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(ot) Elogio della follia di alcuni calciatori

Inviato: 17/02/2005, 14:49
da donegal
Questa è stata giudicata la parata più spettacolare della storia del calcio

amichevole Inghilterra-Colombia

http://www.ilportiere.com/media/filmato_higuita.html


Avrà  avuto i suoi difetti, avrà  anche fatto diverse cazzate nella sua vita, ma Higuita era un gran personaggio.

Ecco, mi mancano i giocatori matti, non allineati, estroversi, capaci di gesti folli e spiazzanti, di alti e bassi continui, di alternare sbronze e colpi di genio...

I Maldini, i DelPiero e tutti i "bravi ragazzi" li lascio a qualcun'altro.

Mi vengono in mente :

Georege Best
Maradona
Gigi Meroni
Higuita
Gascoigne

ma l'elenco sarebbe lunghissimo...

chi mi aiuta a completarlo ?

Inviato: 17/02/2005, 14:53
da Diabolik68
Alcuni esperti dicono che la parata più bella è stata quella di Banks, portiere dell'Inghilterra in Brasile-Inghilterra durante la semifinale dei mondiali del 1970 in Mexico, dopo un colpo di testa di Pelè.

Se qualcuno dovesse trovare il relativo video potrebbe inserirlo perchè io ho cercato ma nn l'ho trovato

Inviato: 17/02/2005, 14:54
da facialmaster
Cassano :DDD

Inviato: 17/02/2005, 14:54
da THE ANSWER
DiCanio :) :)

Inviato: 17/02/2005, 14:56
da donegal
Diabolik68 ha scritto:Alcuni esperti dicono che la parata più bella è stata quella di Banks, portiere dell'Inghilterra in Brasile-Inghilterra durante la semifinale dei mondiali del 1970 in Mexico, dopo un colpo di testa di Pelè.

Se qualcuno dovesse trovare il relativo video potrebbe inserirlo perchè io ho cercato ma nn l'ho trovato

http://www.ilportiere.com/media/filmato_banks.html

Inviato: 17/02/2005, 15:05
da Diabolik68
donegal ha scritto:
Diabolik68 ha scritto:Alcuni esperti dicono che la parata più bella è stata quella di Banks, portiere dell'Inghilterra in Brasile-Inghilterra durante la semifinale dei mondiali del 1970 in Mexico, dopo un colpo di testa di Pelè.

Se qualcuno dovesse trovare il relativo video potrebbe inserirlo perchè io ho cercato ma nn l'ho trovato

http://www.ilportiere.com/media/filmato_banks.html
Grazie

Al tuo elenco aggiungerei Omar Sivori (che avevo un caratterino niente male)

Inviato: 17/02/2005, 15:05
da Despe1
DIO ZIGO PENSACI TU !

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Anche EZIO VENDRAME era un geniaccio

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Nella lista metterei anche, tra i giocatori visti di recente, Faustino Asprilla, quel pazzo di Chilavert, Caniggia.

Tra quelli di oggi, sinceramente solo Cassano mi sembra abbia abbastanza piccolo e la tecnica abbastanza raffinata per eguagliare nel male e nel bene i grandi che hai citato tu...

E i grandi del passato ? Garrincha, mai visto le cose che ha fatto lui. E poi Skolglund ? E anche il peruviano Teofilo Cubillas.

Tutti giocatori che hanno fatto innamorare e tutti (unica eccezione Chilavert) con una vita abbastanza disordinata fuori dal campo

Inviato: 17/02/2005, 15:08
da facialmaster
Platini alla domanda su come potesse giocare a quei livelli fumando molto rispondeva "tanto c'è Furino che corre anche per me"

Inviato: 17/02/2005, 15:23
da donegal
Despe1 ha scritto:DIO ZIGO PENSACI TU !

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Gianfranco Zigoni detto Zigo ...

"Talvolta capita che il calcio venga attraversato da personaggi il cui talento va di pari passo con la sregolatezza; Maradona su tutti, ma anche il grande Gigi Meroni o Best, di cui da poco è uscito un film. Personaggi che nel campo da gioco hanno portato la propria vita con tutte le sue contraddizioni e debolezze. Zigoni è senza dubbio uno di questi; avvezzo a frequentare i bassifondi delle città , Zigo ha attraversato le capitali calcistiche italiane - Torino, Genova, Roma - vivendone la parte più pasoliniana e decadente, la sola capace di dialogare con il suo animo di ragazzo cresciuto povero ed arrabbiato.

Ma Zigoni, per fortuna, non era solo questo. Zigo era soprattutto un calciatore, anzi, un fuoriclasse. «Quello è un musso, è un figlio de puta, e poi ha troppe donne che lo sfiniscono, ma quando vuole...è un purosangue». Queste parole, pronunciate da Saverio Garonzi, presidente di Zigoni nei suoi anni a Verona, riassumono perfettamente la personalità  ed il carattere del nostro. I suoi tifosi sorridono ancora quando, pescando negli antri più reconditi della memoria, raccontano di quel giocatore che prima di entrare in campo si toglie la pelliccia, la pistola (Zigo si dilettava a sparare ai lampioni) e il cappello, il suo abbigliamento da panchina, saluta il suo pubblico e, se gli gira bene, porta a casa la partita con un paio di prodezze. Oggi Zigoni allena, «con amore», i pulcini di Basalghelle; il suo motto è «divertiamoci, e gloria a te Comandante Che». Una delle passioni di Zigo, il Che. Una cosa che, nonostante tutto, lo rende irresistibile."

Gianfranco Zigoni ha scritto, con la collaborazione di Ezio Vendrame, un libro sulle sue gesta pedatorie e non. "Dio Zigo pensaci tu" (Biblioteca dell'immagine) racconta di donne, motori, risse, squalifiche, feste e bestemmie. Di calcio giocato ce n'è davvero poco.
Italo Allodi, manager della Juve, riuscì a convincere Vieri (padre di Bobo) a tagliarsi i capelli per centomila lire. Ma Zigoni ricorda che a lui ne erano state offerte duecentomila "per andarsi a tagliare i coglioni".



Attenzione, vedo citati Platinì e Sivori : no, non li vedo giocatori dalla vita disordinata e fuori dalle righe e neanche irregolari sui campi di calcio... Io intendo dei pazzi furiosi, gente come il portiere Grobbelaar (ve lo ricordate ?) o un Pasquale Bruno che va fuori di testa al derby e si mette a dare calci nel culo a mezza Juve. O Cantona che atterra con un calcio su uno spettatore che lo sfotteva :lol:

Inviato: 17/02/2005, 15:27
da facialmaster
zigoni qui da noi (ebbene si, dalla terra del radicchio non fioriscono solo melita e kronos :P ) è famosissimo e in ogni osteria ti raccontano mille aneddoti diversi su di lui.

So che suo figlio gioca in qualche scuola calcio della Marca, approfondiró per vedere se è pazzo come il padre (sempre ammesso che sia suo figlio :P )

Inviato: 17/02/2005, 15:33
da barcode
ALVIERO CHIORRI

Uno dei pochi giocatori del quale il presidente Mantovani si sia pentito di aver ceduto, GENIALE centrocampista soprannominato il marziano.
Illuminó Cremona
Litigava con tutti, sopratutto con l'allenatore, poi...
L'arbitro fischiava e la curva sapeva già  tutto
Urli fichè il vecchio capiva e lo chiamava...
Si alzava dalla panchina con i calzettoni abbassati:
Punizione, non ci andava nemmeno di corsa, sistemava il pallone
Cazzo ... Goal
Un Genio

Ora vive a Cuba, non esattamente dentro il suo corpo

Inviato: 17/02/2005, 16:03
da ronsard
Scartabellando nel sito che citate sui portieri escono delle storie assurde e il più folle sembra lui:

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Rinat Dasaev

Ha esordito in Nazionale il 05-09-1979 Russia-Germania Est 1-0. Ha totalizzato 95 presenze con la maglia della Russia, disputando tre Mondiali per Nazioni (1982-86-90).
Ha totalizzato 335 presenze nella sarie A Russa vincendo due scudetti.
E' stato giudicato il miglior portiere del mondo nel 1988.

Ha chiuso la carriera nel 1991 a causa di un infortunio, di seri problemi economici e familiari che lo hanno spinto a bere. Vittima dell'alcolismo si ritrova nella miseria più nera a soli 34 anni.(ndr I dati si riferiscono ai primi anni 90).

Inviato: 17/02/2005, 16:05
da ronsard
vi prego guardate questo:

http://www.gianlucapacchiarotti.com

Inviato: 17/02/2005, 16:06
da facialmaster
eh ronsard questo donegal non te lo dà  buono.
più che folle è stato sfigato :-?

Inviato: 17/02/2005, 16:10
da ronsard
altra storia di sfiga e follia

da nazione indiana

Edo
di Massimiliano Governi

Mi chiamo Edoardo Bortolotti e sono morto il 2 settembre del 1995. Forse qualcuno si ricorda ancora di me. Sono stato per diversi anni un promettente terzino del Brescia, ho giocato in serie A e in serie B. Nella Nazionale Under 21 di Cesare Maldini ho collezionato quattro presenze, ma potevano essere molte di più perché spesso ho rinunciato alle convocazioni sostenendo di essere infortunato, ma detto tra noi non erano infortuni terribili, semplicemente non mi andava, o avevo di meglio da fare.
Il mister Maldini deve averlo capito, perché a un certo punto ha smesso di convocarmi, e per me è stato un sollievo. Ho cominciato a giocare a calcio a dieci anni, nel Voluntas, una società satellite del Brescia, insieme a Eugenio Corini e a Luca Luzardi.

Mi ricordo che un anno ci mandarono pure a fare un giro negli Stati Uniti, una specie di tournée, e fu uno dei momenti più belli della mia carriera calcistica. Non mi sono mai più divertito così. Non ho mai più trovato compagni di squadra come Eugenio e Luca. In seguito ho anche giocato con Spillo Altobelli, e per me era un mito, uno dei pochi, perché a osservarlo da vicino non sembrava uno che era stato campione del mondo. Quando segnava non esultava mai, alzava solo un pugno, al cielo. Era l'unico con cui parlavo dopo l'allenamento, lo consideravo un amico, anche se fra noi due c'erano quindici anni di differenza. Ho giocato titolare fisso nel Brescia fino all'inizio del '91, poi mi sono infortunato a una gamba, stavolta veramente, non per finta. Tre mesi di stop. Quando sono rientrato, in occasione di Brescia-Modena, sono stato sorteggiato per l'antidoping insieme a un altro mio compagno, nonostante non avessi giocato nemmeno cinque minuti e fossi rimasto tutto il tempo in panchina. Una settimana dopo nella sede del Brescia è arrivato un fax che diceva: "A seguito delle analisi effettuate dal nostro laboratorio dell'Acqua Acetosa, vi comunichiamo che un vostro tesserato è stato trovato non negativo all'esame antidoping", e quel tesserato ero io. Ero io Edoardo Bortolotti. Fui squalificato per un anno dai campi di gioco. Il mio "caso" scoppiò poco dopo quello di Maradona e anticipò quello di Caniggia, trovato positivo nel marzo del 1993. Durante il periodo di squalifica ho continuato ad allenarmi con la squadra, a presentarmi al campo tutti i giorni, anche se non rivolgevo la parola a nessuno ed ero sempre cupo come un temporale. Dopo l'allenamento, una doccia volante e via, ero il primissimo ad andarmene, tanto più che Spillo nel frattempo aveva appeso le scarpe al chiodo e Corini e Luzardi erano stati venduti a società importanti e avevano fatto carriera. Nella stagione 1992-93 ho giocato solo undici volte, scampoli di partita o poco più. L'anno dopo sono stato ceduto a una società di C1, il Palazzolo. Ho resistito quattro mesi, e poi ho mollato. Sono tornato a giocare nella squadra del mio paese, il Gavardo. Qualche allenamento, un paio di partite e poi ho chiuso definitivamente con il calcio, a ventiquattro anni. Nemmeno a calcetto con i vecchi amici ho voluto giocare più, nemmeno a calciotto. La mattina ho cominciato ad alzarmi tardi, mi vestivo, mi lavavo, e non avevo più niente da fare. Allora uscivo, con la mia Lancia Delta rossa, giravo tutto il giorno per il paese e la provincia, senza pace e senza meta. Una volta mi sono fermato a un Tatum Shop e mi sono fatto tatuare su un braccio una donna bellissima: ogni poco mentre guidavo me la guardavo e riguardavo e speravo di incontrarla veramente quella donna, ma purtroppo non l'ho mai incontrata. Quasi tutti i giorni andavo a trovare mia nonna, a volte rimanevo a dormire da lei, ci facevamo compagnia. Poi lei è morta, e io ho parcheggiato la macchina in garage e non sono uscito più. Stanco di vedermi sempre a casa, mio padre mi ha trovato un lavoro in un'azienda metalmeccanica, come magazziniere, ma anche lì non è durata. La gente ha cominciato a mormorare che avevo problemi di droga, che ero imbottito di psicofarmaci. Una volta ho commesso il grave errore di scendere a comprare le sigarette al bar del paese con la vestaglia da camera e le pantofole... non me l'hanno mai perdonato. Una mattina di sabato, verso le nove, sono uscito in terrazzo per prendere un po' d'aria: ho fumato mezza sigaretta ammirando le colline verdi in lontananza, gli orli degli alberi. Dopo essere salito sul davanzale ho guardato sotto e mi sono immaginato il gessetto che avrebbero inciso i carabinieri per delimitare il punto esatto, la macchia di sangue sull'asfalto. Per un attimo ho pensato ad Agostino Di Bartolomei, a quello che doveva aver provato lui un secondo prima di compiere il gesto. Ho pensato alla donna del tatuaggio, la donna bellissima che non ho mai incontrato. Ho pensato alla mia adorata nonna, a Eugenio e Luca, a Spillo Altobelli, ho pensato al funerale che ci sarebbe stato il giorno dopo, alle parole di Don Ziglioli, alle facce dei miei genitori, agli occhi rossi e gonfi di mia sorella Karin, alle urla e ai cori degli ultrà della curva, alla mia maglietta con il numero sei poggiata sulla bara di noce chiara, poi ho chiuso gli occhi e non ho pensato più a niente. Mi chiamo Edoardo Bortolotti e sono morto il 2 settembre del 1995. Forse qualcuno si ricorda ancora di me.