrivano sempre scoraggiati; parlano di scale senza un gradino, dove per poco non s'ammazzarono; parlano di scale e di gallerie con il bibliotecario; ogni tanto, prendono il libro piຠvicino e lo sfogliano, in cerca di parole infami. Nessuno, visibilmente, s'aspetta di trovare nulla. Alla speranza smodata, com'è naturale, successe una eccessiva depressione. La certezza che un qualche scaffale d'un qualche esagono celava libri preziosi e che questi libri preziosi erano inaccessibili, parve quasi intollerabile. Una setta blasfema suggerà­ che s'interrompessero le ricerche e che tutti gli uomini si dessero a mescolare lettere e simboli, fino a costruire, per un improbabile dono del caso, questi libri canonici. Le autorità  si videro obbligate a promulgare ordinanze severe. La setta sparà­, ma nella mia fanciullezza ho visto vecchi uomini che lungamente s'occultavano nelle latrine, con dischetti di metallo in un bossolo proibito, e debolmente rimediavano al divino disordine. Altri, per contro, credettero che l'importante fosse di sbarazzarsi delle opere inutili. Invadevano gli esagoni, esibivano credenziali non sempre false, sfogliavano stizzosamente un volume e condannavano scaffali interi: al loro furore igienico, ascetico, si deve l'insensata distruzione di milioni di libri. Il loro nome è esecrato, ma chi si dispera per i "tesori" che la frenesia di coloro distrusse, trascura due fatti evidenti. Primo: la Biblioteca è cosà­ enorme che ogni riduzione d'origine umana risulta infinitesima. Secondo: ogni esemplare è unico, insostituibile, ma (poichè la Biblioteca è totale) restano sempre varie centinaia di migliaia di facsimili imperfetti, cioè di opere che non differiscono che per una lettera o per una virgola. Contrariamente all'opinione generale, credo dunque che le conseguenze delle depredazioni commesse dai Purificatori siano state esagerate a causa dell'orrore che quei fanatici ispirarono. Li sospingeva l'idea delirante di conquistare i libri defl'Esagono Cremisi: libri di formato minore dei normali; onnipotenti, illustrati e magici. Sappiamo anche d'un'altra superstizione di quel tempo: quella dell'Uomo del Libro. In un certo scaffale d'un certo esagono (ragionarono gli uomini) deve esistere un libro che sia la chiave e il compendio perfetto di tutti gli altri: un bibliotecario l'ha letto, ed è simile a un dio. Nel linguaggio di questa zona si conservano tracce del culto di quel funzionario remoto. Molti peregrinarono in cerca di Lui, si spinsero invano nelle piຠlontane gallerie. Come localizzare il venerando esagono segreto che l'ospitava? Qualcuno propose un metodo regressivo: per localizzare il libro A, consultare previamente il libro B; per localizzare il libro B, consultare previamente il libro C; e cosà­ all'infinà­to... In avventure come queste ho prodigato e consumato i miei anni. Non mi sembra inverosimile che in un certo scaffale dell'universo esista un libro totale; prego gli dèi ignoti che un uomo - uno solo, e sia pure da migliaia d'anni! - l'abbia trovato e l'abbia letto. Se l'onore e la sapienza e la felà­cità  non sono per me, che siano per altri. Che il cielo esista, anche se il mio posto è all'inferno. Ch'io sia oltraggiato e annientato, ma che per un istante, in un essere, la Tua enorme Biblioteca si giustifichi. Affermano gli empi che il nonsenso è normale nella Biblioteca, e che il ragionevole (come anche l'umile e semplice coerenza) è una quasi miracolosa eccezione. Parlano (lo so) della "Biblioteca febbrile' i cui casuali volumi corrono il rischio incessante di mutarsi in altri, e tutto affermano, negano e confondono come una divinità  in delirio". Queste parole, che non solo denunciano il disordine, ma lo illustra. no, testimoniano generalmente del pessimo gusto e della di sperata ignoranza di chi le pronuncia. In realtà , la Biblioteca include tutte le strutture verbali, tutte le variazioni permesse dai venticinque simboli ortografici, ma non un solo nonsenso assoluto. Inutile osservarmi che il miglior volume dei molti esagoni che amministro s'intitola Tuono pettinato, un altro Il crampo di gesso e un altro Axaxaxas mlà³. Queste proposizioni, a prima vista incoerenti, sono indubbiamente suscettibili d'una giustificazione crittografica o allegorica; questa giustificazione è verbale, e peró, ex bypothesi, già  figura nella Biblioteca. Non posso immaginare alcuna combinazione di caratteri

dhcmrlchtdj

che la divina Biblioteca non abbia previsto, e che in alcuna delle sue lingue segrete non racchiuda un terribile significato. Nessuno puó articolare una sillaba che non sia piena di tenerezze e di terrori; che non sia, in alcuno di quei linguaggi, il nome poderoso di un dio. Parlare è incorrere in tauto-logie. Questa epistola inutile e verbosa già  esiste in uno dei trenta volumi dei cinque scaffali di uno degli innumerabili esagoni - e cosà­ pure la sua confutazione. (Un numero n di lingue possibili usa lo stesso vocabolario; in alcune, fl simbolo biblioteca ammette la definizione corretta di sistema duraturo e ubiquitario di gallerie esagonali, ma biblioteca sta qui per pane, o per piramide, o per qualsiasi altra cosa, e per altre cose stanno le sette parole che la definiscono. Tu che mi leggi, sei sicuro d'intendere la mia lingua?) Lo scrivere metodico mi distrae dalla presente condizione degli uomini, cui la certezza di ció, che tutto sta scritto, annienta o istupidisce. So di distretti in cui i giovani si prosternano dinanzi ai libri e ne baciano con barbarie le pagine, ma non sanno decifrare una sola lettera. Le epidemie, le discordie eretiche, le peregrinazioni che inevitabilmente degenerano in banditismo, hanno decimato la popolazione. Credo di aver già  accennato ai suicidi, ogni anno piຠfrequenti. M'inganneranno, forse, la vecchiezza e il timore, ma sospetto che la specie umana - l'unica - stia per estinguersi, e che la Biblioteca perdurerà : illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta. Aggiungo: infinita. Non introduco quest'aggettivo per un abitudine retorica; dico che non è illogico pensare che il mondo sia infinito. Chi lo giudica limitato, suppone che in qualche luogo remoto i corridoi e le scale e gli esagoni possano inconcepibilmente cessare; ció che è assurdo. Chi lo immagina senza limiti, dimentica che è limitato il numero possibile dei libri. lo m'arrischio a insinuare questa soluzione: La Biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine (che, ripetuto, sarebbe un ordine: l'Ordine). Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine.

Mar del Plata, 1941.
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

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