(OT) Se fossi una femmina.....
Inviato: 01/08/2005, 17:39
E se fossimo nati femmina? Qual è la nostra fantasia al riguardo, e qual è, in particolare, riguardo alla posizione delle nostre amiche, che qualcuno chiama escort, altri prostitute, puttane, troie, zoccole e quant'altro?
Ci sono stati e ci sono ancora talvolta, dei tempi della mia vita nei quali io sento le femmine come persone dotate di un enorme potere, e le invidio. Mi rendo conto, quando penso questo, che riferisco il mio pensiero alle donne se non belle almeno non brutte, questo purtroppo va da sé. Ed immagino che, se fossi stato una di loro, sarei stato più felice, meno dipendente dall'altro sesso, più sicuro di me. Questo pensiero mi affligge soprattutto quando, in tarda primavera, sembra che la città si riempia di donne che con la loro stessa esistenza provocano un desiderio talvolta quasi doloroso.
Una mia amante "storica", strafiga ed all'epoca molto giovane, mi fece comprendere come essere femmina e giovane e bella possa anche essere una fatica, come non sia così bello come sembra a noi, ma questo discorso, che pure mi convinse all'epoca, non è riuscito a togliere dal mio profondo quella specie di invidia per un sesso che esercita su di me un potere forte, che produce talvolta tristezza, che ferisce.
Da maschio immagino che se fossi una femmina la darei a tutti quelli che le la battono, per il piacere della seduttività , per essere rassicurato, ed anche per piacere. So che questa è una fantasia solo maschile, che se fossi davvero una femmina probabilmente non sarei così, ma tant'è, sono un maschio e se mi immagino femmina mi immagino molto attiva sessualmente, anzi decisamente troia, in senso figurato.
Tuttavia mai ho immaginato che, se fossi stato una femmina e non brutta, sarei riuscito a fare commercio del mio corpo, o meglio, mai l'ho immaginato come una opportunità o una cosa piacevole o anche solo accettabile. Certo, di fronte a difficoltà grosse, a problemi insormontabili forse lo avrei fatto anch'io, ma voglio dire che mentre la fantasia di me femmina è piena di piacevolezze, la fantasia di me femmina e prostituta non solo non mi attrae, ma mi evoca un senso di disperazione, di paura, di fatica e di umiliazione.
Anche se talvolta ho desiderato di essere nato femmina, di non dover subire questa attrazione violenta e talvolta crudele verso le donne, ma eventualmente di esserne oggetto, la mia "invidia" fantasticata per le donne si è sempre fermata davanti alle prostitute, Non ho mai immaginato il possedere la gnocca come un potenziale capitale finanziario, solo come un elemento di sicurezza, di appeal, di seduttività .
Per questo, probabilmente, non riesco a non immaginare dietro le prostitute fatica, deserto, desiderio di altro, sopportazione; solo se fossi certo che non c'è nulla di questo, ma solo avidità di denaro "facile", allora dovrei rassegnarmi a definirle zoccole, e sentirle diverse da me, a ritenermi migliore di loro. Forse lo sono, forse ha ragione chi le definisce così, forse sono un inguaribile sognatore; forse le vedo attraverso il filtro della mente e della mia sensibilità . Se tuttavia dovessi viverle e percepirle come persone che sono lì per libera scelta, senza problemi né materiali né psicologici, men che meno allora potrei immaginare esperienze modello GFE od overnight, perché mi sentirei solo preso in giro e basta.
La complicità che sento con loro deriva dalla consapevolezza della tristezza profonda che mi porta lì, dalla consapevolezza di quello che mi manca, del tarlo che mi rode, di qualcosa di me che sento comunque triste, e che immagino di condividere con loro; triste io e tristi loro, nel profondo più profondo, giochiamo ciascuno la propria parte, io illudendomi che troverò consolazione profonda, loro illudendosi di qualcos'altro che non so, ma che deve esistere.
Se le sapessi gioiose e felici, anche nel profondo più profondo, credo che smetterei di andarci, o quanto meno sarei ancora più triste e sconsolato.
Non so quanto sono stato chiaro, è difficile dire queste cose.
Un caro saluto a tutti.
Ci sono stati e ci sono ancora talvolta, dei tempi della mia vita nei quali io sento le femmine come persone dotate di un enorme potere, e le invidio. Mi rendo conto, quando penso questo, che riferisco il mio pensiero alle donne se non belle almeno non brutte, questo purtroppo va da sé. Ed immagino che, se fossi stato una di loro, sarei stato più felice, meno dipendente dall'altro sesso, più sicuro di me. Questo pensiero mi affligge soprattutto quando, in tarda primavera, sembra che la città si riempia di donne che con la loro stessa esistenza provocano un desiderio talvolta quasi doloroso.
Una mia amante "storica", strafiga ed all'epoca molto giovane, mi fece comprendere come essere femmina e giovane e bella possa anche essere una fatica, come non sia così bello come sembra a noi, ma questo discorso, che pure mi convinse all'epoca, non è riuscito a togliere dal mio profondo quella specie di invidia per un sesso che esercita su di me un potere forte, che produce talvolta tristezza, che ferisce.
Da maschio immagino che se fossi una femmina la darei a tutti quelli che le la battono, per il piacere della seduttività , per essere rassicurato, ed anche per piacere. So che questa è una fantasia solo maschile, che se fossi davvero una femmina probabilmente non sarei così, ma tant'è, sono un maschio e se mi immagino femmina mi immagino molto attiva sessualmente, anzi decisamente troia, in senso figurato.
Tuttavia mai ho immaginato che, se fossi stato una femmina e non brutta, sarei riuscito a fare commercio del mio corpo, o meglio, mai l'ho immaginato come una opportunità o una cosa piacevole o anche solo accettabile. Certo, di fronte a difficoltà grosse, a problemi insormontabili forse lo avrei fatto anch'io, ma voglio dire che mentre la fantasia di me femmina è piena di piacevolezze, la fantasia di me femmina e prostituta non solo non mi attrae, ma mi evoca un senso di disperazione, di paura, di fatica e di umiliazione.
Anche se talvolta ho desiderato di essere nato femmina, di non dover subire questa attrazione violenta e talvolta crudele verso le donne, ma eventualmente di esserne oggetto, la mia "invidia" fantasticata per le donne si è sempre fermata davanti alle prostitute, Non ho mai immaginato il possedere la gnocca come un potenziale capitale finanziario, solo come un elemento di sicurezza, di appeal, di seduttività .
Per questo, probabilmente, non riesco a non immaginare dietro le prostitute fatica, deserto, desiderio di altro, sopportazione; solo se fossi certo che non c'è nulla di questo, ma solo avidità di denaro "facile", allora dovrei rassegnarmi a definirle zoccole, e sentirle diverse da me, a ritenermi migliore di loro. Forse lo sono, forse ha ragione chi le definisce così, forse sono un inguaribile sognatore; forse le vedo attraverso il filtro della mente e della mia sensibilità . Se tuttavia dovessi viverle e percepirle come persone che sono lì per libera scelta, senza problemi né materiali né psicologici, men che meno allora potrei immaginare esperienze modello GFE od overnight, perché mi sentirei solo preso in giro e basta.
La complicità che sento con loro deriva dalla consapevolezza della tristezza profonda che mi porta lì, dalla consapevolezza di quello che mi manca, del tarlo che mi rode, di qualcosa di me che sento comunque triste, e che immagino di condividere con loro; triste io e tristi loro, nel profondo più profondo, giochiamo ciascuno la propria parte, io illudendomi che troverò consolazione profonda, loro illudendosi di qualcos'altro che non so, ma che deve esistere.
Se le sapessi gioiose e felici, anche nel profondo più profondo, credo che smetterei di andarci, o quanto meno sarei ancora più triste e sconsolato.
Non so quanto sono stato chiaro, è difficile dire queste cose.
Un caro saluto a tutti.