
Next door nikki
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Re: Next door nikki
si è sprecata come sempre... quando ho visto che non usava tutte e 2 le mani per coprirsi le tette un po' ci ho sperato... maledetta collana!
Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla.
(Lao Tse)
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo.
(Dae-Su, Oldboy - http://www.youtube.com/watch?v=OoFJYI9xrmc)
Evil eye - Twisted smile - Laughing as you cry
(Lao Tse)
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo.
(Dae-Su, Oldboy - http://www.youtube.com/watch?v=OoFJYI9xrmc)
Evil eye - Twisted smile - Laughing as you cry
Re: Next door nikki
Questa è l'ultima parte del racconto erotico che ho iniziato a pagina 378 di questo topic, dove ho postato la prima e la seconda parte. Alè!
Nikki è vittima di un terribile ricatto (terza ed ultima parte)
Nikki e il suo ricattatore attraversarono la strada, allontanandosi a passo svelto dalla stazione della metro. Il quartiere è malfamato. Trevor la tiene per un braccio, e i passanti, ubriachi e piccoli delinquenti, nemmeno la notano. La presa dell’uomo è forte. Nikki sente il cuore battere come una locomotiva. Pochi attimi prima due portoricani l’avevano assalita per scoparsela nel bagno della metro, ora il suo “salvatore” la stava trascinando chissà dove, solo per poter abusare lui di lei. Dopo pochi minuti i due entrano in un palazzo, salendo le scale fino al quarto piano Nikki capì che l’incubo era in procinto di iniziare per davvero. La sua mente tornò alla mattina del parco, maledì il suo fare provocante, cosi come la sbadataggine nel perdere la sua agenda. L’uomo la strattona dentro un appartamento poco arredato. Il grande salone ha giusto un tavolo, alcune mensole ed una poltrona. Molti scatolini sono sparsi, senza un preciso ordine, per tutta la casa. “Bene mia cara, ora fammi uno spogliarello con i fiocchi come antipasto.” – Le dice Trevor sprofondando nella poltrona. Nikki sa che non ha via di fuga, deve far come lui dice e se la caverà. Scopata ed umiliata avrebbe almeno salva la vita e la carriera. Cercando di isolarsi dalla situazione in cui è prova ad immaginarsi davanti alla webcam. Nikki chiude gli occhi e comincia un lento, quasi disperato balletto. Immagina la sua stanza, immagina la sensazione piacevole e famigliare di tanti occhi sconosciuti che pagano per vederla. Si morde la lingua cercando la naturalezza della sua sensualità. Tuttavia la realtà è ben diversa: quando riapre gli occhi vede Trevor con una birra in mano, i pantaloni abbassati, che si masturba: “Dai spogliati” – le ordina. Mentre si accarezza le cosce e si sfila lentamente la gonna nota che sul tavolo c’è la sua tanto preziosa agenda. La speranza che dopo averla posseduta lui la lascerà davvero in pace le dona la forza di continuare. “Girati e fammi godere” – aggiunse Trevor. Nikki si volta lentamente, la vista del suo culo morbido è festeggiata con un fischio dal ricattatore. Con una mano la ragazza si accarezza i fianchi e comincia a sfilarsi la maglietta. Si volta mostrandosi nuda al suo aguzzino. “Sei ancora più porca che nelle foto che ti ho fregato”. Ora fatti scopare. Nikki trattiene con orgoglio le lacrime e si avvicina all’uomo.

Due forti pugni alla porta irrompono come un temporale nell’erotico silenzio d’attesa del salone. “Stai zitta tu. Chi è?” - urlò sospettoso Trevor. “Apri stronzo siamo Guarin e amici” – risponde una voce alcolica dall’altra parte. “Merda vogliono i soldi, senti ragazzina prendi i tuoi vestiti e nasconditi in bagno. Non uscire per nessun motivo.” Nikki se possibile ancora più spaventata di prima, raccogliendo la gonna, la maglia e la biancheria, si avvia di corsa verso il bagno. Chiusa a chiave in parte si riveste, in parte cerca di ascoltare la conversazione che si svolge nel salone. Non riesce a capire anche perché gli uomini parlano uno strano gergo portoghese-messicano. Cinque sordi colpi di arma da fuoco quasi la fanno urlare. Poi il silenzio. Passano alcuni interminabili minuti quando Nikki si decide ad uscire dal bagno. Entrata nel salone non capisce se gioire e rabbrividire davanti a ciò che vede. Trevor è a terra, morto e in un lago di sangue. Una vendetta per chi sa quale casino pensa immediatamente. Un lampo di lucidità le ordina con precisione cosa fare: Nikki finisce di rivestirsi, avventa l’agenda osservando con gioia quasi infantile che nessuna pagina è stata strappata. Poi rovista tra i pantaloni dell’uomo cercando di non guardare gli occhi inespressivi e spalancati di Trevor. Da una tasca tira fuori un cellulare e chiama un taxi. La sua voce è la più inespressiva che abbia mai avuto. Si prende il cellulare e alcuni soldi e quando vede il taxi sopraggiungere sotto il portone si precipita giù per le scale. Durante il tragitto ripensa all’accaduto trattenendo le lacrime e sorridendo per la fortuna avuta. Arrivata sotto casa getta in una pattumiera il cellulare dell’uomo. Entrata in casa si butta sotto la doccia. Il marito apre la porta e osservandola nuda da dietro il vetro appannato le dice: “Ciao amore, com’è andata la cena con le amiche?”.
“Benissimo grazie, ora fammi rilassare che poi ce ne andiamo a dormire”. – risponde Nikki tutto d’un fiato. “Certo amore”. La porta del bagno si richiude dietro di lei. Nikki si accascia nella doccia potendo finalmente sfogare in un pianto disperato tutta la paura di quella notte. L’incubo è finito.
Nikki è vittima di un terribile ricatto (terza ed ultima parte)
Nikki e il suo ricattatore attraversarono la strada, allontanandosi a passo svelto dalla stazione della metro. Il quartiere è malfamato. Trevor la tiene per un braccio, e i passanti, ubriachi e piccoli delinquenti, nemmeno la notano. La presa dell’uomo è forte. Nikki sente il cuore battere come una locomotiva. Pochi attimi prima due portoricani l’avevano assalita per scoparsela nel bagno della metro, ora il suo “salvatore” la stava trascinando chissà dove, solo per poter abusare lui di lei. Dopo pochi minuti i due entrano in un palazzo, salendo le scale fino al quarto piano Nikki capì che l’incubo era in procinto di iniziare per davvero. La sua mente tornò alla mattina del parco, maledì il suo fare provocante, cosi come la sbadataggine nel perdere la sua agenda. L’uomo la strattona dentro un appartamento poco arredato. Il grande salone ha giusto un tavolo, alcune mensole ed una poltrona. Molti scatolini sono sparsi, senza un preciso ordine, per tutta la casa. “Bene mia cara, ora fammi uno spogliarello con i fiocchi come antipasto.” – Le dice Trevor sprofondando nella poltrona. Nikki sa che non ha via di fuga, deve far come lui dice e se la caverà. Scopata ed umiliata avrebbe almeno salva la vita e la carriera. Cercando di isolarsi dalla situazione in cui è prova ad immaginarsi davanti alla webcam. Nikki chiude gli occhi e comincia un lento, quasi disperato balletto. Immagina la sua stanza, immagina la sensazione piacevole e famigliare di tanti occhi sconosciuti che pagano per vederla. Si morde la lingua cercando la naturalezza della sua sensualità. Tuttavia la realtà è ben diversa: quando riapre gli occhi vede Trevor con una birra in mano, i pantaloni abbassati, che si masturba: “Dai spogliati” – le ordina. Mentre si accarezza le cosce e si sfila lentamente la gonna nota che sul tavolo c’è la sua tanto preziosa agenda. La speranza che dopo averla posseduta lui la lascerà davvero in pace le dona la forza di continuare. “Girati e fammi godere” – aggiunse Trevor. Nikki si volta lentamente, la vista del suo culo morbido è festeggiata con un fischio dal ricattatore. Con una mano la ragazza si accarezza i fianchi e comincia a sfilarsi la maglietta. Si volta mostrandosi nuda al suo aguzzino. “Sei ancora più porca che nelle foto che ti ho fregato”. Ora fatti scopare. Nikki trattiene con orgoglio le lacrime e si avvicina all’uomo.

Due forti pugni alla porta irrompono come un temporale nell’erotico silenzio d’attesa del salone. “Stai zitta tu. Chi è?” - urlò sospettoso Trevor. “Apri stronzo siamo Guarin e amici” – risponde una voce alcolica dall’altra parte. “Merda vogliono i soldi, senti ragazzina prendi i tuoi vestiti e nasconditi in bagno. Non uscire per nessun motivo.” Nikki se possibile ancora più spaventata di prima, raccogliendo la gonna, la maglia e la biancheria, si avvia di corsa verso il bagno. Chiusa a chiave in parte si riveste, in parte cerca di ascoltare la conversazione che si svolge nel salone. Non riesce a capire anche perché gli uomini parlano uno strano gergo portoghese-messicano. Cinque sordi colpi di arma da fuoco quasi la fanno urlare. Poi il silenzio. Passano alcuni interminabili minuti quando Nikki si decide ad uscire dal bagno. Entrata nel salone non capisce se gioire e rabbrividire davanti a ciò che vede. Trevor è a terra, morto e in un lago di sangue. Una vendetta per chi sa quale casino pensa immediatamente. Un lampo di lucidità le ordina con precisione cosa fare: Nikki finisce di rivestirsi, avventa l’agenda osservando con gioia quasi infantile che nessuna pagina è stata strappata. Poi rovista tra i pantaloni dell’uomo cercando di non guardare gli occhi inespressivi e spalancati di Trevor. Da una tasca tira fuori un cellulare e chiama un taxi. La sua voce è la più inespressiva che abbia mai avuto. Si prende il cellulare e alcuni soldi e quando vede il taxi sopraggiungere sotto il portone si precipita giù per le scale. Durante il tragitto ripensa all’accaduto trattenendo le lacrime e sorridendo per la fortuna avuta. Arrivata sotto casa getta in una pattumiera il cellulare dell’uomo. Entrata in casa si butta sotto la doccia. Il marito apre la porta e osservandola nuda da dietro il vetro appannato le dice: “Ciao amore, com’è andata la cena con le amiche?”.
“Benissimo grazie, ora fammi rilassare che poi ce ne andiamo a dormire”. – risponde Nikki tutto d’un fiato. “Certo amore”. La porta del bagno si richiude dietro di lei. Nikki si accascia nella doccia potendo finalmente sfogare in un pianto disperato tutta la paura di quella notte. L’incubo è finito.