In che senso?Floppy Disk ha scritto: ↑27/11/2022, 11:45Ah bene: siamo passati dalla realtà interpretata in maniera più o meno oggettiva alle supposizioni, tipo what if dei Marvel Studios.SoTTO di nove ha scritto: ↑27/11/2022, 11:18e guarda, la Russia adesso ha cambiato strategia, sta utilizzando quella usata fin da subito dalla Nato in Serbia. Bombardare le infrastrutture strategiche. Se la Serbia provava a resistere cosa credi avremmo fatto noi? Un passo in più, tipo mettere gli stivali sul terreno come spingevano ad esempio gli inglesi.
Il motivo per cui la Russia bombarda infrastrutture strategiche lo sanno solo loro.
Però vedo che è considerato crimine di guerra (perchè lascia i civili al freddo).
Come consideravi i bombardamenti strategici su Belgrado?
Cioè ma li leggete i post o li interpretate come volete.
La domanda è chiara. Se la Serbia, senza o con aiuti esterni (Russia ndr) avesse cercato di resistere cosa avremmo fatto noi?
L'ho già scritto, se la Russia si limitava fin da subito a questa strategia (con il senno di poi ci avrebbe anche guadagnato perchè l'invasione è fallita) cosa gli avremmo potuto dire dato che in Kosovo abbiamo FATTO UGUALE.
Capisci il termine UGUALE o non eri ancora nato negli anni novanta?
Capisci che a me non frega nulla di giustificare la Russia ma trovo ipocrita il vostro negare il modus operandi nostro?
Scenario ex Jugolsavia: Tensione = guerra per l'indipendenza (kosovari) = reazione dello Stato sovrano (Serbia) = interferenza esterna (NATO). Fine
Scenario Ucraino: Tensione = guerra per l'indipendenza (filorussi) = reazione dello Stato sovrano (Ucraina) = interferenza esterna (Russia) = supporto NATO all'amica Ucraina. Fine lontana.
L'unica differenza è che nell'ex Jugoslavia gli amici dei Serbi si sono tenuti fuori (sapendo di non poterlo fare) e per noi è stato facile chiuderla in due mesi.
Quando dico cosa sarebbe potuto succedere in caso la Serbia avesse provato a resistere (magari con l'aiuto russo) non è metterla sulle supposizioni e solo chiedersi cosa sarebbe successo.
Sei te che con quella risposta vuoi farmi credere che non avremmo intensificato l'intervento. Ci credi davvero?
A noi ci basta fare dibattiti per andare a dormire tranquilli. Intervento UNILATERALE di ben 13 paesi esterni al conflitto in corso.
Sulla carta bombardavamo per quello che sta dicendo la Russia oggi. Vuole costringere l'Ucraina ad accettare l'indipendenza del Donbass (prima della guerra), di considerarlo Russia adesso. (a territori conquistati).Il conflitto in Jugoslavia fu la prima vera guerra dopo il 1945, pertanto quel fatidico 24 marzo 1999 segnò l’inizio di una delle pagine più buie della storia recente dell’Europa. Quel giorno, verso le ore 16, la Forza Alleata (Allied Force) della Nato – costituita da Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Canada, Spagna, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Turchia, Paesi Bassi e Belgio – avviò la sua operazione contro la Repubblica Federale di Jugoslavia di Slobodan Milosevic, consistita in una intensa campagna di attacchi aerei a fine strategico durata oltre due mesi, fino al 10 giugno, evitando scrupolosamente l’opzione dell’attacco terrestre.
L'operazione Allied Force è la seconda azione militare nella storia della NATO, dopo l'operazione Deliberate Force del 1995 in Bosnia ed Erzegovina. L'operazione Allied Force è inoltre la prima volta in cui la NATO ha usato la forza militare senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il che ha innescato dibattiti sulla legittimità dell'intervento.
EscalationSulla carta l’intervento deciso dalla NATO era teso a riportare la delegazione serba al tavolo delle trattative politiche, che aveva abbandonato dopo averne accettato le conclusioni (Trattato di Rambouillet), e a contrastare lo spostamento della popolazione del Kosovo allo scopo di predisporre una sua spartizione tra Serbia e Albania.
Alcuni dei danni collaterali.L’operazione NATO si è sviluppata in tre fasi. La prima era volta a togliere alla Serbia ogni capacità di offesa e difesa aerea, tramite il sistematico bombardamento di aeroporti militari, postazioni missilistiche antiaeree e radar. Nella seconda fase gli attacchi aerei alleati si sono rivolti a obiettivi militari generici, con particolare attenzione alle forze serbe presenti nel Kosovo. La terza fase ha avuto come obiettivo primario quello di colpire bersagli civili e militari nel tentativo di paralizzare il Paese, avendo come principali obiettivi i ponti - con alcuni gravi incidenti - e le centrali elettriche, ma anche le telecomunicazioni, per obbligare il governo serbo – sostenuto per un periodo da Russia e Cina – a una resa e spingere il popolo serbo a fare pressioni sul proprio esecutivo.
Le stesse giustificazioni usate dai Russi. Noi le prendevamo per buone.A fine aprile la capitale serba venne bombardata con bombe incendiarie contro il quartier generale del Partito Socialista Jugoslavo e la torre della televisione pubblica serba, causando 16 morti. Nella piccola città di Murino, in Montenegro, sei persone, di cui tre bambini, morirono nel bombardamento di un ponte. Il 1 maggio, 47 civili furono uccisi dopo che il loro bus venne centrato mentre attraversava un ponte. L’8 maggio l'ambasciata cinese a Belgrado venne colpita per un probabile errore di intelligence, causando tre morti e un grave incidente internazionale.
Il 13 maggio, dopo un apparente ritiro serbo dal Kosovo, e il ricorso della Serbia contro la NATO per genocidio presso il Tribunale Internazionale dell'Aia - rigettato il 2 giugno – ci furono 60 morti e 80 feriti causati dalla NATO contro il villaggio kosovaro di Korisa. La NATO accusò i serbi di aver usato i civili come scudi umani.
Tra il 30 e il 31 maggio furono compiute tre stragi di civili in vari bombardamenti NATO che, però, negò ogni responsabilità, come nell’ospedale di Surdulica (Sud), con un bilancio di 20 vittime, e nel villaggio di Novi Pazar, con 23 morti.
In freddi numeri e fredde armi.
Siccome anche per me è ovvio che dobbiamo ringraziare la nostra fortuna di essere nati dalla parte giusta del mondo, così faccio contento Est, mi chiedo però cosa vi spinga a negare l'evidenza.Secondo dati ufficiali, in tutto furono compiuti 2.300 attacchi aerei da parte della Forza Alleata, distruggendo 148 edifici e 62 ponti, danneggiando 300 scuole, ospedali e istituzioni statali, così come 176 monumenti di interesse culturale e artistico. Gli aerei coinvolti, in tutto un migliaio, partirono dall’Italia, ai quali si aggiunsero 30 navi da guerra e sottomarini salpati nell’Adriatico
Le bombe sganciate dalla Forza Alleata avrebbero causato in tutto la morte di 2.500 civili, tra i quali 89 bambini, 12.500 feriti e un numero di profughi che va da 700 mila a un milione. Human Rights Watch ha calcolato fra 489 e 528 le perdite di civili jugoslavi provocate dai bombardamenti. In queste cifre non sono comprese le morti di leucemia e di cancro causate dagli effetti delle radiazioni dei proiettili a uranio impoverito.
Ah, posto anche i numeri che usiamo come giustificazione. (anche se la maggior parte dei massacri sono successivi al nostro intervento, insomma eravamo intervenuti per molto meno. In Donbass sono 8 anni che ce ne fregavamo come ce ne stiamo fregando in Yemen. Sarà una coincidenza)
Sul versante del genocidio – che ha avuto come posta in gioco anche la legittimazione dell’intervento militare NATO e il concetto di ‘guerra umanitaria’ – in Kosovo i civili uccisi furono più di 13 mila, di cui circa 10 mila albanesi, 2 mila serbi e 500 tra rom, bosniaci e cittadini di altre etnie. I dispersi furono migliaia, i profughi più di 250 mila.