direi di no. Se per te amare significa farsi accettare condizionando la libera scelta della di una delle parti forse, ma qui siamo piuttosto ad una deriva malatissima di egocentrismo affettivo da parte del rapitore. L'unica cosa certa e' il legame di dipendenza che ha saputo creare, qualcosa di molto forte che per certi versi ricorda una degenerazione della dominazione psicologica e del cosidetto "topping from bottom" del bdsm, solo che in questo caso mancando la reciproca consensualita' e viste le parti in causa (una delle quali sicuramente non in grado di scegliere liberamente e con libera consapevlezza) non si puo' parlare di bdsm ma di violenza vera e propria.balkan wolf ha scritto: è una love story cazzarola!!!
ma quale superdonna?un "mostro" che si sacrifica per amore che pagando con la vita crea una super donna...
abbiamo un cadavere disprezzato e una 18enne milionaria con due palle d'acciaio
dove sta il male?? chi ha pagato?? i risultati finali sono positivi o negativi??
il bello di questa storia è proprio che esce dai normali parametri di giudizio
io la vedo come un affascinantissimo esperimento di relazioni socio-affettive
la ragazza non credo sia cosi' forte come sembra, anzi: a naso ha parecchio lavoro da fare prima di essere serena e libera e dal legame morboso che ha instaurato con chi la segregava.
non parlerei poi di palle di acciaio, ma piuttosto di istinto di sopravvivenza, cosa ben diversa se permetti: per necessita' ha imparato a fingere alla perfezione e permanentemente, e lo si e' visto anche nell'intervista: atteggiamento posato, discorso impostato con frasi cadenzate e tempi televisivi ineccepibili, roba che il marito di costanzo pagherebbe oro nei suoi vari programmi.
vedendo parte dell'intervista mi e' parso che abbia studiato nei dettagli l'intervento, per nulla genuino, come se avesse deciso prima a tavolino come presentarsi e cosa dire e senza dar sfogo a quello che davvero ha dentro: a naso (ma forse mi sbaglio) mi e' parsa "una prova generale" di comunicazione con il resto del mondo "mediata" nelle forme dallo psicologo che la segue.
In quanto al risultato finale le uniche sensazioni che mi ha trasmesso a "primo impatto" sono state di una persona:
- estremamente incazzata con il mondo e completamente diffidente del genere maschile ed umano in genere;
- con ovvie e palesi difficolta' di relazione con gli altri;
- frustrata per essere stata "scippata" della propria adolescenza e delle prime esperienze di vita essenziali;
- dalle esperienze sicuramente "filtrate" dal suo carceriere.
Spero abbia un ottimo terapista psicologico a darle una mano altrimenti la vedo tra qualche anno immischiata in rapporti personali e sentimentali molto difficili e con dimamiche simili a quelle che ha vissuto.
Per ora ha saputo tener banco e chi le sta vicino le ha fatto guadagnare parecchi soldi.
le posso solo augurare di ritrovare la serenita' perduta ed un percorso di vita da realizzare.