Immagine (Ossia pezzo di racconto)
Inviato: 27/07/2006, 8:40
Premessa: cos'e' un immagine?
L'immagine e' un frammento, una pagina di racconto estrapolata dal contesto. Buttata li, nuda, senza sostegno. Una foglia staccata dal vento.
Non ha consistenza letteraria, non ha niente. Solo emozioni.
Le righe di sotto sono un immagine, ossia una di quelle cazzate che scrivo ogni tanto, tra l'autobiografia e un guizzo di demenza grafomane. E' IT quindi ve lo sgancio. A voi i pareti.
Buona lettura
NJ
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Sfilo le scarpe e le butto in un angolo. Maglietta, pantaloni via tutto.
In un attimo sono nuda e sparata verso le docce. Cazzo se e' tardi, devo
essere l'ultima perche' sono tutte libere.
Ne scelgo una ed apro l'acqua.
E' fresca, non fredda ma fresca... ci mettere sui venti secondi a
scaldarsi, capita cosi' ogni sera.
Resto immobile, mentre un brivido partito dalla schiena si allarga come
un'onda e solleva dietro di se una ola di pelle d'oca.
Resisto. Il primo brivido e' il peggiore, lo so.
Resisto e gia' l'acqua scende piu' calda, mi bacia il collo e scivola
sotto la curva del seno accarezzandolo con tocco leggero, da innamorato.
Innamorato. Amore.
A - sorpresa. Cosa mi succede? No! Non e' possibile, non a me!
MO - "O" grande, tonda, accentata. Comprende ogni cosa e ogni cosa
ingloba. Annullandola.
RE - Puff, l'ultima sillaba vola via distratta, senza accento ne' peso.
Scoppia la bolla di sapone ed e' tutto finito.
Che parola terribile, amore: bella come un'alba invernale e altrettanto
spietata.
Eppure, come lo vorrei, l'amore.
Amore, non sesso, quello ce l'ho gia'.
Amare di nuovo ed essere ricambiata, soddisfare i capricci miei e suoi.
Inventarne di nuovi solo per sfida o per lussuria, una danza di
corteggiamento per esseri umani.
Appoggio piano la testa alle piccole piastrelle della doccia. Non sono
nemmeno piastrelle, sono tasselli quadrati. Demode', anni '70... una
vera schifezza, ma sono l'unica cosa a cui mi posso appoggiare.
Chiudo gli occhi e mi spalmo lo shampoo sui capelli.
Li stiro, li liscio, li spingo indietro, ma so per esperienza che e'
tutto inutile. Sono ricci, talmente ribelli che nemmeno l'acqua li doma.
Dalle loro punte, il sapone scivola lungo il corpo ed io scopro che mi
sto accarezzando. Ho cominciato dalla pancia o dal seno? Non lo so, ma
continuo, scendo senza aprire gli occhi perche' altrimenti rovinerei
tutto.
A tentoni trovo il sapone liquido e pigio sul dosatore perdendone
chissa' quanto. Alcune gocce mi cadono su un piede e la loro consistenza
densa fa scattare un ricordo involontario, intimo, indecente. Per
reazione stringo ancora di piu' le palpebre. Adesso quasi mi bruciano.
Ho le gambe un po' divaricate e una mano tra le cosce, allargo piano le
dita e mi puntello sempre piu' con la fronte al muro... e se mi incido
la forma dei quadratini sulla pelle? Oh, `fanculo!
Spalmo il sapone sulla pancia, su glutei e cosce. Indugio sull'inguine,
dentro.
Mi friziono forte, il sangue affluisce e la sensibilita' aumenta. Spingo
su il culo cosi' l'acqua che cade sulla schiena correra' lungo i fianchi
e convergera' sul ventre, facendosi piu' oleosa man mano che raccoglie
il sapone. Sempre piu' pesante e viva.
Ora lo tolgo.
Tolgo il sapone ed esco.
Ma l'acqua... il respiro dell'acqua sul muscoli stanchi e' come un
massaggio erotico e io sono cosi' sfinita che non connetto bene. Mi sto
togliendo il sapone o mi sto toccando? Ed e' tutto sapone il liquido
viscoso che sento sulle dita?
Oh, come vorrei...
Come vorrei che fossero di un uomo, uno qualsiasi, senza volto, ma uno
che amo.
Come vorrei averlo dietro di me adesso, che guarda mentre mi lavo,
mentre mi preparo per lui insaponandomi dentro, davanti e dietro.
All'improvviso lo sento, avverto una presenza immaginaria che si
avvicna.
Avverto la sua energia, la sua eccitazione animalesca e so che si
imporra' con forza, in modo osceno. Mi fara' del male, ho paura e... e
lo desidero.
Mi apro. Sto sbavando
Percepisco il vapore che mi avvolge come un amante e sto sbavando su
quei luridi quadratini di ceramica. Me li sono tatuati sulla fronte e
non me ne frega niente perche' l'acqua sulla schiena sono le sue mani,
gli schizzi che salgono sul collo sono la sua lingua che mi bagna, i
riccioli fradici sono il suo respiro che mi sfiora mentre si sta
piegando su di me. E il mio dito, le mie dita sono...
PS: il racconto da cui e' tratta l'"immagine" lo trovate qui:
http://it.geocities.com/nadir_nadir91/R ... it_be.html
L'immagine e' un frammento, una pagina di racconto estrapolata dal contesto. Buttata li, nuda, senza sostegno. Una foglia staccata dal vento.
Non ha consistenza letteraria, non ha niente. Solo emozioni.
Le righe di sotto sono un immagine, ossia una di quelle cazzate che scrivo ogni tanto, tra l'autobiografia e un guizzo di demenza grafomane. E' IT quindi ve lo sgancio. A voi i pareti.
Buona lettura
NJ
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Sfilo le scarpe e le butto in un angolo. Maglietta, pantaloni via tutto.
In un attimo sono nuda e sparata verso le docce. Cazzo se e' tardi, devo
essere l'ultima perche' sono tutte libere.
Ne scelgo una ed apro l'acqua.
E' fresca, non fredda ma fresca... ci mettere sui venti secondi a
scaldarsi, capita cosi' ogni sera.
Resto immobile, mentre un brivido partito dalla schiena si allarga come
un'onda e solleva dietro di se una ola di pelle d'oca.
Resisto. Il primo brivido e' il peggiore, lo so.
Resisto e gia' l'acqua scende piu' calda, mi bacia il collo e scivola
sotto la curva del seno accarezzandolo con tocco leggero, da innamorato.
Innamorato. Amore.
A - sorpresa. Cosa mi succede? No! Non e' possibile, non a me!
MO - "O" grande, tonda, accentata. Comprende ogni cosa e ogni cosa
ingloba. Annullandola.
RE - Puff, l'ultima sillaba vola via distratta, senza accento ne' peso.
Scoppia la bolla di sapone ed e' tutto finito.
Che parola terribile, amore: bella come un'alba invernale e altrettanto
spietata.
Eppure, come lo vorrei, l'amore.
Amore, non sesso, quello ce l'ho gia'.
Amare di nuovo ed essere ricambiata, soddisfare i capricci miei e suoi.
Inventarne di nuovi solo per sfida o per lussuria, una danza di
corteggiamento per esseri umani.
Appoggio piano la testa alle piccole piastrelle della doccia. Non sono
nemmeno piastrelle, sono tasselli quadrati. Demode', anni '70... una
vera schifezza, ma sono l'unica cosa a cui mi posso appoggiare.
Chiudo gli occhi e mi spalmo lo shampoo sui capelli.
Li stiro, li liscio, li spingo indietro, ma so per esperienza che e'
tutto inutile. Sono ricci, talmente ribelli che nemmeno l'acqua li doma.
Dalle loro punte, il sapone scivola lungo il corpo ed io scopro che mi
sto accarezzando. Ho cominciato dalla pancia o dal seno? Non lo so, ma
continuo, scendo senza aprire gli occhi perche' altrimenti rovinerei
tutto.
A tentoni trovo il sapone liquido e pigio sul dosatore perdendone
chissa' quanto. Alcune gocce mi cadono su un piede e la loro consistenza
densa fa scattare un ricordo involontario, intimo, indecente. Per
reazione stringo ancora di piu' le palpebre. Adesso quasi mi bruciano.
Ho le gambe un po' divaricate e una mano tra le cosce, allargo piano le
dita e mi puntello sempre piu' con la fronte al muro... e se mi incido
la forma dei quadratini sulla pelle? Oh, `fanculo!
Spalmo il sapone sulla pancia, su glutei e cosce. Indugio sull'inguine,
dentro.
Mi friziono forte, il sangue affluisce e la sensibilita' aumenta. Spingo
su il culo cosi' l'acqua che cade sulla schiena correra' lungo i fianchi
e convergera' sul ventre, facendosi piu' oleosa man mano che raccoglie
il sapone. Sempre piu' pesante e viva.
Ora lo tolgo.
Tolgo il sapone ed esco.
Ma l'acqua... il respiro dell'acqua sul muscoli stanchi e' come un
massaggio erotico e io sono cosi' sfinita che non connetto bene. Mi sto
togliendo il sapone o mi sto toccando? Ed e' tutto sapone il liquido
viscoso che sento sulle dita?
Oh, come vorrei...
Come vorrei che fossero di un uomo, uno qualsiasi, senza volto, ma uno
che amo.
Come vorrei averlo dietro di me adesso, che guarda mentre mi lavo,
mentre mi preparo per lui insaponandomi dentro, davanti e dietro.
All'improvviso lo sento, avverto una presenza immaginaria che si
avvicna.
Avverto la sua energia, la sua eccitazione animalesca e so che si
imporra' con forza, in modo osceno. Mi fara' del male, ho paura e... e
lo desidero.
Mi apro. Sto sbavando
Percepisco il vapore che mi avvolge come un amante e sto sbavando su
quei luridi quadratini di ceramica. Me li sono tatuati sulla fronte e
non me ne frega niente perche' l'acqua sulla schiena sono le sue mani,
gli schizzi che salgono sul collo sono la sua lingua che mi bagna, i
riccioli fradici sono il suo respiro che mi sfiora mentre si sta
piegando su di me. E il mio dito, le mie dita sono...
PS: il racconto da cui e' tratta l'"immagine" lo trovate qui:
http://it.geocities.com/nadir_nadir91/R ... it_be.html