Guitto nefasto
Nicolas Sarkozy presidente operaio come l'ex premier Silvio Berlusconi, con drappelli di figuranti al seguito. Se, in Italia, il Cavaliere di Arcore era solito farsi applaudire ai comizi e in tivù da una folla di adoranti supporter, in Francia anche il capo dell'Eliseo, in trincea per il voto del 22 aprile, ha rinfoltito alla bisogna la sua platea di fan.
Il 2 febbraio scorso, a un cantiere edile di Mennecy, nella periferia sud di Parigi, per pubblicizzare la sua politica per la crescita, Sarkozy avrebbe fatto arrivare sul posto falsi operai per ingrossare il pubblico. «Di solito, qua lavorano 50 persone, oggi siamo un centinaio», hanno spifferato alcuni presenti ai giornalisti di Radio Europe1, «li hanno fatti venire dagli altri cantieri. Alcuni di loro non sono neanche operai ma fornitori, capicantiere. O addirittura perfetti sconosciuti».
L'ELISEO AMMETTE POI RETTIFICA. «Anche chi ha lavorato al progetto nel passato è potuto venire a salutare il presidente francese», ha ammesso cautamente l'Eliseo. Poi, con il montare delle polemiche, la smentita si è fatta più netta: «Simili affermazioni sono ridicole. Tutti i presenti erano persone coinvolte nei lavori, invitate dall’impresa edile Immobilière 3F», ha fatto sapere la presidenza della Repubblica.
La società ha poi confermato la versione dell’Eliseo, precisando che «al cantiere erano presenti le 67 persone che ci lavorano quotidianamente, più i quadri delle imprese che partecipano al progetto».
SARKÓ SI TRADISCE SULLE COMPARSE. Ma gli operai che hanno rivelato la presunta messinscena (rimasti anonimi per il timore di ripercussioni) hanno insistito sulla loro versione. Oltretutto, in quei giorni le opere sarebbero state ferme per il freddo polare.
Davanti a una betoniera, lo stesso Sarkozy, in una delle sue tante gaffe pubbliche, avrebbe lasciato trapelare la presenza di comparse filo-governative:
«Fate presto, di betoniere ne ho viste 50 in vita mia e fa meno 8!». Dai socialisti dello sfidante François Hollande, sono arrivati i complimenti ironici per la performance: è una pantomima per la quale il numero uno dell'Eliseo «merita di vincere l’Oscar per la regia».
