sono d'accordo, però nel caso dell'ex URSS la "non-violenza" ha sfruttato una condizione di impotenza dell'impero in dissoluzione. Fin quando l'URSS era in pieno controllo ha mandato carri armati a Praga e Budapest. Dopo la guerra con l'Afghanistan e la perestrojika era in ginocchio economicamente e militarmente, non aveva più la forza per far fronte alle spinte centrifughe e decentralizzatriciSuperTrivelle ha scritto:esistono anche casi di proteste pacifiche IMPONENTI E PROLUNGATE (e probabilmente non è il caso della Catalogna, al di là dei titoloni sui giornali) che hanno portato al crollo di regimi consolidati da decenni... Pensiamo ad esempio ai Paesi ex-comunisti dell'Europa orientale...
idem l'Impero Britannico, uscito spossato dalle 2 guerre mondiali, in un ordine internazionale ridisegnato. dopo il 1945 il colonialismo diretto era diventato anti-economico e anacronistico. i nuovi padroni (USA) erano fautori di un colonialismo indiretto (economico) meno costoso e più efficiente. Quando c'è stata la crisi di Suez Eisenhower ha minacciato la Gran Bretagna e cominciato a vendere sterline tanto per ricordarle chi è che in quel momento comandava. Uk e Francia hanno dovuto prendere atto che era finita un'epoca. Senza nulla togliere alle battaglie dei movimenti indipendentisti e al tributo di sangue pagato dalle colonie del British Empire contro le forze dell'Asse.
alla "non-violenza" non credo per nulla. se si ottengono risultati è perché chi comanda non ha più la forza di reagire o non trova più conveniente farlo.