MauroG ha scritto:Le colpe dei padri ricadono sui figli.
Non è un'invettiva nei confronti dello zio.
Concordo con quanto dice Anton, l'italia che i giovani ereditano è un'italia misera e priva di futuro, e questo è si a causa nostra che magari siamo più svogliati di altre generazioni ma anche e soprattutto delle generazioni passate. Siamo arrivati ad un punto che per fare strada non servono più le qualità, ma una presenza in politica, diretta o indiretta, che più di una raccomandazione può aiutarti ad avere delle chances (neanche un lavoro). Questa mentalità è figlia degli anni in cui in Italia i partiti decidevano i posti di rilievo senza valutare troppo le capacità, questo atteggiamento, già sbagliato di suo, si è incancreinito tanto da radicare in situazioni di potere uomini totalmente incompetenti che son stati sostituiti da altri ancor meno capaci che a loro volta hanno favorito qualche loro protetto o qualcuno che gli proponeva allettanti ( per lui) soluzioni.
In tal modo si è formata una classe politica e dirigente, incapace di governare ed attenta solo ai propri bisogni; ci lamentiamo di Berlusconi perchè è l'apice di questo malcostume ma gran parte dei politici di entrambi gli schieramenti sono soggetti arrivisti capaci di guardare solo al proprio personale tornaconto ovvero al proprio portafoglio.
Se a questo aggiungiamo la mancanza totale di controlli dal punto di vista fiscale, l'incapacità di governare la giustizia sia penale che civile, la nostra incapacità di ribellarci a questo scempio, la frittata è completa.
Il nostro è al momento un paese senza futuro, va avanti per inerzia fino a quando non sarà completamente fermo. Quel momento è vicino e ripartire sarà veramente difficile.
Scusate lo sfogo, ma mi son veramente rotto le palle.
ho scirtto infatti che il nostro paese non ha opportunità per i giovani.
i giovani dal canto loro scelgono strade che non danno opportunità.
ma vanno dietro al sistema educativo.
in italia si è sempre mostrato come esemplare il "creativo", il "geniale", pensado si potesse insegnare. mi riferisco evidentemente alle scuole di architettura. tralasciando spesso la costruzione professionale e gli aggiornamenti necessari in un mondo dove il mestiere tradizionale non esiste più. o meglio esiste solo per le categorie di lavoro dove il manufatto ha ancora ragione di esistere (falegnami, vetrai, etc) ma sono mercati di nicchia. molta soddisfazione, ma possibilità di crescita professionale ed economica pari a zerovirgolaqualchecosa.
le opportunità sono all'estero. russia, inghilterra, brasile, cina. paesi arabi sono ormai inflazionati, anche se la capacità economica dei sultani è enorme.
il nostro paese annega nella salvaguardia dei diritti che assomigliano sempre più ad arroccamenti di favore, nell'incapacità di aggiornarsi rispetto al mondo che cambia sistemi, nella rigida struttura della burocrazia statalista, dove ogni singola iniziativa, seppur buona, si arena nelle mille autorizzazioni da ottenere.
tutto questo quadro così devastante è reso sopportabile da: università come parcheggio di giovani/lavoro; famiglia genitoriale che si assume oneri x i figli e continua ad indebitarsi.
se avessi ancora vent'anni sarei già partito con la valigia a cercar fortuna.
p.s. a volte penso che la generazione dei nostri padri, in realtà causa guerra, ha avuto una forza di volontà capace di rivoltare ocn la propria libera inziiativa le sorti di una italietta fascista e post fascista.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw