Ci scommetto fortemente e, difatti, è fondamentale proteggere l'essenziale apertura del web, che è un'evoluzione in termini di velocità della comunicazione.Kronos ha scritto:premesso che comunque c'e' la componente etica che non puoi eliminare tout court, devi fare un passo indietro e ragionare sulla conoscenza in toto, non solo sulla sua applicazione.Antonchik ha scritto: La possibilità di riscatto la vedo soltanto nella tecnologia.
Sia chiaro, per me la tecnica è quanto di peggio perchè distrugge parte della dimensione umana.
Ma può risolvere un'infinità di problemi pratici che possano soddisfare le necessità primarie.
E nella tecnologia stessa c'è la possibilità (speranza?) di un annientamento nel caso in cui anche questa progettualità si riveli fallimentare.
in una societa' interconnessa come la nostra la questione si sposta sempre di piu' sulle idee, sulla conoscenza, sulla loro libera circolazione, fruizione e rielaborazione piu' o meno critica.
Se hai visto ad esempio quel portale che suggerivo a canella qualche post fa ci trovi i progetti per una macchina per fare mattoni, un veicolo multiuso ad uso principalmente agricolo, un forno, ed una serie di utensili di base per creare da zero tutto quello di cui si ha bisogno.
come dire: crei da una idea condivisa quello che ti serve adattandolo alle tue esigenze.
E questa e' la chiave che terrorizza ogni capitalista che si rispetti, ovvero il non dover ricorrere alla leva finnziaria del capitale come strumento per delegare a terzi quello che non vuoi o sai fare.
Scommetti che solo con l'abolizione del copyright hai un netto aumento complessivo del benessere della popolazione a livello globale?
non e' un caso che i soliti poteri forti si dannino l'anima con ACTA, PIPA e SOPA vari e premano per un insieme di regole restrittive sulla detenzione dei diritti a livello globale.
In quanto era dell'informazione, l'uomo moderno ha dato alla luce la sua piena abilità di veicolazione ed elaborazione memetica (in pratica un blocco, un'unità, un gene d'informazioni viaggia attraverso una rete, che può essere anche semplicemente una rete cerebrale: indosso una maglietta con un simbolo e tutti la notano, qualcuno la elabora e la rimette in rete indossando il simbolo, probabilmente personalizzato).
Se le idee tecnologiche, ma anche logiche, filosofiche, sociopsicoultrasupercalifragilimegastastiche viaggiano così, è consequenziale che ci sia uno sviluppo progressivo e costante della conoscenza e di conseguenza della tecnologia, posto che questa è l'espressione della capacità pratica dell'uomo di plasmare il mondo esterno (il logos della teknè), quindi qualcosa che necessariamente dipende dalla sua evoluzione di coscienza.
Eppure il problema di fondo permane:
chi possiede i capitali?
Per fare un martello basta una pietra, un laccio (e quindi delle fibre vegetali) ed una mazza di legno.
Per creare delle tecnologie che aumentino radicalmente la qualità della vita, e che siano strutturate per essere sostenibilissime, ci vogliono pesantissimi investimenti iniziali, ma mai come ora le risorse economiche per progetti del genere, non sono in mano alla specie umana ma a pochi elementi, e si potrebbe addirittura azzardare, anzi azzardo, che siano in mano a degli organismi finanziari dotati di vita propria.