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ot- le riforme liberali in italia
Inviato: 30/03/2006, 17:53
da bellavista
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Le riforme Liberali da fare in italia
Mi interessa sapere quali riforme liberali pensate siano utili a queste paese.
Ovviamente non in modo "generico": liberalizzare, privatizzare. Ma un elenco delle azioni da fare concretamente.
Vorrei iniziare io:
-eliminare il numero chiuso alla professione notarile: chiunque superi l'esame di stato puó esercitare la professione
-eliminare il praticantato obbligatori per commercialisti, avvocati ecc: chiunque laureato superi l'esame di stato puó immediatamente operare (chiaramente se il neo avvocato vuole mentre prepara l'esame fare praticandato in uno studio è libero di farlo, ma è a sua discrezione)
-fissare un tetto anti trust ai monopoli ex-pubblici o privati del 30%. E qui si intende: tetto pubblicitario e di reti alle televisioni (mediaset e rai), tetto alla telefonia (telecom) tetto del 30% al mercato dell'energi (enel) ecc.
Chiunque superi questa quota deve vendere parte dell'attività . Creando così i presupposti per un mercato concorrenziale.
Queste sono alcune delle più urgenti a mio parere. Lascio, se lo desiderate, a voi la parola

Inviato: 30/03/2006, 17:55
da nik978
per me ha parlato la bonino l'latra sera..
Re: ot- le riforme liberali in italia
Inviato: 30/03/2006, 18:22
da cimmeno
bellavista ha scritto:
Vorrei iniziare io:
-eliminare il numero chiuso alla professione notarile: chiunque superi l'esame di stato puó esercitare la professione
giusto, ma contemporaneamente toglierei ai notai un pó di lavoro. guadagnano tanto anche perchè per ogni puttanata tocca passare da loro.
-eliminare il praticantato obbligatori per commercialisti, avvocati ecc: chiunque laureato superi l'esame di stato puó immediatamente operare (chiaramente se il neo avvocato vuole mentre prepara l'esame fare praticandato in uno studio è libero di farlo, ma è a sua discrezione)
non lo faranno mai : hai un'idea di quanto risparmino redazioni giornalistiche, studi di commercialisti ed avvocati e simili ad avere ragazzi che lavorano gratis ed obbediscono a bacchetta sennó li cacci?
c'è anche il fatto che in molti mestieri la "gavetta", specie se lunga, è vista come alternativa ad una buona preparazione teorica..
fai la conta di quanti avvocati e notai ci sono in parlamento....
-fissare un tetto anti trust ai monopoli ex-pubblici o privati del 30%. E qui si intende: tetto pubblicitario e di reti alle televisioni (mediaset e rai), tetto alla telefonia (telecom) tetto del 30% al mercato dell'energi (enel) ecc.
ottima cosa , ma poco praticabile : o obblighi telecom ed enel a cedere gratis la rete ( alias : mandare a puttane risparmiatori e banche, tra tutte e due hanno 55-60 miliardi di debiti, e senza rete non varranno un cazzo) , o chi ha le infrastrutture (comprate per due spiccioli ) sarà sempre monopolista di fatto.
Inviato: 30/03/2006, 18:31
da Despe1
A mio parere, alcune cose possono essere fatte in Italia, ma altre devono essere fatte nel quadro ben più incisivo del mercato unico europeo.
In Italia:
- abolire l'Irap
- riprendere la riforma Bersani del commercio, che liberalizzava il commercio, ma che è stata boicottata dagli enti locali, a loro volta manovrati dai potentati locali
- privatizzare il sistema pensionistico
- fare questa benedetta legge di tutela del Risparmio
- privatizzare quel che resta di (mal)gestito dallo Stato (Alitalia e Rai in primis)
- abolire il concordato, privilegi ecclesiastici vari e potere assegnare l'8% a chi mannaggia si vuole
- abolire gli ordini professionali
- rifare totalmente il piano nazionale di assegnazione delle radiofrequenze televisive, permettendo ad almeno 15 soggetti di avere una copertura nazionale (della serie: non è liberale espropriare Berlusconi, che pure lucra come concessionario pubblico, è invece liberale introdurre concorrenza vera nel mercato televisivo e nella raccolta pubblicitaria)
- riscrivere la Gasparri, che è stata fatta per mantenere lo status quo, garantendo la concorrenza nel sistema radio-televisivo
- rafforzare i poteri dell'Antitrust (che dovrebbe avere poteri di intervento immediato) e di Consob, che dovrebbe avere i medesimi poteri della SEC (attualmente ha poteri di 'segnalazione all'autorità giudiziaria' di reati.... una barzelletta)
Va da sè che molte cose implicano una contrazione della spesa pubblica, che andrà tagliata con la scure, ma meglio così della bancarotta.
A livello Europeo:
- abolire la nefasta direttiva sul working time
- abolire le porcate protezionistiche tipo quote latte
- introdurre sistemi di funding dell'educazione superiore tipo quelle vigenti in USA
- MA SOPRATTUTTO (e basterebbe questo all'Europa per ripartire, visto che i servizi sono la metà del PIL europeo...) riprendere la Bolkenstein così come presentata da questo grande Europeo e liberalizzare i servizi SUL SERIO, senza la barzelletta di avere eliminato il principio del paese d'origine. Per approfondimenti (e altre riforme liberali):
http://www.lavoce.info/news/view.php?id=&cms_pk=1990
Re: ot- le riforme liberali in italia
Inviato: 30/03/2006, 18:55
da bellavista
cimmeno ha scritto:bellavista ha scritto:
Vorrei iniziare io:
-eliminare il numero chiuso alla professione notarile: chiunque superi l'esame di stato puó esercitare la professione
giusto, ma contemporaneamente toglierei ai notai un pó di lavoro. guadagnano tanto anche perchè per ogni puttanata tocca passare da loro.
Concordo, ma già abolendo il numero chiuso (pensa se ogni avvocato con buona esperienza legale potesse avere la possibiltià di espletare pratiche notarili) ci sarebbe molta più concorrenza. Ovviamente va abolita di conseguenza la tariffa minima
-eliminare il praticantato obbligatori per commercialisti, avvocati ecc: chiunque laureato superi l'esame di stato puó immediatamente operare (chiaramente se il neo avvocato vuole mentre prepara l'esame fare praticandato in uno studio è libero di farlo, ma è a sua discrezione)
non lo faranno mai
cosa vuol dire non lo faranno mai? si elimina il praticantato obbligatorio, punto. Una volta che il neo laureato puó fare subito l'esame di stato vedrai se si fa prendere a calci in culo facendo lo schiavo per anni
-fissare un tetto anti trust ai monopoli ex-pubblici o privati del 30%. E qui si intende: tetto pubblicitario e di reti alle televisioni (mediaset e rai), tetto alla telefonia (telecom) tetto del 30% al mercato dell'energi (enel) ecc.
ottima cosa , ma poco praticabile : o obblighi telecom ed enel a cedere gratis la rete ( alias : mandare a puttane risparmiatori e banche, tra tutte e due hanno 55-60 miliardi di debiti, e senza rete non varranno un cazzo) , o chi ha le infrastrutture (comprate per due spiccioli ) sarà sempre monopolista di fatto.
la rete fa parte del tetto anti trust: nessuna società puó detenere più del 30% della rete nazionale. Cioè vuol dire 30% a telecom e l'altro 70% venduto ad almeno 3 società .
Questo lo facevano nella "liberalissima" america quando svembravano il monopolio della Bell i tante piccole baby-bel

Inviato: 30/03/2006, 19:13
da SuSEr
Anche con tutte le buone iniziative di cui parlate si possono tagliare i costi di merci e servizi di quanto? Per costruire un'automobile posso magari tagliare il costo del lavoro e dei servizi del 10%, in Cina/India sarà sempre venti volte minore (in crescita costante ma ci vorranno anni prima di arrivare a costi comparabili con i nostri).
Inviato: 30/03/2006, 19:38
da Despe1
Non è solo una questione di costi di produzione, ma di spostarsi su produzioni a contenuto tecnologico più elevato, non imitabili, etc.
Il problema grosso dell'Italia è che siamo su produzioni in buona parte a scarso contenuto tecnologico, imitabili (una su tutte, il tessile).
Re: ot- le riforme liberali in italia
Inviato: 30/03/2006, 19:42
da Despe1
bellavista ha scritto:
Questo lo facevano nella "liberalissima" america quando svembravano il monopolio della Bell i tante piccole baby-bel

Giustissimo, da quotone, come pure l'AT&T nei primi anni ottanta.
E poi va disgiunta la questione rete e servizi: se il monopolista ha la rete, ma cede i servizi e garantisce l'accesso paritario alla rete a tutti i fornitori di servizi, va già bene (era quello che raccomandava l'UE sulle privatizzazioni telecom)
Inviato: 30/03/2006, 21:10
da nik978
Despe1 ha scritto:Non è solo una questione di costi di produzione, ma di spostarsi su produzioni a contenuto tecnologico più elevato, non imitabili, etc.
Il problema grosso dell'Italia è che siamo su produzioni in buona parte a scarso contenuto tecnologico, imitabili (una su tutte, il tessile).
esatto..
io lo dico da un po, l0high tech cinese costa come il nostro (ammesso che si riesca a fare...)
pochi anni fa un colletto bianco (quindi un mero impiegato che ,agari si destregge con inglese, spedizioni ecc) chiedeva 100 euro....ora ne chiede 400...
non crediate che ing e soci in 4 anni e in quelli successivi non abbiano pretese economiche simili (le hanno già )
e il costo si scarica sul prodotto.....
la manodpoera in un prodotto a basso valore aggiunto incide tantissimo (oltre al materiale..)
in un alto valore aggiunto incide MOLTO meno.....
Inviato: 30/03/2006, 22:13
da SuSEr
Più che ad alto contenuto tecnologico ad alti contenuti di capitale (nel quale comprendo anche tecnologia-knowhow.....). ed è un aspetto palese. Il problema è siamo in grado di farlo? La risposta è: non credo proprio, il ritardo accumulato dagli altri paesi occidentali e dalle "vecchie" tigri asiatiche è eccessivo e molti paesi emergenti (India e in misura minore la Cina) stanno già occupando tali posizioni molto meglio di noi.
Inviato: 30/03/2006, 22:26
da Despe1
Beh, allora la ricetta quale sarebbe, non capisco....
Rinunciare a competere e morire di fame?
Piuttosto la ricetta potrebbe essere quella di concentrarsi su pochi settori dove:
- o ci sono competenze forti (es. impiantistica, automazione industriale, etc.)
- o ci sono enormi prospettive future (nanotecnologie, biotecnologie, fonti energetiche alternative, etc.)
uscendo pian piano dal manifatturiero, dove il destino è già segnato, dazi o non dazi, con buona pace di Tvemonti.
Non è vero - almeno non sempre - che ci vogliano capitali enormi, ci vuole:
a) politiche pubbliche illuminate (che vuol dire promuovere la ricerca, promuovere il coinvolgimento dei capitali privati, il ritorno dei ricercatori in Italia, detassazione delle nuove imprese, semplificazione amministrativa per fondare un'impresa e una serie di altre cose che NON stiamo facendo)
b) collaborazione università - imprese (si sta muovendo qualcosina a mio modo di vedere, ma troppo lentamente)
c) apertura ad investimenti esteri + rifiuto misure protezionistiche di dubbia efficacia
Schematizzando e riducendo a stereotipo: modello irlandese
Re: ot- le riforme liberali in italia
Inviato: 30/03/2006, 23:58
da Squirto
bellavista ha scritto:-eliminare il numero chiuso alla professione notarile: chiunque superi l'esame di stato puó esercitare la professione
eliminare la figura del notaio, no?
per qualsiasi documento o atto, basterebbe andare da un ufficiale comunale preposto....
aggiungo "abolire gli ordini professionali"
Re: ot- le riforme liberali in italia
Inviato: 31/03/2006, 0:02
da bellavista
Squirto ha scritto:bellavista ha scritto:-eliminare il numero chiuso alla professione notarile: chiunque superi l'esame di stato puó esercitare la professione
eliminare la figura del notaio, no?
per qualsiasi documento o atto, basterebbe andare da un ufficiale comunale preposto....
aggiungo "abolire gli ordini professionali"
Non credo sia necessario, basta eliminare il numero chiuso e cosa ancora più utile, fissere il tetto masssimo per le varie operazioni.
Per esempio in florida un operazione notarile costa al massimo 15 dollari.
E se ai notai non piaciono le nuove tariffe... beh, vadano a fare i parcheggiatori abusivi

Inviato: 03/04/2006, 1:12
da bellavista
Riguardo al mercato del lavoro io sono per:
periodo di prova di massimo 6 mesi con congruo salario d'ingresso (diciamo minimo 6/700 euro). In modo da bloccare le decine di stage che servono ad avere lavoro gratis.
Finito il periodo di prova, assunzione a tempo indeterminato, con tutte le relative garanzie: contributi, mutua, vacanze pagate ecc. Con una differenza da quella attuale: possibilità di licenziamento senza giusta causa, ma con pagamento di 6 mensilità .
Questo puó creare un giusto equilibrio secondo me: il datore di lavoro non è obbligato a tenere una persona che per qualsiasi motivo giudica poco produttivo, ma le 6 mensilità per il licenziamento senza giusta causa garantiscono che l'imprenditore debba ben ponderare se il licenziamento vale la pena o meno. E non puó ogni giorno minacciare il posto di lavoro.