Non ho Figli né nipoti, ma con gli amici dei figli ho imparato che "Si campa di storsi" riguardo queste cose,
le corse al pronto soccorso e poi esce fuori che non era nulla è normale etc.. 'na sega, ti ci abitui solo
se lo fai per lavoro secondo me.. Non oso immaginare da genitore poi quanti cuori in gola..
(il termine "storsi" parrebbe essere dialettale, trattasi del salto che fai sulla sedia
di fronte ad una scena horror di quelle che funzionano e pure bene...!!!)
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Riguardo al rispolvero dello splendido esemplare peloso di cui poco sopra (non Lìder,
il cane), vi passo un estratto da una bellissima pagina che seguo su FB riguardo
la nobile arte e le storie dei suoi protagonisti da quando se ne ha un riscontro
sportivo: Straconsigliata per gli amanti del genere, "Nicolini parla di pugili"
Non tutti sanno che l'essersi fatto accompagnare dal proprio pastore tedesco alla conferenza stampa di Parigi che precedette The Rumble in the Jungle, uno dei più grandi eventi pugilistici della storia, attirò grande antipatia su George Foreman da parte della popolazione dello Zaire, paese in cui il match avrebbe avuto luogo.
In un'intervista rilasciata a Ben Cohen nel 1997, Big George ricordava la cosa parlando di quei giorni gloriosi di metà anni settanta:
"Mi disse un giornalista zairese che gli oppressori belgi usavano i pastori tedeschi per spaventare le folle.
"Allora io risposi che il mio cane, che si chiamava Daggo, non era nato in Belgio, ma in Illinois.
"...e che era sempre stato al mio fianco senza mai abbandonarmi e che quindi io non andavo da nessuna parte senza lui"
"Poi loro avevano iene e leoni, che paura potevano avere di un cane?"
"A quei tempi io ero un giovane di venticinque anni, triste e solitario: Daggo dormiva al mio fianco, si svegliava con me all'alba, veniva a correre con me ed era l'unico essere vivente a cui realmente interessassi.
"Dopo la sconfitta il mondo mi cadde addosso e mi resi conto che tutti mi avevano abbandonato; mi guardai intorno e Daggo era lì ad aspettarmi, come sempre".
L'incontro, memorabile, si tenne il 30 ottobre del 1974, davanti a 60.000 spettatori che, per il motivo appena descritto ed abilmente aizzati da un maestro della comunicazione qual era Muhammad Ali, erano tutti contro Foreman.
Big George, favorito 7-1 dai bookmaker, perse l'incontro per svariati motivi, ma dalle ceneri di quella sconfitta da pugile, egli diede origine alla propria rinascita come uomo.