le solite stronzate ...
i puttanieri sono brutti sporchi e cattivi ...
perció sono dovuto arrivare io ...
quando mi vedono di solito ...
prendono la scossa ...
il mio avatar è un omaggio ai puttanieri italiani.

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Questa è civiltà giuridica ed è il segno che ogni tanto la magistratura fa qualcosa di buono,occupandosi dei reali problemi degli Italianidostum ha scritto:Yahoo!
Siti a luci rosse,prosciolto provider: non sfrutta prostituzione
16:47 - CRONACA- 17 SET 2009
Avvocato Sant'Ippolito: "Sentenza storica per il web"
Roma, 17 set. (Apcom) - Il provider che fornisce servizi di registrazione nome e dominio, o di manutenzione di siti a luci rosse, o anche il titolare dei un indirizzo internet che ospita banner a pagamento per contenuti hot, non sono responsabili di concorso del reato di sfruttamento della prostituzione on line. Forse per la prima volta in Italia un giudice ha affrontato e risolto così il tema delle responsabilità penale di quello che nella realtà del world wide web è denominato come gestore di hosting. In particolare sono cadute le accuse nei confronti del rappresentante legale di un provider che aveva fornito ad un sito a luci rosse servizi di manutenzione e assistenza. In tema di responsabilità dell'hosting, il giudice dell'udienza preliminare Alfredo Ruocco sottolinea, in sentenza, che non essendo emersi specifici elementi di collegamento tra l'azienda che gestiva il provider e il sito porno "tali da ritenere la sussistenza di un concorso" e "non risultando in particolare, la sussistenza di un profitto economico del primo legato all'utilizzo del sito e delle ragazze 'offerte', ed essendo la sua attività limitata a quella di assistenza e manutenzione degli spazi web concessi ai clienti" va dichiarato il non luogo a procedere per insussistenza del fatto. Nella sentenza, che interpreta le disposizioni previste del decreto legislativo numero 70 del 9 aprile 2003, viene affermato, in pratica, che il provider non puó essere considerato responsabile del concorso nel reato "se non si prova che abbia avuto un vantaggio economico diretto dalle attività presenti sul sito incriminato". Cade, quindi, l'obbligo di sorveglianza, ragionano i difensori. Il gup, comunque, ha ribadito nel provvedimento la responsabilità del provider che "sia effettivamente a conoscenza del fatto che l'attività o l'informazione è illecita e, non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, non agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l'accesso". Basta, in sostanza, la prova dell'assoluta estraneità del provider alle attività del titolare del sito per escludere la responsabilità penale dell'imprenditore telematico. L'avvocato Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito, difensore del provider che aveva registrato il dominio e che ospitava il banner pubblicitario, ha spiegato: "La sentenza è di assoluto rilievo perchè interpreta in maniera corretta le norme comunitarie e nazionali sulla responsabilità degli intermediari, escludendo in radice le derive restrittive delle norme che vorrebbero il provider assumere la veste di poliziotto della rete".
Finiranno per alzare il tiro, e incriminare la compagnia elettrica, che fornì l'energia, che tenne accesi i server, che ospitarono il sito, che mostró la gnocca, che rizzó il bastone, che picchió il cane, che morse il gatto, che mangió il topo...OSCAR VENEZIA ha scritto:Questa è civiltà giuridica ed è il segno che ogni tanto la magistratura fa qualcosa di buono,occupandosi dei reali problemi degli Italianidostum ha scritto:Yahoo!
Siti a luci rosse,prosciolto provider: non sfrutta prostituzione
16:47 - CRONACA- 17 SET 2009
Avvocato Sant'Ippolito: "Sentenza storica per il web"
Roma, 17 set. (Apcom) - Il provider che fornisce servizi di registrazione nome e dominio, o di manutenzione di siti a luci rosse, o anche il titolare dei un indirizzo internet che ospita banner a pagamento per contenuti hot, non sono responsabili di concorso del reato di sfruttamento della prostituzione on line. Forse per la prima volta in Italia un giudice ha affrontato e risolto così il tema delle responsabilità penale di quello che nella realtà del world wide web è denominato come gestore di hosting. In particolare sono cadute le accuse nei confronti del rappresentante legale di un provider che aveva fornito ad un sito a luci rosse servizi di manutenzione e assistenza. In tema di responsabilità dell'hosting, il giudice dell'udienza preliminare Alfredo Ruocco sottolinea, in sentenza, che non essendo emersi specifici elementi di collegamento tra l'azienda che gestiva il provider e il sito porno "tali da ritenere la sussistenza di un concorso" e "non risultando in particolare, la sussistenza di un profitto economico del primo legato all'utilizzo del sito e delle ragazze 'offerte', ed essendo la sua attività limitata a quella di assistenza e manutenzione degli spazi web concessi ai clienti" va dichiarato il non luogo a procedere per insussistenza del fatto. Nella sentenza, che interpreta le disposizioni previste del decreto legislativo numero 70 del 9 aprile 2003, viene affermato, in pratica, che il provider non puó essere considerato responsabile del concorso nel reato "se non si prova che abbia avuto un vantaggio economico diretto dalle attività presenti sul sito incriminato". Cade, quindi, l'obbligo di sorveglianza, ragionano i difensori. Il gup, comunque, ha ribadito nel provvedimento la responsabilità del provider che "sia effettivamente a conoscenza del fatto che l'attività o l'informazione è illecita e, non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, non agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l'accesso". Basta, in sostanza, la prova dell'assoluta estraneità del provider alle attività del titolare del sito per escludere la responsabilità penale dell'imprenditore telematico. L'avvocato Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito, difensore del provider che aveva registrato il dominio e che ospitava il banner pubblicitario, ha spiegato: "La sentenza è di assoluto rilievo perchè interpreta in maniera corretta le norme comunitarie e nazionali sulla responsabilità degli intermediari, escludendo in radice le derive restrittive delle norme che vorrebbero il provider assumere la veste di poliziotto della rete".
Li definerei piuttosto una trentina di coglionidostum ha scritto:PROSTITUZIONE – BUSTO ARSIZIO (VARESE), 23 SET – Vittime della truffa centinaia di uomini di tutta Italia, che dal 2006 al 2009 hanno fatto guadagnare al gruppo, con base operativa nel Varesotto, più di 650mila euro. Le tre persone arrestate sono due donne di 37 e 41 anni, che gestivano gli appuntamenti telefonici e via mail, e un uomo che si occupava di ritirare il denaro versato attraverso money transfert o vaglia postale. Altri due uomini, fratelli delle due ‘telefonistè, sono finiti agli arresti domiciliari: avrebbero creato fisicamente i siti, dai nomi allettanti come “divinaescort” o “bellediclasse”, pubblicando foto di ragazze avvenenti e finti commenti dei clienti sulle loro prestazioni. Siti che per precauzione erano stati registrati negli Stati Uniti. I clienti, per la maggior parte persone facoltose, dovevano versare un anticipo del 30 – 50 % per prestazioni che arrivavano a costare fino a 2.500 euro. Venivano fissati gli appuntamenti, in un caso anche all’aeroporto di Linate (Milano), dove un cliente aveva chiesto una ragazza che lo accompagnasse per una vacanza in Sardegna, ai quali però non si presentava nessuno. I truffatori si rendevano quindi irreperibili cambiando utenza telefonica. Le indagini, coordinate dal pm di Busto Arsizio Luca Gaglio, sono partite dalla segnalazione al Nucleo di polizia tributaria di Varese di operazioni finanziarie sospette e consistenti movimenti di denaro sui conti correnti degli arrestati. Una trentina di clienti hanno quindi deciso di denunciare la truffa, dimostrata anche da pedinamenti e intercettazioni telefoniche.
Per arrivare ad incolpare Dio: e sarà l'inizio dell'Apocalisse.Blif ha scritto:Finiranno per alzare il tiro, e incriminare la compagnia elettrica, che fornì l'energia, che tenne accesi i server, che ospitarono il sito, che mostró la gnocca, che rizzó il bastone, che picchió il cane, che morse il gatto, che mangió il topo...OSCAR VENEZIA ha scritto:Questa è civiltà giuridica ed è il segno che ogni tanto la magistratura fa qualcosa di buono,occupandosi dei reali problemi degli Italiani