Re: (OT) 23/06/2016: UKs UE referendum. Sarà la fine dell'Eu
Inviato: 29/01/2018, 23:59
PATTO DI ACCIAIO
Tra i numeri che mancavano i metri quadri necessari e la data di consegna, evidentemente.Blif ha scritto:Non per imbrodarmi da solo, ma gli avevo dato solo una scorsa.
Sillogismo:Blif ha scritto:A una prima scorsa, il libello olandese appare pieno di fotografie, quello italico di tabelle e numeri.
Però non so se ho voglia di leggerli (il tempo sicuramente ora no).
L'Europa ha più soldi di quanto sia in grado di gestire.
Quelli che hanno più soldi di quanto siano in grado di gestire fanno cazzate.
ergo
...
ma infatti questo dovrebbe essere da monito verso coloro che dicono che il nord europa è esempio di virtuositàGeishaBalls ha scritto:Tra i numeri che mancavano i metri quadri necessari e la data di consegna, evidentemente.Blif ha scritto:Non per imbrodarmi da solo, ma gli avevo dato solo una scorsa.
Sillogismo:Blif ha scritto:A una prima scorsa, il libello olandese appare pieno di fotografie, quello italico di tabelle e numeri.
Però non so se ho voglia di leggerli (il tempo sicuramente ora no).
L'Europa ha più soldi di quanto sia in grado di gestire.
Quelli che hanno più soldi di quanto siano in grado di gestire fanno cazzate.
ergo
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Non una bella pagina, ed immaginiamo cosa sarebbe successo se fosse l’Italia inadempiente
Questo si fuma le foglie di tè.Tasman ha scritto:Con un certo anticipo sull’estate, ma il caldo è già arrivato, la stampa di regime annuncia che, in caso di Brexit non negoziata o “dura ” il Regno Unito si troverà in uno scenario da day after: senza medicine, carburanti, cibo e, aggiungo io, carta igienica.
È abbastanza evidente che si tratta di una sciocchezza: ammesso che UK non abbia cibo, medicine e carburanti – il che è falso – e che debba importare, quale forza fermerà gli esportatori dal continuare a vendere i propri prodotti? Il terrorismo mediatico è rivolto a noi: italiani, attenti! Come fareste senza Europa? E allora noi, bravi ragazzi, smettiamola con strani discorsi e ritorniamo sulla retta via che Monti, PD e forza Italia ci avevano così saggiamente tracciato!
Nino Galloni
Maledetti comunisti che si sono presi la stampa britannica per influenzare gli italianiRand Al'Thor ha scritto:Questo si fuma le foglie di tè.Tasman ha scritto:Con un certo anticipo sull’estate, ma il caldo è già arrivato, la stampa di regime annuncia che, in caso di Brexit non negoziata o “dura ” il Regno Unito si troverà in uno scenario da day after: senza medicine, carburanti, cibo e, aggiungo io, carta igienica.
È abbastanza evidente che si tratta di una sciocchezza: ammesso che UK non abbia cibo, medicine e carburanti – il che è falso – e che debba importare, quale forza fermerà gli esportatori dal continuare a vendere i propri prodotti? Il terrorismo mediatico è rivolto a noi: italiani, attenti! Come fareste senza Europa? E allora noi, bravi ragazzi, smettiamola con strani discorsi e ritorniamo sulla retta via che Monti, PD e forza Italia ci avevano così saggiamente tracciato!
Nino Galloni
E' ottima cosa abbassare i prezzi il delirio speculativo è il prodromo del crollo oltretutto è assai brutto.
Paese vassallo o satellite dell’Ue, la vera Brexit non è quella promessa
Difficile dire se Theresa May sopravviverà, di sicuro sono ormai tramontati slogan e illusioni sul divorzio
La rivolta contro la bozza di accordo sull’uscita del Regno Unito dalla Ue ed il relativo regime transitorio è solo l’ultimo effetto di un problema ad oggi intrattabile. Da un lato vi è l’ipotesi, che Theresa May vorrebbe scongiurare, di una Hard Brexit disordinata in cui il paese, dal 30 marzo 2019, finirebbe nel regime tariffario di base della WTO; dall’altro, la permanenza in un’orbita ravvicinata alla Ue ma come destinatario di direttive elaborate altrove, quella che molti politici britannici hanno definito una condizione di vassallaggio.
Il tentativo di evitare una dogana fisica tra Repubblica d’Irlanda ed Irlanda del Nord è l’elemento di più visibile criticità. Nelle more della scrittura di un trattato di libero scambio, Ue e Regno Unito potranno accordarsi su una proroga della transizione, di durata oggi non determinabile, durante la quale il Regno Unito resterebbe pienamente assoggettato alle norme comunitarie ed alla Corte di Giustizia europea, pagando contributi aggiuntivi al bilancio dell’Unione.
Terminata la transizione, se non fosse attuabile un commercio senza dogana fisica, l’Irlanda del Nord resterebbe integrata in unione doganale e mercato unico mentre il resto del Regno sarebbe in una unione doganale in teoria più lasca ma in realtà con vincoli stretti imposti da Bruxelles su aiuti di stato, standard su prodotti ed ambiente, norme sul lavoro e fiscalità, e non potrebbe firmare nuovi trattati commerciali extra Ue sulle merci.
È dura accettare una simile condizione per un paese che aspira a “riprendere il controllo”, come sosteneva il claim della Brexit, lanciato sul mercato elettorale assieme ad altri raggiri come i famosi 350 milioni di sterline a settimana che l’exit avrebbe riportato al dissestato servizio sanitario nazionale.
Non sappiamo se Theresa May riuscirà a sopravvivere politicamente a questo esito tossico, che congela a tempo indeterminato una sovranità nazionale fortemente attenuata; beffarda nemesi per chi viveva con insofferenza i vantaggi ed il potere di interdizione derivanti dall’appartenenza alla Ue.
Nella spazzatura della storia finiscono i proclami su “Brexit vuol dire Brexit” o su “nessun accordo è meglio che un cattivo accordo”, come anche l’illusione di negoziare da posizioni di forza a causa del forte deficit commerciale con la Ue o patetiche tattiche negoziali come la minaccia di creare una “Singapore d’Europa”.
Ora May mette in guardia da un’uscita caotica a fine marzo che metterebbe in ginocchio il paese, amputandone il settore finanziario e le catene di fornitura manifatturiera, ma che in realtà sarebbe l’unica ed autentica Brexit, cioè la pars destruens del divorzio.
Il Labour di Jeremy Corbyn cerca la spallata per arrivare a Downing Street ma a sua volta resta fortemente ambiguo sull’exit, perché sul tema è nel caos proprio come i Tories. Questa ipotesi di “uscita” e transizione di fatto calcia la lattina lungo la strada, per evitare la catastrofe. Il “controllo” può attendere.