L'estate è la stagione che mette a nudo non solo i fisici al mare ma soprattutto i sentimenti e i modi di agire delle persone.
L'estate porta con sè spensieratezza, voglia di fare e di dare sfogo ai propri istinti, di natura sessuale e non. Come se il letargo nel quale siamo relegati dalla routine delle altre stagioni di colpo finisce e ci apre l'orizzonte verso ritmi giornalieri diversi ed esperienze nuove. Ci fa vivere in maniera più disinvolta e pragmatica, ci ammalia col caldo, il mare e il gelato, ma ci fa anche discernere il bello dal brutto, il buono dal cattivo.
D'estate vedo gente che parte, amici che tornano, visi e voci mischiarsi nelle serate danzanti nei lidi trasformati in discoteche. Vedo voglia di buttarsi alle spalle ore di lavoro dure o apatiche, vedo storie d'amore al capolinea scambiate ancora per vive, vedo voglia di stare insieme e andare a mangiare fuori, di divertirsi e fottersene finalmente delle regole e degli schemi.
Io d'estate faccio un bilancio dell'anno che è stato e di cio' che mi circonda, prendo nota, resetto e vado avanti. D'estate metto alla prova amicizie e rapporti, confronto scale di valori e sentimenti, analizzo il mio agire e quello degli altri. E proprio per questo carpisco e capisco, deduco e soppeso.
La scorsa settimana mentre guardavo la splendida Lazise abbandonata nelle acque calme del Garda e popolata da una miriade di famigliole olandesi ho capito tante cose, forse troppe.
Ho capito di non poter più stare con la donna che mi stava accanto da un po' di mesi, ho capito di avere tanti amici veri intorno che mi vogliono bene realmente per quello che sono, ho capito che da ottobre una volta laureato devo cercare seriamente la mia dimensione, spirituale, lavorativa e sentimentale perchè adesso vivo solo in un limbo.
Io quest'estate ho capito che ho ventisei anni e devo iniziare a prendere veramente in mano la mia vita e ad aggredirla, a succhiarne tutta la linfa e ad osare. Ho compreso che l'educazione inculcatami, le sovrastrutture mentali e tutte le maschere pirandelliane che ho indossato in passato devono andare a farsi fottere.
Io da quest'estate prendo in mano sta cazzo di vita e la rivolto come un calzino finchè non trovo un equilibrio e una dimensione consona alla mia età e al mio nuovo modo di volere e vedere le cose.
Maledetti Lazise e il Garda. Hanno trovato il rimedio all'anestesia che io stesso avevo rilasciato nella mia mente.
appulos ha scritto:L'estate è la stagione che mette a nudo non solo i fisici al mare ma soprattutto i sentimenti e i modi di agire delle persone.
L'estate porta con sè spensieratezza, voglia di fare e di dare sfogo ai propri istinti, di natura sessuale e non. Come se il letargo nel quale siamo relegati dalla routine delle altre stagioni di colpo finisce e ci apre l'orizzonte verso ritmi giornalieri diversi ed esperienze nuove. Ci fa vivere in maniera più disinvolta e pragmatica, ci ammalia col caldo, il mare e il gelato, ma ci fa anche discernere il bello dal brutto, il buono dal cattivo.
D'estate vedo gente che parte, amici che tornano, visi e voci mischiarsi nelle serate danzanti nei lidi trasformati in discoteche. Vedo voglia di buttarsi alle spalle ore di lavoro dure o apatiche, vedo storie d'amore al capolinea scambiate ancora per vive, vedo voglia di stare insieme e andare a mangiare fuori, di divertirsi e fottersene finalmente delle regole e degli schemi.
Io d'estate faccio un bilancio dell'anno che è stato e di cio' che mi circonda, prendo nota, resetto e vado avanti. D'estate metto alla prova amicizie e rapporti, confronto scale di valori e sentimenti, analizzo il mio agire e quello degli altri. E proprio per questo carpisco e capisco, deduco e soppeso.
La scorsa settimana mentre guardavo la splendida Lazise abbandonata nelle acque calme del Garda e popolata da una miriade di famigliole olandesi ho capito tante cose, forse troppe.
Ho capito di non poter più stare con la donna che mi stava accanto da un po' di mesi, ho capito di avere tanti amici veri intorno che mi vogliono bene realmente per quello che sono, ho capito che da ottobre una volta laureato devo cercare seriamente la mia dimensione, spirituale, lavorativa e sentimentale perchè adesso vivo solo in un limbo.
Io quest'estate ho capito che ho ventisei anni e devo iniziare a prendere veramente in mano la mia vita e ad aggredirla, a succhiarne tutta la linfa e ad osare. Ho compreso che l'educazione inculcatami, le sovrastrutture mentali e tutte le maschere pirandelliane che ho indossato in passato devono andare a farsi fottere.
Io da quest'estate prendo in mano sta cazzo di vita e la rivolto come un calzino finchè non trovo un equilibrio e una dimensione consona alla mia età e al mio nuovo modo di volere e vedere le cose.
Maledetti Lazise e il Garda. Hanno trovato il rimedio all'anestesia che io stesso avevo rilasciato nella mia mente.
Gran bel post
anche io di solito faccio un lavoro mentale simile e il risultato è sempre lo stesso grosso modo , bah per quanto mi riguarda meglio rimanere nell'anestesia per un pò
Ancora una manciata di giorni a lavorare. Non ho ancora capito se venerdì si fa mezza giornata...comunque poi le ferie, che come tutti gli anni portano con sé un po' di angoscia. Il 25 mi scadrà anche il contratto e temo che me lo rinnoveranno. Non so se è il caldo ma non sono stato un granché bene in questi giorni: ero stanco, insofferente..non ho voglia di fare niente né sopporto niente. Direi di aspettare settembre ma settembre è un mese di merda, l'anticamera del freddo e del buio..insomma comunque la guardo pare essere sempre merda. Ciò che prima mi piaceva fare adesso non mi dice più niente. Leggere qualcosa, mangiare un piatto particolare, ascoltare qualche musica...boh, tutto andato. Manco farmi le pippe mi piace più. Mah, meglio che vada a letto...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
Vai in piscina portati dietro un pò di fragole e panna e sei hai indovinato la location vedrai che giornata.
E lascia stare il mini-bar che c'è già chi c'ha pensato...
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
Puoi ingananre la persona che hai a fianco, per tutta la vita. Si può: con memoria, intelligenza e volontà. Ma non puoi ingannare te stesso per sempre.
Io penso che Lei stia dormendo. Sì, dorme per forza di cose.
Siamo tornati da Mamaia, solo un fine settimana ma bastava così, ed era stanchissima. Già, Mamaia. Come era triste Mamaia, un anno dopo...Soprattutto come è cinicamente ironica la vita: cose che dodici mesi fa per me non esistevano,
ora sono le uniche cose "vere": famiglie; mariti che spingono i passeggini; la spiaggia delle famiglie allegre...chissà quante altre volte ci sarà "Mamaia" nella mia vita.
Ma stasera non è il momento di pensare al passato recente. Mi aveva detto di venire subito a letto, ed erano le 23: ora sono le 23:45. Sì, sta dormendo per forza di cose. Devo fare in fretta: una panchina illuminata fiocamente da un
lampione vecchio, una cabina telefonica ed una piazza centrale deserta mi aspettano. Debbo incontrare una "persona" che non vedo da molto tempo.
Non sono mai stato veramente solo con me stesso, da quando sono qui. E dire che io e la mia solitudine siamo perfette anime gemelle: conviviamo da sempre, nel rimpianto, nella tristezza e nella dolce armonia incantata di tutto il peso
degli errori che abbiamo fatto. Un pò di Bani in tasca; il cellulare resta a casa, così sarò completamente irragiungibile, e nessun documento: per stasera, non ho nome, cittadinanza, stato civile...niente. Stasera sono solo me stesso.
Esco furtivo e silenzioso dalla casa. Mi sorprendo anche io di tanta cura nel non lasciare tracce sonore pericolose per quello che mi appresto a fare. Una bottilgia di whiskey saldamente nella mano sinistra: bere stasera sarà solo il
semplice e consumistico Totem a cui innalzare una preghiera speciale: stasera devo evocare "quella persona" con cui sono anni che non parlo. Due chilometri di passeggiata terminano presto: Le case, le vie, e soprattutto
le stelle in cielo sono indifferenti e freddi spettatori di un rito che non si compie da tanto tempo; nessuna di queste cose sa veramente; nessuna potrebbe capire il senso di questa uscita notturna. Mi resta soltanto
la notte ed il suo tiepido benvenuto. Mi avvolge, ma non mi abbraccia. Non è la notte della mia città, ma una notte tra tante, la sola spettatrice, forse un pò interessata, di un Italiano che se ne va ramengo ma determinato
tra le vie dei una città di Romania.
Sono arrivato alla Fontana Luminosa: è grande, e anche bella. Non ha nulla di storico; pochissime cose lo hanno qui. Il disgusto verso il passato, e l'obbrobrio dell'achitettura dittaturiale che fu, ha distrutto
ogni traccia del bello che da speranza, consolazione, forza. Ecco in lontananza la mia panchina. Il passo deciso ma sereno, rende i pochi metri di distanza una pura e semplice formalità.
Finalmente seduto: ecco un sospiro; si alza leggero un vento freddo. Sarà un Autunno difficile e gelido e questo è solo un breve ma incisivo assaggio.
Apro la bottiglia...uno, due, tre sorsi...questo alcol va ingurgidato...senza alcun desiderio di piacere; è solo un mezzo, non il fine ultimo del mio essere qui. Passa un pò di tempo, con lo sguardo fisso e
derealizzato verso il punto di fuga della via da cui sono venuto. Mezza bottiglia non c'è già più. E' arrivato il momento di parlare con me stesso; di evocare la coscienza profonda dei miei pensieri; un rito a metà strada tra l'oracolo
ed il sogno; un gesto antico che ricordo nei momenti di grande dubbio e dolore. La mia coscienza ha sempre ragione e può illuminarmi la strada del presente, per fare in modo che il futuro sia un pò meno mostruoso.
Un pò l'alcol fa il suo effetto: le vene sono dilatate, ormai. I palmi delle mani davanti alla vista: la faccia che sia vvicina a loro, in un incontro molto atteso.
Arriva il buio della vista...finalmente, che il sipario si alzi...comincia il sogno.
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Coscienza: "ci rivediamo, dopo tanto tempo"
Io: "Ho bisogno di parlarti"
Coscienza: "come fai sempre, vigliaccamente, quando sei disperato"
Io :"Lo so: il vero problema, alla fine, è sempre quello"
Coscienza: "Sei tu il tuo vero problema: non il fatto che la ami ancora. Se poi tu conosci la storia, saprai che non devi fare niente di più"
Io: "Stavamo insieme dopo che ci eravamo conosciuti alla festa per il ritorno dal militare. Amica, di amici di amici. Detto così sempra il solito clichè. Eppure sono stati sette anni di grande amore, senza colpo di fulmine.
Un colpo di fulmine è autodistruttivo; un amore costruito con pazienza e volontà è la crema della vita.
La convivenza; la felicità, la gioa di essere con una donna che può capirti. "Ti dono il mio cuore non lo disruggere", mi disse una notte dopo avermi visto tornare a letto e infilarmi vicino a lei per sentire il suo calore di Donna.
Non ho mai amato una donna che non potessi odorare, è il mio ringraziamento alla memoria olfattiva. Un amore passa, il profumo di quell'amore resta per sempre.
Ero sicuro che la crescita e le dure esperienze fatte, avrebbero cambiato il mio atteggiamento: non c'è fallimento più atroce, di quello che rompe il velo della certezza di essere felici. Ci fu fatale un'altra festa;
Noi due lì a ballare, per la nascita del figlio di una nostra amica. quelle parole che parlavano di famiglia e bambini. La mia rispsota di non essere ancora pronto. E noi due ancora a ballare, anche se il rumore del crack era chiaro e ormai indelebile.
Passarono poche settimane, e come ogni tormento vero che stà per cominciare, quella sera di metà Autunno pioveva. Due valigie vicine all'uscita di casa; la sua richiesta di dirmi dove lasciare le chiavi; il mio pollice che indica di
metterle sul tavolino. Se ne era andata. Te ne sei andata alla fine del 2010, proprio quando avevo voglia di dare un senso al nuovo decennio, visto la bruttezza di quello passato. Quando finisce una convivenza di anni,
il problema è che ci sono circa mille gesti quotidiani che ti ricordano Voi. Dal farsi il caffè alla mattina, fino al ritrovarsi, da soli, sul divano la sera e girandosi a destra senti un'assenza di qualcuno che per forza dovrebbe
essere solo lì, ed invece è solo uno spazio vuoto che nessun'altra può riempire...spazio fisico assente, simbolo del vuoto che hai nei pensieri e nel cuore."
Coscienza: "Hai sposato un'altra. Hai fatto un figlio con un'altra. Lei ti odia. Una donna che decide per l'odio, lo può centellinare per tutta la vita. Lasciala in pace. Prega che sia felice.
Ritirati, hai perso. Pensa al presente con la forza di chi ama il futuro. E' finita."
Io: "Non è ancora finita: sono Io che dirigo ancora lo show...guarda dove siamo, mio caro..."
Coscienza: "Se lo fai sarà la catastrofe completa. Nessun uomo può osare sfidare tanto gli Dei, la sorte, l'amore e pensare di non pagare un altissimo prezzo.
Non guardare quella cabina telefonica, non fare quello che il tuo maroriato corpo istintivamente ti dice di compiere. Spegniti e piegati a me, almeno una volta"
Io: "In ogni tormento d'amore vero, c'è una telefonata nel cuore della notte"
Coscienza: "Folle criminale! Pazzo, tu e i tuoi sogni irrealizzabili...Io, ti giuro che se lo fai..."
Io: "Tu non farai niente: ho già vibrato il colpo decisivo...torna nell'oblio".
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La faccia si rialza dai palmi delle mani. La bottiglia ancora mezza piena se ne va direttamente sotto la panchina. La cabina telefonica, mi aspetta impaziente. Un colpo rapido alla cornetta ed è subito nel mio orecchio sisnitro; pochi Bani nel contatore del telefono; basteranno eccome per dire ciò che devo.
Il dito indice della mano destra ha una sua memoria tattile perfetta e mortale; il numero è composto. Uno, due, tre squilli...qui è mezzanotte e 56; a Roma non è nenache l'ora del passaggio al nuovo giorno, e poi...
LEI: "Pronto, chi è?"
Io: "Sono Io"
LEI: "cosa vuoi? Perchè...mi chiami?"
Io: "Niente...da te ormai non voglio niente...sono Io che devo darti ancora qualche cosa..."
LEI: "Penso che hai fatto anche troppo, veramente...se solo sapessi..."
Io: "Ti amo..."
Nesusna risposta e nemmeno il sospetto di una risposta: la cornetta torna al suo posto, prima del prevedibile suo sospiro. E' fatta. Lo hai fatto. A 2000 km da qui in direzione Ovest, succederà qualche cosa.
Non saprai affrontarlo, forse, questo cambiamento. Non importa.
Esco dalla cabina, e non mi volto dietro. Il tempo di fare 4 passi, verso la piazza e riguadagnare l'aria fresca. Lascio qualche reliquia della mia presenza, ma nessuno capirà mai.
Le strade , le case, le cose dell'andata ora sembrano giudicarmi: giudici, giuria e giustiziere, se solo potessero. Ma in fondo ho capito da solo. La pena più dura me la sono inflitta da solo.
Davanti al portone di casa: apri la porta, entra un uomo melanconico, si richiude dietro le tue spalle. Scorre ancora il tempo infinito, sulla tristezza degli uomini.
ti fai un culo pazzesco per comprarti un'auto (che ti serve..non ne potevi fare a meno)
e poi viene un'alluvione etu sei a 9000 km di distanza...
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
nik978 ha scritto:ti fai un culo pazzesco per comprarti un'auto (che ti serve..non ne potevi fare a meno)
e poi viene un'alluvione etu sei a 9000 km di distanza...
***cane!!!!! Porca la troia ladra, se mi tocca lavorare con i deficienti ed incapaci che mi inculano le provvigioni!!!!!! Che due coglioni che ho della mia collega!!!!
"La regola d'oro : cazzo in tiro non c'ha coscienza."
(I. Welsh)
" Ti ho appena fatto un pompino, non è che puoi fare tanto il sostenuto." (cit.)
"What did you touch? You made me make a mess all over..." (cit.)