Contro la censura di internet

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Bola
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Re: Contro la censura di internet

#736 Messaggio da Bola »

Io con Spotify sto una favola per la musica.

Il modello mi sembra vincente, o sbaglio?

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gi.kappa.
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Re: Contro la censura di internet

#737 Messaggio da gi.kappa. »

Il Fede ha scritto:Ciò che dici è impossibile. Non puoi perfezionare un bel nulla, o togli o lasci. Chi credi che potrebbe perfezionare cosa? Inoltre, sarei curioso di sapere se chi pubblica i libri e si lagna dei diritti d'autore violati ha mai scaricato una canzone o un film.
Certo che puoi perfezionare. Per esempio applicare la stessa velocità di rimozione del sito alla riapertura, una volta eliminati i materiali oggetto della discordia.

Poi ha ragione Pat: x fare un esempio stupido nel video si fa riferimento "alle canzoni di sottofondo del video delle vacanze".
In quel caso è colpa della major che non riesce a fornire uno strumento per permettere all'utente X di poter utilizzare una determinata canzone legalmente per il video ad un costo accessibile.
E cosi esistono tanti settori che vengono trascurati in ambito cinematografico, musicale,ecc. Ma il problema alla base è che fino a quando si pone chi naviga a scegliere
"pago 1-2-3-100 euro (o cent)/non pago ma trovo lo stesso quello che mi serve" non si va da nessuna parte.
E' inutile girarci intorno, una delle due opzioni va eliminata.

Da quello che ho potuto osservare negli anni nel mio piccolo ("lavoro" nel settore musicale nelle ore post-studio, non specifico il ramo per praivasi :D) considerato il download selvaggio e youtube a non finire, ormai l'unica vera fonte di entrate è il live, anche le case discografiche (o "etichette" ora che i dischi non si vendono più) sono consapevoli.
Solo che anche qui bisogna distinguere.
Ai bassi livelli è praticamente volontariato (ma tanto si pensa: va bene, è solo sana gavetta). Tuttavia è il livello più aiutato da internet, praticamente puoi fare arrivare i tuoi lavori ovunque, non ti fai problemi di copyright, anzi.
Ai medi livelli internet miete vittime su vittime e oltretutto nemmeno i live vanno bene: si fanno sì e no due concerti al mese, tre se vai forte. Per il resto il telefono non squilla: niente tv, niente radio, niente di niente, bisogna passare la Miley Cyrus di turno (niente di personale mia cara miley :D).
Ai piani alti (e qui mi baso su quello che leggo sui vari giornali, riviste, ecc.) si galoppa: concerti da set cinematografico, merchandising, pubblicità, passaggi televisi continui (nuova frontiera della musica) ecc. ecc. Ovviamente il pacco è sempre dietro l'angolo e solitamente fa più rumore (vedi Claudio Trotta - per me un dio del settore - con Springsteen a Napoli).
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Re: Contro la censura di internet

#738 Messaggio da crackpot »

a parte il fatto che la pirateria non si potrà mai debellare del tutto perché è parte integrante del web e ci sarà sempre.
tra l'altro il tentativo di bloccare la pirateria (vedi siti torrent oscurati) è in atto da tempo, anche per i casino online
con pessimi risultati ovviamente.

ma ora si sta parlando di censura totale(siti di informazione,blog,forum etc), nemmeno da parte della magistratura ma da parte di quei rottinculo di agicom che nel giro di poche ore possono bloccare siti senza dare spiegazioni a nessuno e senza le dovute indagini che richiedono tempo.
ad esempio se vogliono oscurare SZ possono farlo nel giro di 24 ore

la criminalità online non c'entra.
o meglio c'entra ma da parte di chi vuole censurare il web. (cioè loro sono i criminali)
Tu lo sai che sei su SZ vero? [Parakarro]

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Il Fede
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Re: Contro la censura di internet

#739 Messaggio da Il Fede »

Ma farsi una ragione che vanno trovate nuove forme d'arte e altre forme di guadagno? Io spero che nessuno si illuda di poter ricominciare a vendere cd o di far pagare la musica o i film alle persone come si faceva una volta. Ma poi, ripeto, quando qualcuno viene toccato nel vivo grida alla giustizia e impreca contro chi scarica o vìola i diritti d'autore. Come ho detto sopra, vorrei sapere se i vari cantanti, gruppettini, strimpellatori, fotografi e artisti vari che si ergono a paladini della legalità solo perché qualcuno ascolta una loro canzone o guarda una loro foto (magari mentre caga) senza pagarla o la mette da qualche parte solo perché l'ha trovata in rete, hanno sempre pagato tutto quello che Internet ha dato loro.

Ormai è andata, chi se la prende per i diritti d'autore violati dovrebbe mettersi l'anima in pace, non ci sono altre soluzioni... :)
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).

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Il Fede
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Re: Contro la censura di internet

#740 Messaggio da Il Fede »

crackpot ha scritto: la criminalità online non c'entra.
o meglio c'entra ma da parte di chi vuole censurare il web. (cioè loro sono i criminali)
Infatti, chissà di chi sarà questa bella idea, chissà chissà...
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).

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Re: Contro la censura di internet

#741 Messaggio da belnudo »

Il Fede ha scritto:Ma farsi una ragione che vanno trovate nuove forme d'arte e altre forme di guadagno? Io spero che nessuno si illuda di poter ricominciare a vendere cd o di far pagare la musica o i film alle persone come si faceva una volta. Ma poi, ripeto, quando qualcuno viene toccato nel vivo grida alla giustizia e impreca contro chi scarica o vìola i diritti d'autore. Come ho detto sopra, vorrei sapere se i vari cantanti, gruppettini, strimpellatori, fotografi e artisti vari che si ergono a paladini della legalità solo perché qualcuno ascolta una loro canzone o guarda una loro foto (magari mentre caga) senza pagarla o la mette da qualche parte solo perché l'ha trovata in rete, hanno sempre pagato tutto quello che Internet ha dato loro.

Ormai è andata, chi se la prende per i diritti d'autore violati dovrebbe mettersi l'anima in pace, non ci sono altre soluzioni... :)
Il diritto d'autore dovrebbe esistere solo come riconoscimento e tutela dell'ingegno di qualcuno nel senso che non io non posso dichiararmi autore della Nona sinfonia di Ludwig. Punto.
Che abbia diritto di campare per decenni su diritti commerciali dell'opera, che non è un oggetto materiale unico, ce ne corre.
Gente, aprite gli occhi, il "diritto" commerciale di divulgazione di canzoni, informazioni, software, ecc. è una balla che fa comodo a molti.
Ricordate che diffondere un film digitale non priva l'autore della proprietà del film, non essendo oggetto materiale unico, ma semplicemente moltiplica l'opera a beneficio di tutti.
Chi vuol campare di "diritti d'autore" di opere digitali negli anni 2000 ha sbagliato business, la pacchia è finita.
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Re: Contro la censura di internet

#742 Messaggio da gi.kappa. »

Bel è come dire "Falegnami, chi vuole campare di mobili, porte, ecc" ha sbagliato business (e così "idraulico, chi vuole campare di riparazioni di tubi, ecc.").

Io la vedo così: il film è un mobile fatto dal falegname, se vuoi usufruirne devi pagare il lavoro del falegname al falegname (chiaro, SIAE?), al socio che gli mette a disposizione la falegnameria o gli strumenti, ecc.
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Re: Contro la censura di internet

#743 Messaggio da Il Fede »

Comunque, complimenti davvero. C'è chi le studia proprio tutte per il bene del paese. Ecco la bella porcheria servita. Si sentiva il bisogno di un'idiozia del genere, d'altra parte quandoil paese ha delle emergenze bisogna agire subito...

La web tax diventa legge: si chiamerà spot tax

Si è chiusa così, nella notte, in Commissione Bilancio, la partita che ormai da settimane tiene banco, tra addetti ai lavori e non, e della quale, nell’ultimo weekend, si erano occupati anche il neo-eletto Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi e Carlo de Benedetti, Patron del Gruppo L’Espresso, contrario il primo e favorevole il secondo.

La Commissione parlamentare, infatti, ha approvato solo il secondo comma della proposta di legge – poi trasformatasi in un emendamento alla Legge di stabilità – presentata da Francesco Boccia (Pd).

Niente obbligo generalizzato, dunque, di acquisto online di servizi solo da fornitori dotati di partita Iva italiana ma si a tale obbligo quando si tratterà di comprare “spazi pubblicitari online” e “link sponsorizzati…visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito o la fruizione di un servizio online attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili”.

La web tax, in sostanza, esce ridimensionata e ribattezzata dal dibattito parlamentare ed extra parlamentare degli ultimi giorni.

Qualcuno, nelle prossime ore, gioirà del risultato e qualcun altro se ne rammaricherà ma la realtà è che non ha vinto nessuno ed abbiamo perso tutti.

La legge che l’Assemblea di Montecitorio si avvia ora ad approvare è una brutta legge, anti-europea, di dubbia legittimità costituzionale, sostanzialmente inapplicabile ed anacronistica.

Tanto per cominciare, infatti, è evidente che la tagliola che si è abbattuta sul testo scritto e pensato dall’On. Boccia non ne ha modificato l’impianto sostanziale ma solo ridimensionato l’ambito di applicazione con l’ovvia conseguenza che tutte le perplessità ed i dubbi sollevati da più parti circa l’incompatibilità di un’iniziativa tricolore su una materia di evidente interesse comunitario restano valide così come inalterati rimangono i dubbi sollevati dallo stesso Ministero dell’Economia circa la legittimità della norma rispetto alla libertà di impresa costituzionalmente garantita.

Il Parlamento, quindi, si avvia a pronunciare il si definitivo su una legge che potrebbe costare al Paese l’apertura di una procedura di infrazione comunitaria con condanna al pagamento della relativa sanzione ed essere poi dichiarata costituzionalmente illegittima.

Difficile, in questo contesto, condividere l’urgenza con la quale si è ostinatamente voluto approvare un brandello dell’originaria web tax.

Tale difficoltà è resa ancor più tangibile se si pone mente al fatto che – a prescindere da ogni altra considerazione – il ridimensionamento dell’ambito di applicazione della norma ai soli servizi promozionali, riduce significativamente i benefici per l’Erario.

Senza voler entrare nella guerra dei numeri che ha, sin qui, diviso favorevoli e contrari al varo della web tax, infatti, è ovvio che se prima il maggior gettito sperato dalla tassazione tricolore di tutti i servizi venduti via web in Italia era modesto, ora diviene davvero marginale.

C’è, quindi, da chiedersi se sia valsa davvero la pena assumere un’iniziativa marcatamente anti-europea e di dubbia legittimità costituzionale per portare a casa, forse, una manciata di euro in più.

Ma la più importante ragione per la quale quella che il Parlamento si avvia a varare con il voto in aula sarà ricordata come una delle peggiori leggi sul web è un’altra.

La legge, infatti, è interamente costruita su un’idea di web che non esiste se non nella fantasia della mano che ha scritto il disegno di legge: un web nel quale vi sarebbero contenuti accessibili dall’Italia e contenuti inaccessibili dal nostro Paese e si potrebbe assoggettare la circolazione dei primi ad un regime fiscale diverso da quella dei secondi.

Qualcosa del genere – e per ragioni egualmente poco nobili ma, almeno, più rilevanti in quelle subculture politiche – lo hanno, sin qui pensato solo regimi autoritari come quello cinese, spingendosi ad ergere una “grande muraglia digitale” nel fallito tentativo di impedire ai propri cittadini l’accesso a contenuti provenienti dall’estero.

Difficile immaginare come i supporter della nuova spot tax pensino di implementare il rispetto della loro creatura.

Quando un imprenditore italiano comprerà spazi pubblicitari o link sponsorizzati, infatti, dovrà chiedere l’emissione di una fattura con partita Iva italiana per quei contenuti che saranno poi effettivamente “cliccati” dal nostro Paese e fattura senza partita Iva – come avviene oggi – quando i contenuti in questione saranno “cliccati” da un consumatore francese, tedesco o inglese al quale abbia legittimamente scelto di far arrivare il proprio messaggio promozionale.

E’ ovvio, infatti, che per lo stesso principio alla base della spot tax, se un imprenditore italiano vuole far arrivare il suo messaggio in altri Paesi europei, il servizio non potrà essere tassato in Italia.

Tempi duri per i pochi grandi nomi dell’industria italiana: auto, prodotti alimentari, turismo e moda.

Da domani comprare pubblicità online diventerà maledettamente più complicato.

Ci siamo rinchiusi – con le nostre mani – in un guscio nazionale in un sistema sempre più globale.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ax/818084/
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#744 Messaggio da belnudo »

bene bene, questo è il nuovo FRANCESCO BOCCIA che avanza.

Il poppolo del PD sarà contento, incasserà finalmente le tasse da quei cattivoni degli americani e tedeschi, BRAVIIIIIIIIIIIIII
Il poppolo IGNORANTE applaude i propri IGNORANTI rappresentanti in Parlamento e così si chiude il cerchio.
questa è l'italia
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Re: Contro la censura di internet

#745 Messaggio da cicciuzzo »

Bola ha scritto:Io con Spotify sto una favola per la musica.

Il modello mi sembra vincente, o sbaglio?
adesso che fanno pagare manco ci entro, l'ho pure tolto dai preferiti
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

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Re: Contro la censura di internet

#746 Messaggio da belnudo »

Bola ha scritto:Io con Spotify sto una favola per la musica.
Il modello mi sembra vincente, o sbaglio?
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The music streaming service Spotify uses Digital Restrictions Management (DRM); push back by saying NO to Spotify's invitations.
http://www.defectivebydesign.org/spotify
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Re: Contro la censura di internet

#747 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Nel 2012 Google Italia ha fatturato 52 milioni: all’erario ne ha versati meno di 2 (un milione e ottocentomila, per l’esattezza). Amazon, che ne ha fatturati oltre 26 milioni, ha versato 950mila euro. Facebook, che nel mondo fattura 5 miliardi di euro, paga al fisco italiano 132mila euro (132mila euro, meno di idraulico di provincia). Apple, che nel mondo fattura addirittura 40 miliardi di euro, appena 3 milioni. Una multinazionale si appoggia a una società irlandese, un’altra fa confluire i suoi guadagni in una lussemburghese, di qui verso i paradisi fiscali dei Caraibi, come ha dimostrato un’inchiesta del settimanale americano Business Week secondo cui Google, in un triennio, ha pagato appena il 2,4 per cento di tasse sui suoi ricavi.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”

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Re: Contro la censura di internet

#748 Messaggio da Stickman »

chissà in USA quanto pagano

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Re: Contro la censura di internet

#749 Messaggio da Enrico Pallazzo »

gi.kappa. ha scritto: Io la vedo così: il film è un mobile fatto dal falegname, se vuoi usufruirne devi pagare il lavoro del falegname al falegname (chiaro, SIAE?), al socio che gli mette a disposizione la falegnameria o gli strumenti, ecc.
Il problema è che la stragrande maggioranza degli artisti ricorre ancora alla SIAE.
è sempre amore!

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Re: Contro la censura di internet

#750 Messaggio da crackpot »

Tu lo sai che sei su SZ vero? [Parakarro]

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