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[O.T.] T.I.M.I.D.E.Z.Z.A

Inviato: 19/04/2006, 2:19
da Templare
Forse una cosa che tutti posson capire perchè tutti l'han provata.......

Ieri notte parlavo in MSN con un amico che mi diceva quanto soffriva in questo periodo che si sta chiudendo in se stesso e si deprime, ingrassa e si sente na merda....

http://www.educare.it/esperienze_proget ... idezza.htm


Voi che esperienza avete avuto con sta malattia?

Inviato: 19/04/2006, 8:46
da WARDOG
La timidezza è la compagna cattiva e rompicoglioni dell'ignoranza..

E intendo ignoranza in senso classico, vale a dire la non-conoscenza.

La struttura mentale tipicamente occidentale è razionale e abituata a pesare e distinguere gli accadimenti in modo da comprenderli;

-bianco/nero, vittoria/sconfitta, perdente/vincente e cosi via,

La timidezza è l'anticipazione del risultato possibile, che paralizza l'azione.

Si è sconfitti prima di cominciare perchè si cerca di immaginare un possibile risultato, traslando una POSSIBILITA' nel presente anzichè ricacciarla a calci in culo nel limbo delle PROBABILITA' e non delle CERTEZZE.

Detto questo..come cazzo se ne esce?

Anzitutto il timido deve capire che, allo stesso modo dell'aspirante suicida, quello che lui ha è un ENERGIA diretta in malo modo..se ha l'energia per struggersi nella timidezza, la ha anche per uscirne fuori, ma quello che deve effettuare è un ABBANDONO.

Un atto di volontà  è fallimentare in partenza perchè il timido rema contro se stesso, e il primo fallimento porterebbe alla paralisi.

Se invece si abbandona completamente, al fallimento, alla miseria, alla vergogna che sono i nemici che teme maggiormente, allora, avendo perso tutto non avrà  piu' nulla da perdere, e cazzo, POTRA' AGIRE.

Occorre un atteggiamento di rinuncia, di resa incondizionata a se stessi per ripartire, il problema è che questo è possibile solo arrivati in fondo, ma veramente in fondo..se si è solo "moderatamente" timidi, ci si illude di poter riuscire a vincere con la forza.

Nel momento in cui il timido è sconfitto, non avrà  remore a PROVARE perchè nulla avrà  da perdere.

In quel momento, probabilmente avrà  la sua prima vittoria, che tratterà  con sdegno e sufficienza giacchè ancora prigioniero delle sue seghe mentali, MA...

avrà  aperto uno spiraglio possibilistico.

essendo il timido, compulsivo per natura, cercherà  altre vittorie e le vittorie, come una palla di neve rotolante, aumenteranno in funzione della sua esperienza, fino a far mutare di direzione un'energia che prima era distruttiva.

Le peggiori facce di cazzo della terra (me compreso) si sono evolute in questo modo.

Il punto di non ritorno è quando non si pensa piu' all'outcome..niente vittoria, niente sconfitta, ma L'ATTO in se diventa obbiettivo.

Chissenefotte se vinci o perdi cazzo, TU sei sceso in mezzo alla polvere, e guardi gli altri fermi a guardare e te la ridi..perchè mal che vada hai piu' coglioni di loro..e vaffanculo... :evil:

Inviato: 19/04/2006, 8:57
da Drogato_ di_porno
Dai 15 ai 21 anni ho sofferto di una timidezza quasi patologica che mi ha causato gravi difficoltà  soprattutto nelle relazioni con l' altro sesso (ma non solo...). In realtà  gli anni della scuola media avevano già  in sè i germi della crisi. Conosco molto bene il problema. Ora mi è tutto chiaro, ma in quegli anni ho commesso errori irreparabili che continuano a tormentarmi.

Non voglio generalizzare, posso parlare per me stesso. Nel mio caso tutto è dipeso da una scarsa abitudine a stare in mezzo agli altri. Dal puro e semplice isolamento. Un po' fu colpa mia, gran parte dei miei genitori. Se mai dovessi avere un figlio non commetteró lo stesso devastante errore.

Inviato: 19/04/2006, 9:05
da breglia
Anche io ero molto timido, ma verso i 14-15 anni ho praticato le prime sedute di auto-analisi per decidere il da farsi. Così sono passati all'azione in due modi:

1) Ogni domenica leggevo le letture durante la messa;
2) Al primo anno delle superiori mi sono fatto eleggere rappresentante di classe (cosa che ho fatto per quasi tutti gli anni).

Il risultato è stato ottimo, proprio a Pasquetta una mia amica mi ha definito la persona pìù sfacciata tra quelle di sua conoscenza.

Inviato: 19/04/2006, 9:10
da Confessor
io non sono mai stato un tipo sociale, fin da piccolo preferivo starmene a leggere in casa piuttosto che uscire a giocare con gli altri, tant'è che non ho mai manco toccato un pallone in vita mia. Non ho mai avuto nulla in comune con nessuno dei miei coetanei, che trovavo ignoranti e provinciali. Ne ho sofferto molto ai tempi delle medie, ero il classico nerd che veniva preso in giro da tutti, ma col tempo ho iniziato a capire che non dovevo per forza adattarmi a persone e comportamenti che non sentivo "miei" solo per avere qualcuno accanto.
In età  adulta la cosa si è fatta un po' diversa...essendo sempre stato abituato a starmene per i fatti miei, mi sono ritrovato ad essere incapace di gestire una relazione affettiva seria, mi sento soffocare dopo pochi mesi nonostante provi dei sentimenti per l'altra persona.
Tra pochi giorni me ne andró finalmente a vivere da solo, e vedró se ció mi renderà  felice o se scopriró di essere solo una persona asociale o semplicemente sola.

Inviato: 19/04/2006, 9:11
da VeronaAlcolica
Drogato_ di_porno ha scritto:Dai 15 ai 21 anni ho sofferto di una timidezza quasi patologica che mi ha causato gravi difficoltà  soprattutto nelle relazioni con l' altro sesso (ma non solo...). In realtà  gli anni della scuola media avevano già  in sè i germi della crisi. Conosco molto bene il problema. Ora mi è tutto chiaro, ma in quegli anni ho commesso errori irreparabili che continuano a tormentarmi.

Non voglio generalizzare, posso parlare per me stesso. Nel mio caso tutto è dipeso da una scarsa abitudine a stare in mezzo agli altri. Dal puro e semplice isolamento. Un po' fu colpa mia, gran parte dei miei genitori. Se mai dovessi avere un figlio non commetteró lo stesso devastante errore.
Avuto gli stessi identici problemi, a salvarmi è stato l'ingresso nel mondo del lavoro............dove se non metti un po di faccia da C. sei morto dopo 3 minuti

Inviato: 19/04/2006, 9:18
da Drogato_ di_porno
VeronaAlcolica ha scritto:se non metti un po di faccia da C. sei morto dopo 3 minuti
La faccia da culo ho imparato a coltivarla anch'io, tanto che ormai sono professore emerito in questo campo. Ma è troppo tardi, qualunque cosa accada non servirà  a restituirmi quello che ho gettato al vento.

Inviato: 19/04/2006, 9:25
da VeronaAlcolica
Drogato_ di_porno ha scritto:
VeronaAlcolica ha scritto:se non metti un po di faccia da C. sei morto dopo 3 minuti
La faccia da culo ho imparato a coltivarla anch'io, tanto che ormai sono professore emerito in questo campo. Ma è troppo tardi, qualunque cosa accada non servirà  a restituirmi quello che ho gettato al vento.
Concordo pienamente sono state perse molte cose nell'età  dell'adolescenza

Inviato: 19/04/2006, 10:52
da Despe1
Io invece ho trovato che un pó di sana e moderata timidezza puó essere anche affascinante per l'altro sesso.

Diciamo che nelle relazioni con l'altro sesso è un buon travestimento per camuffare l'onestà  e le classiche 'buone intenzioni' che non si hanno... :wink:

Chiaramente non dev'essere una cosa troppo forte, da impedire di spiaccicare parola..

Inviato: 19/04/2006, 10:59
da fiatAGRI
WARDOG:

Il punto di non ritorno è quando non si pensa piu' all'outcome..niente vittoria, niente sconfitta, ma L'ATTO in se diventa obbiettivo.

Inviato: 19/04/2006, 11:11
da Aquariusbros
Anche io "nasco" come timido.

Ricordo giornate in spiaggia, passate a guardare da lontano altri bambini fare castelli di sabbia...

Credo di essere tutt'ora una delle persone più impedite (se non almeno al terzo drink) nel "rompere il ghiaccio" con la tipa che mi piace.

Per fortuna ho il dono di saper giocare con gli sguardi..e ho sempre avuto il culo di trovare donne che facevano "la prima mossa"..oppure mi fornivano uno spunto per una battuta carina, leggi rigore a porta vuota.

A livello "sociale" peró (amici, colleghi, conoscenti ..ecc) sono anch'io cambiato e migliorato a livello esponenziale, quando dico "sono timido", la gente mi ride in faccia..e pensa io stia scherzando.

..per questo mi è servito molto fare casting pubblicitari per tre o quattro anni...
...trovarsi a parlare in mutande davanti ad una videocamera con un team di persone che ti fa domande, mentre ti scrutano anche "i peli del naso"...o ti ammazza a livello psicologico o ti fa tirare fuori i coglioni (in senso figurato, ovvio :DDD)..
..un'altra cosa da cui ho tratto benificio è stato ..dagli sport di squadra o da quelli di "contatto"..salire sul ring serve come sfida con te stetsso.

..il risultato è che adesso non ho problemi a prendere la parola in ufficio durante una riunione o a tener testa ad un mio superiore, guardandolo dritto negli occhi.

Inviato: 19/04/2006, 11:11
da WARDOG
Comunque mal che vada rimane sempre l'opzione farsi-esplodere-le-cervella.

Che personalmente ritengo l'unico atto vero di coerenza personale che uno possa compiere nel corso della merda in cui ci siamo messi.

(so benissimo che un giorno, prima o poi la vita mi metterà  spalle al muro e diventero' un altro Emil Dechebal Matasareanu )

Inviato: 19/04/2006, 11:29
da fiatAGRI
no, la sfida è resistere.

e cercare di tenere pulito il giardino.

Inviato: 19/04/2006, 11:57
da WARDOG
Ma resistere per che cazzo?..voglio dire che stracazz di onore c'è nel vivere?

mangi, caghi, passi il tempo e muori.

I figli sono investimenti improduttivi, ti fottono tempo soldi e vita in cambio di un cazzo.

Le donne, passata la fase esplorativa in cui te le trombi, sono altresi' altre rotture di coglioni che ti fottono tempo, soldi e vita in cambio di molto poco.

Il lavoro e i soldi rendono tutto un po' piu' sopportabile, ma alla resa dei conti è stato un passaggio non necessario in un posto piuttosto noioso, in un corpo che ha fame, freddo, sete, caldo, che si usura e che progressivamente non risponde ai comandi.

Alla fin fine quello che ci tiene in piedi è l'abitudine. La mente si adatta, si va avanti giorno dopo giorno finchè l'acqua arriva alla gola e si smette di respirare. stop.

Altro che sfida a resistere.

Inviato: 19/04/2006, 12:34
da Squirto
WARDOG ha scritto: in un corpo che ha fame, freddo, sete, caldo, che si usura e che progressivamente non risponde ai comandi.
se non fosse così, la "vita" sarebbe ben peggiore. E' il potere delle sensazioni a renderci sensibili, non potresti provare piacere senza essere predisposto anche alla sofferenza.

inutile cercare uno "scopo" della vita (se non nell'illusione di un'altra vita dopo la morte). La vita - umana, animale, vegetale - è fine a sè stessa, non ha obiettivi se non quello di continuare a esistere.

cercare di vivere bene mi sembra la cosa migliore da fare. se proprio non ci si riesce, allora sì, la tua soluzione potrebbe essere una risposta.