[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Aggiornatevi compagne e compagni gufi, i dissapori finiani sono già rientrati.
Organizzatevi per fare un'opposizione costruttiva, invece di fare le macumbe contro il governo. Pensate a rendere più liberale e meno giustizialista la vostra sinistra. Meno chiacchiere isteriche e più fatti.
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- Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
non credo, ha i tacchi alti quanto la canalisHusker_Du ha scritto:Perche' e' troppo alto?belnudo ha scritto:Fini sei un poveretto presuntuoso, al Silvio non gli puoi pulire neanche le scarpe

“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Povero Capezzone, ieri ha rischiato l'infarto per quel cattivone di Fini che ha messo in dubbio l'operato di Dio (cioè Silvio) mettendo in pericolo l'esistenza del governo piu' liberale degli ultimi 150 anni.
Gli illiberali non vinceranno mai.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
l'ottimismo della volontàEnrico Pallazzo ha scritto:merda di classe dirigente per una merda di popolo italiano.alex1jd1 ha scritto:che bella classe dirigente, siamo proprio in buone mani
E' sempre stato così, te ne meravigli ancora?
- Husker_Du
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Illiberale?
Come si puo' definire un capo di stato che vuole modificare la costituzione a proprio piacimento per poter diventare presidente della repubblica?
La stessa cosa l'hanno fatta anche loro:




L'unica differenza con costoro e' che il regime e' diverso. Li le opposizioni non esistevano o venivano represse nel sangue, quindi gli ''illeberali'' non esistevano
Qui il regime si fa con le leggi, leggine, bavagli legislativi a vantaggio di uno solo. E si e' illeberali se non si permette ad una persona sola di poter fare quel cazzo che vuole con il bene pubblico.
In principio, la differenza con i tipi sopra e' nullo. Tutti cercano di avere vantaggi propri dalla loro posizione di potere.
ps Non rompete i coglioni sul fatto: prova a vivere tu in un regime dittatoriali di quelli sopra, etc. etc. La cosa non centra una fava.
Come si puo' definire un capo di stato che vuole modificare la costituzione a proprio piacimento per poter diventare presidente della repubblica?
La stessa cosa l'hanno fatta anche loro:




L'unica differenza con costoro e' che il regime e' diverso. Li le opposizioni non esistevano o venivano represse nel sangue, quindi gli ''illeberali'' non esistevano
Qui il regime si fa con le leggi, leggine, bavagli legislativi a vantaggio di uno solo. E si e' illeberali se non si permette ad una persona sola di poter fare quel cazzo che vuole con il bene pubblico.
In principio, la differenza con i tipi sopra e' nullo. Tutti cercano di avere vantaggi propri dalla loro posizione di potere.
ps Non rompete i coglioni sul fatto: prova a vivere tu in un regime dittatoriali di quelli sopra, etc. etc. La cosa non centra una fava.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
- katmandu69
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Husker_Du ha scritto:Illiberale?
Come si puo' definire un capo di stato che vuole modificare la costituzione a proprio piacimento per poter diventare presidente della repubblica?
La stessa cosa l'hanno fatta anche loro:
L'unica differenza con costoro e' che il regime e' diverso. Li le opposizioni non esistevano o venivano represse nel sangue, quindi gli ''illeberali'' non esistevano
Qui il regime si fa con le leggi, leggine, bavagli legislativi a vantaggio di uno solo. E si e' illeberali se non si permette ad una persona sola di poter fare quel cazzo che vuole con il bene pubblico.
In principio, la differenza con i tipi sopra e' nullo. Tutti cercano di avere vantaggi propri dalla loro posizione di potere.
ps Non rompete i coglioni sul fatto: prova a vivere tu in un regime dittatoriali di quelli sopra, etc. etc. La cosa non centra una fava.
bravo husker ma ti sei dimenticato una foto




il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Vorrei lasciare ai posteri e a questo oceanico 3d l'ultima parte di una splendida riflessione dell'On. Perina, Finiana doc, pubblicata ieri sul Secolo XIX dal titolo: "Ora si gioca a carte scoperte". La parte in neretto mi ha quasi commossa.
Nelle parole che seguono c'è tutto ciò di cui si ha bisogno per capire cosa sta accadendo. Io continuo a sperare.
" (..) Una delle preoccupazioni principali dei tanti parlamentari "ex An" che ieri si sono affacciati nello studio di Fini per avere notizie e discuterne, era quella che la scelta di aprire una partita trasparente e alla luce del sole con Berlusconi fosse interpretata dai media con il consueto stereotipo del "tradimento", dell'ingrato che morde la mano che lo ha allevato. Un timore legittimo, visti i precedenti di criminalizzazione di ogni accenno di dibattito, di ogni spunto di riflessione non coincidente con il puro "sissignore". Ma anche un complesso da superare, una volta per tutte. Il mondo che Gianfranco Fini ha portato nel "mare aperto del Pdl", invitandolo a fare politica finalmente in un contesto maggioritario, fuori dall'antico schema della minoranza assediata, ha tutte le qualità e i numeri per chiedere rispetto e agibilità: quando esprime un'idea come quando si deve concordare una lista.
È un mondo che quando parla di economia non può accontentarsi di argomentare la tesi "meno male che c'è Tremonti", perché ha una sua analisi e sue specifiche proposte che vorrebbe vedere almeno ascoltate, se non discusse.
È un mondo che quando parla di legalità ha in mente Borsellino e non la tempistica del processo Mills. È un mondo che se parla di giovani, e scuola, e precari, non si accontenta di dire "abbiamo fatto la rivoluzione del merito" perché sa che non è vero, che l'Italia è uno dei Paesi più immobili d'Europa e che se non si rimette in moto l'ascensore sociale ci perderemo per strada una generazione intera.
È un mondo che è cresciuto nel più assoluto rispetto dell'unità nazionale e trova difficile inghiottire i rospi di certe provocazioni leghiste, né capisce perché dovrebbe farlo: la Lega ha al Nord il 13 per cento, circa quanto il vecchio Msi aveva a livello nazionale, e se si "spalma" questa percentuale su tutta Italia ha il 4, forse il 5 per cento. Le corsie preferenziali che le sono state aperte sono numericamente immotivate e politicamente disastrose per chi, in Veneto o in Lombardia, deve difendere le liste del Pdl dalla concorrenza del Carroccio.
Un anno fa, appoggiando senza riserve la scelta del nuovo partito unitario, la metafora che noi del Secolo usammo fu: ora chi ha più filo da tessere, tessa. Scommettavamo su noi stessi, sulle nostre capacità e competenze, sulla qualità e moralità della nostra classe dirigente.
Ieri abbiamo visto uno come Vincenzo Zaccheo, sindaco di Latina dove il Msi era maggioranza relativa già nel ‘93, prima di An, mandato a casa dalle manovre del senatore Claudio Fazzone, padrino politico di Fondi, un Comune indicato dal Prefetto (non da Santoro o Floris) come infiltrato dai casalesi e candidato da Maroni (non dalla Gabanelli o dalla Dandini) allo scioglimento e al commissariamento. Dov'è la tela che dovremmo tessere? Dove il luogo e il modo di far valere le nostre idee e le nostra capacità? Su questo giornale, per fare qualche esempio a caso, abbiamo dovuto difendere una come Renata Polverini dall'accusa di portare una giacca rossa. Uno come Fabio Granata dall'accusa di essersi iscritto al popolo viola. Italo Bocchino ha scoperto di essere stato seguito dai servizi. Della sottoscritta si è scritto che «ha tradito Rauti per un posto in Parlamento», poltrona che ha avuto quindici anni dopo l'uscita di Rauti dal partito. E potremmo continuare per mille righe.
Ecco, questo è il nocciolo della partita. Poi, gli appassionati si dedichino pure ai retroscena, alla conta dei numeri, al gioco delle ricuciture possibili. Il comunicato diffuso ieri da Gianfranco Fini ha chiarito che, comunque vada, sarà garantito pieno sostegno al governo per tutta la legislatura: anche questo - la lealtà - è elemento distintivo del nostro dna, irrobustito da antiche esperienze scissioniste che radicarono tanti anni fa il disprezzo per la categoria del tradimento. Su tutto il resto,
finalmente si gioca a carte scoperte." (Flavia Perina)
P.s. A quanto precede manca una noticina sullo SCHIFO che ha combinato Peppe Scopelliti nel formare la Giunta Calabrese ieri sera. Hanno fatto fuori tutti, tranne pregiudicati e prestanomi forza-italioti. Infatti Peppe è salito a Roma a prendere ordini da Silvio, senza passare da Fini.
altro che tradimento. CHE SCHIFO.
Nelle parole che seguono c'è tutto ciò di cui si ha bisogno per capire cosa sta accadendo. Io continuo a sperare.
" (..) Una delle preoccupazioni principali dei tanti parlamentari "ex An" che ieri si sono affacciati nello studio di Fini per avere notizie e discuterne, era quella che la scelta di aprire una partita trasparente e alla luce del sole con Berlusconi fosse interpretata dai media con il consueto stereotipo del "tradimento", dell'ingrato che morde la mano che lo ha allevato. Un timore legittimo, visti i precedenti di criminalizzazione di ogni accenno di dibattito, di ogni spunto di riflessione non coincidente con il puro "sissignore". Ma anche un complesso da superare, una volta per tutte. Il mondo che Gianfranco Fini ha portato nel "mare aperto del Pdl", invitandolo a fare politica finalmente in un contesto maggioritario, fuori dall'antico schema della minoranza assediata, ha tutte le qualità e i numeri per chiedere rispetto e agibilità: quando esprime un'idea come quando si deve concordare una lista.
È un mondo che quando parla di economia non può accontentarsi di argomentare la tesi "meno male che c'è Tremonti", perché ha una sua analisi e sue specifiche proposte che vorrebbe vedere almeno ascoltate, se non discusse.
È un mondo che quando parla di legalità ha in mente Borsellino e non la tempistica del processo Mills. È un mondo che se parla di giovani, e scuola, e precari, non si accontenta di dire "abbiamo fatto la rivoluzione del merito" perché sa che non è vero, che l'Italia è uno dei Paesi più immobili d'Europa e che se non si rimette in moto l'ascensore sociale ci perderemo per strada una generazione intera.
È un mondo che è cresciuto nel più assoluto rispetto dell'unità nazionale e trova difficile inghiottire i rospi di certe provocazioni leghiste, né capisce perché dovrebbe farlo: la Lega ha al Nord il 13 per cento, circa quanto il vecchio Msi aveva a livello nazionale, e se si "spalma" questa percentuale su tutta Italia ha il 4, forse il 5 per cento. Le corsie preferenziali che le sono state aperte sono numericamente immotivate e politicamente disastrose per chi, in Veneto o in Lombardia, deve difendere le liste del Pdl dalla concorrenza del Carroccio.
Un anno fa, appoggiando senza riserve la scelta del nuovo partito unitario, la metafora che noi del Secolo usammo fu: ora chi ha più filo da tessere, tessa. Scommettavamo su noi stessi, sulle nostre capacità e competenze, sulla qualità e moralità della nostra classe dirigente.
Ieri abbiamo visto uno come Vincenzo Zaccheo, sindaco di Latina dove il Msi era maggioranza relativa già nel ‘93, prima di An, mandato a casa dalle manovre del senatore Claudio Fazzone, padrino politico di Fondi, un Comune indicato dal Prefetto (non da Santoro o Floris) come infiltrato dai casalesi e candidato da Maroni (non dalla Gabanelli o dalla Dandini) allo scioglimento e al commissariamento. Dov'è la tela che dovremmo tessere? Dove il luogo e il modo di far valere le nostre idee e le nostra capacità? Su questo giornale, per fare qualche esempio a caso, abbiamo dovuto difendere una come Renata Polverini dall'accusa di portare una giacca rossa. Uno come Fabio Granata dall'accusa di essersi iscritto al popolo viola. Italo Bocchino ha scoperto di essere stato seguito dai servizi. Della sottoscritta si è scritto che «ha tradito Rauti per un posto in Parlamento», poltrona che ha avuto quindici anni dopo l'uscita di Rauti dal partito. E potremmo continuare per mille righe.
Ecco, questo è il nocciolo della partita. Poi, gli appassionati si dedichino pure ai retroscena, alla conta dei numeri, al gioco delle ricuciture possibili. Il comunicato diffuso ieri da Gianfranco Fini ha chiarito che, comunque vada, sarà garantito pieno sostegno al governo per tutta la legislatura: anche questo - la lealtà - è elemento distintivo del nostro dna, irrobustito da antiche esperienze scissioniste che radicarono tanti anni fa il disprezzo per la categoria del tradimento. Su tutto il resto,
finalmente si gioca a carte scoperte." (Flavia Perina)
P.s. A quanto precede manca una noticina sullo SCHIFO che ha combinato Peppe Scopelliti nel formare la Giunta Calabrese ieri sera. Hanno fatto fuori tutti, tranne pregiudicati e prestanomi forza-italioti. Infatti Peppe è salito a Roma a prendere ordini da Silvio, senza passare da Fini.
altro che tradimento. CHE SCHIFO.
"Ciak Sigile" (Danny)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
E questi se ne accorgono solo adesso? E perchè hanno votato certe leggi in Parlamento? E dov' erano tutti questi anni?
Sigile non ti far pigliare per il culo, è solo opportunismo...
Sigile non ti far pigliare per il culo, è solo opportunismo...
"Big trouble in little vachina"
"ANNO STATI I ROMS!!"
#COLPADELSINDICO!!!!1!
"ANNO STATI I ROMS!!"
#COLPADELSINDICO!!!!1!
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Resta da capire perchè questi Campioni di Virtù Civiche siano rimasti per 16 anni con Berlusca.sigile ha scritto:Vorrei lasciare ai posteri e a questo oceanico 3d l'ultima parte di una splendida riflessione dell'On. Perina, Finiana doc, pubblicata ieri sul Secolo XIX dal titolo: "Ora si gioca a carte scoperte". La parte in neretto mi ha quasi commossa.
Nelle parole che seguono c'è tutto ciò di cui si ha bisogno per capire cosa sta accadendo. Io continuo a sperare.
" (..) Una delle preoccupazioni principali dei tanti parlamentari "ex An" che ieri si sono affacciati nello studio di Fini per avere notizie e discuterne, era quella che la scelta di aprire una partita trasparente e alla luce del sole con Berlusconi fosse interpretata dai media con il consueto stereotipo del "tradimento", dell'ingrato che morde la mano che lo ha allevato. Un timore legittimo, visti i precedenti di criminalizzazione di ogni accenno di dibattito, di ogni spunto di riflessione non coincidente con il puro "sissignore". Ma anche un complesso da superare, una volta per tutte. Il mondo che Gianfranco Fini ha portato nel "mare aperto del Pdl", invitandolo a fare politica finalmente in un contesto maggioritario, fuori dall'antico schema della minoranza assediata, ha tutte le qualità e i numeri per chiedere rispetto e agibilità: quando esprime un'idea come quando si deve concordare una lista.
È un mondo che quando parla di economia non può accontentarsi di argomentare la tesi "meno male che c'è Tremonti", perché ha una sua analisi e sue specifiche proposte che vorrebbe vedere almeno ascoltate, se non discusse.
È un mondo che quando parla di legalità ha in mente Borsellino e non la tempistica del processo Mills. È un mondo che se parla di giovani, e scuola, e precari, non si accontenta di dire "abbiamo fatto la rivoluzione del merito" perché sa che non è vero, che l'Italia è uno dei Paesi più immobili d'Europa e che se non si rimette in moto l'ascensore sociale ci perderemo per strada una generazione intera.
È un mondo che è cresciuto nel più assoluto rispetto dell'unità nazionale e trova difficile inghiottire i rospi di certe provocazioni leghiste, né capisce perché dovrebbe farlo: la Lega ha al Nord il 13 per cento, circa quanto il vecchio Msi aveva a livello nazionale, e se si "spalma" questa percentuale su tutta Italia ha il 4, forse il 5 per cento. Le corsie preferenziali che le sono state aperte sono numericamente immotivate e politicamente disastrose per chi, in Veneto o in Lombardia, deve difendere le liste del Pdl dalla concorrenza del Carroccio.
Un anno fa, appoggiando senza riserve la scelta del nuovo partito unitario, la metafora che noi del Secolo usammo fu: ora chi ha più filo da tessere, tessa. Scommettavamo su noi stessi, sulle nostre capacità e competenze, sulla qualità e moralità della nostra classe dirigente.
Ieri abbiamo visto uno come Vincenzo Zaccheo, sindaco di Latina dove il Msi era maggioranza relativa già nel ‘93, prima di An, mandato a casa dalle manovre del senatore Claudio Fazzone, padrino politico di Fondi, un Comune indicato dal Prefetto (non da Santoro o Floris) come infiltrato dai casalesi e candidato da Maroni (non dalla Gabanelli o dalla Dandini) allo scioglimento e al commissariamento. Dov'è la tela che dovremmo tessere? Dove il luogo e il modo di far valere le nostre idee e le nostra capacità? Su questo giornale, per fare qualche esempio a caso, abbiamo dovuto difendere una come Renata Polverini dall'accusa di portare una giacca rossa. Uno come Fabio Granata dall'accusa di essersi iscritto al popolo viola. Italo Bocchino ha scoperto di essere stato seguito dai servizi. Della sottoscritta si è scritto che «ha tradito Rauti per un posto in Parlamento», poltrona che ha avuto quindici anni dopo l'uscita di Rauti dal partito. E potremmo continuare per mille righe.
Ecco, questo è il nocciolo della partita. Poi, gli appassionati si dedichino pure ai retroscena, alla conta dei numeri, al gioco delle ricuciture possibili. Il comunicato diffuso ieri da Gianfranco Fini ha chiarito che, comunque vada, sarà garantito pieno sostegno al governo per tutta la legislatura: anche questo - la lealtà - è elemento distintivo del nostro dna, irrobustito da antiche esperienze scissioniste che radicarono tanti anni fa il disprezzo per la categoria del tradimento. Su tutto il resto,
finalmente si gioca a carte scoperte." (Flavia Perina)
P.s. A quanto precede manca una noticina sullo SCHIFO che ha combinato Peppe Scopelliti nel formare la Giunta Calabrese ieri sera. Hanno fatto fuori tutti, tranne pregiudicati e prestanomi forza-italioti. Infatti Peppe è salito a Roma a prendere ordini da Silvio, senza passare da Fini.
altro che tradimento. CHE SCHIFO.

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Le disgrazie di Gian Fino (canovaccio in stile commedia dell'arte)
Gian Fino è il nipote povero e perfettino, che si umilia servendo il rozzo ma straricco zio Berlosco,
nell'interminabile speranzosa attesa di ereditarne le sostanze alla sua dipartita.
Nel frattempo, lo stalliere Gioppino e il vecchio cameriere paralitico Umbertoldo fanno man bassa in casa,
con la complicità dell'amministratore, il dottor Giulio Balanzone
[si segnalano per comicità visiva la scena in cui Gioppino scarriola Umbertoldo a fare il giro delle piole,
con la scusa di fare la ronda notturna a caccia di turchi, come pure la scena in cui Balanzone arringa
le guardie in grammelot latino-padano alla Dario Fo].
A tavola, si gozzoviglia allegramente, sicuri che alla fine Fra' Cipolla confessi tutti,
in cambio d'una generosa offerta al monastero [in sottofondo, Carmina Burana, Ego sum abbas].
In paese, infatti, lo zio Berlosco passa per gran signore e timorato di Dio, un po' buzzurro, ma alla mano e di buon cuore.
Passano gli anni, e Gian Fino mangia merda e prende torte in faccia da parte del vegliardo,
che va all'osteria con gli amici del nipote, Maurizio Patacca e Ignazio Matamoros,
gli scopa la fidanzata Santanchina e sembra proprio divertirsi un mondo a bersagliarlo in ogni occasione.
Sedici anni dopo, interpellato dai creditori, che gli chiedon sempre più spesso di render conto
delle spese dello zio, Gian Fino comincia a rendersi conto che, quand'anche il vecchio morisse (ma quando?),
ormai si è bevuto e mangiato tutto quel che c'era in paese, e da ereditare non è rimasto più nulla.
Gian Fino è il nipote povero e perfettino, che si umilia servendo il rozzo ma straricco zio Berlosco,
nell'interminabile speranzosa attesa di ereditarne le sostanze alla sua dipartita.
Nel frattempo, lo stalliere Gioppino e il vecchio cameriere paralitico Umbertoldo fanno man bassa in casa,
con la complicità dell'amministratore, il dottor Giulio Balanzone
[si segnalano per comicità visiva la scena in cui Gioppino scarriola Umbertoldo a fare il giro delle piole,
con la scusa di fare la ronda notturna a caccia di turchi, come pure la scena in cui Balanzone arringa
le guardie in grammelot latino-padano alla Dario Fo].
A tavola, si gozzoviglia allegramente, sicuri che alla fine Fra' Cipolla confessi tutti,
in cambio d'una generosa offerta al monastero [in sottofondo, Carmina Burana, Ego sum abbas].
In paese, infatti, lo zio Berlosco passa per gran signore e timorato di Dio, un po' buzzurro, ma alla mano e di buon cuore.
Passano gli anni, e Gian Fino mangia merda e prende torte in faccia da parte del vegliardo,
che va all'osteria con gli amici del nipote, Maurizio Patacca e Ignazio Matamoros,
gli scopa la fidanzata Santanchina e sembra proprio divertirsi un mondo a bersagliarlo in ogni occasione.
Sedici anni dopo, interpellato dai creditori, che gli chiedon sempre più spesso di render conto
delle spese dello zio, Gian Fino comincia a rendersi conto che, quand'anche il vecchio morisse (ma quando?),
ormai si è bevuto e mangiato tutto quel che c'era in paese, e da ereditare non è rimasto più nulla.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Venerdì scorso, casualmente, ho incontrato il valido Corrado Formigli:

Parrà strano, ci è scappato di parlar male di Augusto Minzolini.

Parrà strano, ci è scappato di parlar male di Augusto Minzolini.
- peterparker
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
e intanto passa pure la legge sulle intercettazioni.....
W LA DEMOCRAZIA EVVIVA EVVIVA!
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- casta diva
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Delizioso!Blif ha scritto:Le disgrazie di Gian Fino (canovaccio in stile commedia dell'arte)

La nota sui Carmina Burana, Ego sum abbas, è puro genio.

"Cantare è di chi ama"
Sant'Agostino
"Lo smalto non mi piace, in compenso dovresti curare un po' le mani, iniziano a vedersi troppo i segni del tempo..." (cit.)
Sant'Agostino
"Lo smalto non mi piace, in compenso dovresti curare un po' le mani, iniziano a vedersi troppo i segni del tempo..." (cit.)