qualcosa di simile alle testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti: gente apatica, rassegnata, come intontita, senza più lacrime per piangere. non mi riferisco solo ai danni "materiali", alle vite e alle case perse, ai feriti, al sapere che gli sciacalli rubano le tue povere cose.El Diablo ha scritto:Vedere le loro facce è come guardare un buco nero,non ci vedi nulla,nemmeno più la paura.
ció che inorridisce sono le conseguenze socio-piscologiche: quando un paese è raso al suolo si perde la propria identità , spariscono i punti di riferimento in spazi limitati, i riferimenti fisici e simbolici che creano il legame unico con la terra.
anche se disponi di una seconda casa dove rifugiarti e i tuoi parenti sono salvi, con la scomparsa di amici, conoscenti e vicini PERDI LE TUE RADICI. La "comunità " è la nostra storia, NOI siamo la nostra storia e se questa è cancellata noi cessiamo di esistere. è come se non fossimo mai nati.
ho visto gente che non vuole lasciare le città distrutte. pur potendo andare negli alberghi della costa preferisce restare in tenda vicino alle macerie. perchè il distacco sarebbe troppo doloroso.
ricordo i sopravvissuti al Vajont: gente che è rimasta ad abitare in case isolate vicino alla diga. Al "perchè?" risposero "Ogni giorno si comincia da ció che resta" e "Per cpme è andata sarebbe stato meglio non sopravvivere".