Despe1 ha scritto:Droghy, il rifiuto del big government nella cultura anglosassone non me lo puoi motivare col fatto che bisogna finanziare le spese militari, eddai! E' nella loro cultura che il big government sia implicitamente iniquo, crei sacche di assistenza, clientelarismo, corruzione, distorsione dei mercati e quindi più povertà , meno sviluppo e più disoccupazione.
Gli facciamo le pulci al culo agli anglosassoni, ma non mi sembra che come percentuale di popolazione sotto la soglia di povertà noi si sia messi molto meglio. Per non parlare della disoccupazione, da noi esattamente doppia.
Questo per dire che anche noi continentali, di sinistra e non, dovremmo cercare di essere più pragmatici almeno sui temi economici.
Se Federico pone la domanda 'Quali sono i costi del liberalismo o del thatcherismo ?' dobbiamo essere altrettanto pronti a rispondere 'Quali sono i costi del Welfare, così com'è concepito oggi'. La risposta non è facile, ma se consideri che probabilmente nè io, nè te, nè qualsiasi altro forumista sotto i 40 vedremo uno straccio di pensione dopo avere passato la vita a pagare le pensioni di chi è ora in pensione, un pó viene da pensare.
Anche per questo la 'sinistra' pragmatica di Blair a me piace molto.
Infatti hai travisato il senso del mio intervento, sono perfettamente d' accordo con te. Federico parlava di "reazione" laburista ai governi neoconservatori; ma il programma del governo Blair è stato definito neo-thatcheriano e identico a quello di John Major. Le scelte di fondo della Thatcher (deregolamentazione, meno tutele per l' ambiente o meno diritti per alcuni gruppi sociali, meno tasse per imprese e reddito medio alti, privatizzazione delle proprietà statali ecc.) sono state adottate anche da Blair. I laburisti che sfidarono Major proposero più tasse sul reddito e più assistenzialismo per i lavoratori dipendenti e in cambio ottennero una secca sconfitta.
I popoli anglosassoni non hanno Bertinotti: meno ideologia e più senso della realtà . Questo non vuol dire che dobbiamo assimilare i loro modelli, ma una via neoriformista è necessaria.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
adesso vediamo come se la cava in parlamento
il "B-liar" con una maggioranza di circa 60 voti e una 50ina di Sir Berty Nott del suo partito che gli votano sistematicamente contro
«Cuba, la dignità umiliata dei prigionieri politici»
L’organizzazione internazionale per i diritti umani ha pubblicato un nuovo rapporto sulle condizioni degli oppositori del regime di Castro. Una denuncia che si contrappone alla recente difesa del «làder mà¡ximo» espressa da alcuni intellettuali e premi Nobel. Eccone un estratto
Nel marzo 2003, il governo cubano ha mosso la più severa offensiva contro il movimento dissidente dagli anni successivi alla rivoluzione del 1959. Delle schiere di dissidenti fermati, 75 sono stati sottoposti a processi sommari e rapidamente condannati a pene detentive da 26 mesi a 28 anni. Il giro di vite ha sorpreso molti osservatori convinti che Cuba si stesse muovendo verso un approccio più aperto e tollerante nei confronti degli oppositori: il numero dei prigionieri di coscienza era calato, sostituito da periodi di detenzione limitati, interrogatori, citazioni in giudizio, minacce, intimidazioni, sfratti esecutivi, licenziamenti, restrizioni alla libertà di movimento, perquisizioni o atti di aggressione fisica e verbale. Dall’aprile 2000, inoltre, il governo cubano aveva cominciato a rinviare le esecuzioni, tendenza sospesa nell’aprile 2003 con l’esecuzione di tre uomini condannati per aver tentato di lasciare l’isola dirottando una nave da rimorchio, operazione nella quale nessuno era rimasto ferito.
I fatti del marzo/aprile 2003 rappresentano un passo indietro per Cuba in materia di rispetto dei diritti umani. Le autorità hanno cercato di giustificare la stretta sui dissidenti denunciando le provocazioni e le aggressioni compiute dagli Stati Uniti. All’epoca, Amnesty International dichiaró che 75 dissidenti condannati erano «prigionieri di coscienza» e chiese il loro rilascio immediato e incondizionato, poichè i reati contestati erano non violenti e rientravano nel legittimo esercizio delle libertà fondamentali, nei termini garantiti dagli standard internazionali.
Le accuse mosse agli arrestati nell’offensiva del 2003 non erano quelle comunemente usate per sopprimere il dissenso, come «propaganda nemica», «mancato rispetto per le autorità », o «pubblici disordini». Piuttosto, si tendeva a enfatizzare reati per i quali il Codice penale cubano prevedeva pene più severe. La maggior parte dei dissidenti era accusata di aver violato l’articolo 91 del Codice penale, la legge 88, o entrambi. L’articolo 91 prevede condanne da dieci a venti anni o la pena di morte per chiunque, «nell’interesse di uno Stato straniero, abbia compiuto atti finalizzati alla messa in pericolo dell’indipendenza dello Stato cubano o della sua integrità territoriale». La legge 88, inserita nel corpo legislativo cubano nel febbraio 1999 ma fino al 2003 mai applicata, prevede lunghi periodi di detenzione per chi sia trovato colpevole di sostenere la politica degli Stati Uniti, volta a «scardinare l’ordine interno, destabilizzare il Paese e distruggere lo Stato socialista e l’indipendenza di Cuba».
A quanto si apprende dagli atti dei processi disponibili, le prove prodotte nei procedimenti del marzo 2003, in base alle quali sono state poi emesse le sentenze, comprendevano: pubblicazione di articoli o rilascio di interviste a mezzi di informazione finanziati dagli Stati Uniti o ad altri media sostenitori di posizioni critiche in materia di diritti economici, sociali o umani a Cuba; comunicazione con organizzazioni internazionali attive nella difesa dei diritti umani; contatti con enti o individui ritenuti ostili agli interessi di Cuba, come funzionari Usa presenti sull’isola o membri della comunità degli esuli cubani residenti negli Stati Uniti o in Europa; distribuzione o possesso di materiali come apparecchi radio, caricabatterie, attrezzature video o pubblicazioni della Interests Section americana (sede diplomatica Usa con base all’ambasciata svizzera dell’Avana, ndr); coinvolgimento in gruppi non ufficialmente riconosciuti dalle autorità cubane o accusati di avere svolto attività controrivoluzionarie, fra le quali: promozione di sindacati non ufficiali, associazioni professionali; istituzioni accademiche, associazioni di giornalisti o librerie indipendenti. Nel 2003, il governo cubano sosteneva che tali attività minacciassero la sicurezza nazionale e andassero perseguite. Amnesty International ritiene che tali attività costituiscano forme di legittimo esercizio della libertà di espressione, assemblea e associazione.
A Cuba queste libertà incontrano severe restrizioni nella legge e nella pratica. Chiunque tenti di esprimere opinioni, promuovere incontri, dar vita a organizzazioni che contraddicano la politica del governo e/o gli obiettivi dello Stato puó essere sottoposto a misure punitive come arresti, licenziamenti, maltrattamenti o intimidazioni. A Cuba è limitato anche il diritto a un giusto processo, poichè corti e procuratori sono sotto controllo governativo. L’Assemblea nazionale elegge il presidente, il vicepresidente e gli altri giudici della Suprema Corte del Popolo, oltre al procuratore generale e al suo vice. In più, tutte le corti sono subordinate all’Assemblea Nazionale e al Consiglio di Stato; fatto, questo, che suscita preoccupazione rispetto agli standard internazionalmente riconosciuti in materia di giusto processo e diritto a comparire davanti a tribunali indipendenti e imparziali. Lo stesso diritto dei dissidenti ad avere una difesa indipendente è minacciato dal fatto che gli avvocati sono nominati dal governo cubano e potrebbero quindi esitare a sfidare i procuratori o rigettare le prove prodotte dai servizi di intelligence dello Stato.
Nel 2004 e all’inizio del 2005 sono stati rilasciati 19 prigionieri di coscienza, a 14 dei quali è stato garantito solo il «rilascio su condizione », che consentiva loro di scontare il resto della pena fuori dal carcere per motivi di salute, ferma restando la possibilità di tornare in prigione. Il governo cubano ha poi migliorato le condizioni di alcuni prigionieri di coscienza, trasferendoli in località più vicine alle loro case e garantendo check-up medici.
A due anni dalla stretta del marzo 2003, malgrado i rilasci e i limitati miglioramenti, il numero totale dei prigionieri di coscienza dichiarato da Amnesty International si attesta a 71, due nuovi casi inclusi. àˆ giunta anche notizia di maltrattamenti a opera di guardie carcerarie. Più di dodici persone sono ancora tenute in prigioni situate all’opposta estremità dell’isola rispetto alle città d’origine, fatto che rende molto difficili le visite dei familiari. Per le infrazioni ai regolamenti interni delle carceri, sono previste pene di lunghi periodi di isolamento, a volte in celle murate. I resoconti suggeriscono che le condizioni di prigionia in celle di questo tipo corrispondano a trattamenti crudeli, inumani e degradanti: si dice che le celle siano molto piccole (2x1 m), senza bagno nè mobilio; che siano prive di acqua potabile, spesso infestate da ratti, topi e blatte; che i prigionieri non siano autorizzati a uscire, a ricevere visite, a fare esercizio fisico, che in alcuni casi non possano coprirsi con indumenti nè avere coperte e lenzuola. Nel corso del 2004, almeno nove prigionieri sarebbero stati tenuti in celle murate per periodi tra due e quattro mesi. Nel 2004 l’allarme è nato da resoconti secondo i quali diversi prigionieri di coscienza non ricevevano adeguate cure sanitarie. Amnesty International riconosce che l’imposizione di un embargo commerciale da parte degli Stati Uniti d’America limita per Cuba la capacità di garantire ai prigionieri viveri e cure mediche in misura adeguata. Eppure, è stato anche denunciato che in alcuni casi i medicinali procurati ai prigionieri dai familiari, sono stati trattenuti dalle autorità carcerarie senza alcun motivo plausibile.
Amnesty International chiede al governo cubano: di ordinare il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri di coscienza; di assicurare lo svolgimento di un’inchiesta indipendente e imparziale, aperta sulla base delle denunce di maltrattamenti a opera di guardie carcerarie; di garantire la sospensione immediata dal servizio per i funzionari implicati e l’avvio di procedimenti giudiziari ai danni dei responsabili; di trasferire tutti i prigionieri di coscienza, soprattutto i malati, in carceri più vicine alle case delle loro famiglie; di applicare i Principi delle Nazioni Unite per la tutela di tutte le persone soggette a qualsiasi forma di detenzione o carcerazione e le Regole degli Standard Minimi per il Trattamento dei Prigionieri; di far sì che, in applicazione degli standard internazionali sui diritti umani, a tutti i detenuti sia garantito un giusto processo, oltre al diritto di avere un avvocato difensore; di revocare la legge 88 e normative simili che favoriscano l’arresto di prigionieri di coscienza e restringano illegalmente l’esercizio delle libertà fondamentali; di ratificare l’Accordo Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, l’Accordo Internazionale sui Diritti Civili e Politici, il Protocollo aggiuntivo dell’Accordo Internazionale sui Diritti Civili e Politici e il Secondo Protocollo aggiuntivo dell’Accordo Internazionale sui Diritti Civili e Politici, finalizzato all’abolizione della pena di morte.
(traduzione di Maria Serena Natale) AMNESTY INTERNATIONAL
20 marzo 2005
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
La comunicazione dell'ambasciatore cubano in Italia Cuba, rimpatriato l'inviato del Corriere
Francesco Battistini era stato arrestato dalla polizia: era Cuba per seguire la riunione dei dissidenti. «Tora con il primo volo utile»
Francesco Battistini, inviato del Corriere della Sera, arrestato dalla polizia a Cuba, verrà rimpatriato entro la serata di venerdì. Sarà rimpatriato con il primo volo in partenza dall'Avana. Lo ha comunicato l'ambasciatore cubano in Italia al ministero degli Esteri. La Farnsina in serata ha diffuso questa nota: «In seguito al passo effettuato dalla Farnesina con la convocazione dell'ambasciatore cubano a Roma, le autorità dell’Avana hanno reso noto, attraverso lo stesso ambasciatore, che il giornalista Francesco Battistini verrà imbarcato entro questa sera sul primo volo utile per far rientro in Italia»
L'ARRESTO - Francesco Battistini era entrato nel Paese giovedì. La notizia dell'arresto è arrivata venerdì intorno alle 13 (ora italiana) ai colleghi della redazione Esteri del Corriere con sms dello stesso Battistini: «Arrestato». Battistini era a Cuba per seguire l'assemblea degli oppositori di Fidel Castro che si sta svolgendo a Cuba ma al qualche l'Avana non consente partecipazione di stranieri e giornalisti in particolare. Il fermo di Battistini, 44 anni, è avvenuto nella stessa giornata in cui le autorità cubane hanno espulso un senatore ceco e un deputato tedesco e impedito l'ingresso a due membri polacchi del Parlamento europeo che avevano in programma di partecipare a un congresso di dissidenti, oltre ad arrestare tre giornalisti polacchi. Nei giorni scorsi era stato impedito l'accesso a Cuba a un altro collega del Corriere della Sera, Rocco Cotroneo.
AMBASCIATORE - L'intervento del ministero degli Esteri era stato immediato. Gianfranco Fini aveva subito convocato l'ambasciatore cubano a Roma, Maria de los Angeles Florez Prida, per avere chiarimenti sul fermo. La Farnesina ha poi attivato la sede diplomatica all'Avana per seguire con la massima attenzione il caso. L'ambasciatore ha subito preso contatto con le locali autorità per ottenere l'immediato rilascio di Francesco Battistini.
IL DIRETTORE DEL CORRIERE: «ATTO ODIOSO» - Sulla vicenda si era espresso nel pomeriggio di venerdì il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli ricordando che «già qualche giorno fa un altro collega, Rocco Cotroneo, è stato bloccato alla frontiera e costretto a fare marcia indietro. Esprimo tutto il mio sdegno per il fermo del nostro collega Francesco Battistini, arrestato a Cuba». Mieli, nel chiedere l'immediato rilascio del giornalista, aveva sottolineato che «questo episodio mette in luce la volontà delle autorità cubane di mettere il bavaglio alla libera informazione degli organi di stampa internazionali».
RETATA DEI DISSIDENTI - Nella capitale L'Avana è in corso, in una casa privata, l'«assemblea per promuovere la società civile». Si tratta di una riunione che prevede la presenza di numerosi dissidenti guidati dall’economista Martha Roque Cabello. Castro aveva annunciato «una risposta energica» che è culminata in una retata preventiva nelle case di alcuni oppositori.
20 maggio 2005
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
bof il comunismo cubano è sempre stato folklore ( tralaltro molto ben organizzato per i parametri da terzo mondo dell'amerika latina )... irrilevante
non capisco tutta sta foga quando poi si va a contestare chi abbatte dittature ben più odiose di quella cubana
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
balkan wolf ha scritto:non capisco tutta sta foga quando poi si va a contestare chi abbatte dittature ben più odiose di quella cubana
la foga ce la metto perchè da parte di tutta una certa sinistra ci si scaglia contro 'dittatori' vari e presidenti democraticamente eletti (dando sempre dell'assassino e dell'illiberale), mentre si fa finta di niente sul dittatore Castro, quando addirittura non lo si difende apertamente.
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
balkan wolf ha scritto:dos mi stai invecchiando cazzarola...
manco una foto della baia dei porci?
bof il comunismo cubano è sempre stato folklore ( tralaltro molto ben organizzato per i parametri da terzo mondo dell'amerika latina )... irrilevante
non capisco tutta sta foga quando poi si va a contestare chi abbatte dittature ben più odiose di quella cubana
E no, caro balkan!!!
La rendita geopolitica dall'isola di Cuba durante la Guerra Fredda ti sembra niente???
Perchè i russi si sono svenati per 30 anni a pagare lo zucchero di canna cubano il doppio del prezzo di mercato per sostenergli l'economia?
Ancora un po' di pazienza, non appena schiatta il barbuto e tutta la sua corte dei miracoli, i capitali euroamericani investiti a Cuba faranno il loro corso, e cadrà un'altra stella rossa...
Poi toccherà alla Corea del Nord...
Rimane la Cina, ma lì sarà più dura far fuori lo stellone rosso: in realtà sono comunisti mascherati, come Zorro!!!
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
balkan wolf ha scritto:dos mi stai invecchiando cazzarola...
manco una foto della baia dei porci?
bof il comunismo cubano è sempre stato folklore ( tralaltro molto ben organizzato per i parametri da terzo mondo dell'amerika latina )... irrilevante
non capisco tutta sta foga quando poi si va a contestare chi abbatte dittature ben più odiose di quella cubana
E no, caro balkan!!!
La rendita geopolitica dall'isola di Cuba durante la Guerra Fredda ti sembra niente???
Perchè i russi si sono svenati per 30 anni a pagare lo zucchero di canna cubano il doppio del prezzo di mercato per sostenergli l'economia?
Ancora un po' di pazienza, non appena schiatta il barbuto e tutta la sua corte dei miracoli, i capitali euroamericani investiti a Cuba faranno il loro corso, e cadrà un'altra stella rossa...
Poi toccherà alla Corea del Nord...
Rimane la Cina, ma lì sarà più dura far fuori lo stellone rosso: in realtà sono comunisti mascherati, come Zorro!!!
lo stellone non cascherà mai perchè una delle stelline attorno sopno prorpio i capitalisti...
e poi il comunismo qui è particolarissimo.....a sentiree i racconti di conoscenti polacchi o simili qui è molto diverso..
e x questo sono sicuro che il problema diritti civili e simili non verrà mai risolto...
io non so la mosca delgi anni 70-80 ma qui sembra di stare in una capitale europea...
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Ho cenato con una cubana, e se non ero con amici che mi trattenevano (eravamo seduti uno di fronte all'altro) le sarei saltato addosso davanti a tutti.
Mi ha anche raccontato cose simpatiche su Castro il fratello e la "cacciata" di guevara da Cuba.