Nun cé più Religgione!
Inviato: 03/11/2005, 14:13
Primo nudo femminile su Famiglia Cristiana
Il settimanale cattolico smorza le polemiche sul nascere: se sarà scandalo non lo pubblicheremo più
Sul numero in edicola la pubblicità di un condizionatore d’aria mostra il fondoschiena di una ragazza mentre fa la doccia
di NATALIA POGGI
TANTO rumore per nulla... o quasi. Ieri pomeriggio le agenzie di stampa battevano la pruriginosa notizia: «Famiglia Cristiana, primo nudo femminile su pubblicità ». E al grido "Famiglia Cristiana rompe un tabù" annunciavano che il settimanale cattolico più letto d’Italia nel numero (da oggi) in edicola «un sedere femminile nudo, sotto la doccia, appena ombrato dallo scorrere dell’acqua sul vetro». Cos’è una provocazione o peggio un’improvvisa inversione di rotta del giornale acquistato soprattutto negli atrii odorosi d’incenso delle parrocchie? «Un polverone esagerato che certo non abbiamo scatenato noi» spiegano dall’ufficio stampa del settimanale. «Figurarsi che la pubblicità , come in qualsiasi altro giornale, viene acquistata dalla concessionaria e poi sottoposta al direttore. Evidentemente don Sciortino che ha visionato la pagina in questione non l’ha ritenuta inopportuna per il nostro giornale e per i nostri lettori». Trattasi comunque di un fondoschiena "nature" piuttosto sfocato che pubblicizza una nota marca di condizionatori. Non "antitetico" peró al settimanale dei cattolici, perchè la "censura" è a monte. «Quasi sempre chi fa pubblicità neanche ce li viene a proporre certi annunci poco consoni ai nostri lettori - prosegue l’ufficio stampa - e, a parte il fatto che non è il primo nudo pubblicato dal giornale, se dovesse scatenare tanto scandalo e già fossero state acquistate altre pagine di pubblicità si potrà sempre decidere di non pubblicarle e pagare la penale». Il settimanale si fregia di essere un giornale aperto al dialogo, al colloquio. «Tre milioni e mezzo di lettori distribuiti equamente tra Nord, Centro e Sud - proseguono all’ufficio stampa - e la possibilità , da sempre, di dissentire, polemizzare e attaccare non solo sulla pubblicità ma anche sugli articoli giornalistici». àˆ successo, nel passato, che alcuni lettori deplorassero addirittura una pubblicità di pannolini che metteva in primo piano i culetti nudi dei bimbi. E come non ricordare nel lontano 1996, la celebre ribellione per l’apparizione di un servizio sui costumi da bagno? Anche se resta stampigliata nella memoria dei redattori di Famiglia Cristiana la verità lapidaria pronunciata dal mitico don Zilli "La gonna lunga non fa la donna casta". Ma nessuno si stupisce più di tanto che nel variegato popolo cattolico ("un terzo di loro sono leghisti") ci sono quelli che reclamano il diritto a leggi più eque a favore delle famiglie, quelli che denunciano la pubblicità di una certa banca ritenuta "non proprio etica" e c’è anche chi si pone il problema se esistono «i costumi da bagno cristiani». Nell’ultimo numero scrive la signora Rossella: «Qual è il limite della decenza? Che bello sarebbe poter dire a una figlia che si vuole comperare un costume "Guarda i modelli di Famiglia Cristiana sono belli e scelti con professionalità "...». La risposta del direttore padre Sciortino non si fa attendere: «Una figlia cresciuta in un ambiente sano sa riconoscere ció che tutela il suo pudore e l’aiuta a rimanere coerente con una vita sotto il segno della castità ». E non sarà proprio l’immagine (peraltro innocentissima) di una giovane donna «immortalata» durante la doccia a scombinare le carte perchè conclude padre Sciortino: «Stiamo parlando non di ció che indossiamo sopra la pelle ma di ció che nasce dal cuore».
giovedì 3 novembre 2005
Il settimanale cattolico smorza le polemiche sul nascere: se sarà scandalo non lo pubblicheremo più
Sul numero in edicola la pubblicità di un condizionatore d’aria mostra il fondoschiena di una ragazza mentre fa la doccia
di NATALIA POGGI
TANTO rumore per nulla... o quasi. Ieri pomeriggio le agenzie di stampa battevano la pruriginosa notizia: «Famiglia Cristiana, primo nudo femminile su pubblicità ». E al grido "Famiglia Cristiana rompe un tabù" annunciavano che il settimanale cattolico più letto d’Italia nel numero (da oggi) in edicola «un sedere femminile nudo, sotto la doccia, appena ombrato dallo scorrere dell’acqua sul vetro». Cos’è una provocazione o peggio un’improvvisa inversione di rotta del giornale acquistato soprattutto negli atrii odorosi d’incenso delle parrocchie? «Un polverone esagerato che certo non abbiamo scatenato noi» spiegano dall’ufficio stampa del settimanale. «Figurarsi che la pubblicità , come in qualsiasi altro giornale, viene acquistata dalla concessionaria e poi sottoposta al direttore. Evidentemente don Sciortino che ha visionato la pagina in questione non l’ha ritenuta inopportuna per il nostro giornale e per i nostri lettori». Trattasi comunque di un fondoschiena "nature" piuttosto sfocato che pubblicizza una nota marca di condizionatori. Non "antitetico" peró al settimanale dei cattolici, perchè la "censura" è a monte. «Quasi sempre chi fa pubblicità neanche ce li viene a proporre certi annunci poco consoni ai nostri lettori - prosegue l’ufficio stampa - e, a parte il fatto che non è il primo nudo pubblicato dal giornale, se dovesse scatenare tanto scandalo e già fossero state acquistate altre pagine di pubblicità si potrà sempre decidere di non pubblicarle e pagare la penale». Il settimanale si fregia di essere un giornale aperto al dialogo, al colloquio. «Tre milioni e mezzo di lettori distribuiti equamente tra Nord, Centro e Sud - proseguono all’ufficio stampa - e la possibilità , da sempre, di dissentire, polemizzare e attaccare non solo sulla pubblicità ma anche sugli articoli giornalistici». àˆ successo, nel passato, che alcuni lettori deplorassero addirittura una pubblicità di pannolini che metteva in primo piano i culetti nudi dei bimbi. E come non ricordare nel lontano 1996, la celebre ribellione per l’apparizione di un servizio sui costumi da bagno? Anche se resta stampigliata nella memoria dei redattori di Famiglia Cristiana la verità lapidaria pronunciata dal mitico don Zilli "La gonna lunga non fa la donna casta". Ma nessuno si stupisce più di tanto che nel variegato popolo cattolico ("un terzo di loro sono leghisti") ci sono quelli che reclamano il diritto a leggi più eque a favore delle famiglie, quelli che denunciano la pubblicità di una certa banca ritenuta "non proprio etica" e c’è anche chi si pone il problema se esistono «i costumi da bagno cristiani». Nell’ultimo numero scrive la signora Rossella: «Qual è il limite della decenza? Che bello sarebbe poter dire a una figlia che si vuole comperare un costume "Guarda i modelli di Famiglia Cristiana sono belli e scelti con professionalità "...». La risposta del direttore padre Sciortino non si fa attendere: «Una figlia cresciuta in un ambiente sano sa riconoscere ció che tutela il suo pudore e l’aiuta a rimanere coerente con una vita sotto il segno della castità ». E non sarà proprio l’immagine (peraltro innocentissima) di una giovane donna «immortalata» durante la doccia a scombinare le carte perchè conclude padre Sciortino: «Stiamo parlando non di ció che indossiamo sopra la pelle ma di ció che nasce dal cuore».
giovedì 3 novembre 2005