FALLOCRAZIA
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FALLOCRAZIA
Visto che non gradirei essere bannato, di nuovo, dal forum vi pregherei di scrivere qual cosa di attinente all'oggetto della discussione.
Grazie.
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- Rex_Sinner
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Re: FALLOCRAZIA
GENIO!!!!! In firma subito!!!!uvz ha scritto:Visto che non gradirei essere bannato, di nuovo, dal forum vi pregherei di scrivere qual cosa di attinente all'oggetto della discussione.
Grazie.

- Aquariusbros
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Re: FALLOCRAZIA
Si, si..è un'entità superiore...sine dubioRex_Sinner ha scritto:GENIO!!!!! In firma subito!!!!uvz ha scritto:Visto che non gradirei essere bannato, di nuovo, dal forum vi pregherei di scrivere qual cosa di attinente all'oggetto della discussione.
Grazie.
Ha la capacità di auto-svaccare un OT talmente tanto, da non permettere di toccarlo agli altri e riportarlo così contemporaneamente IN Tema...questa è classe cristallina

- Paperinik
- Storico dell'impulso
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Il Conte gradirebbe essere riabilitato a scrivere nel forum.
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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- Paperinik
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Di nuovo...Paperinik ha scritto:Il Conte gradirebbe essere riabilitato a scrivere nel forum.
"E' impossibile", disse il cervello.
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06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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DE MENTULATO ASINO ET ALIAE FABELLAE
(favolette di anonimo latino del II sec. d.C.
con traduzione in lingua volgare di Cino de la Landa)
Prologo
Di molto antichi tempi contar disiamo in queste fabelle quand'alle bestie de la favella era 'l dono e gl'omini in su la terra eran nati appena.
De lo ben dotato asino
Un dì un asino, con grande eretta verga, al fium giugnette e, compiaciuto, in speclo d'acqua la dote sua vedette. In cotal frangente una cerva, giunta essendo al rio al fin di bere e visto l'asino, appropinquossi a lui:
" O asino - disse - il tuo pene a me pare innalzarsi a guisa di torrion! Cupidigia mi pervade di ospitarlo in mio profondo!
E in risposta l'asino: " Or non puoto, bell'amatrice, chè son dedito a masturbazion, et l'abundante mio liquor affogarti porìa; Vacondio, o cerva, e raggiugne l'amico mio toro, giacchè dotato è più di me. " Fabuletta conta che certe cose confin non han.
De lo coniglietto infelice
Un dì uno coniglietto de diece mesi, da solitudine oppresso, in tra le gambe sue miró e solamente minuta cosa scorse. Lagrimando, a gentil coniglietta amica sua tosto appropinquossi: " Amica mia - disse - per qual cagione è a me sì parva dote? Et femina respuose: " Non darti cura, provviderommi io stessa a tal difficultade!
Et oral stimolazione principió: un blanco rivo de plazer ne la gola de la coniglietta discendea e l'augel di lui cominciossi a dilatare. Da quel dì lo coniglio fue grande amatore e giammai più tristo lo si vidette. Fabuletta insegna ch'ad ognun basta poco per vivere in felicitate.
Le cupidigie d'una lionessa
Una lionessa, da la virilitate de lo suo marito non già a sufficienza satiata, agognaba a più viril penetrazione. Un uno bove incontró d'ingente mole et stupita in gran maniera da la virga sua, esser tolta voluette a guisa d'ovin. A tal cagione appropinquossi a lui: " Prendimi da tergo- disse -al fin che 'l gladio tuo de spirto me sollevi! " Elli allor di rimando: " In ver tanta dote Natura mi diè, ma vecchiezza di viril vertute mi privó. Mostra la fabella che talora l'apparenze traggono in inganno.
Lo pesce et l'orsa
Un tempo mentr'andava a diporto in su la riva de lo mare, una orsa un pesce vedette for de l'acqua far capolino, lo qual, maravigliato, disse: " Orsa, o quanta femminil vertute ti conven!- et la orsa respuose: " Vieni pure a rimirar, bell'animale " Et lo pesce appropinquossi a la spelonca del villoso animale, ma privato de l'acqua marina sospirar più non potè e morte lo tolse. Fabella conta che dolze e gentil è perire nell'agir virile.
La Pecorella e il Caprone
Sovente avvien che quando ad alcun porgi lo dito, codesto tutto 'l braccio si tole. Un dì d'estate una Pecora, assetata assai giugnette al rivo e vedette ch'acqua non v'era. Ma un Capron veggendo la mesta, avvicinossi a quella, dicendo: " O Pecora, te disseta de lo latte mio, se aggradar ti puote! " E la Pecorella, arsa da tremenda sete, de propria spontanea voluntade diè di piglio a laborar di boca. Quando saziata fue del liquor suo, in cotal guisa discorse: " O Capron, ció non latte è nè acqua, ma ottim'a me pare: dallomi una volta ancor! " E lo misero e gentile Caprone a la pecorella diè l'instrumento suo flaccido fatto dal nobil suo gesto.
Lo Lupo e la Capretta
Un Lupo, consunto da lungo digiuno, per affannosa bramosia di venagion peregrinaba; Fortuna voluette che una Capretta appressossi a uno stagno e, veduto lo terrificante Lupo, pregollo in cotal guisa: " O regal prenze de le selve, voglia tua pietade guarentir la vita mia!- e il Lupo tal risposizione proferì: " Non darti cura, gentil capretta: lo digiun mio non leniró colle tue membra, ma ospitar dovrà la bocca tua l'ardente mio tizzon! " Subitamente la belante l'orifizio aperse, accogliendo rinfrancata la di lui asta. Fabella conta come eziandio lo crudel puote cangiar l'animo suo.
De la fallocrazia de li animali
In fra le bestie, sempre fu rinomanzia de la turrita excellenzia de lo Asino. Ma un dì lo Tauro ardì gittar lo guanto in volt'a l'Asino et apressatosi, in tal guisa discorse: " Asino, cert'è de lo mio tizzon la maggior virilitade: peró te sfido a singular tenzone! " Così che l'Asino, per sì impudica insolenzia eccitato, parossi a la pugna e diè di piglio a verberar coll'asta sua. Anco lo Tauro a certar tolse, ma a cagion de la maggior perizia de l'avversario nel maneggio de l'arnese, in terra cadette; allor lo Asino, acció che null'animal più l'insolentisse, sprofondó lo moribondo Tauro in suo viril liquore. Fabella insegna ch'i solidi prinzipi giammai deggionsi contestar.
(favolette di anonimo latino del II sec. d.C.
con traduzione in lingua volgare di Cino de la Landa)
Prologo
Di molto antichi tempi contar disiamo in queste fabelle quand'alle bestie de la favella era 'l dono e gl'omini in su la terra eran nati appena.
De lo ben dotato asino
Un dì un asino, con grande eretta verga, al fium giugnette e, compiaciuto, in speclo d'acqua la dote sua vedette. In cotal frangente una cerva, giunta essendo al rio al fin di bere e visto l'asino, appropinquossi a lui:
" O asino - disse - il tuo pene a me pare innalzarsi a guisa di torrion! Cupidigia mi pervade di ospitarlo in mio profondo!
E in risposta l'asino: " Or non puoto, bell'amatrice, chè son dedito a masturbazion, et l'abundante mio liquor affogarti porìa; Vacondio, o cerva, e raggiugne l'amico mio toro, giacchè dotato è più di me. " Fabuletta conta che certe cose confin non han.
De lo coniglietto infelice
Un dì uno coniglietto de diece mesi, da solitudine oppresso, in tra le gambe sue miró e solamente minuta cosa scorse. Lagrimando, a gentil coniglietta amica sua tosto appropinquossi: " Amica mia - disse - per qual cagione è a me sì parva dote? Et femina respuose: " Non darti cura, provviderommi io stessa a tal difficultade!
Et oral stimolazione principió: un blanco rivo de plazer ne la gola de la coniglietta discendea e l'augel di lui cominciossi a dilatare. Da quel dì lo coniglio fue grande amatore e giammai più tristo lo si vidette. Fabuletta insegna ch'ad ognun basta poco per vivere in felicitate.
Le cupidigie d'una lionessa
Una lionessa, da la virilitate de lo suo marito non già a sufficienza satiata, agognaba a più viril penetrazione. Un uno bove incontró d'ingente mole et stupita in gran maniera da la virga sua, esser tolta voluette a guisa d'ovin. A tal cagione appropinquossi a lui: " Prendimi da tergo- disse -al fin che 'l gladio tuo de spirto me sollevi! " Elli allor di rimando: " In ver tanta dote Natura mi diè, ma vecchiezza di viril vertute mi privó. Mostra la fabella che talora l'apparenze traggono in inganno.
Lo pesce et l'orsa
Un tempo mentr'andava a diporto in su la riva de lo mare, una orsa un pesce vedette for de l'acqua far capolino, lo qual, maravigliato, disse: " Orsa, o quanta femminil vertute ti conven!- et la orsa respuose: " Vieni pure a rimirar, bell'animale " Et lo pesce appropinquossi a la spelonca del villoso animale, ma privato de l'acqua marina sospirar più non potè e morte lo tolse. Fabella conta che dolze e gentil è perire nell'agir virile.
La Pecorella e il Caprone
Sovente avvien che quando ad alcun porgi lo dito, codesto tutto 'l braccio si tole. Un dì d'estate una Pecora, assetata assai giugnette al rivo e vedette ch'acqua non v'era. Ma un Capron veggendo la mesta, avvicinossi a quella, dicendo: " O Pecora, te disseta de lo latte mio, se aggradar ti puote! " E la Pecorella, arsa da tremenda sete, de propria spontanea voluntade diè di piglio a laborar di boca. Quando saziata fue del liquor suo, in cotal guisa discorse: " O Capron, ció non latte è nè acqua, ma ottim'a me pare: dallomi una volta ancor! " E lo misero e gentile Caprone a la pecorella diè l'instrumento suo flaccido fatto dal nobil suo gesto.
Lo Lupo e la Capretta
Un Lupo, consunto da lungo digiuno, per affannosa bramosia di venagion peregrinaba; Fortuna voluette che una Capretta appressossi a uno stagno e, veduto lo terrificante Lupo, pregollo in cotal guisa: " O regal prenze de le selve, voglia tua pietade guarentir la vita mia!- e il Lupo tal risposizione proferì: " Non darti cura, gentil capretta: lo digiun mio non leniró colle tue membra, ma ospitar dovrà la bocca tua l'ardente mio tizzon! " Subitamente la belante l'orifizio aperse, accogliendo rinfrancata la di lui asta. Fabella conta come eziandio lo crudel puote cangiar l'animo suo.
De la fallocrazia de li animali
In fra le bestie, sempre fu rinomanzia de la turrita excellenzia de lo Asino. Ma un dì lo Tauro ardì gittar lo guanto in volt'a l'Asino et apressatosi, in tal guisa discorse: " Asino, cert'è de lo mio tizzon la maggior virilitade: peró te sfido a singular tenzone! " Così che l'Asino, per sì impudica insolenzia eccitato, parossi a la pugna e diè di piglio a verberar coll'asta sua. Anco lo Tauro a certar tolse, ma a cagion de la maggior perizia de l'avversario nel maneggio de l'arnese, in terra cadette; allor lo Asino, acció che null'animal più l'insolentisse, sprofondó lo moribondo Tauro in suo viril liquore. Fabella insegna ch'i solidi prinzipi giammai deggionsi contestar.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA