Il Porno é l'oppio dei popoli
Inviato: 13/04/2005, 17:10
Il Porno è l'oppio dei popoli Articolo tratto da io donna n°1/2 2004
ONNIPRESENTE, SEMPRE PIà™ ACCESSIBILE E MAI COSI' REDDITIZIO. IL MERCATO DELLE FANTASIE EROTICHE DROGA L'IMMAGINARIO. E PRODUCE UN PIANETA DI PAVIDI SOLITARI. DOVE LE DONNE VERE SONO ALIENE.
di Marzio G. Mian
C'è un episodio di Friends, il serial tv americano, in cui Chandler e Joey scoprono di aver beccato, gratis, un canale porno. Per non perdere l'occasione lasciano la tivù accesa. Presto Chandler vede il mondo a luci rosse e si lamenta che la realtà non risponda al telecomando delle sue fantasie: «Ero in banca e l'impiegata non mi ha chie sto di andare a farlo nel caveau».
Altrettanto non arrapata la ragazza del pizza-delivery incontrata da Joey. «Sai cosa? Dobbiamo spegnere la tivù» decide Chandler. Ma la società non sembra intenzionata a interrompere il collegamento con il porno, anzi, a cominciare dall'Inghilterra, dove è appena stato siglato un accordo tra il gigante dell'intrattenimento per adulti. Private Media Group, e una compagnia di cellulari, presto ogni uomo potrà avere il suo porno tascabile. Negli Stati Uniti la pornografia fattura 13 miliardi di euro ogni anno e si spendono più soldi nel porno che m bigfietti di cinema, teatro e musical messi insieme; il giro d'affari è superiore a quello complessivo dei tre sport più popolari d'America, baseball, basket e football. Ogni anno, nella sola Los Angeles, si producono diecimila pellicole hard, contro i 350-400 film normali (che spesso, pur di fare cassetta, normali non sono).
A leggere certi dati sulla pornografia il mondo sembra in preda a una forsennata, spossante, globale masturbazione. Si direbbe che questa - per sfidare i titolisti dei
film hard - è l'era di Onan il Barbaro. Cosa sta accadendo agli uomini? Sì, perchè è degli uomini che parliamo. Il porno è roba loro, anche se quelli che gestiscono il mercato si sforzano di dirci che le donne voyeur sono tante e spregiudicate. Il fantasesso, quello ubiquo, sempre più accessibile e mai cosiredditizio, è un gioco maschio cui le femmine partecipano, che le donne subiscono e, sempre più spesso dirigono per il gusto di invertire le parti e di ridurre l'uomo a macchina sessuale priva di pensiero, quasi un progetto politico, come annunciano certi titoli di libri (per esempio Pornocrazia di Catherine Breillat).
Osservando i numeri e non la morale, il porno è ormai l'anima del commercio e del libero mercato. Una torta gigantesca anche in Italia, tanto che non esistono stime su un business di videocassette, Dvd, attrezzeria erotica, giornali, locali, film in vendita sui canali satellitari, emittenti che fanno dell'hardcore notturno l'unico sostentamento, fomentando l'insonnia. Gli home video affittati, i Vhs, sono al 40 per cento porno. Le case di produzione sono una ventina, duecento i titoli distribuiti ogni mese.
Quindicimila italiani si collegano ogni giorno a chat e siti per adulti, senza dire che chiunque navighi in Internet per, lavoro si ritrova inondato di e-mail porno, una catena di sant'Antonio dalla quale è impossibile sfuggire. Specialmente se sì è uomini, perchè, otto su dieci secondo una recente indagine commissionata da Microsoft, non resistono alla tentazione di sbirciare e quindi la catena continua. E così, soprattutto sulla stampa anglosassone, non si denuncia più tanto la mercificazione della donna nel pomo, ma ci si interroga sugli effetti che il porno ha sull'uomo, ci si chiede se ne stravolge l'immaginario sessuale, se lo allontana ancora di più dalla donna, se quella della pornografia è una dipendenza o una nuova malattia sociale. La pornografia piace agli uomini perchè è un piacere poco complicato.
Se si è uomini è difficile credere a un uomo che si dice disinteressato al porno. Per la maggior parte (di noi) è stato l'unica educazione sessuale durante l'adolescenza, una cosa assolutamente normale e condivisa come le figurine Panini, nonostante l'uso in solitario: vissuta quasi come una delle varie espressioni in cui esercitare la competitivita.
Secondo David Morgan, psicoanalista della Portman Ctinic di Londra, specialista del rapporto sessualità -violenza, «questa fase è transitoria, un allenamento per la cosa vera». Il problema è quando quella solitudine non è più condivisa e diventa ghetto, autoemarginazione, cioè «quando il porno, accessibile oggi come la Co ca-Cola, continua a essere unico sinonimo di sesso». Più tempo si spende in questo mondo fantastico più difficile è il passaggio alla realtà .
«Là fuori c'è un universo di uomini che si masturbano come matti e non possono uscirne. Una droga» dice il professore a lo donna. Molti uomini vedono il sesso come la risposta al loro bisogno di autostima e il porno diventa l'unica valvola di sfogo. Diversamente dalla vita vera li non vi so nofallimenti di performance. Le donne sono sempre «calde e pronte», vogliose di dare piacere.
Nella vita vera, invece, le donne chiedono di essere sessualmente soddisfatte e di poter combinare carriera e maternità . Nel mondo del porno l'autorità dell'uomo non è minacciata, ma esaltata. Insomma, la pornografia è il nuovo oppio degli uomini: «Viene vissuta come una liberazione e invece è una schiavitù». Questa è anche la teoria di Andrew Hacker, autore negli Usa di un libro che ha fatto discutere, M i s match - Thè growing gulf between women and men. «L'uomo si è appartato in una eterna intimità adolescenziale, perchè è pavido e disarmato davanti a una donna irraggiungibile. La masturbazione viene vissuta come via di fuga, un antidepressivo, proprio come l'alcol. La fantasia chiede esperienze sempre più forti, il mercato del virtuale le offre, e l'uomo finisce su un altro pianeta, dove la donna vera diventa un alieno. Sui rotocalchi leggiamo di terapie per uomini malati di sesso, in realtà sono malati di sesso immaginato» scrive Hacker.
Secondo il professor Morgan il porno è una bugia globale che stravolge le verità sull'uomo, la donna e le loro relazioni. E alla lunga altera i rapporti sessuali, perchè molti uomini pretendono di trasformare le partner nelle donne del loro immaginario porno. Così quello che viene vissuto dalle coppie come un miglioramento della loro vita sessuale, puó diventare un incubo devastante. Ci sono terapisti della coppia che consigliano l'uso di materiale porno per curare le crisi, come se i problemi sessuali fossero l'origine e non la conseguenza delle crisi di coppia: «Cercare l'eccitazione di una sera davanti a un film porno non risolve nulla» dice Gianna Schelotto, psicoioga e specializzata in terapia di coppia. La Schelotto non crede nemmeno alla storia della crescente domanda di porno da parte delle donne: «Certo, la maggiore accessibilità finisce con il coinvolgere anche le donne. Ma da qui a un autentico gradimento femminile ce ne corre. Le donne hanno il senso del ridicolo, sanno che il porno esalta gli aspetti parziali del sesso, ogni scena è funzionale all'atto sessuale».
Forse il pomo piace a poche donne perchè è dominato dal gusto degli uomini. Uno studio danese spiega che le donne provano vergogna davanti al porno e pensano che è sbagliato esplorare il piacere sessuale. Inoltre non sono programmate per stimoli visivi, ma narrativi. Un film pomo non eccita, un libro erotico si. La pornografia ha perso la sua componente sovversiva, libertaria e illuministica che attraeva intellettuali e scrittori. Diventando solo nevrosi, mercato, oscenità . Ed è su questo terreno che da qualche anno lanciano la loro sfida molte registe e scrittrici, soprattutto in Francia (da Nelly Arcan con Putain a Virginie Despentes con Baise-Moi, ai racconti di Catherine Millet) attraverso opere che prendono in contropiede la classica retorica sessuale maschile, allargando i limiti del descrivibile, con linguaggio scioccante che sovverte i codici pornografici suscitando reazioni violente, perchè gli uomini non sono più soggetti ma oggetti senza volto, usati e anche stuprati. Ció nonostante, come scrive Le Monde, i fruitori sono ancora al novanta per cento maschi. Sono loro a decretare successi come quello di Melissa R, la quindicenne che ha venduto mezzo milione di copie del suo Cento colpi di spazzola. Perchè non si tratta di un libro erotico, ma pornografico, scritto, è il parere del critico letterario Roberto Cotroneo, per rappresentare un'idea maschile del piacere come voyeurismo, e dell'erotismo come messa in scena, ovvero come oscenità .
http://www.eroxe.it/modules.php?name=Se ... e&artid=32
Secondo voi è così?[/url]
ONNIPRESENTE, SEMPRE PIà™ ACCESSIBILE E MAI COSI' REDDITIZIO. IL MERCATO DELLE FANTASIE EROTICHE DROGA L'IMMAGINARIO. E PRODUCE UN PIANETA DI PAVIDI SOLITARI. DOVE LE DONNE VERE SONO ALIENE.
di Marzio G. Mian
C'è un episodio di Friends, il serial tv americano, in cui Chandler e Joey scoprono di aver beccato, gratis, un canale porno. Per non perdere l'occasione lasciano la tivù accesa. Presto Chandler vede il mondo a luci rosse e si lamenta che la realtà non risponda al telecomando delle sue fantasie: «Ero in banca e l'impiegata non mi ha chie sto di andare a farlo nel caveau».
Altrettanto non arrapata la ragazza del pizza-delivery incontrata da Joey. «Sai cosa? Dobbiamo spegnere la tivù» decide Chandler. Ma la società non sembra intenzionata a interrompere il collegamento con il porno, anzi, a cominciare dall'Inghilterra, dove è appena stato siglato un accordo tra il gigante dell'intrattenimento per adulti. Private Media Group, e una compagnia di cellulari, presto ogni uomo potrà avere il suo porno tascabile. Negli Stati Uniti la pornografia fattura 13 miliardi di euro ogni anno e si spendono più soldi nel porno che m bigfietti di cinema, teatro e musical messi insieme; il giro d'affari è superiore a quello complessivo dei tre sport più popolari d'America, baseball, basket e football. Ogni anno, nella sola Los Angeles, si producono diecimila pellicole hard, contro i 350-400 film normali (che spesso, pur di fare cassetta, normali non sono).
A leggere certi dati sulla pornografia il mondo sembra in preda a una forsennata, spossante, globale masturbazione. Si direbbe che questa - per sfidare i titolisti dei
film hard - è l'era di Onan il Barbaro. Cosa sta accadendo agli uomini? Sì, perchè è degli uomini che parliamo. Il porno è roba loro, anche se quelli che gestiscono il mercato si sforzano di dirci che le donne voyeur sono tante e spregiudicate. Il fantasesso, quello ubiquo, sempre più accessibile e mai cosiredditizio, è un gioco maschio cui le femmine partecipano, che le donne subiscono e, sempre più spesso dirigono per il gusto di invertire le parti e di ridurre l'uomo a macchina sessuale priva di pensiero, quasi un progetto politico, come annunciano certi titoli di libri (per esempio Pornocrazia di Catherine Breillat).
Osservando i numeri e non la morale, il porno è ormai l'anima del commercio e del libero mercato. Una torta gigantesca anche in Italia, tanto che non esistono stime su un business di videocassette, Dvd, attrezzeria erotica, giornali, locali, film in vendita sui canali satellitari, emittenti che fanno dell'hardcore notturno l'unico sostentamento, fomentando l'insonnia. Gli home video affittati, i Vhs, sono al 40 per cento porno. Le case di produzione sono una ventina, duecento i titoli distribuiti ogni mese.
Quindicimila italiani si collegano ogni giorno a chat e siti per adulti, senza dire che chiunque navighi in Internet per, lavoro si ritrova inondato di e-mail porno, una catena di sant'Antonio dalla quale è impossibile sfuggire. Specialmente se sì è uomini, perchè, otto su dieci secondo una recente indagine commissionata da Microsoft, non resistono alla tentazione di sbirciare e quindi la catena continua. E così, soprattutto sulla stampa anglosassone, non si denuncia più tanto la mercificazione della donna nel pomo, ma ci si interroga sugli effetti che il porno ha sull'uomo, ci si chiede se ne stravolge l'immaginario sessuale, se lo allontana ancora di più dalla donna, se quella della pornografia è una dipendenza o una nuova malattia sociale. La pornografia piace agli uomini perchè è un piacere poco complicato.
Se si è uomini è difficile credere a un uomo che si dice disinteressato al porno. Per la maggior parte (di noi) è stato l'unica educazione sessuale durante l'adolescenza, una cosa assolutamente normale e condivisa come le figurine Panini, nonostante l'uso in solitario: vissuta quasi come una delle varie espressioni in cui esercitare la competitivita.
Secondo David Morgan, psicoanalista della Portman Ctinic di Londra, specialista del rapporto sessualità -violenza, «questa fase è transitoria, un allenamento per la cosa vera». Il problema è quando quella solitudine non è più condivisa e diventa ghetto, autoemarginazione, cioè «quando il porno, accessibile oggi come la Co ca-Cola, continua a essere unico sinonimo di sesso». Più tempo si spende in questo mondo fantastico più difficile è il passaggio alla realtà .
«Là fuori c'è un universo di uomini che si masturbano come matti e non possono uscirne. Una droga» dice il professore a lo donna. Molti uomini vedono il sesso come la risposta al loro bisogno di autostima e il porno diventa l'unica valvola di sfogo. Diversamente dalla vita vera li non vi so nofallimenti di performance. Le donne sono sempre «calde e pronte», vogliose di dare piacere.
Nella vita vera, invece, le donne chiedono di essere sessualmente soddisfatte e di poter combinare carriera e maternità . Nel mondo del porno l'autorità dell'uomo non è minacciata, ma esaltata. Insomma, la pornografia è il nuovo oppio degli uomini: «Viene vissuta come una liberazione e invece è una schiavitù». Questa è anche la teoria di Andrew Hacker, autore negli Usa di un libro che ha fatto discutere, M i s match - Thè growing gulf between women and men. «L'uomo si è appartato in una eterna intimità adolescenziale, perchè è pavido e disarmato davanti a una donna irraggiungibile. La masturbazione viene vissuta come via di fuga, un antidepressivo, proprio come l'alcol. La fantasia chiede esperienze sempre più forti, il mercato del virtuale le offre, e l'uomo finisce su un altro pianeta, dove la donna vera diventa un alieno. Sui rotocalchi leggiamo di terapie per uomini malati di sesso, in realtà sono malati di sesso immaginato» scrive Hacker.
Secondo il professor Morgan il porno è una bugia globale che stravolge le verità sull'uomo, la donna e le loro relazioni. E alla lunga altera i rapporti sessuali, perchè molti uomini pretendono di trasformare le partner nelle donne del loro immaginario porno. Così quello che viene vissuto dalle coppie come un miglioramento della loro vita sessuale, puó diventare un incubo devastante. Ci sono terapisti della coppia che consigliano l'uso di materiale porno per curare le crisi, come se i problemi sessuali fossero l'origine e non la conseguenza delle crisi di coppia: «Cercare l'eccitazione di una sera davanti a un film porno non risolve nulla» dice Gianna Schelotto, psicoioga e specializzata in terapia di coppia. La Schelotto non crede nemmeno alla storia della crescente domanda di porno da parte delle donne: «Certo, la maggiore accessibilità finisce con il coinvolgere anche le donne. Ma da qui a un autentico gradimento femminile ce ne corre. Le donne hanno il senso del ridicolo, sanno che il porno esalta gli aspetti parziali del sesso, ogni scena è funzionale all'atto sessuale».
Forse il pomo piace a poche donne perchè è dominato dal gusto degli uomini. Uno studio danese spiega che le donne provano vergogna davanti al porno e pensano che è sbagliato esplorare il piacere sessuale. Inoltre non sono programmate per stimoli visivi, ma narrativi. Un film pomo non eccita, un libro erotico si. La pornografia ha perso la sua componente sovversiva, libertaria e illuministica che attraeva intellettuali e scrittori. Diventando solo nevrosi, mercato, oscenità . Ed è su questo terreno che da qualche anno lanciano la loro sfida molte registe e scrittrici, soprattutto in Francia (da Nelly Arcan con Putain a Virginie Despentes con Baise-Moi, ai racconti di Catherine Millet) attraverso opere che prendono in contropiede la classica retorica sessuale maschile, allargando i limiti del descrivibile, con linguaggio scioccante che sovverte i codici pornografici suscitando reazioni violente, perchè gli uomini non sono più soggetti ma oggetti senza volto, usati e anche stuprati. Ció nonostante, come scrive Le Monde, i fruitori sono ancora al novanta per cento maschi. Sono loro a decretare successi come quello di Melissa R, la quindicenne che ha venduto mezzo milione di copie del suo Cento colpi di spazzola. Perchè non si tratta di un libro erotico, ma pornografico, scritto, è il parere del critico letterario Roberto Cotroneo, per rappresentare un'idea maschile del piacere come voyeurismo, e dell'erotismo come messa in scena, ovvero come oscenità .
http://www.eroxe.it/modules.php?name=Se ... e&artid=32
Secondo voi è così?[/url]