le prostitute cinesi-prima esperienza

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dboon
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#91 Messaggio da dboon »

radek66 ha scritto:
Barabino ha scritto:In effetti e' strana quella striscia in mezzo alle foto... e' come se avessero scannerizzato una rivista... :wink:

Bof, che devo dire: sara' apparsa in una rivista 8)
:roll: :roll: :roll: :roll:
Mmmmm.... fake, sempre fake, fortissimamente fake...
:wink: :wink: :wink: :wink:
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bellavista
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#92 Messaggio da bellavista »

dboon ha scritto:
radek66 ha scritto:
Barabino ha scritto:In effetti e' strana quella striscia in mezzo alle foto... e' come se avessero scannerizzato una rivista... :wink:

Bof, che devo dire: sara' apparsa in una rivista 8)
:roll: :roll: :roll: :roll:
Mmmmm.... fake, sempre fake, fortissimamente fake...
:wink: :wink: :wink: :wink:
tanto anche se sono fake, sono tutte uguali... :DDD :DDD
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radek66
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#93 Messaggio da radek66 »

bellavista ha scritto:Solitamente quando usano fake per le escort coprono il viso.

Altrimenti risulta troppo facile scoprire la fregatura.

Ma tutto puó essere ;)
:roll: :roll: :roll: :roll:
Mmmm, ragazzi, se non è un fake, vuol dire che è un frigorifero peggio delle ùngare... una in quel modo avrebbe la fila fuori...
:wink: :wink: :wink: :wink:
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#94 Messaggio da nik978 »

bellavista ha scritto:
dboon ha scritto:
radek66 ha scritto:
Barabino ha scritto:In effetti e' strana quella striscia in mezzo alle foto... e' come se avessero scannerizzato una rivista... :wink:

Bof, che devo dire: sara' apparsa in una rivista 8)
:roll: :roll: :roll: :roll:
Mmmmm.... fake, sempre fake, fortissimamente fake...
:wink: :wink: :wink: :wink:
tanto anche se sono fake, sono tutte uguali... :DDD :DDD
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#95 Messaggio da Paperinik »

brugal ha scritto:
Gunny ha scritto:
casper31 ha scritto:Salve ragazzi finalmente ho trovato qualche bella topina orientale a prato, qualcuno ha già  testato queste ciliegine, fatemi sapere perchè prendere la solita fregatura dopo essermi fatto 140km tra andata e ritorno mi girerebbero un pó!
http://www.cleophatra.com/messaggio.php?id=29

http://www.cleophatra.com/messaggio.php?id=27

http://www.cleophatra.com/messaggio.php?id=25

http://www.cleophatra.com/messaggio.php?id=17
più semplice da usare 8)
Sasa è un tegame, sui 100 kg alta 1,44...
Le altre sono da evitare.
Le foto NON SONO REALI !!!
E poi ricevono tutte in posti squallidissimi, mi ricordo di averci fatto una visita circa 1 mese fa per rendermi conto della situazione e sinceramente mi hanno abbastanza disgustato... :s156:
Affanculo ste maiale tirapacchi e chi se le tromba...peggio delle magiare...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

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#96 Messaggio da radek66 »

Paperinik ha scritto:
Affanculo ste maiale tirapacchi e chi se le tromba...peggio delle magiare...
8) 8) 8) 8)
Te l'avevo detto, pallonaro mio, te l'avevo detto... te non mi dai mai retta...
:DDD :DDD :DDD :blankstare:
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#97 Messaggio da Paperinik »

A te non dó retta a prescindere. :DDD
E cmq avevo chiesto "Che faccio, ci vado?", non "Uè domani vado a incularmi sti visi gialli", anche io avevo annusato il puzzo di fregatura, cosa credi...? 8)
"E' impossibile", disse il cervello.
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#98 Messaggio da Paperinik »

E cmq ho deciso: a breve mi intorto lei
http://www.oasi2000.com/schedacliente.p ... ITTA=prato
"E' impossibile", disse il cervello.
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#99 Messaggio da balkan wolf »

miii papero mo pure con le changa ce la hai su???

ma sei proprio inviperito madonnina infocata ( si puó scrivere??? ) :-)
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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#100 Messaggio da Paperinik »

Io ce l'ho con le disoneste, mica con le changa...se posti un annuncio con numero di telefono, posta foto reali, altrimenti che ti devo dire, vai in culo....
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
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#101 Messaggio da balkan wolf »

Immagine

non è molto saggio lamentalsi di nostlo selvizio...

:-)
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#102 Messaggio da dboon »

nik978 ha scritto:
bellavista ha scritto:
dboon ha scritto:
radek66 ha scritto: :roll: :roll: :roll: :roll:
Mmmmm.... fake, sempre fake, fortissimamente fake...
:wink: :wink: :wink: :wink:
tanto anche se sono fake, sono tutte uguali... :DDD :DDD
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Mi sto toccando i maroni.... :o
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#103 Messaggio da nik978 »

balkan wolf ha scritto:Immagine

non è molto saggio lamentalsi di nostlo selvizio...

:-)
8) 8) 8) 8) 8)

papero il servizio made in china in italia è parecchio scndaloso (vista l'organizzazione che hanno in patria..e i prezzi, riportati al caro vita che c'è li..)
ma diciamo che qualcosa di decente si recupera. (anche se a genova x i 50 eulo sono sempre meglio le south american girls...)
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#104 Messaggio da radek66 »

Paperinik ha scritto:A te non dó retta a prescindere.
E cmq ho deciso: a breve mi intorto lei
http://www.oasi2000.com/schedacliente.p ... ITTA=prato
8) 8) 8) 8)
Bravo, non darmi retta... poi non ti lamentare, peró, dal momento che sei un piagnisteo continuo...
Quanto all'intortarti qualla sig.na, speriamo sia vero e non un'altra delle tue fanfaronate...
:DDD :DDD :DDD :blankstare:
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#105 Messaggio da dostum »

Splendori e miserie delle cortigiane
di Piero Vio

Le cortigiane in maggioranza avevano un'età compresa solitamente tra i tredici e i diciotto anni e verso i quindici venivano deflorate (la deflorazione era detta kaibao): entravano quindi giovanissime nella professione e ne uscivano dopo una decina d'anni, infatti, anche se alcune famose cortigiane continuavano a esercitare fino alla cinquantina, la linea dei vent'anni costituiva un limite fisiologico che era bene non oltrepassare senza aver trovato prima uno sposo che le facesse intravedere una via d'uscita, altrimenti si sarebbero visti sfumare il proprio fascino e la propria casa deserta (che veniva detto con la frase "le vetture a cavallo sono ormai rare davanti alla casa"). Pur avendo una certa dose di cultura, la tenutaria le educava fin dalla giovane età al canto, alla musica, e al teatro per farne delle servitrici fedeli e non delle intellettuali. Inoltre, considerando la difficoltà della lingua cinese classica, il fatto che le cortigiane potessero essere per la maggior parte letterate era piuttosto inverosimile, come avevano modo di lamentarsene, alla fine dell'ottocento, i letterati, riferendosi costantemente ad una remota età dell'oro. Nell'ottocento e fino agli anni venti le cortigiane provenivano dall'immenso mercato di esseri umani che era la Cina dell'epoca, quindi comprate o rapite diventavano una sorta di schiave nelle mani della tenutaria. Era grazie allo stretto controllo operato che la tenutaria poteva risalire al padre, nel caso una cortigiana fosse rimasta in cinta, con una certa precisione; se il cliente tuttavia avesse rifiutato la paternità , non vi era alcun mezzo per pretendere una assunzione di responsabilità . (1)

Solo le cortigiane che avevano conoscenze importanti potevano, grazie ai regali di questa ricca clientela, sfuggire dalle mani delle tenutarie, altrimenti perdevano ogni libertà , le uniche uscite possibili erano quelle legate alla professione, se la situazione fosse stata migliore, si può dire si trattasse di libertà vigilata. A differenza delle altre prostitute, le cortigiane potevano affrancarsi ed emanciparsi, in generale la tenutaria aveva interesse a negoziare l'uscita della cortigiana dopo qualche anno, poiché comunque di affari si trattava e la carriera, come già accennato, non poteva durare a lungo per molteplici motivi. Le tenutarie dovevano saper intrallazzare con gli strati potenti della società , dovevano trovare connessioni e legami per formare alleanze in modo da evitare disordini di qualunque tipo, quali estorsioni da parte di bande di malviventi e teppisti. Come gerente, doveva saper amministrare il bordello tramite allacciamenti anche con una serie molto lunga di ristoranti, case da the, ed altri stabilimenti. Di tutte le decisioni che una tenutaria doveva prendere perché i suoi affari procedessero a gonfie vele, quella di importanza capitale era comunque prendere una cortigiana al suo servizio. Le varie case erano in lotta per accaparrarsi le cortigiane più famose poiché queste erano delle autentiche miniere d'oro agli occhi della tenutaria. Quando una tenutaria prendeva a nolo una cortigiana, la trattazione non era dissimile da quella dei matrimoni arrangiati: vi erano due intermediari, uno per parte, che negoziavano i termini, quindi pagava ad entrambi una somma detta xiewaqian ("soldi di scarpe e calzini"). La cortigiana, finemente truccata e vestita in maniera elaborata, (2) aspettava nella sua residenza l'arrivo di un veicolo da parte della sua futura casa, quindi una volta giunta veniva accolta dal fragore di piccoli petardi scoppiettanti, bruciava degli incensi sulla via che la portava alla porta. A nessuno era permesso di parlarle fino a che essa non fosse penetrata nella sua nuova stanza, decorata con candele accese, dove posizionava gli incensi precedentemente accesi e accettava una tazza di squisito the dai servitori. Tutti i passi di questa cerimonia dovevano essere rispettati poiché ricevere in casa una cortigiana era come aprire la porta al dio dell'opulenza (una cortigiana già famosa, si sarebbe subito messa all'opera per dimostrare la sua levatura e valore, invitando i suoi clienti regolari, per dare una festa in suo onore). Tutta la cerimonia correva su un binario parallelo rispetto a quella dell'arrivo di una sposa, ma in questo caso l'enfasi era posta più sul considerare la cortigiana come un elemento prezioso della casa, che a dimostrare rispetto e subordinazione nei confronti della famiglia del marito, come avveniva con i matrimoni. La tenutaria in seguito dava una somma alla nuova venuta affinché potesse comprare vestiti e gioielli, e sebbene questa potesse essere elevata in caso di cortigiane dalla reputazione già rodata, quelle più famose avevano abbastanza risorse personali da non abbisognare di ciò.

Una cortigiana veniva presa a nolo per una stagione che durava circa quattro mesi, infatti l'anno era marcato da tre grandi festività che erano: la festa delle barche drago il quinto mese lunare, quella di mezzo autunno l'ottavo mese, e infine il capodanno cinese. Durante le tre grandi feste, le cortigiane facevano dei doni ai clienti nel momento in cui essi regolavano i conti: delle piccole albicocche, dolci di riso appiccicosi per la festa delle barche drago, dolci della luna e mele per la festa di metà autunno, dolci e arance per l'anno nuovo. (3) Durante i primi quindici giorni dell'anno, le case offrivano ai clienti un piatto composto da frutta, dolci, prosciutto, pollo e pesce, chiamato kaiguopan, tuttavia il cliente non doveva toccare il pesce, simbolo di prosperità . Il cliente in quei giorni doveva dare mance a destra e a manca, poteva anche decidersi a non passare, ma in tal caso avrebbe fatto la figura dell'avaro o avrebbe perso la faccia. Negli anni trenta bisognava dispensare almeno quattrocento yuan a stagione per essere considerato un buon cliente; nello stesso periodo lo stipendio mensile di un operaio andava dai dieci ai venti yuan, quello di un ufficiale di polizia dai trenta ai quaranta yuan. Alla fine della stagione, una cortigiana si poteva trovare in differenti situazioni: se già famosa o di fama recentemente acquisita, avrebbe scatenato una caccia, un'asta al miglior offerente, tra le altre case, altrimenti poteva trovarsi indebitata e quindi costretta a dover lasciare il bordello (dopo aver estinto la somma dovuta). Questo secondo caso era detto luo zhangfang ("cadere nel reparto conti"). Quando le cortigiane venivano allontanate perché poco remunerative o malate, venivano dette "prendere la portantina" ti jiao, omofono di "calciar via". Le prostitute potevano avere quattro status differenti, vendute e quindi schiave taoren, in pegno baozhang, indebitate huoji, e libere zijia. Le cortigiane prese in pegno, in genere per un periodo di un paio d'anni, cosa che succedeva di solito con figlie delle famiglie più povere o cadute in disgrazia, venivano messe in un bordello in cambio di una somma di denaro, comunque erano più comuni nelle case di basso rango. Il pegno veniva anche chiamato bao shenti oppure zuo baozhang. Le donne vendute, tao ren, appartenevano in tutto e per tutto alla tenutaria, non ricevevano alcun salario e inoltre erano sotto una sorveglianza ancora più rigida avendo sempre un occhio che le seguiva dappertutto. Queste prostitute schiave non avevano praticamente alcuna via d'uscita, erano condannate alla loro sorte finché la malattia o la "vecchiaia" le avesse rese "improprie al consumo", o finché un cliente, generalmente uscito dalle classi meno fortunate della società , non fosse riuscito a sposarle. Le prostitute indebitate con la tenutaria, dovevano pagare di persona lavorando fino al completo rimborso della somma. Quelle libere non avevano alcun obbligo se non quello di dichiarare le entrate e dividerle con la tenutaria secondo quanto pattuito.

Anche la tenutaria divenne un personaggio topico, soprattutto con la diffusione dei romanzi in dialetto wu, dove veniva dipinta come sfruttatrice, avida di denaro, sempre insoddisfatta del lavoro delle ragazze ai suoi piedi. Il ruolo della tenutaria sembra avere diverse valenze: spesso avevano ogni potere sulla vita delle loro ragazze, sceglievano i clienti in base al loro status sociale e alle loro ricchezze attraverso indagini svolte con estrema discrezione, erano trafficanti di esseri umani, davano lezioni di canto e musica alle più giovani e insegnavano loro a truccarsi, vestirsi e come trattare i clienti. I rapporti tra le tenutarie e le "loro" figlie erano molto più improbi e amari rispetto a quelli con cortigiane famose, poiché venivano sfruttate all'osso e trattate con estrema rigidità . Se da un lato si può pensare che questa relazione tra tenutaria e figlia potesse solamente migliorare, in quanto la prima avendo fatto un investimento a lungo termine, al fine di assicurarsi un ritorno favorevole, non poteva abusare della seconda, dall'altro c'è da dire che l'offerta di esseri umani in Cina era notevole e il prezzo di conseguenza di questa mercanzia non era elevato, anzi, piuttosto conveniente. Per le donne che si trovavano a divenire cortigiane, molto probabilmente esperienze cardine della loro vita nel bordello, come la deflorazione, dovevano innescare un processo di svalutazione e svilimento sia sul piano sociale che psicologico; anche nella migliore delle ipotesi, quella del matrimonio, era accessibile alle cortigiane solo dalla porta di servizio, quella del concubinato.

La deflorazione sanciva l'entrata vera e propria della ragazza nel mondo della prostituzione, rappresentava non solo un passaggio importante dai molteplici risvolti, ma anche un esame della stessa agli occhi della casa. Il cliente interessato doveva innanzitutto parlare a lungo con la tenutaria e negoziare ripetutamente, infatti, dal momento che questa era una occasione unica e dal valore finanziario molto elevato, la tenutaria cercava in una volta sola di recuperare buona parte del denaro investito sulla ragazza. (4) Molto spesso la tenutaria aveva da tempo in serbo il cliente fidato prescelto per questo scopo. Quando arrivava quel giorno, la cortigiana, vestita in modo meraviglioso, faceva le sue preghiere devote all'altare del protettore della casa. Nella camera erano accese due grandi candele rosse e prima di ritirarsi in questa veniva dato un solenne banchetto con gli amici del cliente. Il giorno seguente, le altre sorelle cortigiane venivano nella sua stanza a complimentarsi, a dare qualche mancia o regalo; da questo momento la cortigiana non portava più la treccia che la contraddistingueva dalle altre cortigiane non più vergini. Il cliente in questione poteva tornare anche le notti successive, una sorta di privilegio atto a rafforzare il carattere di pseudo-matrimonio di questa tappa cruciale. Il matrimonio forse rappresentava la seconda tappa di importanza capitale nella vita di una cortigiana poiché rappresentava l'occasione per uscire a testa alta dal mestiere di prostituta. Il fatto che le cortigiane a riguardo fossero viste spesso come fredde calcolatrici, è da correlarsi comunque al fatto che limitato era il numero di clienti che potevano offrire la possibilità di un legame intenso, che queste non erano certo ignare del fatto che la loro era anche una lotta contro il tempo, e che certo anche i fattori relativi alle condizioni finanziarie e all'età dell'uomo erano presi in considerazione. Anche la tenutaria, come già accennato, vi dava una forte importanza dal momento che questa cerimonia, sanciva anche la fine di un commercio, di un affare: il riscatto di una cortigiana era particolarmente oneroso per il cliente, oltre al prezzo del corpo propriamente detto, shenjia, che rappresentava già una somma considerevole, occorreva aggiungere le spese per la cerimonia, regali e mance come controparte. (5)

Xiao Guizhu era stata riscattata per 8.000 taà«l, un'altra cortigiana con 10.000 taà«l. (6) Yang Diguang, capo di stato maggiore dell'armata cinese, era riuscito con il pretesto di un viaggio di fare sua concubina la cortigiana che frequentava, senza pagare un soldo alla tenutaria; quest'ultima era riuscita a chiudere dentro ad un albergo la coppia grazie ad una banda di malviventi. La situazione era stata risolta dall'onnipresente Du Yuesheng che chiamato da Yang aveva promesso alla tenutaria che sarebbero stati versati 3.000 yuan. (7) Anche l'uscita dal mondo della prostituzione tramite il matrimonio aveva degli effetti negativi, tant'è che spesso le cortigiane tornavano alla loro professione perché innamorate di un altro, perché inadatte al clima rigido di estrema sottomissione presente nella nuova famiglia, per la morte prematura del marito e il rifiuto del nuovo nucleo familiare ad accettarla, solo per fare alcuni esempi. Tuttavia le cortigiane potevano essere invidiate da una parte delle donne cinesi per le loro condizioni di vita, soggette a delle attenzioni e a slanci sentimentali come nessun'altra. Per quanto concerne le prostitute di basso rango, se accomunate da un destino effimero alle cortigiane, erano perennemente circondate da brutalità e condizioni disumane, a loro la vita non concedeva scampo. Se si considera che le prostitute non rimanevano in attività , in media, per più di una dozzina d'anni, è giusto porsi la domanda riguardante il loro futuro. Se non riuscivano a sposarsi, le cortigiane erano costrette ad una certa età a slittare verso il basso nella "scala" della prostituzione, a riconvertire la loro esperienza nel prossenetismo diventando anch'esse tenutarie, ad inserirsi in una troupe teatrale, sfruttando le amicizie che le collegavano spesso al milieu degli attori, a discendere rapidamente o molto lentamente verso gli inferi. Molto raro era il pagamento del riscatto operato personalmente dalla cortigiana, quindi oltre al matrimonio, l'altra via d'uscita più probabile era la fuga, solo che quest'ultima a dispetto delle aspettative, non era riconosciuta spesso come mezzo legittimo dalle autorità cinesi.
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

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