[O.T.] la Storia del Cinema

Scatta il fluido erotico...

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1

Messaggio
Autore
Avatar utente
CanellaBruneri
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 14923
Iscritto il: 13/04/2007, 18:10
Località: tra la Via Emilia e il West

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#196 Messaggio da CanellaBruneri »

cirillosomma ha scritto:
13/12/2020, 23:14
Ma Orizzonti di Gloria no?
Straordinario
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie

Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)

Avatar utente
Salieri D'Amato
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 23883
Iscritto il: 17/12/2013, 11:34

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#197 Messaggio da Salieri D'Amato »

Bugo ha scritto:
13/12/2020, 12:16
Salieri D'Amato ha scritto:
13/12/2020, 0:52
Cazzo Bugo, per fare il simpatico e mettermi alla berlina sei andato a ripescare un post di 5 anni fa. :-D

Tra l'altro avevo un tantino esagerato ironizzando, come spiegato in un post poco sotto.


Visto che ormai sono quì, di Odissea dirò che rimane una pietra miliare del cinema di fantascienza e concordo che la scena delle scimmie ed il finale entrano di diritto tra quanto di più potente e spiazzante abbia partorito l'intera storia del cinema.

Detto questo, confermo che, con gli occhi di oggi, il ritmo mi appare lento e ridondande per larghi tratti. Per cui lo ritengo si un capolavoro che va visto, ma non sento nessuna spinta a rivederlo più volte, come ho per altri film di Kubrik, che ritengo forse il miglior regista in assoluto, o perlomeno il mio preferito, in particolare Arancia meccanica, a mio modesto avviso più godibile e attuale di Odissea.


Per fortuna non siamo tutti uguali, non amiamo allo stesso modo tutti i film e tutti i generi, ed anche sui capolavori il gradimento non ha la stessa intensità per tutti. E se pure un film è tecnicamente perfetto, impegnato, tratta importanti tematiche e ben recitato non è detto che la sua visione provochi indubbiamente più piacere di un film di livello inferiore, ma che ha una peculiarità che riesce ad appassionarti maggiormente.
Pensate che per me un gran film è quello che riesce a intrattenermi e suscitare emozioni, a prescindere dal suo valore intrinseco; in teoria potrebbe essere pure sgangherato, mal fatto e mal recitato, ma avere anche un semplice plot, un'anima che ti conquista. E magari mi annoia quello che ha vinto 49 oscar e L'Orso d'oro, incenso e mirra.


E mi piacerebbe, sia pure da semplice appassionato e non certo da intenditore ferrato nella materia, discutere direttamente con te Bugo, non con i link che posti, dove espertoni o presunti tali dicono la propria, elevandola a verità assoluta.
Perchè altrimenti mi viene quasi il dubbio che poi nella realtà vai al cinema a guardare i supereoi, amandoli pure. :wink:
Salieri io concordo con ciò che scrivi, non sopporto quelli per cui Odissea nello Spazio è un film incriticabile, poiché pietra miliare nel cinema o se non addirittura Il Cinema
Per questo ho ripescato il tuo post, che ben descrive il mio punto di vista
Allora ti prego di scusarmi, ho equivocato il tuo post, che dava l'impressione opposta.


E visto che si è accesa la discussione su Kubrik, voglio evidenziare una peculiarità che ho riscontrato in Full Metal Jacket, che mi piace molto ma che ho trovato spiazzante. Trovo abbia una particolarità che raramente ho riscontrato in altri film, è stato girato con un taglio talmente impersonale (l'asettico che ho sempre letto nelle recensioni) che non riesco ad immedesimarmi ne a empatizzare con i protagonisti, non riesco a trovare simpatico questo e antipatico quello, ma solo a valutare le loro caratteristiche estrinseche; trovo che tutti abbiano un ruolo stabilito, sono comparse di un affresco, che vivono le situazioni del contesto che Kubrik ha voluto ricreare, senza darci una reale introspezione psicologica, che solitamente è richiesta per un grande un film. Come ad esempio quando i protagonisti raccontano episodi del proprio passato (normalmente è l'occasione per farcelo conoscere meglio), ma è lo stesso racconto che potrebbero fare mille altri, non riesci a calarti nel suo contesto, nel suo animo, è un racconto senza colori. O come, ad esempio, prendi il sergente, non sai e non riesci ad immaginarti se sia o meno lo stronzo che appare, se è così perchè i casi della vita lo hanno condotto a questo, se lo fa per far bene il proprio mestiere o se sotto sotto ha compassione delle reclute ma deve prepararle ad affrontare la guerra; lo vedi cattivo perchè quella parte richiede che faccia il cattivo, è così e basta, non hai la possibilità di indagare oltre, non hai nessun indizio che ti porti a formarti una tua idea.
E tutto questo perchè il protagonista del film è la guerra, non i personaggi e le loro storie. Normalmente i film parlano dei loro personaggi in un certo contesto, ci raccontano le loro storie, quì le storie sono standardizzate, non ci deve interessare l'approfondimento della vita, la coscienza e i reconditi problemi di Cowboy o di Palla di Lardo, ma sapere che loro sono una sorta di stereotipi, sia pure perfettamente caratterizzati, funzionali alla vicenda che viene messa in scena, la vicenda della Guerra, anzi dell'addestramento ad essa.
Ora, ovviamente, mi direte che 'sta cosa l'hanno scritta pari pari decine di critici ed esperti di cinema. Beh, in questo caso sono d'accordo con loro. :-D
La via più breve tra due cuori è il pene

Avatar utente
Blif
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 13791
Iscritto il: 22/02/2009, 23:09
Località: Ego sum ubi sum

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#198 Messaggio da Blif »

La cosa che colpisce me di Full Metal Jacket è che dovrebbe essere un film di guerra, ma in realtà non è di guerra e non è un film.
Non è di guerra perché non c'è una sola scena di guerra: ci sono addestramenti, chiacchiere, cazzeggio in giro per la città,
e una sparatoria finale con la cecchina viet-cong in cui non si vede praticamente niente.
Non è un film perché è una serie di scene più o meno slegate tenute insieme da un protagonista abbastanza slavato.

A cercare un parallelo, sembra uno di quei drammi teatrali classici in cui la battaglia finale viene rappresentata coi rumori fuori scena,
i messaggeri che entrano ed escono a riferire gli avvenimenti, il mio regno per un cavallo, la foresta di Birnam fatta con le frasche,
e i fantasmi che girano in platea, ma solo il protagonista e gli spettatori riescono a vederli.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

Avatar utente
CianBellano
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 10219
Iscritto il: 23/01/2008, 10:40
Località: Vacante

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#199 Messaggio da CianBellano »

FMJ e' un insieme di meme e di spezzoni fatti per diventare video youtube virali.
Ma passando a robe piu' sostanziose: Lolita?
Ci vorrebbe una bella discussione con nessuno che si azzardi a menarla col libro, pussa via.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)

Avatar utente
Salieri D'Amato
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 23883
Iscritto il: 17/12/2013, 11:34

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#200 Messaggio da Salieri D'Amato »

Cazzo, ho perso 20 minuti per analizzare FMJ, e voi me l'avete distrutto in un amen. :DDD

Su Lolita, beh ... su Lolita, debbo confessare, che pur avendo acquistato il dvd svariati anni fa, ancora non l'ho mai visto. :oops:
La via più breve tra due cuori è il pene

Avatar utente
Blif
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 13791
Iscritto il: 22/02/2009, 23:09
Località: Ego sum ubi sum

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#201 Messaggio da Blif »

Anche a me manca Lolita.
Non lo danno a Natale?
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

Avatar utente
GiarneseUmnberto
Bannato
Bannato
Messaggi: 7466
Iscritto il: 21/01/2015, 14:23
Località: Antartide

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#202 Messaggio da GiarneseUmnberto »

i miei film preferiti che credo anche che hanno fatto la storia del cinema sono quelli del paragrafo fantaascienza.

Sunshine soprattutto che come musiche oggiciono non si trova moto in giro.

Avatar utente
Gargarozzo
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18978
Iscritto il: 21/11/2016, 6:09
Località: piemonte

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#203 Messaggio da Gargarozzo »

Blif ha scritto:
14/12/2020, 0:37
La cosa che colpisce me di Full Metal Jacket è che dovrebbe essere un film di guerra, ma in realtà non è di guerra e non è un film.
non so se il tuo modello di riferimento di film di guerra sono "i cannoni di Navarone", "la sottile linea rossa", o altri più recenti.
Per come la vedo io, il film di guerra è forse quello che più richiama strutture di racconto atipiche come questa o tecniche inusuali come nel recente "1917" (visto qualche giorno fa su Amazon prime), mi pare che, per affinità o per simmetria, si accosti al senso di caos e di disorientamento pur se lo si vede dalla propria poltrona o dalla vasca da bagno.
Da piccoli ricordo che vidi solo la prima parte, quella che si conclude con l'omicidio/suicidio di Palla di Lardo, poi mi ero addormentato per la parte restante.
Anche parlando con molti miei coetanei era successa questa rimozione, al punto che molti erano convinti che il film finisse lì.
Come spesso accade per Kubrick, è molto controverso il personaggio di Hartmann, che in genere (vedendo in giro) viene ricordato come un simpatico barzellettiere dallo spiccato black humour. Hartmann è un pezzo di merda ed anche così fa ridere, casomai, e quando muore c'è un senso di liberazione, anche se ormai il danno è fatto.
Il giocare su più piani creando dei contrasti succede poi col finale celebre con la marcia di topolino, anche se da questo punto di vista il top è nel "dottor Stranamore", in cui per tutto il film usa questa ambiguità creando il suo film più comico (fa riflettere, certo, ma lavora molto meno sul piano emotivo).
Nel dottor Stranamore ha dovuto addirittura eliminare una scena nel finale che avrebbe ancora più estremizzato l'aspetto comico, portando verso la farsa: una battaglia col cibo tra gli americani e l'ambasciatore russo. Me la sono immaginata lo stesso... :imslow:
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.

Avatar utente
Salieri D'Amato
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 23883
Iscritto il: 17/12/2013, 11:34

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#204 Messaggio da Salieri D'Amato »

Tra i film di guerra, oltre ai soliti noti e stranoti, ho dei flebili ma piacevoli ricordi di un vecchissimo film, All'Ovest niente di nuovo, che pur essendo del 1930, mi colpì anche a distanza di tantissimi anni e dell'evoluzione cinematografica sopraggiunta.

Ho molto apprezzato anche Furyo, ma quì probabilmente siamo già dalle parti dei soliti noti.

Infine ricomprenderei tra il genere, un ibrido meraviglioso come Il labirinto del fauno, dove sia pur privilegiando la caratterizzazione dei personaggi e la loro storia personale rispetto al contesto, la guerra ne è protagonista e ne influenza pienamente le vicende e l'agire.
La via più breve tra due cuori è il pene

Avatar utente
Gargarozzo
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18978
Iscritto il: 21/11/2016, 6:09
Località: piemonte

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#205 Messaggio da Gargarozzo »

Salieri D'Amato ha scritto:
14/12/2020, 12:10
Infine ricomprenderei tra il genere, un ibrido meraviglioso come Il labirinto del fauno, dove sia pur privilegiando la caratterizzazione dei personaggi e la loro storia personale rispetto al contesto, la guerra ne è protagonista e ne influenza pienamente le vicende e l'agire.
vero, molto bello l'intreccio tra realtà e dimensione onirica/fantastica, aggiungo che la prima volta lo vidi da ubriaco a casa di amici, mi addormentai a metà e mi risvegliai quasi sobrio nella tremenda scena finale, la seconda visione fu dunque più prosaica.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.

Avatar utente
Floppy Disk
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 5572
Iscritto il: 17/11/2020, 14:16
Località: Windows XP

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#206 Messaggio da Floppy Disk »

Salieri D'Amato ha scritto:
14/12/2020, 0:56
Su Lolita, beh ... su Lolita, debbo confessare, che pur avendo acquistato il dvd svariati anni fa, ancora non l'ho mai visto. :oops:
Anche io ci ho messo un po' a vedere il DVD che avevo comprato, ma alla fine ne sono rimasto molto soddisfatto, nonostante il ritmo lento.

Riguardo Sunshine, citato da Giarnese, concordo con lui: grande film di fantascienza, l'unica nota stonata è
[Scopri]Spoiler
la svolta horror nel finale.

Concordo con Giarnese anche sulle bellissime musiche di John Murphy e degli Underworld.
Confesso invece con vergogna di non aver mai visto Orizzonti di gloria, che pure è una pietra miliare di Kubrick.
I'm a humanist. Maybe the last humanist.

In the long run we are all dead.

Avatar utente
Floppy Disk
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 5572
Iscritto il: 17/11/2020, 14:16
Località: Windows XP

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#207 Messaggio da Floppy Disk »

Salieri D'Amato ha scritto:
14/12/2020, 12:10
Infine ricomprenderei tra il genere, un ibrido meraviglioso come Il labirinto del fauno, dove sia pur privilegiando la caratterizzazione dei personaggi e la loro storia personale rispetto al contesto, la guerra ne è protagonista e ne influenza pienamente le vicende e l'agire.
Il miglior film di Del Toro insieme a La Forma dell'Acqua.
I'm a humanist. Maybe the last humanist.

In the long run we are all dead.

Avatar utente
Blif
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 13791
Iscritto il: 22/02/2009, 23:09
Località: Ego sum ubi sum

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#208 Messaggio da Blif »

Gargarozzo ha scritto:
14/12/2020, 10:13
Blif ha scritto:
14/12/2020, 0:37
La cosa che colpisce me di Full Metal Jacket è che dovrebbe essere un film di guerra, ma in realtà non è di guerra e non è un film.
non so se il tuo modello di riferimento di film di guerra sono "i cannoni di Navarone", "la sottile linea rossa", o altri più recenti.
Per come la vedo io, il film di guerra è forse quello che più richiama strutture di racconto atipiche come questa o tecniche inusuali come nel recente "1917" (visto qualche giorno fa su Amazon prime), mi pare che, per affinità o per simmetria, si accosti al senso di caos e di disorientamento pur se lo si vede dalla propria poltrona o dalla vasca da bagno.
Da piccoli ricordo che vidi solo la prima parte, quella che si conclude con l'omicidio/suicidio di Palla di Lardo, poi mi ero addormentato per la parte restante.
Anche parlando con molti miei coetanei era successa questa rimozione, al punto che molti erano convinti che il film finisse lì.
Come spesso accade per Kubrick, è molto controverso il personaggio di Hartmann, che in genere (vedendo in giro) viene ricordato come un simpatico barzellettiere dallo spiccato black humour. Hartmann è un pezzo di merda ed anche così fa ridere, casomai, e quando muore c'è un senso di liberazione, anche se ormai il danno è fatto.
Il giocare su più piani creando dei contrasti succede poi col finale celebre con la marcia di topolino, anche se da questo punto di vista il top è nel "dottor Stranamore", in cui per tutto il film usa questa ambiguità creando il suo film più comico (fa riflettere, certo, ma lavora molto meno sul piano emotivo).
Nel dottor Stranamore ha dovuto addirittura eliminare una scena nel finale che avrebbe ancora più estremizzato l'aspetto comico, portando verso la farsa: una battaglia col cibo tra gli americani e l'ambasciatore russo. Me la sono immaginata lo stesso... :imslow:
Non credo di avere un vero e proprio modello, ma direi che elementi come il combattimento, le masse di uomini e l'ambiente naturale sono quelli che brillano per assenza in FMJ.
E' una sistematica violazione del principio dello Show, don't tell che mi ha ricordato il teatro, dove in genere si racconta e non si mostra.

E' vero che l'omicidio/suicidio è una classica scena conclusiva e forse tutti dimenticano il resto, mancando un flusso di narrazione fra le varie scene
(pensa invece alla risalita del fiume in Apocalypse now). Come è vero che una vena comica attraversa tutto il film.

Detto ciò, non ho ancora capito che cosa ne penso. :)
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

Avatar utente
Alec Empire
Impulsi superiori
Impulsi superiori
Messaggi: 2415
Iscritto il: 03/10/2002, 2:00
Località: Zabriskie Point
Contatta:

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#209 Messaggio da Alec Empire »

Salieri D'Amato ha scritto:
14/12/2020, 0:04
E visto che si è accesa la discussione su Kubrik, voglio evidenziare una peculiarità che ho riscontrato in Full Metal Jacket, che mi piace molto ma che ho trovato spiazzante. Trovo abbia una particolarità che raramente ho riscontrato in altri film, è stato girato con un taglio talmente impersonale (l'asettico che ho sempre letto nelle recensioni) che non riesco ad immedesimarmi ne a empatizzare con i protagonisti, non riesco a trovare simpatico questo e antipatico quello, ma solo a valutare le loro caratteristiche estrinseche; trovo che tutti abbiano un ruolo stabilito, sono comparse di un affresco, che vivono le situazioni del contesto che Kubrik ha voluto ricreare, senza darci una reale introspezione psicologica, che solitamente è richiesta per un grande un film. Come ad esempio quando i protagonisti raccontano episodi del proprio passato (normalmente è l'occasione per farcelo conoscere meglio), ma è lo stesso racconto che potrebbero fare mille altri, non riesci a calarti nel suo contesto, nel suo animo, è un racconto senza colori. O come, ad esempio, prendi il sergente, non sai e non riesci ad immaginarti se sia o meno lo stronzo che appare, se è così perchè i casi della vita lo hanno condotto a questo, se lo fa per far bene il proprio mestiere o se sotto sotto ha compassione delle reclute ma deve prepararle ad affrontare la guerra; lo vedi cattivo perchè quella parte richiede che faccia il cattivo, è così e basta, non hai la possibilità di indagare oltre, non hai nessun indizio che ti porti a formarti una tua idea.
E tutto questo perchè il protagonista del film è la guerra, non i personaggi e le loro storie. Normalmente i film parlano dei loro personaggi in un certo contesto, ci raccontano le loro storie, quì le storie sono standardizzate, non ci deve interessare l'approfondimento della vita, la coscienza e i reconditi problemi di Cowboy o di Palla di Lardo, ma sapere che loro sono una sorta di stereotipi, sia pure perfettamente caratterizzati, funzionali alla vicenda che viene messa in scena, la vicenda della Guerra, anzi dell'addestramento ad essa.
Ora, ovviamente, mi direte che 'sta cosa l'hanno scritta pari pari decine di critici ed esperti di cinema. Beh, in questo caso sono d'accordo con loro. :-D
Il taglio che appare impersonale, o meglio ancora 'distante', è dato dall'effetto del grottesco che Kubrick usa per molti suoi personaggi e molte sue storie. E' come una sorta di allontanamento emotivo dalla propria creatura, con il vantaggio di non far scadere l'intreccio o la caratterizzazione del personaggio nel melodrammatico o comunque nel 'sentimentale'. Potremmo anche dire che nel caso di 'Full Metal' c'è un intento macchiettistico nei confronti della guerra e degli apparati militari, quasi si trattasse di una messa in ridicolo senza, appunto, spessore psicologico apparente (in realtà qualcosina di psicologico nella prima parte lo si desume comunque, ma tutto resta di maniera). Se ci fai caso, lo stesso 'allontanamento' dai personaggi creati lo si evince ne 'Il Dottor Stranamore' o nello stesso 'Arancia Meccanica', anche se si tratta di due risultati opposti: sornione e appunto grottesco il primo, esasperato e caricaturale il secondo. In entrambi i casi abbiamo comunque un modo di trattare la 'specie umana' antinaturalistico, con la scrittura di personaggi rispondenti a logiche e concetti collocati nel proprio 'mondo interiore', non calati in un contesto generico. That's fiction. L'opposto di ciò che accade in contesti (neo)realisti o iperrealisti, dove i personaggi sono 'colti' e quasi 'accettati' dal regista nella loro imperfezione. Kubrick invece li forgia calandoli in un universo alterato, del tutto avulso dal reale, anzi molto letterario direi. In questo senso si veda la distanza che corre tra 'Full Metal', film comunque 'studiato' cinematograficamente in teatri di posa e nel londinese, e 'Apocalypse Now', avventurosamente girato 'in loco' ovvero nelle Filippine, tra mille difficoltà 'reali' ancor prima che 'di ripresa'.
Non parlo con le pedine (Kyrie Irving)
Io mi limito a giocare a basket e lascio che Dio faccia il resto (Michael Beasley)
In rete c’è troppo di tutto ed è meglio “spegnere” ogni tanto (Fabban)

Avatar utente
CanellaBruneri
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 14923
Iscritto il: 13/04/2007, 18:10
Località: tra la Via Emilia e il West

Re: [O.T.] la Storia del Cinema

#210 Messaggio da CanellaBruneri »

Alec Empire ha scritto:
16/12/2020, 18:58
Salieri D'Amato ha scritto:
14/12/2020, 0:04
E visto che si è accesa la discussione su Kubrik, voglio evidenziare una peculiarità che ho riscontrato in Full Metal Jacket, che mi piace molto ma che ho trovato spiazzante. Trovo abbia una particolarità che raramente ho riscontrato in altri film, è stato girato con un taglio talmente impersonale (l'asettico che ho sempre letto nelle recensioni) che non riesco ad immedesimarmi ne a empatizzare con i protagonisti, non riesco a trovare simpatico questo e antipatico quello, ma solo a valutare le loro caratteristiche estrinseche; trovo che tutti abbiano un ruolo stabilito, sono comparse di un affresco, che vivono le situazioni del contesto che Kubrik ha voluto ricreare, senza darci una reale introspezione psicologica, che solitamente è richiesta per un grande un film. Come ad esempio quando i protagonisti raccontano episodi del proprio passato (normalmente è l'occasione per farcelo conoscere meglio), ma è lo stesso racconto che potrebbero fare mille altri, non riesci a calarti nel suo contesto, nel suo animo, è un racconto senza colori. O come, ad esempio, prendi il sergente, non sai e non riesci ad immaginarti se sia o meno lo stronzo che appare, se è così perchè i casi della vita lo hanno condotto a questo, se lo fa per far bene il proprio mestiere o se sotto sotto ha compassione delle reclute ma deve prepararle ad affrontare la guerra; lo vedi cattivo perchè quella parte richiede che faccia il cattivo, è così e basta, non hai la possibilità di indagare oltre, non hai nessun indizio che ti porti a formarti una tua idea.
E tutto questo perchè il protagonista del film è la guerra, non i personaggi e le loro storie. Normalmente i film parlano dei loro personaggi in un certo contesto, ci raccontano le loro storie, quì le storie sono standardizzate, non ci deve interessare l'approfondimento della vita, la coscienza e i reconditi problemi di Cowboy o di Palla di Lardo, ma sapere che loro sono una sorta di stereotipi, sia pure perfettamente caratterizzati, funzionali alla vicenda che viene messa in scena, la vicenda della Guerra, anzi dell'addestramento ad essa.
Ora, ovviamente, mi direte che 'sta cosa l'hanno scritta pari pari decine di critici ed esperti di cinema. Beh, in questo caso sono d'accordo con loro. :-D
Il taglio che appare impersonale, o meglio ancora 'distante', è dato dall'effetto del grottesco che Kubrick usa per molti suoi personaggi e molte sue storie. E' come una sorta di allontanamento emotivo dalla propria creatura, con il vantaggio di non far scadere l'intreccio o la caratterizzazione del personaggio nel melodrammatico o comunque nel 'sentimentale'. Potremmo anche dire che nel caso di 'Full Metal' c'è un intento macchiettistico nei confronti della guerra e degli apparati militari, quasi si trattasse di una messa in ridicolo senza, appunto, spessore psicologico apparente (in realtà qualcosina di psicologico nella prima parte lo si desume comunque, ma tutto resta di maniera). Se ci fai caso, lo stesso 'allontanamento' dai personaggi creati lo si evince ne 'Il Dottor Stranamore' o nello stesso 'Arancia Meccanica', anche se si tratta di due risultati opposti: sornione e appunto grottesco il primo, esasperato e caricaturale il secondo. In entrambi i casi abbiamo comunque un modo di trattare la 'specie umana' antinaturalistico, con la scrittura di personaggi rispondenti a logiche e concetti collocati nel proprio 'mondo interiore', non calati in un contesto generico. That's fiction. L'opposto di ciò che accade in contesti (neo)realisti o iperrealisti, dove i personaggi sono 'colti' e quasi 'accettati' dal regista nella loro imperfezione. Kubrick invece li forgia calandoli in un universo alterato, del tutto avulso dal reale, anzi molto letterario direi. In questo senso si veda la distanza che corre tra 'Full Metal', film comunque 'studiato' cinematograficamente in teatri di posa e nel londinese, e 'Apocalypse Now', avventurosamente girato 'in loco' ovvero nelle Filippine, tra mille difficoltà 'reali' ancor prima che 'di ripresa'.
Tutto il cinema di Kubrick è così (quello della maturità, intendo). Una precisa scelta autoriale che non credo si contrapponga ad alcunchè. Il problema qui è FMJ, all'interno del suo "opus", e se vogliamo, confrontandolo con "orizzonti di gloria" (trovo il paragone con il Dr. Stranamore fuorviante). parla di guerra o dei film sul Vietnam (le citazioni si sprecano)? Mah...
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie

Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)

Rispondi

Torna a “Ifix Tcen Tcen”