Giornaletti porno abbandonati

Scatta il fluido erotico...

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Alec Empire
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#121 Messaggio da Alec Empire »

Mi viene alla mente un episodio molto significativo per la mia 'formazione sentimentale', lo intitolerò

'Vai dal prete'
Essendo di origini toscane, accadeva di andare in vacanza coi miei nel paesino di origine di mia mamma. Ero già grandicello e conoscevo gli altri ragazzi del posto, sicchè per passare le giornate estive si andava un po' in giro a rompere i coglioni ai negozietti di piazza. Il barbiere, ad esempio: dove si sentiva parlare di calcio e di figa. Un pomeriggio, trovatomi lì, non potei far a meno di notare tra le riviste disponibili per la consultazione aspettando il proprio turno, alcuni numeri de 'Le Ore' più altri fumetti, Corna Vissute sicuramente. Mi ci stavo avvicinando con discrezione, quando gli occhi severi del burbero barbiere mi freddarono. 'Unnè roba per te', disse. Stop. Figura di merda mia, che ripiegai uscendo.
Un ragazzotto lì vicino mi aveva visto, e, aspettandomi all'uscita, mi fece 'Voi vedè i giornali sudici? Vai dal prete!'
Cazzo, pensai. ma è possibile che li abbia il prete, sti giornali? Non ci potevo credere. Ma alla mia domanda 'Come, dal prete?! Dimmi meglio!' Non ebbi risposta. La mia fonte scappò via in bicicletta (del resto come dargli torto, era mezzogiorno).
Ora, passarono alcuni giorni, in cui rimuginai sull'accaduto. Poi, trovandomi con altri amici, ritornai sul discorso: 'Ma per vedè i giornali zozzi devo andà dal prete??? Ma che vol dì???ì
Ebbi, finalmente, una spiegazione da un mio coetaneo: 'Nooo, ma che prete, te fai così: hai visto 'ndov'è la chiesa? Eh...c'è 'na parete di pietra co' buchi, lì in uno di questi buchi ci metti la mano e ci trovi i giornali. Quelli più grandi li nascondano lì'
Aaaaahhh tutto chiaro ora: essendo la chiesa in pietra, in una delle fessure dell'esterno i giovanotti erano soliti ringuattare le riviste erotiche...è lì che dovevo guardare e così feci. Accompagnato da una banda di collaboratori - alcuni mi coprivano, altri guardavano chi passava dall'angolo della viuzza - mi avventurai con la mano dentro i vari 'glory holes' della parete della chiesa, quando finalmente trovai 'il carteggio': tutta una serie di pagine singole e giornalini assortiti, sgualciti da morì ma sticazzi! Da bravo esploratore, condivisi le scoperte che 'ci godemmo nell' oscurità' come canta Elio e le Storie Tese ne 'La bella canzone di una volta'.
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Capo Tribù
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#122 Messaggio da Capo Tribù »

Questo topic (ottimo tra l'altro) spesso mi ricorda questo altro qui in cui si parlava di prime seghe e ci si divertiva un sacco:
viewtopic.php?f=2&t=2263&start=150
"Entro in camera di mio fratello,
l'odore è quello,
mi siedo qui e accendo sto colonnello".

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Re: Giornaletti porno abbandonati

#123 Messaggio da Salieri D'Amato »

Vedo che più o meno abbiamo visto le prime scene porno nello stesso modo, cercando e trovando di straforo fumetti e riviste. Almeno noi di una certa età. :-D

Io e un mio amico solitamente si raccattava qualcosa nei fossi lungo la strada statale ... evidentemente già allora era in uso buttare dal finestrino delle macchine roba usata che non serviva più. :DDD Poi, noi si riponevano nei nascondigli più strani.
Ma ricordo che anche all'oratorio, negli anfratti del cortile, capitava di poter guardare qualche rivista che sfogliavano i ragazzi più grandi.
E questo, per quanto possa essere indicativa la mia esperienza, smonta la tesi di Barabino, che è convinto che agli oratori si trobasse/tromba a gogo. :awww:
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TD
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#124 Messaggio da TD »

si diciamo che chi è attorno ai 40 anni l'inprinting al porno lo ha avuto più o meno nello stesso modo

poi credo che tutti abbiano racconti mitologici al limite della leggenda metropolitana, da me si narrava di una vecchia casa cantoniera abbandonata in campagna in cui attorno era cresciuto un piccolo bosco dove un gruppo di ragazzi più grandi di noi nascondeva lì i loro giornaletti porno, e avendo alcuni di loro già la ragazza giravano voci che le portassero lì e facessero cose mirabolanti, un giorno mi ricordo ci andai con un paio di amici sperando di essere coinvolto in queste esperienze :-D , ma non c'era nessuno e facendoci coraggio ci avventurammo pensando di trovare chissà che cosa, ma alla fine era tutto sbarrato e c'erano si segni di sesso ma preservativi usati e ortaggi con sopra il preservativo :-D , crescendo sono poi venuto a sapere che quello era ed è tutt'ora un posto di incontri gay :-D

comunque noto anche che le Ore e Corna vissute dal barbiere sono un classico un po' ovunque
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Alec Empire
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#125 Messaggio da Alec Empire »

Posto qua un bell'articolo riguardante il libro 'Porno di carta', biografia su Saro Balsamo, editore e fondatore di riviste fondamentali quali 'Men' e 'Le Ore'.
Articolo completo qui http://indygesto.com/indybooks/198-ledi ... -passavini

Ho messo in grassetto alcune frasi che ritengo 'chiave'...

L’editoria porno nel racconto di Passavini
di Saverio Paletta

Primo punto: l’hard sta all’editoria ufficiale e perbene come certe lobby alle istituzioni ufficiali. C’è eccome, ma meglio non vantarsene troppo, non esibire. Tant’è: il primo ha mosso soldi e fatto girare le rotative allo stesso modo in cui le seconde hanno determinato eventi politici importanti dalla loro (non troppo) confortevole penombra.

Secondo punto: è esistita una circolarità perfetta, inconfessabile quanto si vuole ma innegabile, tra l’editoria porno e quella normale. Una circolarità fatta di personaggi, che sono passati, anche più volte e comunque con disinvoltura, dall’uno all’altro settore. Per dirla con un’immagine, dal salotto buono all’alcova più indecente.

Terzo punto: la pornografia ha inciso, dai retrobottega delle edicole, in maniera determinante sull’evoluzione del costume, molto più dei movimenti libertari e radical.

Quarto punto: il porno ha innescato un meccanismo autofago che lo ha portato al declino editoriale proprio nel momento in cui è diventato un elemento normale della cultura quotidiana.

Intendiamoci, non tutto il fenomeno, ma solo quello che Gianni Passavini, giornalista trasformato dal bisogno in pornografo, ha definito Porno di Carta, che è poi il titolo del suo bel volume uscito a novembre per i tipi di Iacobelli.

Passavini parte da sé stesso, cioè dalla propria decennale esperienza presso l’International Press, la casa editrice di Le Ore, per raccontare, attraverso la biografia di Saro Balsamo, l’editore e fondatore dell’International, la storia dell’editoria per adulti.

L’avventura di Passavini, un passato da cronista giudiziario tra gli eskimi delle redazioni militanti, alla corte di Balsamo iniziò nel 1982: «Allora, ancora non sapevo che quella scelta mi avrebbe cambiato così irrimediabilmente la vita. Ma dovevo farla, dopo che, per divergenze politiche, mi erano state imposte le dimissioni da redattore oltre che da direttore responsabile del Quotidiano dei Lavoratori, il giornale militante dove avevo lavorato praticamente gratis negli ultimi tre anni».

Dall’impegno politico e sociale al disimpegno erotico, anzi porno? Certo. Ma quello di Passavini non fu un tradimento dettato da motivi alimentari: nel 1982 quell’ambiente politico in cui lui e tanti altri si erano formati e da cui erano passati al giornalismo era in riflusso. Al contrario, l’impero di Balsamo era fortissimo.

Questione di generazioni e di fortuna: fai il’68 frequenti gli ambienti giusti, che poi sono quelli egemoni, e fai carriera; nasci un po’ dopo, oppure sbagli qualcosa nel tuo percorso, e ti ritrovi da Balsamo, se ti va bene.

Tanto più che il pornomagnate siciliano, che esibiva lauree non verificate e un titolo nobiliare che lo avrebbe apparentato addirittura a Cagliostro, non andava troppo per il sottile, per quel che riguardava la politica. Passavini era di sinistra, come gran parte della redazione dell’epoca. Ma Walter Peroni, cognato dell’editore e direttore di Le Ore, «alla fine degli anni Sessanta era stato uno dei più attivi ragazzotti della destra milanese».

Ma nessun problema, Balsamo accoglieva davvero tutti: «Gente come me, sessantottini, extraparlamentari di sinistra, ex partigiani che avevano sognato di fare la rivoluzione. Ma anche gente che era stata sulla barricata opposta e aveva sperato nel colpo di Stato. Senza dire dell’apporto delle donne: femministe impegnate, madri di famiglia trepidanti per un accenno di tosse dei loro pargoli».

(...)

Già, recitava l’editoriale del primo numero di Men: «Noi non abbiamo santi in Paradiso, la politica non ci interessa se non per quel tanto che ci disturba».

E il porno? Roba innocente, che oggi non stuzzicherebbe nemmeno l’ultimo sito glamour. Ciò non bastò a evitare il sequestro ai primi otto numeri di Men e la galera a Mancini.

Era solo l’inizio di una lunga contesa giudiziaria, tutta giocata attorno alle interpretazioni degli articoli 528 e 725 del Codice penale. Anche Balsamo, che nel frattempo si era rimangiata l’indifferenza politica e si era messo a fiancheggiare il Psi e manifestava nei confronti di Craxi quella simpatia che sarebbe diventata amicizia stretta, passò i suoi guai: si fece la galera e un anno di latitanza all’estero, finito il quale si ritrovò senza giornali né casa editrice: glieli aveva soffiati sua moglie, Adelina Tattilo, stanca delle sue bizzarrie e, probabilmente, delle corna, che i bene informati riferiscono seriali.

A proposito di circolarità con l’editoria ufficiale e di contatti con la politica, val la pena di ricordare una chiacchiera che girò poco prima che Adelina silurasse il consorte: secondo Lo Specchio il Psi si preparava a stringere rapporti più stretti con Balsamo, che aveva dichiarato guerra alla Dc, attraverso Felice Fulchignoni, ex fascista e faccendiere, passato alla storia, oltre che per essere finito in manette durante Tangentopoli, per aver fondato Adnkronos, la seconda agenzia di stampa italiana dopo l’Ansa…

La ricetta di Men funzionava e il Nostro, bon vivant e spendaccione, lontano dal suo omologo americano Larry Flint, la replicò, a partire dal 1971 con Le Ore, che, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, sarebbe diventata sinonimo di pornografia. Dapprima fu il mix di nudi femminili e inchieste giornalistiche, che aveva già fatto la fortuna di Men (e al riguardo possiamo citare i topless di Patty Pravo), poi l’aspetto erotico prese il sopravvento, fino a scivolare, anche sotto la spinta di una concorrenza agguerrita (chi non ricorda Pop e La Coppia Moderna? ) e grazie a una giurisprudenza più benevola, verso il porno.

E qui parliamo di nuovo di donne. Non delle modelle, famose o meno, bensì delle redattrici. Fu Maria Jatosti, nel lontano ’75, a decidere il passaggio all’hard, dopo un lungo braccio di ferro con il direttore Giorgio Colorni. La Jatosti, background sinistrorso ed ex compagna dello scrittore Luciano Bianciardi, rilevò la direzione, mentre Colorni tornò, con tanto di autocritica, nelle file di quel Pci che aveva abbandonato per darsi all’erotismo…

Da allora in avanti, fu tutta una progressione che toccò l’apice negli anni ’80, quando bastava dire Le Ore per evocare zozzerie. E, con grande abilità, la rivista di Balsamo riuscì a bucare l’immaginario collettivo, attraverso due mosse: l’alleanza strategica con i francesi, cioè con Gabriel Pontello (il futuro mentore di Rocco Siffredi), che aveva organizzato una vera e propria factory in un teatro di posa parigino, e l’uso di starlette in declino, che accettavano di posare in servizi più o meno hard per il giornale, nel frattempo diventato patinato e costoso. Alcune, Karin Schubert e Paola Senatore, avevano già sfiorato l’hard senza lasciarsene coinvolgere. Per altre, Lilli Carati, era la prima volta. Per altre ancora, Tina Aumont e Minnie Minoprio, era solo un passaggio fugace, prima del definitivo addio alle scene: semplici pose di nudo in mezzo a figuranti che facevano ben altro. Ma la botta più forte all’immaginario collettivo Le Ore l’azzecca con la definitiva consacrazione di un personaggio: Ilona Staller, in arte Cicciolina. E non c’è bisogno di dire altro.

Il culto creatosi attorno alle riviste zozze creo un business miliardario, che tuttavia si incrinò a partire dalla seconda metà degli anni ’80. Il primo colpo fatale fu inferto dal mercato dell’home video, che mise in difficoltà prima le riviste e poi le sale a luci rosse. La botta finale arrivò nei ’90, quando i pc, i cd rom, poi i dvd e, infine, il web, fecero fuori definitivamente quell’editoria che aveva aperto i giochi a prezzo di durissime battaglie giudiziarie.

Le Ore chiuse, dopo un penosissimo declino, nel 2000. Balsamo sopravvisse al proprio impero di cinque anni, dopo aver anche tentato di riciclarsi nell’editoria normale. Era finita un’epoca.

Dal porno di carta a quello digitale c’è una distanza di anni luce: consumare il primo era trasgressione e prova iniziatica, guardonare il secondo, propinato ai limiti dell’anestesia sessuale, è una banalità.

Niente più collette davanti all’edicola vicino a scuola, niente più giornaletti nascosti nei fondi dei comodini, dietro i termosifoni e tra quei libri che venivano trascurati in nome di quelle – si fa per dire – letture maledette. Eppure, oggi che basta un clic, anzi un tap sul display, l’amarcord di Passavini risulta bellissimo. E non solo per la solita nostalgia, canaglia per definizione, ma perché Porno di Carta racconta, attraverso i consumi erotici, la differenza antropologica tra quegli italiani che certe cose le limitavano ai cessi e quelli che oggi le vedono in tv. Le tette agli italiani? Quando Balsamo cominciò, quasi non ce n’erano. Ora che sono persino troppe, verrebbe quasi il desiderio di una nuova censura pur di trasgredire a qualcosa.
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#126 Messaggio da ulix5e »

il primo è stato un fumetto, il tromba probabilmente, trovato per caso alla stazione, verso i 10 anni
a 12 ricordo che in vacanza con la scuola eravamo nella camera di atri compagno e non so perchè ho cominciato a frugare nei cassetti e sono saltati fuori delle copie delle Ore. dalla faccia sorpresa dei compagni sono sicuro che non li avevano portati loro, ma poi la loro stanza è diventata la mecca dei pellegrinaggi di tutta la classe (era una scuola solo maschile). era l prima volta che vedevo immagini cosi forti
poi sono arrivati i blitz in edicola
un giorno tornando a casa in bici, prendo una scorciatoia per i campi, dove ogni tanto sostava una puttana e vedo dei giornali buttati lì (lei non c'era) li raccolgo e li porto a casa
poi già verso i 16 anni prendo il coraggio a due mani e all'edicola della stazione compro una copia di Supersex, di corse in bagno e smembramento della rivista per imboscarla nelle tasche dei pantaloni (si usavano quelli tipo militari). mentre torno in treno trovo una ragazza del paese più grande di me che si siede e cominciamo a pralre... ero terrorizzato che potesse rendersi conto del tesoro che avevo nei pantaloni (mi riferisco alle rivista, non vorrei sembrare immodesto.
dai 17 anni ho cominciato la carriera di frequentatore di cine porno

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Re: Giornaletti porno abbandonati

#127 Messaggio da fib62 »

Bel Topic, chissà perché però è la prima volta che lo vedo.
Ho letto un po' dei post, ritrovandomici qua e la.
Dai primi ritrovamenti nei buchi del muro della chiesa del paese dove allora vivevo, al periodo del militare quando durante le innumerevoli marce era facile trovarne, per arrivare agli alberghi che ho frequentato nei miei tanti spostamenti per l'Italia e non solo, per quasi 25 anni, sopra agli armadi, tra le coperte piegate nell'armadio o nei bagni, ovunque ci fosse un anfratto o dove più facilmente potesse sfuggire al controllo delle cameriere ogni sera ce ne era uno nuovo lasciato da chi li mi aveva preceduto, e non parlo di hotel 1 stella, ma qualcosa di maggiormente stellato. Per finire poi all'ambulatorio di una clinica dove per meglio stimolate la raccolta del seme ce ne erano una valanga in uno stanzino all'uopo preposto. Ma erano altri tempi, ancora non c'era internet ne gli smartphone. Ricordo in particolare un pomeriggio lungo la ss.1 Aurelia dalle parti di Grosseto più o meno, io ed il mio catorcio a velocità di codice tornavamo dal sud quando sulla la strada vedo qualcosa svolazzare l'occhio allenato riconosce riconobbe al volo essere un pornaccio, occhiata allo specchietto, troppe auto.... allora faccio un 20km ed esco alla prima uscita, riprendo la strada in senso inverso fino a raggiungere l'uscita successiva dove ripeto l' operazione e riprendo la strada nel senso corretto, non vi tedio...prima di trovare quei pochi secondi liberi, per fermarmi, aprire lo sportello recuperare il pornaccio e ripartire avrò rifatto lo stesso giochetto 4/5 volte almeno prima di riuscire, a pensarlo ora una follia.
Insomma ... alla fine in macchina sotto al sedile avevo una scatola contenente una 40ina di riviste, che di tanto in tanto sfogliavo o veniva sfogliata da qualche amico o collega.
Poi arrivò il divorzio e con esso per ragioni di spazio, gettai gran parte delle mie cose in discarica, tra cui la famosa scatola a cui si aggiunsero i tanti CD porno acquistati negli anni.
Oggi c'è internet e sia il pc come il cellulare alla fine sono ugualmente stracolmi di tette (la mia passione) e culi (altra passione).
Ma non è più la stessa cosa, sono freddi, impersonali, manca quel brivido della cosa proibita. Sarà che sto invecchiando...

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TD
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#128 Messaggio da TD »

qualche settimana fa facevo quattro passi nelle campagne vicino al paesello, passando vicino all'isola ecologica noto un sacco nero buttato all'inizio di una strada laterale che porta in un boschetto, il sacco si era aperto e uscivano custodie di DVD con tutte le copertine, una discreta collezione di film porno anni 90, molti titoli di film di Selen, ormai una rarità un abbandono simile, che in realtà più che abbandono è uno che ha inquinato, bastava dividere le cose e metterle nella differenziata senza farsi tutti sti sbattimenti di buttare un sacco nero in campagna

invece l'anno scorso hanno spiano uno dei paradisi dell'abbandono della mia zona, era il retro di un grosso magazzino dove parcheggiavano i camion e alcuni camionisti del paesello lasciavano le motrici ferme nel weekend, era praticamente usanza per le compagnie di ragazzi andarci il lunedì a raccattare gli scarti, la cosa bella era che quel luogo era una sorta di passaggio di consegna, se ci andavi intorno ai 13/14 anni c'era il rischio che trovavi quelli più grandi che ti bullizzavano e ti beccavi anche qualche schiaffo, poi quando crescevi quelli che avevano la ragazza la macchina e volendo potevano comprarseli loro lasciavano campo libero e una nuova generazione di segaioli poteva accedere a quello spazio, dove si trovava di tutto, poi crescendo capisci che quella zona non era solo zona di abbandono ma anche di altro e certi ritrovamenti e non solo di giornali li capisci di più :-D
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Re: Giornaletti porno abbandonati

#129 Messaggio da fender »

I CD non hanno nessun valore collezionistico ?

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