hoover ha scritto:Sul discorso black block quello che mi sorprende è il diverso grado di indignazione della gente.
Cioè, se dei ragazzi danno fuoco a delle macchine tutti a prendere in mano torce e forconi, se per la costruzione dell'expo vengono rubati milioni e milioni di euro pubblici (che equivale a dare fuoco a centinaia di macchine o rubare il camioncino del buon Anacleto ) l'indignazione è molto più blanda, giusto il "sono tutti uguali questi politici" detto al bar tra il caffè e il cornetto.
Concordo
I Black Block li butterei vivi nell'acido ma fanno comodo. Nessuno parla piu' delle ragioni dei no expo, come a Genova al G8
Sorvolando sul diverso grado di indignazione (è normale che sia più evidente su un fatto che "accade" e che viene percepito come facilmente risolvibile piuttosto, e qui la colpa è dei politici che ne approfittano per spostare l'attenzione, che su un malaffare sommerso spalmato nel tempo) io mi chiedo perchè si insista a fare il corteo per le vie delle città quando già i Black Block avevano previsto di "spogliarsi" dei loro segni di riconoscimento approfittando della massa bue.
Se veramente ai NoExpo, NoTav, NoTutto interessa far sentire la loro voce è d'obbligo da parte loro una presa di coscienza e sostituire l'inutile corteo che non riescono a controllare con una kermesse stanziale raggiungibile in ordine sparso.
Perchè non lo fanno? Perchè continuano a fare da recinto per le pecore nere?
Non è che sperano che il casino in fondo aiuti la loro visibilità, rischiando però di finire vittime dell'eccesso?
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
Probabilmente perché a sti qua non gliene frega niente di "cambiare le cose" e dei tanti ideali di cui si riempiono la bocca, ma a loro frega solo spaccare tutto o contemplare estaticamente chi spacca tutto. Qui di fame e disperazione c'è manco l'ombra, ma solo il giocare a fare i ribelli e gli alternativi dopo essere cresciuti al calduccio delle trapunte rimboccategli dal papi e dalla mami.
Fai bordello, spacca tutto e tira di tutto allo sbirro bastardo...perché? Perché è giusto così, perché se non lo capiscono con le buone, in qualche altro modo devono capirlo. Spacca le vetrine delle banche, ma pure quelle del pizzicagnolo che si alza ogni giorno alle 5 del mattino da una vita, per poter tirare avanti la baracca e mantenere una famiglia con dei figli forse con più diritto ad essere incazzati dei coglioni che fingono di esserlo. Via, fuoco alle macchine che fa figo, che poi pare di stare a Damasco sotto le bombe...e poco importa se la macchina non è il Ferrarino di qualche rotariano o di qualche calciatore tatuato e impomatato, poco importa se invece a finire carbonizzato è il Pandino usato che scatarra per andare in moto o la Fiesta ancora da finire di pagare dal poveraccio con le rate e il mutuo sul collo. Ciò che importa è solo fare bordello...
"La regola d'oro : cazzo in tiro non c'ha coscienza."
(I. Welsh)
" Ti ho appena fatto un pompino, non è che puoi fare tanto il sostenuto." (cit.)
"What did you touch? You made me make a mess all over..." (cit.)
hoover ha scritto:Sul discorso black block quello che mi sorprende è il diverso grado di indignazione della gente.
Cioè, se dei ragazzi danno fuoco a delle macchine tutti a prendere in mano torce e forconi, se per la costruzione dell'expo vengono rubati milioni e milioni di euro pubblici (che equivale a dare fuoco a centinaia di macchine o rubare il camioncino del buon Anacleto ) l'indignazione è molto più blanda, giusto il "sono tutti uguali questi politici" detto al bar tra il caffè e il cornetto.
ma appunto per questo non vengono fermati come si deve e per questo sono doppiamente coglioni.
parlano dei danni che hanno fatto, dei casini, dei disastri e poi vedi MARONI, che di soldi ce ne è costati 400 volte tanto e di cagate ne ha fatte 400 volte di più, bello tronfio che si gode gli applausi...
dai, un uovo, ad avere la possibilità, lo tireremo tutti in faccia a stammerdad'omo.
la cosa più bella è la fideiussione bancaria se si vuole manifestare....
per quanto le manifestazioni mi facciano cagare trovo che abbia dell'irreale.
bene io voglio la fideiussione bancaria dei sindaci e degli urbanisti, così se fanno cagate me le ripagano loro
ps
visto il video di scuse del ragazzino "minkialabbbanka"
porello... cosa avrà? 17 anni? mi fa quasi tenerezza... "io sono buono...faccio beneficenza.... l'expo andrò a vederlo con la mia classe perchè PURTROPPO ancora studio..."
meglio lui dei capi ultrà.. ma se non si scusava era meglio
E' proprio questo quello che non capisco, il perchè un furto di 1 milione di euro pubblici sia considerato meno violento o meno grave dell'incendio di 50 macchine da 20.000 euro. Per me contengono la stessa violenza e dovrebbero dar fastidio allo stesso modo...
Che poi non ho ben capito se si scrive block o bloc...cioè, in inglese la parola blocco si traduce con block, però di solito sui giornali scrivono bloc.
"Big trouble in little vachina"
"ANNO STATI I ROMS!!"
#COLPADELSINDICO!!!!1!
quindi se ho capito bene alcuni di voi se uno stronzo, senza che gli abbia scopato la moglie o ucciso il gatto, mi sfascia la macchina o il negozio non devo incazzarmi perché i politici in italia rubano ed è tutto un magna magna? quindi devo abbozzare e quasi quasi essere contento....
Il mio pandino può rientrare fra i bersagli? Ho visto che bruciavano suv e mercedes e in genere macchine da 20.000€ (macchine da borghesia)..quindi si capisce che fedeuebb è un barbone
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
L'Eternauta ha scritto:quindi se ho capito bene alcuni di voi se uno stronzo, senza che gli abbia scopato la moglie o ucciso il gatto, mi sfascia la macchina o il negozio non devo incazzarmi perché i politici in italia rubano ed è tutto un magna magna? quindi devo abbozzare e quasi quasi essere contento....
'spetta un attimo,il discorso che facevamo era un altro,cioé perché ci si incazza meno per danni molto peggiori di qualche macchina bruciata?
"Big trouble in little vachina"
"ANNO STATI I ROMS!!"
#COLPADELSINDICO!!!!1!
Di prima mattina ho fatto una ricognizione per Milano per decidere che fare.
Piovigginava e l’asma mi rallentava il passo: dopo aver camminato un’oretta ho capito che era meglio tornarmene a Bologna. Si sapeva che a un certo punto sarebbe scoppiata la baraonda. La polizia non poteva farci niente per una ragione facile da capire: gli occhi di tutto il mondo erano puntati sull’inaugurazione dell’EXPO, un morto nelle strade di Milano non sarebbe stato buona pubblicità. A Genova quindici anni fa (come passa il tempo!) il potere intendeva dimostrare che i grandi del mondo sono inavvicinabili e se ci provi ti ammazzo. A Milano intendeva dimostrare di essere tollerante. Da una parte si fa festa con Armani e Boccelli perché ormai i giovani sono talmente frollati dalla disperazione che fanno la fila per poter servire gratis al tavolo di Monsanto e di McDonald. Dall’altra si permette di sfilare a qualche migliaio di sessantenni i quali, poveretti, credono che per telefonare ci vuole il gettone, e quindi sono ancora dietro a quelle vecchie storie dei diritti.
Poi tremila teppisti hanno rovinato il banchetto, tutto qui.
Ho letto l’articolo di Luca Fazio e vorrei esprimere un’opinione diversa dalla sua. Fazio scrive che i teppisti hanno rovinato una manifestazione democratica.
Sarò brutale con spirito amichevole: a cosa serve manifestare per la democrazia? che utilità può avere sfilare per le vie della città dicendo: diritti, costituzione, democrazia?
Io lo faccio talvolta (quando l’asma me lo permette) per una ragione soltanto: incontro i miei amici e le mie amiche. E’ quel che ci è rimasto della sfera pubblica che un tempo chiamavamo movimento. Ma non penso neanche lontanamente che si tratti di un’azione politicamente efficace.
C’è ancora qualcuno che creda nella possibilità di fermare l’offensiva finanzista europea, o l’autoritarismo renziano con pacifiche passeggiate e referendum?
A proposito: ci sarà un referendum contro la legge elettorale denominata Italicum. Probabile. Giusto per riepilogare voglio ricordarvi gli antefatti. Esisteva una legge elettorale denominata Porcellum (perché coloro che la avevano promulgata dichiararono fra le risate che si trattava di una porcata). La Consulta dichiarò quella legge incostituzionale, dunque sancì l’illegittimità del Parlamento eletto con quella legge. Fino al 2011 c’era almeno un Primo Ministro votato da una maggioranza. Si chiamava Berlusconi (remember?). Fu esautorato per volontà della Bundesbank, venne un primo ministro direttamente eletto dalla finanza internazionale di nome Monti. Il disastro fu tale che si tornò alle urne. Le urne risultarono enigmatiche, e dopo varie tergiversazioni emerse un tizio che nessuno ha votato ma nei sondaggi risultava vincente. Dal momento che questo tizio ha la fiducia dei mercati il Parlamento, eletto con una legge incostituzionale, ora si prostra ai suoi piedi. La cifra vincente del governo Renzi è il totale disprezzo delle regole costituzionali, perciò un parlamento incostituzionale vota una legge elettorale incostituzionale imponendola con il voto di fiducia. Tombola.
A questo punto qualcuno raccoglierà le firme per un referendum.
Referendum? Io ne ricordo un altro: il 90% del 70% degli elettori votarono contro la privatizzazione dell’acqua. Vi risulta che la privatizzazione dell’acqua sia stata fermata? A me risulta il contrario. E allora perché dovrei andare a votare al prossimo referendum?
Qualcuno mi risponde: per difendere la democrazia.
Democrazia? Ma di che stai parlando? L’80% dei greci appoggia il suo governo, ma la Banca Centrale europea ha detto con chiarezza che le regole non le stabilisce l’80% dei greci, ma il sistema bancario, quindi che i greci vadano a farsi fottere, e con loro la democrazia.
Ma torniamo a Milano. Tremila teppisti spaccano tutto? Non esageriamo, ma certo hanno fatto abbastanza fumo. E i giornali parlano di loro più che di Renzi Armani e Boccelli. Come posso non essergliene grato?
Sto forse proponendo una strategia politica? Credo io forse che spaccando le vetrine di tre banche (o magari di trecento o di tremila) il potere finanziario si spaventa? Non scherziamo. So benissimo che il potere finanziario non sta nelle vetrine delle banche, ma in un circuito algoritmico virtuale che nessuna azione teppistica può distruggere e nessuna democrazia influenzare. So benissimo che mentre tremila spaccavano vetrine diciassettemila e cinquecento correvano a lavorare gratis e questo è l’avvenimento più importante. So benissimo che nell’azione teppistica non vi è alcuna strategia politica. Ma c’è forse una cosa più seria. C’è la disperazione che cresce, limacciosa e potente, ai margini del mondo levigato.
Cosa ne pensa Fazio (al quale rivolgo un saluto in amicizia) dei teppisti di Baltimore e di Ferguson? Pensa che dovrebbero avere fiducia nella democrazia?
Io ricordo di avere visto (era la CBS?) un’intervista a una ragazza che stava in strada a New York una notte del novembre 2014. Il giornalista le chiedeva qualcosa sui bianchi e sui neri e lei rispose: “This is not about white and black. This about life and death.”
Nel tempo che viene non capirete niente se penserete alla democrazia. Occorre pensare in termini di vita e di morte, e allora si comincia a capire.
Ci stanno ammazzando, capito? Non tutti in una volta. Ci affogano a migliaia nel canale di Sicilia. Un numero crescente di ragazzi si impiccano in camera da letto (60% di aumento del tasso di suicidio nei decenni del neoliberismo, secondo i dati dell’OMS). Ci ammazzano di lavoro e ci ammazzano di disoccupazione. E mentre la guerra lambisce i confini d’Europa, focolai si accendono in ogni sua metropoli.
Perché dovrei preoccuparmi dell’Italicum? E’ una forma di fascismo come un’altra.
Abbiamo perso tutto, questo è il punto, e il primo maggio 2015 potrebbe essere il momento di svolta, quello in cui lasciamo perdere le battaglie del passato e cominciamo la battaglia del futuro. Non la battaglia della democrazia né quella per i diritti, meno che mai la battaglia per la difesa del posto di lavoro, che è stata l’inizio di tutte le sconfitte.
La battaglia necessaria (e forse a un certo punto anche possibile) è quella che trasforma la potenza della tecnologia in processo di liberazione dalla schiavitù del lavoro e della disoccupazione. Quella battaglia si combatterà cominciando a comportarci come se il potere non esistesse, rifiutando di pagare un debito che non abbiamo contratto, rifiutando di partecipare alla competizione del lavoro e alla competizione della guerra.
E’ impossibile? Lo so, oggi è impossibile, i giovani che hanno aperto gli occhi di fronte a uno schermo uscendo dal ventre della madre si impiccano a plotoni perché per loro il calore della solidarietà politica e della complicità amichevole sono oggetti sconosciuti. Ma se vogliamo parlare con loro è meglio che lasciamo perdere i gettoni, la democrazia e i diritti. E’ meglio che impariamo a parlare della vita e della morte.
misha71
"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline
Di prima mattina ho fatto una ricognizione per Milano per decidere che fare.
Piovigginava e l’asma mi rallentava il passo: dopo aver camminato un’oretta ho capito che era meglio tornarmene a Bologna. Si sapeva che a un certo punto sarebbe scoppiata la baraonda. La polizia non poteva farci niente per una ragione facile da capire: gli occhi di tutto il mondo erano puntati sull’inaugurazione dell’EXPO, un morto nelle strade di Milano non sarebbe stato buona pubblicità. A Genova quindici anni fa (come passa il tempo!) il potere intendeva dimostrare che i grandi del mondo sono inavvicinabili e se ci provi ti ammazzo. A Milano intendeva dimostrare di essere tollerante. Da una parte si fa festa con Armani e Boccelli perché ormai i giovani sono talmente frollati dalla disperazione che fanno la fila per poter servire gratis al tavolo di Monsanto e di McDonald. Dall’altra si permette di sfilare a qualche migliaio di sessantenni i quali, poveretti, credono che per telefonare ci vuole il gettone, e quindi sono ancora dietro a quelle vecchie storie dei diritti.
Poi tremila teppisti hanno rovinato il banchetto, tutto qui.
Ho letto l’articolo di Luca Fazio e vorrei esprimere un’opinione diversa dalla sua. Fazio scrive che i teppisti hanno rovinato una manifestazione democratica.
Sarò brutale con spirito amichevole: a cosa serve manifestare per la democrazia? che utilità può avere sfilare per le vie della città dicendo: diritti, costituzione, democrazia?
Io lo faccio talvolta (quando l’asma me lo permette) per una ragione soltanto: incontro i miei amici e le mie amiche. E’ quel che ci è rimasto della sfera pubblica che un tempo chiamavamo movimento. Ma non penso neanche lontanamente che si tratti di un’azione politicamente efficace.
C’è ancora qualcuno che creda nella possibilità di fermare l’offensiva finanzista europea, o l’autoritarismo renziano con pacifiche passeggiate e referendum?
A proposito: ci sarà un referendum contro la legge elettorale denominata Italicum. Probabile. Giusto per riepilogare voglio ricordarvi gli antefatti. Esisteva una legge elettorale denominata Porcellum (perché coloro che la avevano promulgata dichiararono fra le risate che si trattava di una porcata). La Consulta dichiarò quella legge incostituzionale, dunque sancì l’illegittimità del Parlamento eletto con quella legge. Fino al 2011 c’era almeno un Primo Ministro votato da una maggioranza. Si chiamava Berlusconi (remember?). Fu esautorato per volontà della Bundesbank, venne un primo ministro direttamente eletto dalla finanza internazionale di nome Monti. Il disastro fu tale che si tornò alle urne. Le urne risultarono enigmatiche, e dopo varie tergiversazioni emerse un tizio che nessuno ha votato ma nei sondaggi risultava vincente. Dal momento che questo tizio ha la fiducia dei mercati il Parlamento, eletto con una legge incostituzionale, ora si prostra ai suoi piedi. La cifra vincente del governo Renzi è il totale disprezzo delle regole costituzionali, perciò un parlamento incostituzionale vota una legge elettorale incostituzionale imponendola con il voto di fiducia. Tombola.
A questo punto qualcuno raccoglierà le firme per un referendum.
Referendum? Io ne ricordo un altro: il 90% del 70% degli elettori votarono contro la privatizzazione dell’acqua. Vi risulta che la privatizzazione dell’acqua sia stata fermata? A me risulta il contrario. E allora perché dovrei andare a votare al prossimo referendum?
Qualcuno mi risponde: per difendere la democrazia.
Democrazia? Ma di che stai parlando? L’80% dei greci appoggia il suo governo, ma la Banca Centrale europea ha detto con chiarezza che le regole non le stabilisce l’80% dei greci, ma il sistema bancario, quindi che i greci vadano a farsi fottere, e con loro la democrazia.
Ma torniamo a Milano. Tremila teppisti spaccano tutto? Non esageriamo, ma certo hanno fatto abbastanza fumo. E i giornali parlano di loro più che di Renzi Armani e Boccelli. Come posso non essergliene grato?
Sto forse proponendo una strategia politica? Credo io forse che spaccando le vetrine di tre banche (o magari di trecento o di tremila) il potere finanziario si spaventa? Non scherziamo. So benissimo che il potere finanziario non sta nelle vetrine delle banche, ma in un circuito algoritmico virtuale che nessuna azione teppistica può distruggere e nessuna democrazia influenzare. So benissimo che mentre tremila spaccavano vetrine diciassettemila e cinquecento correvano a lavorare gratis e questo è l’avvenimento più importante. So benissimo che nell’azione teppistica non vi è alcuna strategia politica. Ma c’è forse una cosa più seria. C’è la disperazione che cresce, limacciosa e potente, ai margini del mondo levigato.
Cosa ne pensa Fazio (al quale rivolgo un saluto in amicizia) dei teppisti di Baltimore e di Ferguson? Pensa che dovrebbero avere fiducia nella democrazia?
Io ricordo di avere visto (era la CBS?) un’intervista a una ragazza che stava in strada a New York una notte del novembre 2014. Il giornalista le chiedeva qualcosa sui bianchi e sui neri e lei rispose: “This is not about white and black. This about life and death.”
Nel tempo che viene non capirete niente se penserete alla democrazia. Occorre pensare in termini di vita e di morte, e allora si comincia a capire.
Ci stanno ammazzando, capito? Non tutti in una volta. Ci affogano a migliaia nel canale di Sicilia. Un numero crescente di ragazzi si impiccano in camera da letto (60% di aumento del tasso di suicidio nei decenni del neoliberismo, secondo i dati dell’OMS). Ci ammazzano di lavoro e ci ammazzano di disoccupazione. E mentre la guerra lambisce i confini d’Europa, focolai si accendono in ogni sua metropoli.
Perché dovrei preoccuparmi dell’Italicum? E’ una forma di fascismo come un’altra.
Abbiamo perso tutto, questo è il punto, e il primo maggio 2015 potrebbe essere il momento di svolta, quello in cui lasciamo perdere le battaglie del passato e cominciamo la battaglia del futuro. Non la battaglia della democrazia né quella per i diritti, meno che mai la battaglia per la difesa del posto di lavoro, che è stata l’inizio di tutte le sconfitte.
La battaglia necessaria (e forse a un certo punto anche possibile) è quella che trasforma la potenza della tecnologia in processo di liberazione dalla schiavitù del lavoro e della disoccupazione. Quella battaglia si combatterà cominciando a comportarci come se il potere non esistesse, rifiutando di pagare un debito che non abbiamo contratto, rifiutando di partecipare alla competizione del lavoro e alla competizione della guerra.
E’ impossibile? Lo so, oggi è impossibile, i giovani che hanno aperto gli occhi di fronte a uno schermo uscendo dal ventre della madre si impiccano a plotoni perché per loro il calore della solidarietà politica e della complicità amichevole sono oggetti sconosciuti. Ma se vogliamo parlare con loro è meglio che lasciamo perdere i gettoni, la democrazia e i diritti. E’ meglio che impariamo a parlare della vita e della morte
.
Da wiki:Franco Berardi, detto Bifo (Bologna, 2 novembre 1949), è uno scrittore, filosofo e agitatore culturale italiano. Bifo (berardi) viene scarcerato poco dopo, e diviene il leader dell'"ala creativa" della protesta studentesca bolognese del 1977. Dopo la chiusura della radio da parte della polizia, contro Berardi viene spiccato un mandato per "istigazione di odio di classe a mezzo radio", per sottrarsi all'arresto fugge da Bologna. Si rifugia a Parigi.
E però..l'agitatoreculturale non molla..
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.
una specie di residuato bellico...se gli bruciavano la macchina lui si che era contento...secondo me questi black bloc se leggono quell'articolo non ci capiscono una minchia, non state a sopravvalutarli...l'importante era fare casino, prendersi una botta di adrenalina e poi mettere in rete il filmatino per farsi belli con gli amici e la ragazzetta...
L'Eternauta ha scritto:una specie di residuato bellico...se gli bruciavano la macchina lui si che era contento...secondo me questi black bloc se leggono quell'articolo non ci capiscono una minchia, non state a sopravvalutarli...l'importante era fare casino, prendersi una botta di adrenalina e poi mettere in rete il filmatino per farsi belli con gli amici e la ragazzetta...
Mah..non semplificherei così la faccenda.
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.