[O.T.] L'isola

Scatta il fluido erotico...

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Squirto
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#46 Messaggio da Squirto »

balkan wolf ha scritto:esistono strutture mentali capacità  atteggiamenti abitudini e stili di vita "mediocri" e di massa ed altri no...
a me sembra che affermazioni come queste sappiano un po' di luogo comune ormai... c'è dentro un po' di elitismo ottocentesco, un po' di snobismo 'gauchista" anni '60, e tra l'altro ormai sono frasi tipo di quelli che voi definireste 'mediocri' :lol: (nelle scienze sociali non si parla più di 'massa', per le mutate condizioni socio-economiche delle società  tardo-capitaliste... la società  'di massa' è novecentesca).

detto questo, è ovvio che ci sono persone più abili in qualcosa, altre persone più 'svelte' di mente, etc. Mi riesce difficile pensare a persone "geniali" in ogni aspetto della loro vita, e altre "mediocri" in tutto ció che fanno. Questo è quasi sempre falso, è puro retaggio romantico.

(non ho nulla contro i pittori, anzi.... ma contro coloro che si definiscono 'artisti'... sono cose ben diverse).
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Nova
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#47 Messaggio da Nova »

A proposito, ho appena finito di leggere l'ultimo libro di Vittorino Andreoli "I miei matti". E' straordinario, ve lo consiglio (sopratutto a Donegal che si troverà  d'accordo su molte delle riflessioni di questa persona eccazionale (è per fare le prove :lol: ) che è Andreoli).

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balkan wolf
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#48 Messaggio da balkan wolf »

detto questo, è ovvio che ci sono persone più abili in qualcosa, altre persone più 'svelte' di mente, etc. Mi riesce difficile pensare a persone "geniali" in ogni aspetto della loro vita, e altre "mediocri" in tutto ció che fanno. Questo è quasi sempre falso, è puro retaggio romantico.

che hai contro il romanticismo squirto? :-)

cmq. non ho mai parlato di singole capiacità  ( su questo concordo con te ) ma di "forma mentis" è fisiologico che se stai attaccato al pianoforte da quando avevi 10 anni o se ammazzi la gente per lavoro ( volontariamente due esempi diversissimi ) sviluppi una struttura mentale molto diversa da chi ( pur con tutte le sue diversità  e particolarità  ) segue una rutine e una socialità  di "massa"...

certo che è un discorso elitarista basato solo sulla "rarità " ( ci sono meno killer che ingegneri :-) ) ... peró è innegabile o no?
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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Squirto
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#49 Messaggio da Squirto »

balkan wolf ha scritto:se stai attaccato al pianoforte da quando avevi 10 anni o se ammazzi la gente per lavoro ( volontariamente due esempi diversissimi )
apprezzo infinitamente l'accostamento. :D

(sulla rarità  entrano comunque in gioco molte variabili. non tutto ció che è raro è per forza degno di nota, o interesssante, o peggio del 'mediocre', etc...)
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cytherea
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#50 Messaggio da cytherea »

Nova ha scritto:
cytherea ha scritto:
Drogato_ di_porno ha scritto:Cytherea, hai frainteso, sono perfettamente d' accordo con te.
Ti diró di più: sono convinto che non si possa nemmeno "stare bene", e che forse non sia nemmeno giusto "stare bene". Ciascuno deve sempre fare i conti con la propria immagine riflessa; siamo soli faccia a faccia con le nostre paure e i nostri difetti, per un semplice motivo: li conosciamo bene; solo noi possiamo affrontarli, nessuno altro puó farlo al posto nostro. Non ci sono cazzi, non si scappa.

C è una bella frase di Richard Gere in "Ufficiale e gentiluomo", quando a letto racconta alla Winger del suicidio della madre, e (più o meno) le dice: "All' inzio l' ho odiata per questo, ma poi mi sono reso conto che al mondo siamo tutti soli." Peró alla fine reagisce e riscatta questa sua condizione.

Suser ha ragione quando afferma che possiamo sentirci "distanti", soli, o depressi anche nella bolgia di una discoteca. Per questo per me la solitudine è ESCLUSIVAMENTE esistenziale, quella "sociale" non esiste, o meglio non è solitudine nel senso che intendo io. La solitudine non equivale al n° di persone che incontri ogni giorno.

Lo so, non è facile da spiegare su un forum, provo a mettertela in altro modo: se oggi mi chiedessero qual è l' insegnamento più grande che ho appreso nella mia vita non esiterei a rispondere: "che
la vera battaglia è con se stessi, non con gli altri."
Io conosco benissimo i miei punti deboli, ma non riesco ancora a combatterli. Posso raccontarmi tutte le favole che voglio, scaricare le colpe su questo o quell' altro, sulla società , su Gesù Cristo o sulla Madonna, ma la verità  è un' altra, e io lo so bene.

Formalizzo ancora meglio: per me la "solitudine" altro non è che l' incapacità  di affrontare le proprie responsabilità . La "solitudine" è fuga dalle proprie responsabilità . I condizionamenti esterni creano "problemi" ma questo non esonera dall' affrontarli.

Non so se sono riuscito spiegarmi, non è neanche facile trovare le parole adatte. Magari non condividi una virgola, ma così io la vedo.
Tranquillo... avevo capito benissimo che non volevi dire una banalità . Il fatto è che ci sono frasi della lingua italiana che accendono in me un incontenibile desiderio di "guerra"...
Comunque c'è un tipo di solitudine che è organica e imprescindibile e dipende dal tipo di lavoro che si è scelto di fare nella vita. Un compositore compone in solitudine, uno scrittore scrive in solitudine, sono due esempi lampanti. Questa solitudine è organica alla professione che si esercita ed è necessaria.
Il peso della solitudine, io l'ho sentito molto da bambina. Non ero certo Giacomo Leopardi perchè si potesse giustificare una simile condizione esistenziale e allo stesso tempo non avevo responsabilità  da cui fuggire.
La solitudine in alcuni persone è organica, a volte pesa proprio perchè è imprescindibile da ció che si è scelto di fare, peró è dolce... soprattutto quando si riesce ad arrivare a un risultato. In alcuni casi, peró, è stata letale: Van Gogh, Pavese, Bazlen... per dire i primi che mi vengono in mente. Ovviamente anche i comuni mortali ne soffrono... intendo le persone non famose, o totalmente sconosciute. Vabbè mi fermo altrimenti addormento tutti... :wink:
sono contraria alla definizione "comuni mortali". Chi lo decide chi è "comune" e chi no? Stiamo certi che la capacità  di creare, quindi di esprimersi, rende persone "fuori dal comune, geniali"? Io non la penso così, credo che ogni individuo a modo suo è "eccezzionale". C'è solo chi riesce a esprimere la propria individualità  in una maniera visibile ottenendo il marchio di "diverso" (nel senso buono o negativo, attraverso l'arte o un crimine), ma in realtà  ogni persona è a modo suo eccezzionale. La differenza è tutta nella nostra capacità  di conoscere le persone. Possiamo credere di conoscere Van gogh perchè la sua capacità  di dipingere, e quindi attirare la nostra attenzione su di lui, fa si che abbiamo voglia e possibilità  di "entrare" nella sua vita. Il signor/a X non sa dipingere/scrivere o altro ma questo non è sufficente per definirla/o normale. Semplicemente noi non abbiamo possibilità /voglia di sapere chi è.

Nova... la mia era un'espressione ironica... :wink:
Inoltre, quella che viene definita "arte" è a mio parere è un lavoro. Goldoni era avvocato (come il tuo fidanzato) e scriveva per il teatro; si è dedicato interamente al teatro dopo i 40 anni, per fare un esempio.
Il concetto stereotipo di "arte come espressione del sentimento" lo dobbiamo al romanticismo, prima non si faceva questo collegamento. Nel medioevo "le arti" erano "i mestieri". In età  romana, i più grandi scrittori di teatro erano degli attori straccioni e contano meno di niente, altro che artisti!
Ho usato l'espressione "comuni mortali" in senso ironico e malinconico... dato che preferirei essere Guglielmo IX d'Aquitania! :cry:
Ultima modifica di cytherea il 28/05/2005, 0:15, modificato 1 volta in totale.

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cytherea
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#51 Messaggio da cytherea »

Squirto ha scritto:io ho inteso il senso delle parole di Nova come un voler ribadire la stupidità  di certi stereotipi della "genialità " degli artisti e altre persone "non comuni" (non a caso cytherea ha parlato di Van Gogh, Pavese, Bazlen). questo SI' che è da Costanzo Show: "eh, unico, come solo un artista puó essere".

spesso ció che porta tizio piuttosto che caio a essere ricordato e conosciuto sono una serie di piccole e grandi coincidenze, e soprattutto sempre dipendenti da ció che in ogni epoca identifica la considerazione sociale verso qualcosa o qualcuno.

None Squirtoooooooooooo... :wink:
Io ho usato l'espressione "comuni mortali" in senso ironico; ad ogni modo qualcosa che ci distingue da Mozart, Pavese o Van Gogh... esiste.
Il loro lavoro ha prodotto degli "oggetti" che il nostro lavoro non ha prodotto... (aggiungo un "ancora" perchè non si puó mai sapere) ahimè!!!
Studiando i poeti provenzali per un esame, ho detto al professore che teneva il seminario: "io darei un dito per scrivere una qualunque cosa simile a questa".
L'ho detto essendo consapevole del luogo comune che considera i poeti provenzali "smielosi" e "stereotipati".
Qualcosa c'è di diverso fra me e Guglielmo IX d'Aquitania: 1) sono donna, 2) non parlo il provenzale, 3) non sono un trovatore... :cry:
Io gli artisti non li ho nemmeno nominati, dato che l'arte non esiste, è una categoria storica e dipende dal gusto del pubblico che ne è fruitore.
Tant'è vero che Van Gogh è schiattato senza godere del proprio successo, e questo grazie al "gusto" del pubblico fruitore!!! :evil:
Io ho parlato di solitudine che in alcuni casi ha portato al suicidio per disperazione... non ho parlato nè di artisti, nè di gente speciale e me ne guardo bene!!!
Lo stesso Luigi Dallapiccola, uno dei maggiori compositori italiani del 900 e un eccellente pianista, si definiva "artigiano": perchè mai avrei dovuto proprio io parlar di artisti e di arte? :wink:
Nonono... il mio "comuni mortali" era ironico!!! Purtroppo non siamo nè Van Gogh, nè Mozart, nè Verdi... Non abbiamo (ancora) prodotto degli "oggetti" simili a quelli che ci hanno lasciato loro.

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donegal
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#52 Messaggio da donegal »

Si Cyt, hai perfettamente ragione.

Del resto anche l'alchimista fiammingo Peter Broolynk sosteneva che dalla pittura del Moraliggio (detto anche "Il Cannavacciolo") si evince chiaramente che "l'artista è un artigiano che ha fatto suo il volo di una farfalla e ha smarrito la sua essenza".

Del resto Voi mi insegnate che Pavese, traducendo in Italiano gli scritti di un famoso storico di Birmingham (George Sandemann), commentando le imprese di Ratuliano XIV principe di Petonia, era solito affermare "Sono uno scrittore, non sono un comune mortale, ma anch'io soffro di gastrite"


Tranne Pavese sono tutti nomi inventati ma andava anche a me di fare la mia porca figura 8)

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#53 Messaggio da balkan wolf »

dony se omettevi l'ultima riga era perfetto cazzo...

:-) :-) :-) :-)

soto morendo cazzo "il canavacciolo" è mitico

un altro grande colpo da maestro...
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#54 Messaggio da cytherea »

donegal ha scritto:Si Cyt, hai perfettamente ragione.

Del resto anche l'alchimista fiammingo Peter Broolynk sosteneva che dalla pittura del Moraliggio (detto anche "Il Cannavacciolo") si evince chiaramente che "l'artista è un artigiano che ha fatto suo il volo di una farfalla e ha smarrito la sua essenza".

Del resto Voi mi insegnate che Pavese, traducendo in Italiano gli scritti di un famoso storico di Birmingham (George Sandemann), commentando le imprese di Ratuliano XIV principe di Petonia, era solito affermare "Sono uno scrittore, non sono un comune mortale, ma anch'io soffro di gastrite"


Tranne Pavese sono tutti nomi inventati ma andava anche a me di fare la mia porca figura 8)

ahahahahahahah... Bellissima... non riesco a smettere di ridere...

Guarda Balkan che l'effetto esplosivo lo fa l'ultima frase... fin lì il discorso te lo bevi tutto quanto...

Grazie Donegal... :)

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#55 Messaggio da balkan wolf »

non concordo cittè l'ultima frase "spiega" la battuta e quindi lo considero un piccolissimo difetto di forma .... bastava uno smailino...

se qualcuno si beve il "canavacciolo" o il "principe di petonia" c'è da preoccuparsi :-)
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#56 Messaggio da cytherea »

Giusto!!!
Non avevo pensato alla possibilità  delle faccine... :wink:
Ma che ci posso fare se mi piace la chiusura?

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#57 Messaggio da SuSEr »

Nova ha scritto:Ecco, donegal, penso che esistono dei comportamenti che si possano definire mediocri, le persone no. E' possibile definire un comportamento, un'azione, me cercare di definire una persona, secondo me, è impossibile. Spesso un comportamento non rispecchia la persona, a volte è esattamente il contrario di ció che la stessa è.
Tanta, forse troppa carne al fuoco da poterla mangiare tutta senza l'accompagnamento di un buon vino. Comunque provo da astemio, a fine serata tutto potrebbe mutare ;)

Inizio da Nova (anche se OT) per motivi di cavalleria:
una persona si giudica dal comportamento che tiene, quando il medesimo comportamento è ripetuto e costante nel tempo la persona coincide col comportamento.

E' inesatto (ma non sbagliato) come tutte le semplificazioni ma non abbiamo (e nessuno avrà  mai) la forza mentale di farne a meno.
Accontentiamoci senza rammaricarcene troppo.

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#58 Messaggio da SuSEr »

balkan wolf ha scritto:quella esistenziale è un "koku" ossia un problema non risolvibile e quindi un non problema ( un pó come la morte per intenderci ) ... alla fine te ne fai una ragione e se hai un pó di "palle spirituali" trascendi...
Forse il problema principale è proprio questo. Riesce difficile rassegnarsi a tale solitudine.

Si spera sempre di trovare qualcuno che possa, dalla socialità  epidermica, entrare in empatia esistenziale e viscerale.

Quando questo non succede ci si sente soli, ci si arrabbia col resto del mondo (Donegal, Fiat e tanti altri me compreso), tristi, incompresi, non apprezzati, non realizzati.......

Siamo portatori di desideri irrealizzabili e aspettative assurde, ció che ci è stato inculcato dalla nascita si è rivelato falso. Ma noi vogliamo che sia VERO!

Ho fatto questo ragionamento partendo dal presupposto che la tua distinzione sia corretta, quindi se ho detto una cazzata la responsabilità  la condivido (almeno questa) con te :)

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#59 Messaggio da SuSEr »

Solitudine sociale: parli con una persona per ore e scopri che alla fine non ti rimane niente, che tutto non ha scopo o scopo banale (ingannare il tempo, ma allora perchè cazzo vogliamo vivere sempre più anni? Inseguendo la bugiarda promessa di un futuro migliore? Tanto per tranquillizzarvi, nel dubbio, la partita la gioco fino in fondo, potrebbe essere l'unica ;) ).

Allora il rifiuto viene spontaneo. Resto a casa (magari sotto il letto per celare agli occhi altrui la mia mostruosità ) e leggo Kafka e il mio tempo avrà  molto più valore, al bar sotto casa un Kafka non c'è....

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#60 Messaggio da SuSEr »

extreme ha scritto:balkan quello che dici è vero se vedi e vivi il sociale in maniera distaccata ma se lo vivi intensamente senza ragionarci più di tanto sul "perchè" di quello che succede puoi trarne giovamento sia a livello mentale che fisico (meno stress più spensieratezza ecc...) pensare troppo fa male ragazzi !!!
Hai ragione ed è consigliabile cercare il contatto con gli altri (magari scegliendo le migliori frequantazioni possibili) purtroppo, anche in questo caso, il prezzo da pagare potrebbe essere alto.
E a volte non si riesce ad imporsi qualcosa se non con gli "aiuti" di cui si parlava. Una condizione incredibilmente innaturale, mi chiedo perchè non riusciamo a metabolizzare da soli quanto ci occorre e se questo sia possibile :)

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