sei messo maledanny ha scritto:ho rinnegato già da tempo centri commerciali, supermercati e tutti quei posti dove devi metterti in fila come una pecora e fare il percorso stabilito da qualche testina di cazzo esperta di marketing che decide pure che se diffonde la musica di mozart tu compri di più.
vado solo in minuscole botteghe a gestione familiare in cui posso parlare amabilmente con la vecchietta alla cassa...mi costerà 3 o 4 euro di più, ma risparmio in psicofarmaci.
[O.T.] Esselunga: non ti do più un euro
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
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- Vasco Rossi
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- Località: sono meglio che voi
Slunga diritti corti
guardate cosa ho trovato in rete..lo so, lo so è il Manigesto che è un pó prevenuto
Esse lunga, diritti corti
Esse lunga di padron Caprotti, diritti dei lavoratori molto corti
di Manuela Cartosio
su Il Manifesto del 05/12/2007
In Lombardia e Toscana
campagna per i diritti alla Esselunga. Prossime tappe, le altre catene
della gdo. «Coop comprese», promettono i sindacati
La porta di un gabinetto
«modello miraggio», perchè anche la pausa pipì «bisogna meritarsela».
La valigia «modello trasferta», consigliata ai dipendenti che
partecipano alle iniziative sindacali. L'orologio «modello sempre
disponibili», in dotazione a tutti i lavoratori. La sbilancia «modello
dispari opportunità », perchè per le donne tutto è più difficile. Sono
alcune delle immagini della campagna «Se la Esse è lunga i diritti sono
corti», lanciata ieri in Lombardia (e in Toscana) dai sindacati del
commercio Filcams, Fisascat e Uiltucs.
Una campagna a tappeto fatta
di manifesti, depliant, sacchetti della spesa, spot radiofonici,
presìdi davanti ai punti vendita. «Che comincia con Esselunga e
proseguirà nelle altre catene della grande distribuzione e, se ci
riusciremo, anche nella piccola», premette Renato Losio, segretario
della Filcams Cgil lombarda. Premessa d'obbligo per fugare la maligna
insinuazione che il sindacato spalleggi le Coop nella guerra con
Bernardo Caprotti (il padre-padrone di Esselunga, autore con Geminello
Alvi di Falce e carrello). Si inizia da Esselunga perchè oltre la metà
dei suoi 120 punti vendita e dei 17 mila dipendenti si concentra in
Lombardia. Perchè il modello Caprotti, pugno di ferro senza guanto di
velluto, un mix di caserma e istituzione totale, «ha fatto scuola e fa
tendenza».
Obiettivo della campagna far conoscere «la quotidianità »,
le condizioni di lavoro nella grande distribuzione. La fragilità e la
ricattabilità di precari e assunti a part time - lo sono il 70% dei
dipendenti Esselunga - rende tutti più deboli, compreso il 30% di
lavoratori «normali». «Quando esco di casa mi metto l'elmetto»,
racconta Antonella Micca, 37 anni di anzianità all'Esselunga. E' molto
arrabbiata perchè i nuovi turni penalizzano le donne: sono costrette a
lavorare sempre al pomeriggio, chi ha figli che escono da scuola deve
prendere la baby sitter. C'è una logica in questo dispetto, spiega il
segretario della Uiltucs Gazzo: «Tenere alte le dimissioni spontanee
tra le donne, le vogliono giovani, fresche e scattanti». In Esselunga,
«guai ad alzarzi dalla cassa». Nel gruppo Bennet, «proibito sedersi».
Scuole ergonomiche diverse? «Macchè, puro esercizio di comando». Un
comando sempre «maschile». La formula Esselunga è semplice: rigidità
assoluta al vertice, tutti gli altri devono adattarsi. «Questa è
un'azienda che non ti consegna nemmeno i bilanci. Chiedi informazioni e
scrivono due numeri su un pezzo di carta da droghiere». Partecipare
alle assemblee sindacali - figuriamoci agli scioperi - è un lusso che
si paga (come minimo in permessi negati). Alcuni chiedono che la quota
d'iscrizione al sindacato non venga detratta in busta paga, «così
l'azienda non lo sa». Ciononostante i tesserati sono in crescita,
afferma Losio, e tanti giovani delegati pur in condizioni difficili
riescono a conquistare consenso.
Il part time è uno dei principali
strumenti per esercitare il comando. Con 500 euro al mese non si campa
(e neppure con gli 800 che prende un neoassunto a tempo pieno). Per
arrivare a mille servono tante ore «supplementari» (cioè di
straordinario). Negarle a chi ne ha bisogno come il pane è un'arma di
ricatto. Oltre a informare sul presente la campagna dei sindacati ha
l'ambizione di porre un interrogativo sul futuro: «Che idea del mondo e
della società possono avere ragazzi e ragazze costretti a lavorare in
un posto dove vengono richieste soltanto obbedienza e disponibilità ,
dove l'unico bene è quello dell'azienda?»
La campagna «Esselunga
diritti corti» cade alla vigilia del rinnovo del contratto aziendale.
Le trattative per il rinnovo di quello nazionale sono interrotte,
nonostante la modica richiesta d'aumento (78 euro). Vanno avanti solo
con le Coop. Ma anche con loro ci sarà da rinnovare l'integrativo. «E
non faremo sconti», promettono i sindacati di categoria lombardi
lasciando intendere che il modello Esselunga ha fatto breccia anche
nella grande distribuzione cooperativa. Solo Caprotti si ostina a
definirla «rossa». Vada a leggersi sull'ultimo numero di Rassegna
sindacale, il settimanale della Cgil, l'articolo sulle Coop che
vogliono imporre, oltre al salario d'ingresso, il salario individuale
di merito. Il titolo dice tutto: «L'isola che non c'è più».
l'articolo ha data 5 dicembre perció non è un caso....
è la Bennet che vuole le cassieri in piedi, "sull' attenti"
guardate cosa ho trovato in rete..lo so, lo so è il Manigesto che è un pó prevenuto
Esse lunga, diritti corti
Esse lunga di padron Caprotti, diritti dei lavoratori molto corti
di Manuela Cartosio
su Il Manifesto del 05/12/2007
In Lombardia e Toscana
campagna per i diritti alla Esselunga. Prossime tappe, le altre catene
della gdo. «Coop comprese», promettono i sindacati
La porta di un gabinetto
«modello miraggio», perchè anche la pausa pipì «bisogna meritarsela».
La valigia «modello trasferta», consigliata ai dipendenti che
partecipano alle iniziative sindacali. L'orologio «modello sempre
disponibili», in dotazione a tutti i lavoratori. La sbilancia «modello
dispari opportunità », perchè per le donne tutto è più difficile. Sono
alcune delle immagini della campagna «Se la Esse è lunga i diritti sono
corti», lanciata ieri in Lombardia (e in Toscana) dai sindacati del
commercio Filcams, Fisascat e Uiltucs.
Una campagna a tappeto fatta
di manifesti, depliant, sacchetti della spesa, spot radiofonici,
presìdi davanti ai punti vendita. «Che comincia con Esselunga e
proseguirà nelle altre catene della grande distribuzione e, se ci
riusciremo, anche nella piccola», premette Renato Losio, segretario
della Filcams Cgil lombarda. Premessa d'obbligo per fugare la maligna
insinuazione che il sindacato spalleggi le Coop nella guerra con
Bernardo Caprotti (il padre-padrone di Esselunga, autore con Geminello
Alvi di Falce e carrello). Si inizia da Esselunga perchè oltre la metà
dei suoi 120 punti vendita e dei 17 mila dipendenti si concentra in
Lombardia. Perchè il modello Caprotti, pugno di ferro senza guanto di
velluto, un mix di caserma e istituzione totale, «ha fatto scuola e fa
tendenza».
Obiettivo della campagna far conoscere «la quotidianità »,
le condizioni di lavoro nella grande distribuzione. La fragilità e la
ricattabilità di precari e assunti a part time - lo sono il 70% dei
dipendenti Esselunga - rende tutti più deboli, compreso il 30% di
lavoratori «normali». «Quando esco di casa mi metto l'elmetto»,
racconta Antonella Micca, 37 anni di anzianità all'Esselunga. E' molto
arrabbiata perchè i nuovi turni penalizzano le donne: sono costrette a
lavorare sempre al pomeriggio, chi ha figli che escono da scuola deve
prendere la baby sitter. C'è una logica in questo dispetto, spiega il
segretario della Uiltucs Gazzo: «Tenere alte le dimissioni spontanee
tra le donne, le vogliono giovani, fresche e scattanti». In Esselunga,
«guai ad alzarzi dalla cassa». Nel gruppo Bennet, «proibito sedersi».
Scuole ergonomiche diverse? «Macchè, puro esercizio di comando». Un
comando sempre «maschile». La formula Esselunga è semplice: rigidità
assoluta al vertice, tutti gli altri devono adattarsi. «Questa è
un'azienda che non ti consegna nemmeno i bilanci. Chiedi informazioni e
scrivono due numeri su un pezzo di carta da droghiere». Partecipare
alle assemblee sindacali - figuriamoci agli scioperi - è un lusso che
si paga (come minimo in permessi negati). Alcuni chiedono che la quota
d'iscrizione al sindacato non venga detratta in busta paga, «così
l'azienda non lo sa». Ciononostante i tesserati sono in crescita,
afferma Losio, e tanti giovani delegati pur in condizioni difficili
riescono a conquistare consenso.
Il part time è uno dei principali
strumenti per esercitare il comando. Con 500 euro al mese non si campa
(e neppure con gli 800 che prende un neoassunto a tempo pieno). Per
arrivare a mille servono tante ore «supplementari» (cioè di
straordinario). Negarle a chi ne ha bisogno come il pane è un'arma di
ricatto. Oltre a informare sul presente la campagna dei sindacati ha
l'ambizione di porre un interrogativo sul futuro: «Che idea del mondo e
della società possono avere ragazzi e ragazze costretti a lavorare in
un posto dove vengono richieste soltanto obbedienza e disponibilità ,
dove l'unico bene è quello dell'azienda?»
La campagna «Esselunga
diritti corti» cade alla vigilia del rinnovo del contratto aziendale.
Le trattative per il rinnovo di quello nazionale sono interrotte,
nonostante la modica richiesta d'aumento (78 euro). Vanno avanti solo
con le Coop. Ma anche con loro ci sarà da rinnovare l'integrativo. «E
non faremo sconti», promettono i sindacati di categoria lombardi
lasciando intendere che il modello Esselunga ha fatto breccia anche
nella grande distribuzione cooperativa. Solo Caprotti si ostina a
definirla «rossa». Vada a leggersi sull'ultimo numero di Rassegna
sindacale, il settimanale della Cgil, l'articolo sulle Coop che
vogliono imporre, oltre al salario d'ingresso, il salario individuale
di merito. Il titolo dice tutto: «L'isola che non c'è più».
l'articolo ha data 5 dicembre perció non è un caso....
è la Bennet che vuole le cassieri in piedi, "sull' attenti"
ho un' appendice di dimensioni sopra la media
Caprotti è un noto stronzo, e lo dico con cognizione di causa visto che lo conosco da quando ero bambino (anche se sono 30 anni che non lo vedo). Ció non toglie che l'Esselunga sia un'azienda che funziona. E clicca il pomodoro è una figata vera: fare la spesa in ufficio quando non hai niente da fare. Riguardo ai negozietti, ci andava mia nonna. Lasciava sul conto, si faceva portare la roba a casa e le dicevano Grazie contessa. Ma erano altri tempi: la nonnina così ci passava la mattinata, io devo andare in ufficio. E pure la moglie che non ho
si cerca di essere il meno stronzi possibile
è vero che funziona, ma in confronto ad altre catene di GDO ha fatto la scelta di investire solo nel centro - nord italia, quindi è poco raffrontabile....sgrofo ha scritto:Caprotti è un noto stronzo, e lo dico con cognizione di causa visto che lo conosco da quando ero bambino (anche se sono 30 anni che non lo vedo). Ció non toglie che l'Esselunga sia un'azienda che funziona. E clicca il pomodoro è una figata vera: fare la spesa in ufficio quando non hai niente da fare. Riguardo ai negozietti, ci andava mia nonna. Lasciava sul conto, si faceva portare la roba a casa e le dicevano Grazie contessa. Ma erano altri tempi: la nonnina così ci passava la mattinata, io devo andare in ufficio. E pure la moglie che non ho
è un azienda che funziona, ma oggi come oggi i discorsi sull etica e il rispetto dei lavoratori non dovrebbero essere solo mere indicazioni sui generis ma dovrebbero essere indispensabili....
potete immaginare cosa voglia dire, sapere oggi per domani il proprio orario di lavoro, e se hai figli? la tua vita è in funzione di un supermercato di merda, non è possibile,
e le domeniche?
sempre a lavoro, senza la maggiorazione naturalmente
e non sto parlando solo di universitari o gente che fa il lavoretto tanto per.....
no.....
ci sono madri, single, con la affitto......
e se parli, se ti lamenti?
non ti rinnovano il contratto, ma tu di quei soldi hai bisogno e allora zitto e mosca e avanti a mandare giù vagonate di merda......per 700 euro al mese, poi ci chiediamo perche la gente va al grande fratello per svoltare.....
nel 2008?
in Italia?
e poi facciamo tanto i sofisticati e compriamo il caffe equo - solidale, perche è giusto il contadino colombiano deve poter sopravvivere...
ma noi c'è le abbiamo sotto gli occhi ste cose, ogni giorno.....
altro che clicca il pomodoro.........
it's not easy to be me.......
così non deve pagare pizzi vari...il mauri ha scritto:è vero che funziona, ma in confronto ad altre catene di GDO ha fatto la scelta di investire solo nel centro - nord italia

You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
Pimpipessa ha scritto:si mauri lavorare all'esselunga è peggio che lavorare in miniera!!
ma molto peggio!!!
non sapere il proprio orario ( ma dove?)
esssere madri single con l'affitto ( eh cavolo disgrazia immane e unica al mondo!)
si si andiamo al Grande fratello per svoltare![]()
parli con uno che in un super ci ha lavorato 4 anni mentre andavo in uni....
un minimo di cose le ho viste.....
l orario viene comunicato in molti casi oggi per domani, in base alle loro esigenze, è la norma, prima di tutto viene l'azienda, poi la tua vita privata....
it's not easy to be me.......
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per me son palle, storie metropolitane figurati se picchiano una e non le permettono di piasciare...ma quale esselunga? in cina, corea o vietnam??
ma dai.................
ma dai.................
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
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Pimpipessa ha scritto:come in molte altre realtà lavorative,il mauri ha scritto: l orario viene comunicato in molti casi oggi per domani, in base alle loro esigenze, è la norma, prima di tutto viene l'azienda, poi la tua vita privata....
si hai ragione in miniera in confronto è nulla.
io sarei davvero curioso di vederti fare per una settimana la cassiera all Slunga, magari sotto natale.....
poi vediamo se riparli di miniera.
e cmq io parlo con cognizione di causa essendo che è una realtà che conosco e non ho la benchè minima intenzione di parlare della GDO per partito presa, io personalmete mi ci sono trovato bene.....
riporto solamente esperienze e fatti che ho verificato e vissuto in prima persona......
it's not easy to be me.......