Donna surrogato masturbazione
Inviato: 01/08/2006, 16:27
ALLA RICERCA DI UNA
SCOPATA PERDUTA
La donna come surrogato della masturbazione,
certo per crederci serve parecchia fantasia
di Andrea Affaticati
Una delle immagini mostrava l'opera
di Gustave Courbet, "L'origine
del mondo", rivista e corretta dall'artista
Tanja Ostojic: il nudo femminile
vestiva uno slip blu con le stelle dell'Ue
stampate sopra; nell'immagine
che ritraeva l'opera di Carlos Aura, invece,
tre leader mondiali praticavano
sesso di gruppo (nei fatti un trenino). I
rolling boards, sui quali scorrevano i
manifesti erano stati piazzati lungo la
famosa cerchia del Ring e in altri luoghi
strategici di Vienna. E così il progetto
25PeaceS è stato, a ben vedere,
l'evento più clamoroso della presidenza
di turno austriaca. In tutto erano
stati chiamati venticinque artisti a
rappresentare le affinità elettive dei
membri dell'Ue. Ma le due opere succitate
hanno creato un vero putiferio.
Nonostante l'imbarazzo sincero (?) del
cancelliere austriaco Wolfgang Schà¼ssel,
quello che colpiva era il fatto, che
ancora una volta era il sesso a scioccare,
scandalizzare e far fremere la
città di Vienna. Con la consueta ipocrisia
il tabloid Kronen Zeitung denunciava
l'oscenità , ma nel tempo
stesso solleticava pruriginose curiosità
nei suoi lettori. Si perché questo
alter ego della Bild Zeitung, cavalca
qualsiasi onda, salvo poi mettere insieme
nello stesso numero il diavolo e
l'acqua santa. Anche all'estero i manifesti
avevano creato un certo scalpore.
Sarà che di Vienna si vuole continuare
a vedere il lato edulcorato della
Austria Felix che fu. Già ma l'Austria
Felix che poi era la Felix Vienna, il
suo soprannome non se l'era mica guadagnato
perché era l'Eden (inteso nel
senso più stretto). Semmai, la Vienna
di fine Ottocento primi Novecento era
una sorta di Sodoma e Gomorra, se si
vuol dar credito alle cronache del
tempo. Le condizioni di allora le aveva
riassunte così lo scrittore Stefan
Zweig: "Un solo compagno della mia
giovinezza che non sia venuto a trovarmi
pallido e turbato in volto, uno
perché malato o temeva di esserlo, un
altro perché veniva ricattato a causa
di un aborto, un terzo perché non aveva
i soldi per farsi curare senza che la
famiglia lo sapesse, il quarto perché
non sapeva dove trovare i soldi per
chiudere la bocca a un'amante che
pretendeva di aver avuto un figlio da
lui, il quinto perché gli avevano rubato
il portafoglio in un bordello e non
osava andare dalla polizia". Canzoni e
operette trasformavano anche donne
in lutto in vedove allegre, e si abbandonavano
a slanci lirici su una serata
nel separé; la popolazione refrattaria
a pensare che si trattasse degli ultimi
giorni dell'umanità (come gufava
Kraus, la mente più eccelsa e caustica
della capitale) gli andava dietro, e solo
una minoranza, ma proprio minoranza,
era convinta che ci fosse qualcosa
di marcio nel cuore stesso della
società : l'epidemia della prostituzione
ne era uno dei segni più evidenti.
Freud finisce nel bel mezzo di questo
ballo che celebra, ignaro, la fine dell'Impero
(e anche dei sensi, vista la vita
tormentata dell'amatissima principessa
Sissi, e la fine tragica di suo figlio
Rodolfo). Da una parte c'era Josephine
Mutzenbacher, popolana dalla
vita dissoluta, immortalata da Felix
Salten, lo scrittore diventato famoso
con la storia del cerbiatto Bambi, dall'altra
la sessualità traumaticamente
repressa della Signorina Anna O. e
della Signora Emmy von N., che sarebbero
diventati i primi casi celebri
del padre della psicanalisi. I tre saggi
di Freud, usciti nel 1905, sulla teoria
sessuale, sono dinamite nella società
benpensante della Vienna di allora (e
poco importa se un parente di Sacher
Masoch, anche lui figlio dell'impero
asburgico e autore di uno dei più celebri
libri pornografici dell'epoca,
"Venere in pelliccia", uscito nel 1890,
aveva usato la prima parte del nome
per la più celebre delle torte; la seconda
avrebbe dato, invece, il nome a
una perversione sessuale). Il fatto che
ogni cittadino dabbene covi anche un
tratto perverso, urtava la pruderie del
tempo. Ma ad urtare forse ancora di
più era il fatto che per Freud la perversione
non è una colpa - e in quanto
tale emendabile, secondo la mentalità ,
più che sinceramente cattolica bigotta,
del tempo - ma semplicemente
un comportamento sessuale non finalizzato
alla procreazione. Il che risultava
ancora più destabilizzante.
Freud, profondamente agnostico era
convinto, infatti, come si legge in
"L'avvenire di un'illusione" che: "La
religione sarebbe la nevrosi ossessiva
universale dell'umanità ; come quella
del bambino, scaturì dal complesso
edipico, dalla relazione paterna. Stando
a tale concezione, è da prevedere
che l'abbandono della religione debba
aver luogo con l'inesorabilità fatale
di un processo di crescita, e che ora
ci troviamo in pieno proprio in questa
fase di sviluppo". Il libro era stato
pubblicato nel 1927. Undici anni dopo,
l'Austria si sarebbe fatta inghiottire,
senza opporre resistenza e troppi turbamenti
morali, dal nazionalsocialismo
e Freud sarebbe andato in esilio
a Londra. A centocinquant'anni dalla
nascita di una delle sue icone, Vienna
non è certo più il luogo di perdizione
raccontato da Schnitzler, anche se un
recente studio americano sostiene che
non sono i latini, ma proprio gli austriaci
i campioni del sesso mondiale
(per volte, lo studio non specifica se
anche per qualità ). Ma non per questo
si trova meno piacere nel buttare un
occhio attraverso il buco della serratura.
In questi giorni, nella capitale
non si fa altro che parlare dell'amour
fou tra un noto attore tedesco di 52 anni
e un'avvenente viennese di 15 più
giovane di lui. La scintilla a quanto
pare è scoccata nel night più famoso
della capitale austriaca, l'Eden Bar.
Ma il suo acme la notizia l'ha raggiunta
quanto si è saputo che la giovane
fiamma ha un passato a luci rosse. Lei
Maddalena redenta, professa però il
suo amore sincero dalle pagine del
settimanale News, e fa intendere di
essere in dolce attesa. Peccato che poi
ci si è messa la sorella a smentirla, dichiarando
che è sterile da 15 anni. La
gente compra la Kronen Zeitung e non
si perde una puntata. E' una storia
qualunque ma perfetta per riempire
le calde giornate estive. Certo non ha
la Brisanz, la dirompenza, di quando,
nel 1994, si era scoperta la relazione
del precedente capo di stato Thomas
Klestil con la sua assistente. Lui però,
a differenza dell'attore fedifrago, l'avrebbe
sposata quattro anni dopo.
Vienna continua dunque a volteggiare
al ritmo leggiadro del walzer? Dipende
dai punti di vista. Ogni anno ci si
scalda per l'ospite d'onore invitato
dall'impresario edile Lugner al ballo
dei balli della capitale, l'Opernball.
Non si tratta però di teste coronate o
discendenti di sangue blu. Lugner
ama invitare nel loggione di uno dei
templi della musica, l'Opera di Vienna,
non solo starlette prosperose.
Qualche anno fa ha dato in pasto a
un'orda assatanata di cameramen la
pornodiva Dolly Buster, i capi di stato
e i politici internazionali anche loro
presenti erano passati in secondo piano.
La città aveva ovviamente reagito
scandalizzata a questa "profanazione",
anche se poi nelle chiacchiere
dei caffè, tutti concordavano sul fatto
che senza la triade Lugner, la sua diva
del momento e la moglie Mausi (vezzeggiativo
che sta per topina) che
Opernball sarebbe? Senza quel tocco
di perdizione che vita sarebbe? A ben
vedere non è che poi li abbia resi tanto
felici, nemmeno ai tempi di StrauàŸ
e Lanner, i due sommi compositori del
genere walzer. Basta rileggersi il "Girotondo"
di Arthur Schnitzler, dove i
dieci incontri sessuali descritti hanno
un unico scopo, soddisfare l'immediato
bisogno sessuale. Quasi un secolo
dopo Elfriede Jelinek,
la scrittrice austriaca
che due anni
fa ha ricevuto il
premio Nobel, scriveva
nel suo romanzo
"Lust" (La
voglia): "La donna
ride nervosa, quando
l'uomo, ancora
con il cappotto, si
sbottona davanti a
lei, senza vergognarsi
del suo cazzo,
che resta lì, come sospeso. Lei ride
forte portandosi una mano alla bocca,
spaventata dalle sue minacce: fra poco
la prenderà . Dentro di lei risuona
ancor la musica del giradischi, sul
quale i suoi sentimenti, come quelli di
altri, hanno girato in tondo con le note
di Johann Sebastian Bach, le più
adatte al piacere maschile". Freud è
una gloria nazionale e la Berggasse,
un luogo di pellegrinaggio. I viennesi
ne vanno fieri, anche se le sue idee,
che proprio la società viennese dei
tempi gli aveva sollecitato, continuano
a giudicarle con sospetto. Ancora meno
digeriscono però l'analisi impietosa
che di loro fa la Jelinek: provinciali
e repressi. "E' sorprendente sapere
che una pillola rende questa donna infeconda,
di nascosto però, perché il
cuore ingordo dell'uomo non permetterebbe
mai che qualcuno impedisse
alla vita di sgorgare dal suo serbatoio
pieno" continua la Jelinek nel suo romanzo.
Una pillola magica, di cui a
quanto pare i giovani sanno poco, visto
che l'Austria si trova all'ottavo posto
in Europa per gravidanze tra adolescenti.
Eppure, è stata di nuovo Vienna
a dare i natali a Carl Djerassi, l'inventore
della pillola contraccettiva,
fuggito, ancora bambino, negli anni
Trenta insieme ai genitori dall'Austria.
Ma nel 2000, invitato all'annuale
manifestazione Ars Electronica, proprio
Djerassi aveva tracciato una nuova
destinazione d'uso della sua invenzione:
"Sesso e riproduzione sono ormai
pronti per separarsi". A suo avviso
nei prossimi cinquant'anni l'attività
sessuale tra le coppie si concentrerà
sempre più sulla contraccezione ai fini
della riproduzione. Per averli i
bambini, ma decidendo il tempo, il
modo, e soprattutto come dovranno essere.
Per i piaceri inconfessati, per le
pulsazioni traumaticamente represse,
per le passioni pruriginose restano
sempre le peep show, quelle frequentati
dalla Pianista del romanzo della
Jelinek. Anche Kraus doveva essersi
già posto il problema, giungendo però
alla conclusione che "La donna a volte
è un eccellente surrogato della masturbazione.
Certo occorre un sacco di
fantasia". I rapporti
della Vienna Felix
con il sesso, sono
sempre stati molto
problematici, e ancora
oggi molti quadri
di Schiele, per
quanto osannati,
continuano a scandalizzare
e a provocare
reazioni di
ripulsa. Proprio le
stesse che avevano
accompagnato la
sua attività e gli erano costate denuncia
e il carcere per oscenità .
Nella particolare declinazione della
concupiscenza che Vienna ha lasciato
in eredità c'è questa unione
schizofrenica tra "lustig" e "Lust",
tra la spensieratezza della vedova
Glawari e le voglie animalesche, al
limite della pervesione, di cui il dottor
Freud sapeva molto.
Per Freud la perversione
non è una colpa, ma un
comportamento sessuale che
non si cura di procreare
Alla vista del cazzo, lei ride
forte, portandosi una mano al
viso mentre in aria risuonano
le note maschie di Bach
SCOPATA PERDUTA
La donna come surrogato della masturbazione,
certo per crederci serve parecchia fantasia
di Andrea Affaticati
Una delle immagini mostrava l'opera
di Gustave Courbet, "L'origine
del mondo", rivista e corretta dall'artista
Tanja Ostojic: il nudo femminile
vestiva uno slip blu con le stelle dell'Ue
stampate sopra; nell'immagine
che ritraeva l'opera di Carlos Aura, invece,
tre leader mondiali praticavano
sesso di gruppo (nei fatti un trenino). I
rolling boards, sui quali scorrevano i
manifesti erano stati piazzati lungo la
famosa cerchia del Ring e in altri luoghi
strategici di Vienna. E così il progetto
25PeaceS è stato, a ben vedere,
l'evento più clamoroso della presidenza
di turno austriaca. In tutto erano
stati chiamati venticinque artisti a
rappresentare le affinità elettive dei
membri dell'Ue. Ma le due opere succitate
hanno creato un vero putiferio.
Nonostante l'imbarazzo sincero (?) del
cancelliere austriaco Wolfgang Schà¼ssel,
quello che colpiva era il fatto, che
ancora una volta era il sesso a scioccare,
scandalizzare e far fremere la
città di Vienna. Con la consueta ipocrisia
il tabloid Kronen Zeitung denunciava
l'oscenità , ma nel tempo
stesso solleticava pruriginose curiosità
nei suoi lettori. Si perché questo
alter ego della Bild Zeitung, cavalca
qualsiasi onda, salvo poi mettere insieme
nello stesso numero il diavolo e
l'acqua santa. Anche all'estero i manifesti
avevano creato un certo scalpore.
Sarà che di Vienna si vuole continuare
a vedere il lato edulcorato della
Austria Felix che fu. Già ma l'Austria
Felix che poi era la Felix Vienna, il
suo soprannome non se l'era mica guadagnato
perché era l'Eden (inteso nel
senso più stretto). Semmai, la Vienna
di fine Ottocento primi Novecento era
una sorta di Sodoma e Gomorra, se si
vuol dar credito alle cronache del
tempo. Le condizioni di allora le aveva
riassunte così lo scrittore Stefan
Zweig: "Un solo compagno della mia
giovinezza che non sia venuto a trovarmi
pallido e turbato in volto, uno
perché malato o temeva di esserlo, un
altro perché veniva ricattato a causa
di un aborto, un terzo perché non aveva
i soldi per farsi curare senza che la
famiglia lo sapesse, il quarto perché
non sapeva dove trovare i soldi per
chiudere la bocca a un'amante che
pretendeva di aver avuto un figlio da
lui, il quinto perché gli avevano rubato
il portafoglio in un bordello e non
osava andare dalla polizia". Canzoni e
operette trasformavano anche donne
in lutto in vedove allegre, e si abbandonavano
a slanci lirici su una serata
nel separé; la popolazione refrattaria
a pensare che si trattasse degli ultimi
giorni dell'umanità (come gufava
Kraus, la mente più eccelsa e caustica
della capitale) gli andava dietro, e solo
una minoranza, ma proprio minoranza,
era convinta che ci fosse qualcosa
di marcio nel cuore stesso della
società : l'epidemia della prostituzione
ne era uno dei segni più evidenti.
Freud finisce nel bel mezzo di questo
ballo che celebra, ignaro, la fine dell'Impero
(e anche dei sensi, vista la vita
tormentata dell'amatissima principessa
Sissi, e la fine tragica di suo figlio
Rodolfo). Da una parte c'era Josephine
Mutzenbacher, popolana dalla
vita dissoluta, immortalata da Felix
Salten, lo scrittore diventato famoso
con la storia del cerbiatto Bambi, dall'altra
la sessualità traumaticamente
repressa della Signorina Anna O. e
della Signora Emmy von N., che sarebbero
diventati i primi casi celebri
del padre della psicanalisi. I tre saggi
di Freud, usciti nel 1905, sulla teoria
sessuale, sono dinamite nella società
benpensante della Vienna di allora (e
poco importa se un parente di Sacher
Masoch, anche lui figlio dell'impero
asburgico e autore di uno dei più celebri
libri pornografici dell'epoca,
"Venere in pelliccia", uscito nel 1890,
aveva usato la prima parte del nome
per la più celebre delle torte; la seconda
avrebbe dato, invece, il nome a
una perversione sessuale). Il fatto che
ogni cittadino dabbene covi anche un
tratto perverso, urtava la pruderie del
tempo. Ma ad urtare forse ancora di
più era il fatto che per Freud la perversione
non è una colpa - e in quanto
tale emendabile, secondo la mentalità ,
più che sinceramente cattolica bigotta,
del tempo - ma semplicemente
un comportamento sessuale non finalizzato
alla procreazione. Il che risultava
ancora più destabilizzante.
Freud, profondamente agnostico era
convinto, infatti, come si legge in
"L'avvenire di un'illusione" che: "La
religione sarebbe la nevrosi ossessiva
universale dell'umanità ; come quella
del bambino, scaturì dal complesso
edipico, dalla relazione paterna. Stando
a tale concezione, è da prevedere
che l'abbandono della religione debba
aver luogo con l'inesorabilità fatale
di un processo di crescita, e che ora
ci troviamo in pieno proprio in questa
fase di sviluppo". Il libro era stato
pubblicato nel 1927. Undici anni dopo,
l'Austria si sarebbe fatta inghiottire,
senza opporre resistenza e troppi turbamenti
morali, dal nazionalsocialismo
e Freud sarebbe andato in esilio
a Londra. A centocinquant'anni dalla
nascita di una delle sue icone, Vienna
non è certo più il luogo di perdizione
raccontato da Schnitzler, anche se un
recente studio americano sostiene che
non sono i latini, ma proprio gli austriaci
i campioni del sesso mondiale
(per volte, lo studio non specifica se
anche per qualità ). Ma non per questo
si trova meno piacere nel buttare un
occhio attraverso il buco della serratura.
In questi giorni, nella capitale
non si fa altro che parlare dell'amour
fou tra un noto attore tedesco di 52 anni
e un'avvenente viennese di 15 più
giovane di lui. La scintilla a quanto
pare è scoccata nel night più famoso
della capitale austriaca, l'Eden Bar.
Ma il suo acme la notizia l'ha raggiunta
quanto si è saputo che la giovane
fiamma ha un passato a luci rosse. Lei
Maddalena redenta, professa però il
suo amore sincero dalle pagine del
settimanale News, e fa intendere di
essere in dolce attesa. Peccato che poi
ci si è messa la sorella a smentirla, dichiarando
che è sterile da 15 anni. La
gente compra la Kronen Zeitung e non
si perde una puntata. E' una storia
qualunque ma perfetta per riempire
le calde giornate estive. Certo non ha
la Brisanz, la dirompenza, di quando,
nel 1994, si era scoperta la relazione
del precedente capo di stato Thomas
Klestil con la sua assistente. Lui però,
a differenza dell'attore fedifrago, l'avrebbe
sposata quattro anni dopo.
Vienna continua dunque a volteggiare
al ritmo leggiadro del walzer? Dipende
dai punti di vista. Ogni anno ci si
scalda per l'ospite d'onore invitato
dall'impresario edile Lugner al ballo
dei balli della capitale, l'Opernball.
Non si tratta però di teste coronate o
discendenti di sangue blu. Lugner
ama invitare nel loggione di uno dei
templi della musica, l'Opera di Vienna,
non solo starlette prosperose.
Qualche anno fa ha dato in pasto a
un'orda assatanata di cameramen la
pornodiva Dolly Buster, i capi di stato
e i politici internazionali anche loro
presenti erano passati in secondo piano.
La città aveva ovviamente reagito
scandalizzata a questa "profanazione",
anche se poi nelle chiacchiere
dei caffè, tutti concordavano sul fatto
che senza la triade Lugner, la sua diva
del momento e la moglie Mausi (vezzeggiativo
che sta per topina) che
Opernball sarebbe? Senza quel tocco
di perdizione che vita sarebbe? A ben
vedere non è che poi li abbia resi tanto
felici, nemmeno ai tempi di StrauàŸ
e Lanner, i due sommi compositori del
genere walzer. Basta rileggersi il "Girotondo"
di Arthur Schnitzler, dove i
dieci incontri sessuali descritti hanno
un unico scopo, soddisfare l'immediato
bisogno sessuale. Quasi un secolo
dopo Elfriede Jelinek,
la scrittrice austriaca
che due anni
fa ha ricevuto il
premio Nobel, scriveva
nel suo romanzo
"Lust" (La
voglia): "La donna
ride nervosa, quando
l'uomo, ancora
con il cappotto, si
sbottona davanti a
lei, senza vergognarsi
del suo cazzo,
che resta lì, come sospeso. Lei ride
forte portandosi una mano alla bocca,
spaventata dalle sue minacce: fra poco
la prenderà . Dentro di lei risuona
ancor la musica del giradischi, sul
quale i suoi sentimenti, come quelli di
altri, hanno girato in tondo con le note
di Johann Sebastian Bach, le più
adatte al piacere maschile". Freud è
una gloria nazionale e la Berggasse,
un luogo di pellegrinaggio. I viennesi
ne vanno fieri, anche se le sue idee,
che proprio la società viennese dei
tempi gli aveva sollecitato, continuano
a giudicarle con sospetto. Ancora meno
digeriscono però l'analisi impietosa
che di loro fa la Jelinek: provinciali
e repressi. "E' sorprendente sapere
che una pillola rende questa donna infeconda,
di nascosto però, perché il
cuore ingordo dell'uomo non permetterebbe
mai che qualcuno impedisse
alla vita di sgorgare dal suo serbatoio
pieno" continua la Jelinek nel suo romanzo.
Una pillola magica, di cui a
quanto pare i giovani sanno poco, visto
che l'Austria si trova all'ottavo posto
in Europa per gravidanze tra adolescenti.
Eppure, è stata di nuovo Vienna
a dare i natali a Carl Djerassi, l'inventore
della pillola contraccettiva,
fuggito, ancora bambino, negli anni
Trenta insieme ai genitori dall'Austria.
Ma nel 2000, invitato all'annuale
manifestazione Ars Electronica, proprio
Djerassi aveva tracciato una nuova
destinazione d'uso della sua invenzione:
"Sesso e riproduzione sono ormai
pronti per separarsi". A suo avviso
nei prossimi cinquant'anni l'attività
sessuale tra le coppie si concentrerà
sempre più sulla contraccezione ai fini
della riproduzione. Per averli i
bambini, ma decidendo il tempo, il
modo, e soprattutto come dovranno essere.
Per i piaceri inconfessati, per le
pulsazioni traumaticamente represse,
per le passioni pruriginose restano
sempre le peep show, quelle frequentati
dalla Pianista del romanzo della
Jelinek. Anche Kraus doveva essersi
già posto il problema, giungendo però
alla conclusione che "La donna a volte
è un eccellente surrogato della masturbazione.
Certo occorre un sacco di
fantasia". I rapporti
della Vienna Felix
con il sesso, sono
sempre stati molto
problematici, e ancora
oggi molti quadri
di Schiele, per
quanto osannati,
continuano a scandalizzare
e a provocare
reazioni di
ripulsa. Proprio le
stesse che avevano
accompagnato la
sua attività e gli erano costate denuncia
e il carcere per oscenità .
Nella particolare declinazione della
concupiscenza che Vienna ha lasciato
in eredità c'è questa unione
schizofrenica tra "lustig" e "Lust",
tra la spensieratezza della vedova
Glawari e le voglie animalesche, al
limite della pervesione, di cui il dottor
Freud sapeva molto.
Per Freud la perversione
non è una colpa, ma un
comportamento sessuale che
non si cura di procreare
Alla vista del cazzo, lei ride
forte, portandosi una mano al
viso mentre in aria risuonano
le note maschie di Bach