Pornografia Omo vs Etero?
Inviato: 02/11/2005, 1:15
di Cadvresquis
Appunti sulla pornografia # 2
5
La pornografia omosessuale assolve una funzione diversa rispetto alla pornografia eterosessuale. Gli eterosessuali, cresciuti in un mondo che li ha educati e spinti a essere eterosessuali, fanno, da adulti, quello che ci si è sempre aspettato da loro. Gli omosessuali, cresciuti in un modo che li ha educati e spinti a essere eterosessuali, fanno invece, da adulti, il contrario di quello che ci si aspettava da loro. Devono sforzarsi perchè sia fatta la loro volontà e non quella altrui. La pornografia omosessuale, in cui ci sono solo uomini che fanno sesso tra di loro, gli mostra che quel sesso che loro hanno sempre desiderato è realmente possibile e non è solo un fantasma delle loro menti turbate. Quando il ragazzo gay vede per la prima volta due corpi maschili che, su uno schermo, si scopano, riconosce immediatamente l'oggettivazione del suo desiderio. Quel sesso che vede non se l'era solo sognato, ma è reale. Vede quello che nessuno gli ha insegnato a fare. La pornografia omosessuale puó avere una valenza pedagogica e, allo stesso tempo, essere una forma di riconoscimento del sè sessuale, a lungo rimasto in silenzio. La pornografia eterosessuale non è così determinante nel rafforzare l'identità sessuale di chi la guarda, che già conosce, per educazione e socializzazione, i gesti della sua sessualità : sono nell'aria che ha respirato sin dalla nascita.
6
"Ma tu ti ecciti a guardare dei porno eterosessuali?" mi ha chiesto un amico - ovviamente eterosessuale - un giorno. E la domanda implicita, nascosta dall'interrogativo esplicito, era se, in genere, i gay si eccitano anche con la pornografia eterosessuale. E se la risposta era positiva, perchè? Sì, gli ho detto, mi eccita anche la pornografia eterosessuale, ma so che c'è chi, invece, ne rifugge. Che cosa, dunque, mi attrae nella pornografia eterosessuale? M'identifico, come si potrebbe pensare, con la donna? Penso, come qualcuno pensa, che gli uomini che agiscono nella pornografia eterosessuale siano più "maschi" - o maschi tout court - solo perchè si scopano delle donne? In realtà la pornografia eterosessuale mi consente una doppia proiezione allucinatoria di me stesso. Allucinatoria perchè, ovviamente, compensa un impulso che è parzialmente presente in me ma non è realizzato. La prima proiezione è anche nella "donna dello schermo", che per lo più è ridotta a puro oggetto di piacere e a strumento con cui il maschio di turno soddisfa la sua voglia. In questo senso, immaginarsi di essere al posto di quella donna significa sublimare il proprio desiderio di sottomissione alla potenza virile, soddisfacendo quindi un impulso masochistico. La seconda proiezione è invece anche nell'uomo ed è speculare alla prima, cioè una sublimazione del proprio desiderio di potenza. Ció che è presente in nuce in me - un impulso sadico - e che è censurato nella vita reale viene risolto a livello fantastico attraverso la pornografia eterosessuale. (Dinamiche simili di servo/padrone sono, è vero, alla base anche di molta pornografia omosessuale specialistica, ma sono inscenate in modo troppo diretto o meccanico per consentirmi questa doppia proiezione). In breve, nella pornografia eterosessuale scorgo questa rappresentazione della potenza in cui io, come spettatore, posso situarmi agli estremi dei due poli. Non mi urta invece - come urta alcuni gay "dogmatici" - la visione di una donna e dei suoi organi genitali esposti. Trovo anzi questo spettacolo anche abbastanza eccitante nella sua crudezza anatomica quasi clinica. Non mi eccita in sè la visione del sesso femminile, ma piuttosto la sua esposizione ed esibizione, associate a una disponibilità totale, che più che appartenere alla realtà femminile è - suppongo - il correlato oggettivo della libido maschile. Nel close-up di una vulva su uno schermo non vedo più, insomma, la vulva, ma la raffigurazione iconica del desiderio maschile. E così mi sembra di assumere lo sguardo del maschio medio, appropriandomene. Anche questo mi eccita.
7
La pornografia omosessuale media tende all'estetizzazione più della pornografia eterosessuale media. Mi pare che per lo spettatore omosessuale sia molto più decisiva la bellezza dei protagonisti che non per lo spettatore eterosessuale. Molte case di produzione di video gay puntano su questo aspetto. Mi riferisco alla pornografia media, che ovviamente esclude quella più specialistica, dedicata ai singoli feticci, in cui l'attenzione è concentrata, come una macro fotografica, su singoli atti o parti del corpo. Ed è questa la ragione per cui non amo la pornografia specialistica - quella, per esempio, dedicata ai feticisti dei piedi, al pissing, al fist fucking, allo spanking e via discorrendo. La consumerei anche - sempre per il discorso della proiezione allucinatoria di un mio desiderio erotico che non pratico nella vita reale -, ma mi infastidisce il fatto che l'aspetto esteriore dei protagonisti sia totalmente subordinato agli atti in sè, il che significa evidentemente che non sono un vero feticista. Nella pornografia eterosessuale invece l'estetizzazione è minore, tranne forse in certe produzioni americane che sembrano quadri iperrealisti. C'è tuttavia un elemento che mi pare centrale in molti film eterosessuali, che io chiamerei l' "umiliazione della bellezza". Se nei film gay i protagonisti sono tutti belli e in qualche modo escludono lo spettatore che assume la funzione di voyeur oppure vi si identifica ma solo in modo totalmente allucinatorio (cioè immaginandosi di essere completamente diverso da quello che è), in quelli eterosessuali vediamo donne anche molto belle che scopano con uomini francamente molto brutti. Perchè? Credo che ció avvenga per permettere agli spettatori maschi eterosessuali un'identificazione più immediata - pur sempre allucinatoria, certo - in cui la bellezza della donna viene abbassata al rango del maschio non attraente. Costui si "vendica", sotto forma di proiezione fantastica, della bellezza che gli si sottrae nella vita reale. Ripaga così, provvisoriamente, con la moneta di un'umiliazione allucinatoria l'umiliazione reale che egli subisce nella sua sessualità di tutti i giorni. Inutile aggiungere che tali scene di donne molto belle che si accoppiano con uomini molto brutti sono quanto di meno eccitante vi sia per lo spettatore omosessuale - a meno che il suo fantasma non siano proprio gli uomini brutti, ma allora entriamo nell'ambito dello specialistico. Per fortuna esiste il tasto di fast forward.
8
Se dovessi girare io un film pornografico - e se ne fossi tecnicamente capace - lo farei in modo da fare esplodere il linguaggio pornografico nelle sue contraddizioni interne. Innanzitutto lo farei privandolo del suo obiettivo principale, cioè quello di eccitare lo spettatore. Eliminerei tutti i segnali dell'eccitazione recitata dai protagonisti. Vorrei sessi lisci, sessi eretti, puramente funzionali. Gli atti rimarrebbero gli stessi - penetrazione, fellatio, sodomia - non celati o rappresentati simbolicamenti, bensì eseguiti realmente anche se tutti con ritmicità meccanica e nel silenzio più assoluto. (Qualcuno sostiene che già ora il sesso della pornografia è meccanico e ritmico. Ma per me sarebbe ritmico nel senso vero della parola: i rapporti sessuali sarebbero scanditi dal metronomo). I volti dei protagonisti sarebbero impassibili. Nessuno parlerebbe o se qualcuno dicesse qualcosa lo farebbe come se stesse leggendo un articolo della Gazzetta Ufficiale o stesse declamando le voci dell'Elenco Telefonico. Non si sentirebbe un gemito. Lo sfondo delle scene dovrebbe essere completamente bianco per non distratte l'attenzione dello spettatore che si concentrerebbe sui corpi nudi degli attori. Vorrei che chi li guardasse avesse l'impressione di vedere delle macchine e non si eccitasse come non si eccita nel vedere il pistone di un motore a scoppio. Per raggiungere questo scopo sarei disposto anche a ricorrere a un pesante editing elettronico delle immagini. Forse l'ideale sarebbe fare scopare dei robot. Il film dovrebbe mettere in risalto l'artificialità dell'intera situazione, simbolo dell'artificialità della pornografia stessa. Nulla dovrebbe essere concesso alla spontaneità dei gesti, ma tutto dovrebbe obbedire a una simmetria disumana. Ogni singola scena e ogni singolo atto sessuale dovrebbero avere la stessa durata, affinchè tutti questi elementi siano in equilibrio e nessuno di essi prevalga su un altro. Sarebbe una pornografia che respinge lo spettatore, lo priva della consolazione dell'identificazione allucinatoria e lo costringe nel ruolo che gli compete: quello dello spettatore atarassico. Porterebbe all'estremo l'esclusione implicita in ogni pornografia, radicalizzerebbe l'essenza dello sguardo dello spettatore, che vede e non puó partecipare. Raffredderebbe quello che, per statuto, sembra dover essere incandescente. Un sesso algido, un sesso geometrico, un sesso metafisico.
[... segue?...]
25/08/2005
Appunti sulla pornografia # 1
1
Perchè quando qualcuno parla o scrive di pornografia lo deve fare usando il registro dell'ironia, come a voler prenderne le distanze? Nel discorso pubblico sulla pornografia (ovvero nelle testimonianze individuali di chi consuma pornografia o, come vuole la vulgata, prova a consumare la pornografia, a testimonianza che questa è sempre un'abitudine di altri e non propria) manca appunto la descrizione sincera della propria reazione alla pornografia. Avverto quasi sempre, da parte del soggetto che ne parla, il desiderio di anestetizzare gli effetti che essa produce su di lui (o su di lei). Qualcuno dice: "mi annoia", oppure la mette in ridicolo. Pochi dicono senza mezzi termini che la guardano e che si eccitano.
2
Molti spiegano la loro ridicolizzazione della pornografia con il fatto che non sarebbe "realistica". Un'obiezione assurda. La pornografia non deve soddisfare il principio di mimesi. Se volessi vedere del "sesso realistico" mi guarderei allo specchio oppure mi apposterei di notte nei boschetti o nelle aree di sosta delle autostrade, sperando di spiare le coppiette che si appartano. In "Pornocopia", un saggio che il giornalista inglese Laurence O'Toole dedica alla pornografia senza fare astratta sociologia o accademia ma descrivendo invece il fenomeno della pornografia nelle sue manifestazioni reali, l'autore osserva giustamente che se normalmente non ci aspettiamo mimesi dagli altri generi cinematografici - si pensi ai film dell'orrore, per esempio -, e ciononostante li guardiamo senza scandalo, allora non dovremmo aspettarcela nemmeno dalla pornografia. Ritengo anzi che il fatto che la pornografia è anti-mimetica sia uno dei suoi vantaggi. Infatti io non ho bisogno di un rispecchiamento, ma di una proiezione allucinatoria.
3
La pornografia mette in scena due (o più) individui spogliati di ogni complicanza sociale. Sono individui ridotti alla pura nudità della loro funzione - sessuale, in questo caso -, ovvero sono macchine per scopare. Sono privi di coordinate e di storia, non hanno spessore. Sono corpi nudi che incarnano un desiderio puro, cioè non contaminato da altri elementi. Esistono solo in quanto scopano e lo fanno davanti alla macchina da presa. Due s'incontrano e trombano: non esiste nulla al di fuori del loro desiderio sessuale immediato e, soprattutto, nessun ostacolo si frappone sulla via dell'istantanea realizzazione di questo desiderio. Tutto ció che, nella vita reale, media tra due individui e conduce alla traduzione in pratica di un desiderio è qui annullato. La pornografia rappresenta - in modo allucinatorio, appunto - la facilità del sesso e la sua fruibilità senza impedimenti. Per questo è anti-mimetica e tale deve rimanere. (Tuttavia, nella pratica del sesso anonimo, più diffusa tra gli omosessuali che tra gli eterosessuali, si realizza talvolta questa modalità "pornografica" in cui due o più corpi - spogliati di ogni determinante sociale - si incontrano per soddisfare un desiderio che nasce e muore nel tempo che dura l'atto sessuale).
4
Che cosa cerco io nella pornografia? Delimito innanzitutto quello che non cerco. Non cerco una riproduzione realistica del sesso. Non m'interessano, per esempio, i video amatoriali. E' capitale che la produzione sia curata. Cerco quindi nella pornografia la rappresentazione di un sesso a cui, benchè esso sia desiderabile, non posso accedere in prima persona. Per garantirmi un certo compiacimento estetico per permettermi di soddisfare - in maniera proiettiva, allucinatoria e compensatoria - il desiderio di scopare con ragazzi a cui non avrei accesso nella vita reale è quindi indispensabile che i protagonisti siano belli. Quanto più la loro bellezza è distante dall'esperienza quotidiana del sesso, tanto meglio è. A questa soddisfazione compensatoria si aggiunge inoltre il compiacimento di vedere "chiavata" la bellezza, cioè di vederla messa al servizio di un istinto e, quindi, umiliata. (Umiliata perchè la bellezza è un dono che consente il dominio a chi la possiede e costringerla a "servire" chi bello non è - ed è relegato al ruolo dello spettatore - significa, in qualche modo, degradarla e ribaltarne la funzione abituale).
Per me, inoltre, la pornografia è essenzialmente un fatto di immagini - statiche o in movimento. La pornografia fatta con le parole non m'interessa. Non voglio essere costretto a nessun lavoro d'immaginazione quando uso la pornografia, che dev'essere invece evidente, dichiatoria e autosufficiente. L'unica forma d'immaginazione che mi consento è la proiezione di me stesso in quanto spettatore all'interno dell'azione filmata sullo schermo. I protagonisti - i loro corpi, i loro pertugi e le loro erezioni - devono essere ben visibili e non lasciare spazio all'intuizione. Questo non è possibile con le parole che mi costringono a inventarmi le sembianze di chi sta scopando sulla pagina. Tollero la pornografia verbale solo in quanto "pornolalia", cioè se uso il discorso pornografico con lo scopo immediato di creare o aumentare l'eccitazione di un partner all'interno di un rapporto sessuale dato.
Appunti sulla pornografia # 2
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La pornografia omosessuale assolve una funzione diversa rispetto alla pornografia eterosessuale. Gli eterosessuali, cresciuti in un mondo che li ha educati e spinti a essere eterosessuali, fanno, da adulti, quello che ci si è sempre aspettato da loro. Gli omosessuali, cresciuti in un modo che li ha educati e spinti a essere eterosessuali, fanno invece, da adulti, il contrario di quello che ci si aspettava da loro. Devono sforzarsi perchè sia fatta la loro volontà e non quella altrui. La pornografia omosessuale, in cui ci sono solo uomini che fanno sesso tra di loro, gli mostra che quel sesso che loro hanno sempre desiderato è realmente possibile e non è solo un fantasma delle loro menti turbate. Quando il ragazzo gay vede per la prima volta due corpi maschili che, su uno schermo, si scopano, riconosce immediatamente l'oggettivazione del suo desiderio. Quel sesso che vede non se l'era solo sognato, ma è reale. Vede quello che nessuno gli ha insegnato a fare. La pornografia omosessuale puó avere una valenza pedagogica e, allo stesso tempo, essere una forma di riconoscimento del sè sessuale, a lungo rimasto in silenzio. La pornografia eterosessuale non è così determinante nel rafforzare l'identità sessuale di chi la guarda, che già conosce, per educazione e socializzazione, i gesti della sua sessualità : sono nell'aria che ha respirato sin dalla nascita.
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"Ma tu ti ecciti a guardare dei porno eterosessuali?" mi ha chiesto un amico - ovviamente eterosessuale - un giorno. E la domanda implicita, nascosta dall'interrogativo esplicito, era se, in genere, i gay si eccitano anche con la pornografia eterosessuale. E se la risposta era positiva, perchè? Sì, gli ho detto, mi eccita anche la pornografia eterosessuale, ma so che c'è chi, invece, ne rifugge. Che cosa, dunque, mi attrae nella pornografia eterosessuale? M'identifico, come si potrebbe pensare, con la donna? Penso, come qualcuno pensa, che gli uomini che agiscono nella pornografia eterosessuale siano più "maschi" - o maschi tout court - solo perchè si scopano delle donne? In realtà la pornografia eterosessuale mi consente una doppia proiezione allucinatoria di me stesso. Allucinatoria perchè, ovviamente, compensa un impulso che è parzialmente presente in me ma non è realizzato. La prima proiezione è anche nella "donna dello schermo", che per lo più è ridotta a puro oggetto di piacere e a strumento con cui il maschio di turno soddisfa la sua voglia. In questo senso, immaginarsi di essere al posto di quella donna significa sublimare il proprio desiderio di sottomissione alla potenza virile, soddisfacendo quindi un impulso masochistico. La seconda proiezione è invece anche nell'uomo ed è speculare alla prima, cioè una sublimazione del proprio desiderio di potenza. Ció che è presente in nuce in me - un impulso sadico - e che è censurato nella vita reale viene risolto a livello fantastico attraverso la pornografia eterosessuale. (Dinamiche simili di servo/padrone sono, è vero, alla base anche di molta pornografia omosessuale specialistica, ma sono inscenate in modo troppo diretto o meccanico per consentirmi questa doppia proiezione). In breve, nella pornografia eterosessuale scorgo questa rappresentazione della potenza in cui io, come spettatore, posso situarmi agli estremi dei due poli. Non mi urta invece - come urta alcuni gay "dogmatici" - la visione di una donna e dei suoi organi genitali esposti. Trovo anzi questo spettacolo anche abbastanza eccitante nella sua crudezza anatomica quasi clinica. Non mi eccita in sè la visione del sesso femminile, ma piuttosto la sua esposizione ed esibizione, associate a una disponibilità totale, che più che appartenere alla realtà femminile è - suppongo - il correlato oggettivo della libido maschile. Nel close-up di una vulva su uno schermo non vedo più, insomma, la vulva, ma la raffigurazione iconica del desiderio maschile. E così mi sembra di assumere lo sguardo del maschio medio, appropriandomene. Anche questo mi eccita.
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La pornografia omosessuale media tende all'estetizzazione più della pornografia eterosessuale media. Mi pare che per lo spettatore omosessuale sia molto più decisiva la bellezza dei protagonisti che non per lo spettatore eterosessuale. Molte case di produzione di video gay puntano su questo aspetto. Mi riferisco alla pornografia media, che ovviamente esclude quella più specialistica, dedicata ai singoli feticci, in cui l'attenzione è concentrata, come una macro fotografica, su singoli atti o parti del corpo. Ed è questa la ragione per cui non amo la pornografia specialistica - quella, per esempio, dedicata ai feticisti dei piedi, al pissing, al fist fucking, allo spanking e via discorrendo. La consumerei anche - sempre per il discorso della proiezione allucinatoria di un mio desiderio erotico che non pratico nella vita reale -, ma mi infastidisce il fatto che l'aspetto esteriore dei protagonisti sia totalmente subordinato agli atti in sè, il che significa evidentemente che non sono un vero feticista. Nella pornografia eterosessuale invece l'estetizzazione è minore, tranne forse in certe produzioni americane che sembrano quadri iperrealisti. C'è tuttavia un elemento che mi pare centrale in molti film eterosessuali, che io chiamerei l' "umiliazione della bellezza". Se nei film gay i protagonisti sono tutti belli e in qualche modo escludono lo spettatore che assume la funzione di voyeur oppure vi si identifica ma solo in modo totalmente allucinatorio (cioè immaginandosi di essere completamente diverso da quello che è), in quelli eterosessuali vediamo donne anche molto belle che scopano con uomini francamente molto brutti. Perchè? Credo che ció avvenga per permettere agli spettatori maschi eterosessuali un'identificazione più immediata - pur sempre allucinatoria, certo - in cui la bellezza della donna viene abbassata al rango del maschio non attraente. Costui si "vendica", sotto forma di proiezione fantastica, della bellezza che gli si sottrae nella vita reale. Ripaga così, provvisoriamente, con la moneta di un'umiliazione allucinatoria l'umiliazione reale che egli subisce nella sua sessualità di tutti i giorni. Inutile aggiungere che tali scene di donne molto belle che si accoppiano con uomini molto brutti sono quanto di meno eccitante vi sia per lo spettatore omosessuale - a meno che il suo fantasma non siano proprio gli uomini brutti, ma allora entriamo nell'ambito dello specialistico. Per fortuna esiste il tasto di fast forward.
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Se dovessi girare io un film pornografico - e se ne fossi tecnicamente capace - lo farei in modo da fare esplodere il linguaggio pornografico nelle sue contraddizioni interne. Innanzitutto lo farei privandolo del suo obiettivo principale, cioè quello di eccitare lo spettatore. Eliminerei tutti i segnali dell'eccitazione recitata dai protagonisti. Vorrei sessi lisci, sessi eretti, puramente funzionali. Gli atti rimarrebbero gli stessi - penetrazione, fellatio, sodomia - non celati o rappresentati simbolicamenti, bensì eseguiti realmente anche se tutti con ritmicità meccanica e nel silenzio più assoluto. (Qualcuno sostiene che già ora il sesso della pornografia è meccanico e ritmico. Ma per me sarebbe ritmico nel senso vero della parola: i rapporti sessuali sarebbero scanditi dal metronomo). I volti dei protagonisti sarebbero impassibili. Nessuno parlerebbe o se qualcuno dicesse qualcosa lo farebbe come se stesse leggendo un articolo della Gazzetta Ufficiale o stesse declamando le voci dell'Elenco Telefonico. Non si sentirebbe un gemito. Lo sfondo delle scene dovrebbe essere completamente bianco per non distratte l'attenzione dello spettatore che si concentrerebbe sui corpi nudi degli attori. Vorrei che chi li guardasse avesse l'impressione di vedere delle macchine e non si eccitasse come non si eccita nel vedere il pistone di un motore a scoppio. Per raggiungere questo scopo sarei disposto anche a ricorrere a un pesante editing elettronico delle immagini. Forse l'ideale sarebbe fare scopare dei robot. Il film dovrebbe mettere in risalto l'artificialità dell'intera situazione, simbolo dell'artificialità della pornografia stessa. Nulla dovrebbe essere concesso alla spontaneità dei gesti, ma tutto dovrebbe obbedire a una simmetria disumana. Ogni singola scena e ogni singolo atto sessuale dovrebbero avere la stessa durata, affinchè tutti questi elementi siano in equilibrio e nessuno di essi prevalga su un altro. Sarebbe una pornografia che respinge lo spettatore, lo priva della consolazione dell'identificazione allucinatoria e lo costringe nel ruolo che gli compete: quello dello spettatore atarassico. Porterebbe all'estremo l'esclusione implicita in ogni pornografia, radicalizzerebbe l'essenza dello sguardo dello spettatore, che vede e non puó partecipare. Raffredderebbe quello che, per statuto, sembra dover essere incandescente. Un sesso algido, un sesso geometrico, un sesso metafisico.
[... segue?...]
25/08/2005
Appunti sulla pornografia # 1
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Perchè quando qualcuno parla o scrive di pornografia lo deve fare usando il registro dell'ironia, come a voler prenderne le distanze? Nel discorso pubblico sulla pornografia (ovvero nelle testimonianze individuali di chi consuma pornografia o, come vuole la vulgata, prova a consumare la pornografia, a testimonianza che questa è sempre un'abitudine di altri e non propria) manca appunto la descrizione sincera della propria reazione alla pornografia. Avverto quasi sempre, da parte del soggetto che ne parla, il desiderio di anestetizzare gli effetti che essa produce su di lui (o su di lei). Qualcuno dice: "mi annoia", oppure la mette in ridicolo. Pochi dicono senza mezzi termini che la guardano e che si eccitano.
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Molti spiegano la loro ridicolizzazione della pornografia con il fatto che non sarebbe "realistica". Un'obiezione assurda. La pornografia non deve soddisfare il principio di mimesi. Se volessi vedere del "sesso realistico" mi guarderei allo specchio oppure mi apposterei di notte nei boschetti o nelle aree di sosta delle autostrade, sperando di spiare le coppiette che si appartano. In "Pornocopia", un saggio che il giornalista inglese Laurence O'Toole dedica alla pornografia senza fare astratta sociologia o accademia ma descrivendo invece il fenomeno della pornografia nelle sue manifestazioni reali, l'autore osserva giustamente che se normalmente non ci aspettiamo mimesi dagli altri generi cinematografici - si pensi ai film dell'orrore, per esempio -, e ciononostante li guardiamo senza scandalo, allora non dovremmo aspettarcela nemmeno dalla pornografia. Ritengo anzi che il fatto che la pornografia è anti-mimetica sia uno dei suoi vantaggi. Infatti io non ho bisogno di un rispecchiamento, ma di una proiezione allucinatoria.
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La pornografia mette in scena due (o più) individui spogliati di ogni complicanza sociale. Sono individui ridotti alla pura nudità della loro funzione - sessuale, in questo caso -, ovvero sono macchine per scopare. Sono privi di coordinate e di storia, non hanno spessore. Sono corpi nudi che incarnano un desiderio puro, cioè non contaminato da altri elementi. Esistono solo in quanto scopano e lo fanno davanti alla macchina da presa. Due s'incontrano e trombano: non esiste nulla al di fuori del loro desiderio sessuale immediato e, soprattutto, nessun ostacolo si frappone sulla via dell'istantanea realizzazione di questo desiderio. Tutto ció che, nella vita reale, media tra due individui e conduce alla traduzione in pratica di un desiderio è qui annullato. La pornografia rappresenta - in modo allucinatorio, appunto - la facilità del sesso e la sua fruibilità senza impedimenti. Per questo è anti-mimetica e tale deve rimanere. (Tuttavia, nella pratica del sesso anonimo, più diffusa tra gli omosessuali che tra gli eterosessuali, si realizza talvolta questa modalità "pornografica" in cui due o più corpi - spogliati di ogni determinante sociale - si incontrano per soddisfare un desiderio che nasce e muore nel tempo che dura l'atto sessuale).
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Che cosa cerco io nella pornografia? Delimito innanzitutto quello che non cerco. Non cerco una riproduzione realistica del sesso. Non m'interessano, per esempio, i video amatoriali. E' capitale che la produzione sia curata. Cerco quindi nella pornografia la rappresentazione di un sesso a cui, benchè esso sia desiderabile, non posso accedere in prima persona. Per garantirmi un certo compiacimento estetico per permettermi di soddisfare - in maniera proiettiva, allucinatoria e compensatoria - il desiderio di scopare con ragazzi a cui non avrei accesso nella vita reale è quindi indispensabile che i protagonisti siano belli. Quanto più la loro bellezza è distante dall'esperienza quotidiana del sesso, tanto meglio è. A questa soddisfazione compensatoria si aggiunge inoltre il compiacimento di vedere "chiavata" la bellezza, cioè di vederla messa al servizio di un istinto e, quindi, umiliata. (Umiliata perchè la bellezza è un dono che consente il dominio a chi la possiede e costringerla a "servire" chi bello non è - ed è relegato al ruolo dello spettatore - significa, in qualche modo, degradarla e ribaltarne la funzione abituale).
Per me, inoltre, la pornografia è essenzialmente un fatto di immagini - statiche o in movimento. La pornografia fatta con le parole non m'interessa. Non voglio essere costretto a nessun lavoro d'immaginazione quando uso la pornografia, che dev'essere invece evidente, dichiatoria e autosufficiente. L'unica forma d'immaginazione che mi consento è la proiezione di me stesso in quanto spettatore all'interno dell'azione filmata sullo schermo. I protagonisti - i loro corpi, i loro pertugi e le loro erezioni - devono essere ben visibili e non lasciare spazio all'intuizione. Questo non è possibile con le parole che mi costringono a inventarmi le sembianze di chi sta scopando sulla pagina. Tollero la pornografia verbale solo in quanto "pornolalia", cioè se uso il discorso pornografico con lo scopo immediato di creare o aumentare l'eccitazione di un partner all'interno di un rapporto sessuale dato.