Blif ha scritto:Mitici anni Sessanta. Hail Mary (Quandt)!
Be-e-e-e-lla, ne'?
Aggiungerei anche la snellezza naturale di quella gambe, prima della diffusione degli ormoni per pompare animali e vegetali, nonché degli O.g.M. , con susseguenti estenuanti pratiche di fitness.
Negli ultimi 25 anni il peso medio della specie umana è aumentato quanto mai era accaduto in alcun periodo precedente.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) -fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) -...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
Tonda quel tanto che mi dà tormento
la tua coscia distacca di sull’altra…
Dilati la tua furia un’acre notte!
La carnalità, quella pulsione primaria che accelera i battiti del cuore, che resuscita la ferinità originaria dell’uomo, è un mistero che si bea dei suoi riti.
In tre versi, Ungaretti intaglia il suo sogno erotico, che si apre con il rapido movimento di gambe di una donna conscia della propria femminilità. Quel che di ammiccante, di seducente, di morboso intercorre nel rapido gesto trascende il tempo, si cristallizza nel baluginio di un ricordo.
E’ una dea, questa donna procace, ma non è Venere, l’inflazionata divinità dell’amore. Esercita potere, non seduzione, tormenta, non appaga. E’ Giunone, dunque, a dare il titolo a questa breve e pulsante poesia, contenuta in Sentimento del tempo e datata 1931.
Leggiamola scandendo bene le parole, con lentezza, come se il corpo, tutto preso nella contemplazione dolorosa, trovasse difficile anche solo articolare le parole.
Leggete quanto martellante sia la serie di dentali del primo verso? La lingua batte dove il dente duole (e non solo in senso metaforico). Si sente il pulsare ritmico del sangue in questo endecasillabo.
La coscia, feticcio dell’eros, compare solo nel secondo verso, rafforzata dal richiamo della s impura nel verbo successivo (Tua CoScia diSTaCCa) con effetto assolutamente icastico. Pare quasi di visualizzare la scena e il poeta, soggiogato spettatore, è sul punto di rivolgere a Giunone la sua preghiera laica, non prima che i tre puntini sospensivi lascino intravedere lo sbigottimento e il tormento di Ungaretti.
Ed eccoci alla chiusa, di latente matrice masochistica. Ungaretti, con un occhio ai classici, attende il divino furore della donna, quella follia irrazionale che è un lasciarsi andare ed insieme un pretendere le emozioni altrui per farne strale, e a questo, come se fosse indipendente da Giunone stessa, rivolge la sua esortazione affinchè la notte, una notte acre di battaglie d’amore, diventi infinita. Quanto Bergson c’è in quest’ultima considerazione! Il fotogramma iniziale, fatto di un rapido movimento di gambe che l’attesa fa sembrare eterno, diventa preludio alla dolce agonia della sera.
OSCAR VENEZIA ha scritto:
E’ una dea, questa donna procace, ma non è Venere, l’inflazionata divinità dell’amore.
Notavo oggi
Che "Venere" ha la stessa radice di "vendere" e "venale"
Se lo avessi notato da ragazzo!
Non avrei sospirato dietro a ragazze che mi consideravano uno schifo: sarei andato a pago come molti altri (forse tutti!)
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
OSCAR VENEZIA ha scritto:
E’ una dea, questa donna procace, ma non è Venere, l’inflazionata divinità dell’amore.
Notavo oggi
Che "Venere" ha la stessa radice di "vendere" e "venale"
Se lo avessi notato da ragazzo!
Non avrei sospirato dietro a ragazze che mi consideravano uno schifo: sarei andato a pago come molti altri (forse tutti!)
A te Varrone ed Isidoro da Siviglia fanno una pippa...
Powder to the people
Se si riuscisse a convincere i cinesi che i testicoli dei Jihadisti sono afrodisiaci, in meno di 5 anni avremmo risolto il problema
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.
Non nascere è indubbiamente la migliore formula che esista.
Non è purtroppo alla portata di nessuno. (Emil Cioran)
Ci fu spazio nella mia carne per te,
per te solamente
che volevi l'amplesso dei miei giorni;
un lungo peregrinare segreto
d'amore in amore
di tempio in tempio.
Una rosa mi tremava
sul ciglio delle dita
come se fosse carta di un veliero
e finalmente mi rompesti
le acque squisite della vita.
Non nascere è indubbiamente la migliore formula che esista.
Non è purtroppo alla portata di nessuno. (Emil Cioran)
Of all the stupid things I could have thought
This was the worst
I started to believe
That I was born at seventeen
And all the stupid things
The letters and the broken verse
Stayed hidden at the bottom of the drawer
They'd always been
And now I plough through piles
Of bills, receipts and credit cards
And tickets and the Daily News
And sometimes I just . . .
Wanna go back to my home town
Though I know it'll never be the same
Back to my home town
'Cause it's been so long
And I'm wondering if it's still there
We think we're pretty smart
Us city slickers get around
And when the going's rough
We kill the pain and relocate
We're never married
Never faithful not to any town
But we never leave the past behind
We just accumulate
So sometimes when the music stops
I seem to hear a distant sound
Of waves and seagulls
Football crowds and church bells
And I . . .
Wanna go back to my home town
Though I know it'll never be the same
Back to my home town
'Cause it's been so long
And I'm wondering if it's still there
Back to my home town
Though I know it'll never be the same
Back to my home town
'Cause it's been so long
And I'm wondering if it's still there
Più passano gli anni e più in questa giornata mi ritorna in mente questa operetta morale.
DIALOGO DI UN VENDITORE D’ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE
Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi? Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo? Venditore. Si signore. Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo? Venditore. Oh illustrissimo si, certo. Passeggere. Come quest'anno passato? Venditore. Più più assai. Passeggere. Come quello di là? Venditore. Più più, illustrissimo. Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi? Venditore. Signor no, non mi piacerebbe. Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi? Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo. Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo? Venditore. Io? non saprei. Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice? Venditore. No in verità, illustrissimo. Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero? Venditore. Cotesto si sa. Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste? Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse. Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati? Venditore. Cotesto non vorrei. Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro? Venditore. Lo credo cotesto. Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo? Venditore. Signor no davvero, non tornerei. Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque? Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti. Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo? Venditore. Appunto. Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? Venditore. Speriamo. Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete. Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi. Passeggere. Ecco trenta soldi. Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.
Ma chi è che non è andato a puttane nella sua vita? ( M.Mosca )
Avendo paura
di essere definiti fuori moda
i giovani non scrivono più
poesie d’amore.
Noi vecchi
dovremo
scriverle
per loro.
Non sarà la prima volta
che il ruolo di Cristiano
viene affidato a Cirano.
Izet Sarajlic
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) -fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) -...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)