[O.T.] Er canaro finarmente libbero

Scatta il fluido erotico...

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fistlove
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[O.T.] Er canaro finarmente libbero

#1 Messaggio da fistlove »

Paladino delle ingiustizie, vendicatore de la Magliana, Charles Bronson de noantri; storica la sua frase "...io a tutt'oggi penso de esse ner giusto...", oppure "...se rinasco lo faccio un'altra volta...", lascia Rebibbia per passare ad un regime di libertà  vigilata.
Tutti i media danno ampio risalto alla notizia dell'uscita dal carcere di questo eroe moderno, che ha affrontato il castigo della detenzione con l'orgoglio di aver fatto una cosa orrenda ma inevitabile. Esempio di rettitudine da seguire per le nuove generazioni.
Lui sì che lo ha fatto per noi!
EVVAI PIETRO!
Ultima modifica di fistlove il 28/10/2005, 23:54, modificato 1 volta in totale.
Meno cose si sanno più è facile avere un'opinione.

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Ortheus
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#2 Messaggio da Ortheus »

al suo persecutore fece fare la fine che ogni perseguitato,dovrebbe far fare al suo aguzzino....

Non saro' molto democratico,ma chi se ne fotte!

8)
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Romeo
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#3 Messaggio da Romeo »

Mah, secondo me non dovrebbero rompergli tanto le palle...
In fondo si è solo difeso, no??

L'altro ha avuto quello che gli spettava.


Devo dare ragione agli USA per questo: in USA una palla in fronte e tutto OK. Invece in Italia è dovuto andare in carcere :(

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WARDOG
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#4 Messaggio da WARDOG »

'Nzomma, parliamone...

Una palla in fronte ok..

Ma rinchiudere qualcuno in una gabbia per cani, amputargli le dita, il pene, il naso, spaccargli i denti con un tubo per soffocarlo con il pene tagliato, mi pare un TANTINELLO ESAGGERATO...

No?
Vivo, e vegeto.

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fistlove
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#5 Messaggio da fistlove »

no
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Romeo
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#6 Messaggio da Romeo »

WARDOG ha scritto:'Nzomma, parliamone...

Una palla in fronte ok..

Ma rinchiudere qualcuno in una gabbia per cani, amputargli le dita, il pene, il naso, spaccargli i denti con un tubo per soffocarlo con il pene tagliato, mi pare un TANTINELLO ESAGGERATO...

No?
Proprio ti Wardog?? Mi deludi.

Seriamente, non conosco la storia in dettaglio, ma uno prima di fare l'aguzzino dovrebbe valutare le conseguenze... Ha semplicemente trovato uno più tosto di lui...

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fistlove
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#7 Messaggio da fistlove »

...anni di angherie subite nel silenzio, carcere scontato per altri reati ai danni del patrimonio, compiuti col pugile, senza fare l'infame, senza tradire quello che poi diventó il suo tormento e che gli uccise anche il cane e forse minacció la figlia...

sarà  che nel 1988 avevo una diversa visione della vita, ma al canaro mi sono affezionato da subito e con me, molti miei amici che da due giorni mi telefonano per esprimere la loro felicità .
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Victor Von Doom
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#8 Messaggio da Victor Von Doom »

Concordo anche io.
L'altro era il classico bestione coglione, che , aiutato dai muscoli, doveva per forza rompere il cazzo a uno piu' debole.
Ha avuto quello che si meritava, kissa' quante gliene aveva fatte passare a quel poveraccio..

Chiudo con una frase, presa dal film omonimo, una frase che adoro,che è verissima, e che ben si adatta al contesto:

"I cani di paglia non sanno difendersi dalle avversità  e non reagiscono alle offese. Essi subiscono supinamente il loro destino. Talvolta peró, i cani di paglia, prendono fuoco"

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Ortheus
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#9 Messaggio da Ortheus »

Esagerato? non direi...

PS: Il Buon De Negri e' di origine sarda,anzi,credo sia proprio sardo trapiantato a Roma.

Come Squirto,tanto per capirci....
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bellavista
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#10 Messaggio da bellavista »

La storia ;)

La mattanza della Magliana: terribile è l’ira del mansueto


II lettore conoscerà  probabilmente la storia, cui i quotidiani hanno dato ampio risalto, di Piero De Negri, il tosacani della Magliana, da tutti chiamato con malcelato disprezzo «er canaro», che ha torturato nel più orrendo dei modi il giovane Giancarlo Ricci, un ex pugile che da tempo lo angariava. Incatenata la sua vittima, De Negri, con un tronchesino, gli ha amputato i pollici e gli indici e, cospargendole di benzina, ha dato fuoco alle ferite. Poi con le forbici ha ritagliato la faccia del Ricci, le orecchie, la punta del naso «in modo simmetrico come faccio per i cani, volevo che assomigliasse a un cane». Prima gli ha mozzato la lingua, il pene, le palle e, disserrando le mascelle della vittima con un pappagallo, glieli ha cacciati in gola. E mentre quello moriva soffocato, «er canaro» ha raccolto i mozziconi delle dita e li ha ficcati uno nell’ano, gli altri negli occhi del morto. Poi gli ha aperto a martellate la calotta cranica e vi ha versato dentro shampoo per cani.
Per comprendere questo massacro si sono tirati in ballo la droga, la follia, i rituali mafiosi, la disgregazione morale e sociale di un quartiere come la Magliana. Puó darsi che qualcuna di queste componenti abbia giocato un ruolo. Ma non è questo il nocciolo della questione. Il delitto del «canaro») è molto più vicino a noi, a ognuno di noi, di quanto non si pensi. àˆ la rivolta di «cane di paglia», del debole e del mite che a un certo punto esplode incontrollabile contro i soprusi d’una vita. Piero De Negri, infatti, prima di essere carnefice era stato vittima. Quattro anni fa col Ricci compie una rapina. Si fa dieci mesi di carcere, perde, per questo, la moglie e la figlia, che ama, ma non fa il nome del complice. Quando esce va da Ricci per avere la sua parte di bottino, ma quello gli ride in faccia e lo riempie di botte. E continuerà  a dargliele, con quell’arroganza impunita da gradasso, da ex pugile, da uomo grande e forte. con la quale del resto terrorizza l’intero quartiere. Di questa prestanza fisica Ricci fa continuo uso sul «canaro». piccolo, mingherlino, docile, rassegnato, irridendolo e umiliandolo in tutti i modi. Quando qualcuno ruba al «canaro» lo stereo, Ricci gli propone di farglielo riavere per 200 mila lire e, intascatele, non gli restituisce nulla, anzi, ghignando gli fa sapere che il ladro è proprio lui. àˆ l’ultimo spregio che fa traboccare un vaso troppo colmo.
Anche chi è disposto a riconoscere qualche giustificazione al De Negri non riesce a capacitarsi dell’orrendo rituale della tortura. E invece è proprio questo che occorre al «canaro». La morte non gli basta, anzi, in un certo senso, lo ostacola. Nell’antico poema indiano Mahabharata, Bhima, dopo aver tagliato il braccio del nemico e averlo con quello stesso braccio schiaffeggiato, dopo avergli sfondato il petto, troncata la testa e bevutone il sangue, ha un ruggito di furore deluso: «Che altro mi resta da fare? La morte ti difende!». Per contraccambiare il suo rivale delle umiliazioni che ha sofferto per anni, per fargliele assaporare fino in fondo, De Negri deve ritardarne il più possibile la morte. E infatti, per il «canaro», più importanti ancora delle mutilazioni fisiche che infligge al «pugile» sono quelle morali, sono le frasi che gli dice per irriderlo, per umiliarlo, per destituirlo come uomo così come l’altro aveva fatto con lui. Quando gli tronca le dita gli domanda: «Ma che gli hanno fatto ar pugile? Chi è stato? Chi ha osato?». E quando gli taglia i genitali, si china all’orecchio della sua vittima allo stremo e sussurra: «A Giancà , ma quale uomo, ora sei un femminiello!». L ‘uomo oramai è solo lui, finalmente, «er canaro». E in un certo, tremendo, senso ha ragione. Ho visto due foto di Piero De Negri. prima e dopo il delitto. Prima aveva un aspetto da orfanotrofio, da vittima designata, dopo, per usare un’espressione di Sartre a proposito d’un omicida, «il suo volto splendeva come un incendio». Attribuire a De Negri l’«infermità  mentale», significa rendergli un’ingiustizia, restituirlo al suo ruolo di eterna vittima, di «canaro», togliere al suo atto il profondo senso che ha per lui. E infatti De Negri, interrogato dai giornalisti, a mente lucida e senza cocaina in corpo, ha detto: «Lo rifarei».
Non voglio con ció giustificare la mattanza della Magliana e togliere orrore a una vicenda che ne è colma. Dico solo che questa storia non è folle. àˆ umana, molto umana e ha a che fare con quel pendolo fondamentale della nostra vita che è il sadomasochismo, il quale non si esercita solo nelle botteghe per cani ma anche, sia pur in forme meno truculente ed evidenti, più acculturate, negli uffici, nelle fabbriche e nella vita d’ogni giorno.
E credo anche che la vicenda della Magliana contenga un suo insegnamento. Ci sono dei limiti oltre i quali anche l’arroganza, la prepotenza, la sopraffazione dei più forti nei confronti dei miti, dei deboli, degli eternamente sconfitti non puó andare senza incendiare il «cane di paglia». E terribile. dice la Bibbia, è l’ira del mansueto.
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi

Victor Von Doom
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#11 Messaggio da Victor Von Doom »

Quindi occhio ai tuoi dipendenti..
trattali bene LOL!

PS: gran bel post, spero sia farina del tuo sacco.
Se lo è, beh complimenti.

;)

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fistlove
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#12 Messaggio da fistlove »

"Fattacci" (V. Cerami)?
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#13 Messaggio da bellavista »

Victor Von Doom ha scritto:Quindi occhio ai tuoi dipendenti..
trattali bene LOL!

PS: gran bel post, spero sia farina del tuo sacco.
Se lo è, beh complimenti.

;)
I miei dipendenti cerco di trattarli sempre bene ;)

L'articolo no, è di massimo fini, ma sono onorato tu abbia pensato sia mio :)
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi

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#14 Messaggio da cimmeno »

WARDOG ha scritto:'Nzomma, parliamone...

Una palla in fronte ok..

Ma rinchiudere qualcuno in una gabbia per cani, amputargli le dita, il pene, il naso, spaccargli i denti con un tubo per soffocarlo con il pene tagliato, mi pare un TANTINELLO ESAGGERATO...

No?
no, non mi pare esagerato. anzi. 7 ore non sono state abbastanza.

evidentemente hai poca confidenza con i bulli..
per un tipo simile ci sarebbe voluta la quaresima di galeazzo.
donne italiane!
se sentite il bisogno di azioni concrete...

FATE POMPINI!!!!

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WARDOG
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#15 Messaggio da WARDOG »

In effetti non sapevo i retroscena della vicenda.

Comunque non giustifico la tortura in nessun caso, avrei preferito una fucilata in faccia e via.
Vivo, e vegeto.

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